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L’importanza delle istituzioni sovranazionali per Monnet

Jean Monnet nelle sue memorie riporta la seguente frase: «nulla esiste senza le persone, nulla dura senza le istituzioni»369. Secondo Monnet, la costruzione europea non sarebbe stata possibile senza la creazione di istituzioni sovranazionali che avevano la funzione di vincolo esterno e alle quali gli Stati avrebbero dovuto delegare parte dei loro poteri. Nel ruolo di presidente dell’Alta Autorità e, in seguito, come presidente del Comitato d’Azione per gli Stati Uniti d’Europa, egli fece sempre il possibile per indurre gli Stati a sottomettersi a questo nuovo tipo istituzioni europee.

Jean Monnet cessò la sua attività di civilisateur quando gli sembrò di aver raggiunto il proprio obiettivo. Infatti, nel momento in cui gli Stati furono integrati al più alto livello in un’istituzione comune – il Consiglio europeo – egli decise di metter fine, nel 1975, alle attività del Comitato d’Azione370

.

Leggendo le sue memorie, si ha l’impressione che il processo di costruzione europea sia stato il risultato di un piano ben stabilito dove nulla fu lasciato al caso. A tal proposito, si può portare un esempio: in seguito agli eventi che culminarono nel Compromesso di Lussemburgo, Monnet scrisse: «Le cose sono andate così e, in fin dei conti, le cose sono sempre andate come volevamo»371.

Per Monnet, la creazione di un potere decisionale indipendente dagli Stati era indispensabile e, perciò, egli cercò di dimostrare che tale potere era sufficiente per far funzionare il meccanismo d’ingranaggio della tanto auspicata integrazione europea. L’errore commesso da Monnet nel creare l’unione doganale tra la Francia e l’Italia era la mancanza di un potere decisionale autonomo. L’internazionalizzazione delle industrie

369 J. Monnet, Cittadino d’Europa, cit., p. 260 370 M. Joly, Le mythe Jean Monnet, cit., p.55 371 J. Monnet, Cittadino d’Europa, cit., p.269

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pesanti europee era un progetto molto discusso dopo il 1945, ma nessuno fece delle proposte concrete. Quello che mancava alla base dei progetti precedenti al piano Schuman era un metodo concreto per costruire delle istituzioni nuove372.

A Jean Monnet, che invece agì anche nel momento più adeguato, viene riconosciuto il merito di aver modificato i comportamenti degli Stati in quanto inventore di nuove istituzioni. Anche se ciò può essere considerato in buona parte vero, questo non fa altro che sostenere il suo mito373.

Jean Monnet è spesso presentato come il teorico e l’inventore del sistema istituzionale dell’Unione Europea. La sua filosofia fu definita dai numerosi sostenitori in maniera distorta: si evoca appunto il bisogno di creare delle istituzioni sovranazionali, atte a risolvere i problemi comuni attraverso la negoziazione. Tutto lascia credere che quest’ultima abbia potuto guidare nella scelta del metodo istituzionale adattato alla necessità urgente di costruire l’Europa unita.

Jean Monnet nelle sue memorie, riassume invece il suo metodo d’azione in maniera generale: «Saper cambiare le circostanze nelle quali si pone un problema al fine di poterle risolvere»374. All’origine, Monnet aveva una visione molto chiara del tipo di integrazione istituzionale da realizzare in Europa, necessaria «Per unire gli uomini e per civilizzare gli Stati»375, visione differente dalla filosofia istituzionale che gli si attribuisce solitamente. Il sistema istituzionale previsto da Jean Monnet era fondato su tre pilastri: indipendenza, poteri esclusivi ed integrazione settoriale. Si trattava quindi di far in modo che gli Stati trasferissero l’integralità del loro potere in un settore delimitato a un’Alta Autorità indipendente dagli Stati.

372

M. Joly, Le mythe de Jean Monnet, cit., p.56

373 Ivi, p.57

374 J. Monnet, Cittadino d’Europa, cit., p. 211 375 Ivi., p. 21

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Questo modello istituzionale ben traspare dalla Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950. La Dichiarazione non prevedeva né l’Assemblea Parlamentare, né il Consiglio dei Ministri, né la Corte di Giustizia. Si trattava, invece, di una dichiarazione sintetica che esprimeva la necessità di prendere delle «disposizioni appropriate» che avrebbero assicurato «i necessari mezzi di ricorso contro le decisioni dell'Alta Autorità»376.

Nelle sue memorie, Monnet spiega come la dichiarazione fu volutamente sintetica per essere ampliata in un momento successivo377. Spiega anche come, in seguito alla proposta fatta dai Paesi Bassi di aggiungere i governi al sistema istituzionale della CECA, prese in considerazione tale idea per creare un punto d’appoggio dell’edificio comunitario (la sua intenzione iniziale era di proscrivere tutti gli organismi di natura intergovernativa). Per Monnet, prendere in considerazione la proposta dei Paesi Bassi non fu una rinuncia al modello iniziale da lui previsto ma, secondo la sua visione, la presenza dei governi non avrebbe invaso il dominio proprio dell’Alta Autorità, ma avrebbe altresì permesso una buona coordinazione con i domini generali di competenza degli Stati e sembrava prefigurare un’estensione delle responsabilità della CECA378. Tutti i suoi sforzi, durante la negoziazione, si concentrarono sulla difesa delle prerogative dell’Alta Autorità; un esempio fu la questione dell’utilizzo delle risorse proprie per l’autofinanziamento della CECA379.

Quando Jean Monnet poté annunciare: «Infatti era nato in quel momento il Consiglio dei Ministri della Comunità europea»380, tutti i suoi sforzi nelle negoziazioni si concentrarono sulla difesa delle prerogative dell’Alta Autorità.

376 http://europa.eu/about-eu/basic-information/symbols/europe-day/schuman-declaration/index_it.htm,

(consultato il 20 giugno 2012)

377

J. Monnet, Cittadino d’Europa, cit., p.267

378 Ivi, pp. 293-300

379 M. Joly, Le mythe Jean Monnet, cit., p. 59 380J. Monnet, Cittadino d’Europa, cit., p.298

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I racconti storici nati sulle negoziazioni della CECA sono quelli della vittoria, non solo perché Monnet riuscì a far attuare il suo modello del vincolo esterno grazie al ruolo di

civilisateur dell’Alta Autorità, ma soprattutto perché riuscì a innescare l’ingranaggio

federalista:

Non solo l’Alta Autorità usciva intatta da questa prova, ma, in più, i vincoli in cui si è voluta limitare la sua indipendenza non facevano che mettere in rilievo il carattere federale dell’insieme istituzionale di cui essa era il coronamento381

.

Un esempio della capacità di adattare il suo metodo alla realtà può essere rappresentato dal suo discorso pronunciato il 10 agosto del 1952, al momento dell’insediamento dell’Alta Autorità del Carbone dell’Acciaio382

:

Dans les limites de la compétence qui lui est conférée par le Traité, la Haute Autorité a reçu des six États le mandat de prendre en toute indépendance des décisions qui deviennent immédiatement exécutoires dans l’ensemble de leur territoire. Elle est en relations directes avec toutes les entreprises. Elle obtient des ressources financières, non de contributions des États, mais de prélèvements directement établis sur les productions dont elle a charge383.

Nei limiti della competenza che le è conferita dal Trattato, l’Alta Autorità ha ricevuto dai sei Stati il mandato di prendere in completa indipendenza delle decisioni che diventano immediatamente esecutive nell’insieme del loro territorio. Essa è in relazione diretta con tutte le imprese. Essa ottiene delle risorse finanziarie, non dei contributi degli Stati, ma dei prelievi direttamente stabiliti sulle produzioni di cui essa è incaricata.

Parlando dell’Assemblea europea, di cui Monnet auspicava l’elezione diretta dal popolo, e della Corte di giustizia europea, il presidente dell’Alta Autorità definisce i contorni di un nuovo sistema istituzionale:

Toutes ces institutions pourront être modifiées et améliorées à l’expérience. Ce qui ne sera pas remis en question, c’est qu’elles sont des institutions supranationales et, disons

381 J. Monnet, Cittadino d’Europa, cit., p.290 382 M. Joly, Le mythe Jean Monnet, cit., p. 60 383 E. Roussel, Jean Monnet, cit., p.652

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le mot, fédérales. Ce sont des institutions qui, dans la limite de leur compétence, sont souveraines, c’est-à-dire dotées du droit de décider et d’exécuter384

.

Tutte queste istituzioni potranno essere modificate e migliorate con l’esperienza. Quello che non sarà rimesso in questione è la loro natura di istituzioni sopranazionali e, diciamolo, federali. Sono delle istituzioni che, nel limite della loro competenza, sono sovrane, cioè dotate del diritto di decidere e di eseguire.

Il Consiglio è citato solo in previsione di un’estensione del potere dell’Alta Autorità a scapito dei governi. Jean Monnet precisò per quale ragione il Consiglio fu creato: non solo per esercitare una tutela sull’Alta Autorità, ma anche per assicurare un legame tra la politica generale degli Stati e la politica dell’Alta Autorità in materia di carbone di acciaio rilevanti della vita economica385.

Se Monnet acconsentì al realizzarsi di ciò, è necessario comprendere che si trattava di un’esistenza che poteva solo essere provvisoria; tant’è vero che l’Alta Autorità fu dotata di poteri parziali e un collegamento intermediario con i governi attraverso il Consiglio fu ritenuto necessario. Infine, il trasferimento definitivo dell’insieme dei poteri economici dagli Stati all’Alta Autorità avvenne in maniera graduale, settore per settore386.

3.6 La denominazione di Comunità in relazione con la Troisième voie.