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La parola “mito” rimanda all’idea di qualcosa di falso e irreale. Il termine, che deriva dal greco Mythos, originariamente significava “parola”, “discorso”, “racconto”; mythos, in greco, era sinonimo di Lotos, che vuol dire “simbolo”. Nonostante l’origine della parola sia quindi chiara, ci sono delle precisazioni fa fare.

La prima è che miti e simboli non sono la stessa cosa: anche se il mito opera attraverso simboli, i due concetti vanno tenuti separati perché, se li unificassimo, si correrebbe il rischio di perdere la specificità del mito. Altra precisazione da fare è che il concetto di mito non va sostituito con le nozioni di racconto, narrazione e leggenda perché, sebbene ci possano essere delle apparenti similitudini, il significato è differente, in quanto questi ultimi non trasmettono la complessità del concetto di mito318.

Una definizione precisa ed esaustiva del concetto di mito, come sosteneva anche Ernst Cassirer, non esiste319.

Secondo Marc Joly, nella sua opera Le mythe Jean Monnet, per comprendere come nasce un mito bisogna osservare i fatti e comprendere le complesse funzioni sociali che possono essere profondamente radicate; molto spesso il risultato è una visione differente di come si svolsero i fatti. Analizzando l’evoluzione della costruzione europea, appaiono tre aspetti che coincidono con le caratteristiche generali del mito. Il primo aspetto consiste nella ricerca scaturita dal bisogno dell’individuazione delle origini320

. Così come per il mito di Jean Monnet, tutto il processo d’integrazione europea ha avuto

318

C. Bottici, Filosofia del mito politico, Torino, Bollati Boringhieri 2012, p. 1-3

319 E. Cassier, Il mito dello stato, Milano, Longanesi 1950 ( trad. it. di C. Pellizzi di The Myth of the State) 320 Joly M., Le mythe Jean Monnet : contribution à une sociologie historique de la constriction

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origine dal piano Schuman di cui Monnet è l’autore indiscusso. Non soltanto la CECA, ma anche i Trattati di Roma saranno considerati come sue realizzazioni321.

Il secondo aspetto del mito è una sorta di rappresentazione collettiva che permette di mettere in evidenza le caratteristiche eccezionali di un grande uomo, al quale sono attribuiti molti avvenimenti storici. Come scrisse François Fontaine:

L'Europe est née d'une rencontre: un jour, un homme qui a une idée l'écrit à un homme qui a le pouvoir et qui l'exerce le lendemain pour proposer cette idée aux peuples d'Europe.322

L’Europa è nata da un incontro: un giorno, un uomo che ha un’idea la scrive a un uomo con il potere e che lo esercita il giorno successivo per proporre questa idea al popolo d’Europa.

Tutto questo è il mito delle origini fondato sulla personalità di un uomo eccezionalmente disinteressato alla politica che mise tutta la sua energia e tutto il suo talento a servizio di un’idea: l’Europa.

Il terzo aspetto del mito dà origine a un insieme di discorsi, di formule e di riti che permettono di creare e dare l’illusione di una continuità storica. Tra questi vi è il costante ricorso, da parte degli attori politici europei, al metodo funzionalista di Monnet, soprattutto nei momenti di crisi, per rimettere l’Europa sul giusto cammino che porta all’Unione politica323

.

Il mito di Monnet possiede anche le caratteristiche individuate da Raul Girardet 324 che definiscono i miti e le mitologie politiche prodotti dalla fine del XVIII secolo. Applicando lo studio di Girardet al mito di Monnet è possibile rilevare che vi è la

cospiration (cospirazione) ma con un effetto positivo che ha portato alla Dichiarazione

321

M. Joly, Le mythe Jean Monnet, cit., p.32

322 C. Delmas, La France et l’Europe, Heule, Uga 1967, p. 56 323 M. Joly, Le mythe Jean Monnet, cit., p.33

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Schuman. Le sauveur (il salvatore), Monnet è stato trasformato in uomo provvidenziale, in quanto salvatore della civiltà europea, ed il periodo in cui operò è un âge d’or (età dell’oro), perché si tratta del tempo benedetto dei padri fondatori dell’Europa. Tutto ciò porterebbe all’ultima caratteristica l’unité (l’unità) che ritroviamo nell’Europa Unita, aspirazione di chi ha creato questo mito politico. Tuttavia, contrariamente ai grandi miti politici degli ultimi due secoli, il mito di Jean Monnet non è vettore di mobilizzazione delle masse.

Il mito di Jean Monnet è definibile soprattutto come un mito della politica.

Innanzitutto, un mito politico è una forma di legittimazione del potere, ma non solo: esso serve anche a giustificare, spiegare e mantenere l’ordine politico che si vuole legittimare. Tale definizione è data da Roland Barthes nella sua opera Miti d’oggi. In essa, egli spiega come il mito abbia il ruolo di istituire un’intenzione storica come naturale e il mito non sta nelle cose in sé, ma nel modo in cui esse vengono comunicate, un processo che, secondo l’autore, è proprio delle élite politiche325

.

La creazione di un mito politico permette anche l’unificazione dell’ordine politico e la conciliazione tra le varie idee politiche presenti in Europa. In particolare, esso consente al potere di dare una giustificazione del ruolo dei politici come parte della costruzione europea e quindi di un processo continuo ed ineluttabile326.

Non è da dimenticare però l’importante ruolo che hanno avuto i media nella creazione del mito di Jean Monnet, in quanto essi hanno alimentato il mito attraverso articoli e servizi su di lui.

325

R. Barthes, Miti d’oggi, (trad. it. di Lonzi L.)Torino, Einaudi 1989, pp.222-226

326 F. Larat , L'Europe a la recherche d'une figure tutelaire, «Politique européenne» 1/2006 (n° 18),

(http://www.cairn.info/revue-politique-europeenne-2006-1-page-49.htm#citation, 20 aprile 2012), pp.49- 50

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Anche gli storici hanno contribuito con decisione, a partire dalla ricostruzione della dichiarazione Schuman, ad esempio quella di Moreau Defarges Phillippe:

Pour son promoteur, Jean Monnet, le «père de l’Europe», l’Europe ne s’unira qu’en amenant les Européens à travailler ensemble. Il faut contourner les nations, enfermées dans leurs passions dominatrices, et multiplier les interdépendances matérielles. La CECA, mise en place en 1952, est suive par la Communauté européenne de l’énergie atomique (CEEA, Euratom) et la Communauté Économique Européenne (CEE) en 1958. Il s’agit de développer des marchés communs, des espaces unifiés d’échanges. 327

Secondo il suo promotore, Jean Monnet, il padre dell’Europa, l’Europa si unirà solo portando gli europei a lavorare assieme. Bisogna aggirare le nazioni, chiuse nelle loro passioni dominatrici, e moltiplicare le interdipendenze materiali. La CECA, istituita nel 1952, é seguita dalla Comunità europea dell’energia atomica e dalla Comunità Economica Europea nel 1958. Si tratta di sviluppare dei mercati comuni, degli spazi unificati di scambio.

La creazione del mito Monnet è indissociabile dalla costituzione di un potere, dall’istituzionalizzazione progressiva di una configurazione élitaria. Non soltanto il mito di Monnet ha funzione di legittimare un sistema basato sulla ricerca permanente di un consenso, ma permette anche di cambiare gli interessi in gioco nella costruzione europea328.

Il mito di Monnet è mantenuto dalle élite – politiche, amministrative, economiche e giornalistiche- legate al potere europeo. Malgrado tutti gli sforzi, queste élite non sono riuscite a far partecipare pienamente le masse popolari in nome delle quali pensavano di agire. L’analisi critica del mito Monnet permette soprattutto di chiarire la genesi, il funzionamento e l’ideologia che legittima il nuovo potere formatosi in Europa. Tuttavia, fermarsi a quest’affermazione non è sufficiente, poiché il mito di Jean Monnet non risponde solamente alla questione della legittimità di una comunità élitaria, ma trae la sua forza anche dall’azione di un uomo, dalla sua riflessione e dal suo modo di pensare.

327 P. Moreau Defarges, Comprendre la Constitution européenne, Paris, Editions d'Organisation 2004,

p.25

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È necessario prendere in considerazione il carisma di Monnet e la sua incredibile capacità a ragionare in termini di processo d’evoluzione: questi furono il motore della sua azione e due delle risorse della sua influenza329.