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chiarezza a partire dal IV sec. a.C., costituisce uno degli esempi di maggiore inte- resse nel panorama delle formazioni federali greche1. Benché i dati derivabili dal-

le fonti antiche, sia epigrafiche sia letterarie, costituiscano tutto sommato tessere isolate nel complesso puzzle delle istituzioni etoliche, la visione generale che da questi dati è possibile ricavare conduce in maniera univoca a un quadro caratteriz- zato da grande dinamismo: in altre parole, all’individuazione di una spiccata ca- pacità di adattamento a sempre nuove condizioni geopolitiche quale tratto saliente dell’assetto organizzativo etolico. Tale capacità di adattamento e innovazione, che fece dell’Etolia una delle maggiori potenze della Grecia di III sec. a.C., seguì in buona sostanza le linee dell’espansione territoriale etolica: dal recupero dell’area costiera (Aiolis) e delle sue poleis aperte sul golfo di Corinto, sino all’acquisizio- ne della strategica area locrese attorno a Naupaktos, dopo il 338 a.C.; e poi ancora, con gli ulteriori ampliamenti territoriali della prima metà del III sec. a.C., sino al

1 Sulla storia e le istituzioni della federazione etolica, cf. Larsen 1967, 78-80 e 195-215;

Beck 1997, 43-54; Grainger 1999; Funke 2015, 86-117; sul problema dello sviluppo dello stato federale, cf. anche Sordi 2002 (=1953), 31-55; Mackil 2013, con attenzione agli aspetti reli- giosi, politici, ed economici dell’integrazione federale, passim; sugli Etoli nell’età classica, cf. anche Antonetti 2010a, 163-180 (sui processi culturali di integrazione degli Etoli nel mondo ellenico); Rossi 1970, 81-102, sulla spedizione del 426 a.C.; sugli sviluppi politico-istituzionali di IV secolo in particolare, cf. Bosworth 1976, 164-181; Merker 1989, 303-311; Landucci 2004, 105-130; sulla storia etolica di età ellenistica, Scholten 2000; riguardo ad argomenti di natura istituzionale, cf. anche Schwahn 1930, 141-149 (sugli apokletoi); Larsen 1952, 1-33 (sulle assemblee federali); Cabanes 1985, 343-357; Corsten 1999, 133-159 (sui distretti territoriali); Scholten 2003, 65-80; Buraselis 2003, 39-50, e Lasagni 2017, 103-105 e passim (aspetti della

politeia federale); Lasagni 2012, 171-204 (sui boularchoi etolici); sui culti federali, Antonetti

1990; Funke 2013 (Thermika e Panaitolika). Per una rassegna sullo stato delle acquisizioni in campo archeologico ed epigrafico in Etolia, cf. Antonetti - Baldassarra 2004, 9-35; Antonet- ti - Funke 2018 (iscrizioni del Museo di Agrinion); inoltre Stavropoulou-Gatsi 2010, 79-84 (ricerche archeologiche a Kalydon).

controllo di Delfi, della Locride Orientale, di ampie aree della periokis tessalica e della regione acarnana2.

A tale aggressivo movimento di espansione sono infatti strettamente connesse le principali tappe dell’evoluzione istituzionale dello stato etolico, le quali posso- no essere sintetizzate nei seguenti punti: 1) il passaggio da un impianto insediativo e socio-politico a base tribale a uno polarizzato attorno a comunità poleiche3; 2) il

correlato sviluppo di uno stato federale stabile, a partire da un’unione di carattere etnico; 3) infine, l’evoluzione delle istituzioni interne al koinon, la quale vide, da una parte, il rafforzamento dei vertici di governo (magistrature federali) e de- gli organi rappresentativi delle realtà locali (boule o synedrion) a discapito della partecipazione assembleare diretta; dall’altra, la messa a punto di meccanismi di integrazione politica nello stato etolico, attraverso la codifica e l’applicazione di istituti connessi con la cittadinanza federale (politeia / isopoliteia).

La nascita di uno stato federale Etolico può essere fatta risalire almeno al pri- mo trentennio del IV sec. a.C., precedentemente al 367 a.C.: a questo anno risa- le infatti un decreto ateniese contenente la più antica menzione epigrafica di un κοινὸν τῶν Αἰτωλῶν (Rhodes-Osborne, GHI 35 = Agora XVI 48).

Θ[ε]οί. Δημόφιλος Θεώρο Κεφαλῆ- θεν ἐ̣γραμμάτ[ε]υε. ἔ̣δοξεν τῆ̣ι βουλῆι καὶ τῶ[ι] δῆμωι· Οἰνηὶς 5 ἐ̣πρυτάνε̣[υ]ε, Δημόφι̣λ̣ος Θεώρο Κεφαλῆθε- ν̣ ἐγραμμά̣τ̣ευεν, Φί[λι]ππος Σημαχίδης ἐπ- εστάτει, [Π]ολύζηλος̣ [ἦρχ]ε, Κηφισόδοτος ε- [ἶ]πεν· ἐπε[ι]δ̣ὴ Αἰτωλ̣ῶν̣ [τ]ο̣ῦ̣ κ[ο]ι̣νοῦ δεξαμέ- [ν]ων τὰς μ[υ]στηριώ̣τ̣ιδ[α]ς [σ]π[ο]νδὰς τῆς Δήμ- 10 [η]τ̣ρος τῆς [Ἐ]λευσινίας καὶ τῆς Κόρης τοὺ- [ς] ἐπαγγείλαντας τὰς σπονδ̣ὰς Εὐμολπιδ- ῶ̣ν καὶ Κη̣ρύκων δεδέκασι Τ[ρ]ιχονειῆς Πρ- [ό]μαχον κ̣αὶ Ἐπιγένην παρὰ τοὺς νόμους τ- [ο]ὺς κοι[ν]οὺς τῶν Ἑλλήνων, ἑλέσθαι τὴμ βο- 15 [υ]λὴν αὐ[τ]ίκα μάλα κήρυκα ἐξ Ἀθηναίων ἁπ- ά̣ντων ὅσ̣[τ]ις ἀφικόμενος πρὸς τὸ κοινὸν [τὸ Αἰ]τ̣ω̣[λῶν] ἀ̣[παιτήσει τοὺς] ἄ̣νδ̣ρ̣ας ἀφεῖ-

2 Riguardo all’espansione territoriale dell’Etolia, cf. Grainger 1995, 313-343, e soprattutto

Scholten 2000; sul recupero della regione costiera dell’Aiolis, cf. Bommeljé 1988, 297-316; sull’ac- quisizione dell’area locrese, cf. anche Lerat 1952, II, 61-94; Landucci 2004, 110-121; su Delfi e le tappe delle conquiste etoliche ricostruibili in base ai documenti anfizionici, cf. Flacelière 1937, part. 366-369, e Scholten 2000, App. A.

3 Su questi aspetti, cf. in part. Funke 1997, 145-188; in generale, sul popolamento dell’Etolia,

cf. Antonetti 1987, 93-113; 1987a, 199-236; Bommeljé - Doorn 1987; Antonetti 1988, 11-38; 1994, 119-136; Houby Nielsen 2001, 257-276; Lasagni 2018, 159-188.

[ναι] καὶ [...18... δικ]ά̣ζειν [ὅ]πως ἂν μ̣[...22...]ς κα- 20 ὶ Αἰτωλο[...24...]ρ̣- οι εἰς το[...25...] αν οἳ ἂν τ[...21... Εὐμολ]- πίδας κ[αὶ Κήρυκας ...17...] ας βου̣λ̣[...26...] 25 ήσοντ[αι ...25...] ους δώσ[ουσι(?) ...22...] ἐς ἐφόδ[ια τὸν ταμίαν τοῦ δήμου ΔΔΔ δραχ]- μὰς ἐκ τ[ῶν κατὰ ψηφίσματα ἀναλισκομέν]- ω̣ν̣ τ̣ῶ̣ι̣ [δήμωι. vacat(?)] 30 [ vacat(?)]

«Dèi. Demophilos figlio di Theoros di Kephale era segretario. Parve bene alla Bou- le e al Demos. La tribù Oineis era alla pritania, Philippos del demo di Semachi- dai era epistates, Polyzelos era arconte; Kephisodotos propose: dal momento che, pur avendo gli Etoli del koinon accettato la tregua sacra per i Misteri di Demetra Eleusina e Kore, i Trichoneis, sovvertendo le leggi comuni dei Greci, hanno fatto prigionieri quelli degli Eumolpidai e dei Kerykes che l’annunciavano, Promachos ed Epigenes, la Boule nomini immediatamente tra tutti gli Ateniesi un araldo che, recatosi presso il koinon degli Etoli richieda di rilasciare gli uomini e [. . .] giudica- re affinché [. . .] e gli Etoli [. . .] Eumolpidai e Kerykes [. . .] Boule [. . .] daranno? [. . .] per le spese di viaggio il tesoriere del Demos 30 dracme dai fondi destinati al Demos per i decreti».

Nel provvedimento, gli Ateniesi deliberano di inviare un’ambasceria presso gli organi centrali degli Etoli, per protestare contro la polis membro di Trichonion, rea di aver imprigionato gli spondofori di Eleusi in aperta violazione delle leggi comuni dei Greci. L’iscrizione mette in evidenza il fatto che l’Etolia si presentava all’epoca come un organismo politico unitario (vd. ll. 8-9), nel quale le preroga- tive e le competenze politiche erano chiaramente suddivise tra potere centrale (koinon) e realtà locali (Trichonion) secondo uno schema gerarchico: per ottenere la liberazione dei propri spondofori, infatti, gli Ateniesi si rivolsero non alla po-

lis di Trichonion, bensì al koinon degli Etoli, il quale, pertanto, appariva agire

come unico referente politico nei rapporti interstatali e appariva inoltre possedere giurisdizione e capacità coercitive nei confronti dei propri membri4. Questo è un

elemento centrale per una corretta interpretazione del documento.

Oltre a ciò, la menzione del koinon degli Etoli, da una parte, e della polis di Trichonion, dall’altra, evidenziano l’evoluzione dell’Etolia sia verso una struttura

4 Cf. Giovannini 1971, 62. Prima ancora che la sola menzione di un κοινὸν τῶν Αἰτωλῶν, sono

infatti queste le caratteristiche che fanno soprattutto del decreto ateniese un terminus ante quem per la formazione dello stato federale etolico, cf. Funke 1997, 161; 2015, 99.

unitaria di carattere federale sia verso un assetto locale polarizzato attorno a co- munità poleiche. Per il secolo precedente, l’immagine degli Etoli emergente dalla testimonianza di Tucidide relativa ai fatti del 426 a.C. era stata invece quella di un ethnos strutturato per gruppi e sottogruppi tribali, oltre che caratterizzato da un modello insediativo sparso.

Thuc. III 94, 4-5: τὸ γὰρ ἔθνος μέγα μὲν εἶναι τὸ τῶν Αἰτωλῶν καὶ μάχιμον, οἰκοῦν δὲ κατὰ κώμας ἀτειχίστους, καὶ ταύτας διὰ πολλοῦ, καὶ σκευῇ ψιλῇ χρώμενον οὐ χαλεπὸν ἀπέφαινον, πρὶν ξυμβοηθῆσαι, καταστραφῆναι. ἐπιχειρεῖν δ᾽ ἐκέλευον πρῶτον μὲν Ἀποδωτοῖς, ἔπειτα δὲ Ὀφιονεῦσι καὶ μετὰ τούτους Εὐρυτᾶσιν, ὅπερ μέγιστον μέρος ἐστὶ τῶν Αἰτωλῶν, ἀγνωστότατοι δὲ γλῶσσαν καὶ ὠμοφάγοι εἰσίν, ὡς λέγονται: τούτων γὰρ ληφθέντων ῥᾳδίως καὶ τἆλλα προσχωρήσειν.

«In effetti, gli Etoli costituivano un popolo importante e bellicoso, ma poiché vi- vevano dispersi in villaggi privi di fortificazioni – situati inoltre a grande distanza l’uno dall’altro – e usavano un armamento leggero, i Messeni erano in grado di dimostrare che egli (scil. Demosthenes, n.d.A.) li avrebbe sottomessi senza diffi- coltà prima che potessero unirsi per la comune difesa. Lo esortavano ad attaccare in primo luogo gli Apodoti, poi gli Ofionei e dopo di loro gli Euritani, che costitui- scono la parte più consistente degli Etoli, ma parlano una lingua inintelleggibile e si cibano – a quanto si dice – di carni crude; una volta che questi fossero stati presi, anche gli altri sarebbero facilmente scesi a patti»5.

Thuc. III 96, 3: τοὺς δὲ Αἰτωλοὺς οὐκ ἐλάνθανεν αὕτη ἡ παρασκευὴ οὔτε ὅτε τὸ πρῶτον ἐπεβουλεύετο, ἐπειδή τε ὁ στρατὸς ἐσεβεβλήκει, πολλῇ χειρὶ ἐπεβοήθουν πάντες, ὥστε καὶ οἱ ἔσχατοι Ὀφιονέων οἱ πρὸς τὸν Μηλιακὸν κόλπον καθήκοντες Βωμιῆς καὶ Καλλιῆς ἐβοήθησαν.

«Ma questi preparativi non sfuggirono agli Etoli, né all’inizio, quando il piano veniva progettato, né in seguito; infatti, dopo che le truppe avevano dato inizio all’invasione, si raccolsero tutti con forze rilevanti, fino al punto che accorsero in aiuto anche i più lontani degli Ofionei, i Bomiei e i Calliei, che si estendono fino al golfo Maliaco».

Questo impianto tribale, che con la sua struttura ‘a scatole cinesi’ richiama senza dubbio il modello caratterizzante anche le tribù del vicino Epiro, costituiva la struttura di riferimento della politica comune dell’Etolia in questa fase più an- tica e oscura della sua storia6. Le fonti, e Tucidide in primis, non ci danno alcuna

notizia sulle istituzioni dell’ethnos etolico in questo periodo. Sappiamo solamente che gli ambasciatori inviati dagli Etoli a Corinto e Sparta alla fine del 426 a.C. erano stati scelti in rappresentanza di ognuno dei tre grandi raggruppamenti tribali

5 Traduzione di M. Moggi 1984, per questo e i successivi passi di Tucidide nel capitolo. 6 Cf. Cabanes 1985, 347-348 per le analogie con la realtà epirota.

degli Ophioneis, Apodotes ed Eurytanes, dal momento che Tucidide ne cita i ri- spettivi nome ed etnico:

Thuc. III 100, 1: Τοῦ δ’ αὐτοῦ θέρους Αἰτωλοὶ προπέμψαντες πρότερον ἔς τε Κόρινθον καὶ ἐς Λακεδαίμονα πρέσβεις, Τόλοφόν τε τὸν Ὀφιονέα καὶ Βοριάδην τὸν Εὐρυτᾶνα καὶ Τείσανδρον τὸν Ἀποδωτόν, πείθουσιν ὥστε σφίσι πέμψαι στρατιὰν ἐπὶ Ναύπακτον διὰ τὴν τῶν Ἀθηναίων ἐπαγωγήν.

«La stessa estate (scil. del 426 a.C., n.d.A.) gli Etoli, che già prima avevano inviato a Corinto e a Lacedemone degli ambasciatori – si trattava dell’ofioneo Tolofo, dell’euritano Boriade e dell’apodoto Tisandro – fecero pressioni perché inviassero una spedizione contro Naupatto, poiché questa città aveva provocato l’intervento ateniese».

Non vi sono invece notizie sulla presenza di un comandante supremo: la più antica menzione di uno stratego etolico, Alexandros, risale infatti alla guerra la- miaca e all’invasione dell’Etolia da parte di Antipatro e Cratero7. D’altro canto,

la narrazione tucididea dei fatti del 426 a.C. restituisce l’impressione che la difesa etolica contro Demosthenes fosse stata in un certo qual modo improvvisata, de- nunciando la mancanza in quest’epoca di un’organizzazione militare dell’ethnos dotata di istituzioni permanenti come lo stratego.

Al di là di queste considerazioni, le quali fanno rilevare l’assenza di un’unità politica federale stabilmente organizzata nell’Etolia di V sec. a.C., si dovrà pur tuttavia notare come, nelle vicende narrate da Tucidide, gli Etoli, οἱ Αἰτωλοί, fos- sero stati in grado di assumere decisioni comuni e di organizzare una difesa del paese. Benché non vi siano testimonianze al riguardo, sembra probabile che già in quest’epoca gli Etoli fossero dotati di un’assemblea comune dell’ethnos, e che tale assemblea primaria, forse configurata come un’adunanza del popolo in armi, si riunisse presso Thermos, centro religioso dell’ethnos etolico. In età ellenistica, il koinon degli Etoli possedeva due assemblee ordinarie che si tenevano l’una in autunno a Thermos, in occasione delle feste Thermika, l’altra in primavera in una sede non nota, in occasione delle Panaitolika; mentre l’assemblea delle Pa-

naitolika, creata per far fronte alle esigenze poste dall’espansione territoriale di

III sec. a.C., presuppone già nella stessa denominazione l’esistenza di un’unione federale, l’assemblea autunnale di Thermos appare invece connessa agli antichi retaggi dell’ethnos, ai ritmi e ai percorsi di un popolo di pastori transumanti8.

Mentre la presenza di un’adunanza periodica dell’ethnos etolico può essere perciò postulata già per il V sec. a.C. nelle forme che abbiamo descritto, è invece del tut-

7 Diod. XVII 24, 1-2, cf. Grainger 1999, 173, il quale fa notare come in questa occasione gli

Etoli appaiano possedere invece un’organizzazione militare unitaria e coordinata, differentemente da quanto si poteva rilevare nel racconto di Tucidide.

8 Cf. Larsen 1952, 1-33; Grainger 1999, 171-172; e soprattutto Funke 2013, 49-64; sul santuario

to inverosimile ipotizzare per questa fase l’esistenza di un consiglio9. L’esistenza

di una boule potrebbe essere ammessa per l’ultima parte del IV sec. a.C.; il ter-

minus ante quem per la sua costituzione sarebbe infatti rapprentato da un decreto

onorifico emanato dagli Ateniesi nel 307/6 a.C. a favore di un boularchos etolico. La sola presenza di un magistrato così denominato, tuttavia, non costituisce un argomento sufficiente per sostenere l’esistenza in questa fase di un consiglio come quello che caratterizzerà la federazione etolica di avanzata età ellenistica: ragioni ancora minori, pertanto, sussistono per far risalire la presenza di una boule all’or- ganizzazione pre-federale dell’ethnos10.

In generale, le evidenze da cui inferire dati di carattere politico-istituzionale sull’Etolia sono scarsissime nel V così come anche nel IV secolo. È solo con l’età ellenistica che possiamo infatti iniziare a tracciare con un po’ più di sicurezza la morfologia e il funzionamento dello stato federale etolico e, in particolare, del rapporto tra governo centrale e stati membri in seno ad esso. La natura e l’esiguità delle fonti a disposizione per l’età classica, tuttavia, non sono che un aspetto (se vogliamo accidentale) del problema; aspetto a cui si correla naturalmente la for- mulazione di diverse proposte cronologiche sulla nascita del koinon etolico (sulle quali tornerò poco oltre). Vi è però anche un’altra questione sulla quale è ancor oggi bene prendere posizione, ossia quella dell’opportunità stessa di postulare l’esistenza di un preciso momento fondativo in cui lo stato federale degli Etoli avrebbe visto la luce. Come è ben noto a chi si occupi di questi argomenti, proprio la discussione sulle “origini del koinon etolico”, elaborata in un articolo del 1953 a partire dalla testimonianza del decreto ateniese Rhodes-Osborne, GHI 35, fu per Marta Sordi l’occasione per scardinare la teoria allora classica sulla genesi degli stati federali greci – come passaggio da “stato cantonale”, Stammesstaat, a “stato federale”, Bundesstaat, segnato dalla codifica di una sympoliteia (Busolt - Swo- boda, Schwan) – a favore piuttosto del riconoscimento di lenti e graduali processi evolutivi, che avrebbero sostanzialmente impedito di individuare una soluzione di continuità, anche giuridica, tra le due presunte forme di stato11. Nel caso degli

Etoli, questa prospettiva portava dunque la studiosa a criticare l’opportunità di individuare un atto di fondazione per lo stato federale, prima o dopo il 367 a.C. che fosse; e, dall’altra parte, a valorizzare i caratteri già pienamente ‘simpolitici’

9 È questa, invece, l’ipotesi di Larsen 1968, 80, il quale prospetta l’esistenza di un consiglio

nell’Etolia di V sec. a.C. sulla base della testimonianza di SEG 14: 375, che menziona la presenza di una boule nel primo koinon acheo.

10 IG II2 358, vd. in part. le ll. 13-14; la datazione al 307/6 a.C. qui accolta (arconte Anaxikrates)

gode di un certo consenso, anche se proposte alternative (333/2 o 327/6 a.C.) sono state in prece- denza avanzate in letteratura; su questo decreto, cf. Lasagni 2012, 173-175 e part. 173 n. 6, con riferimenti al dibattito sulle varie ipotesi di datazione. Per la discussione sul ruolo dei boularchoi e sul problema del sinedrio in Etolia, vd. infra, 159 sgg.

dell’unione etolica emergenti dalle evidenze di V secolo, fondandosi peraltro su una concezione non giuridica di politeia oggi assai diffusa12.

Come ho già avuto modo di sottolineare nel capitolo dedicato al caso acarnano, se la consapevolezza circa la gradualità e complessità che investono i processi di istituzionalizzazione non può essere mai trascurata, altrettanto irrinunciabile per il suo valore euristico è tuttavia anche l’individuazione da parte dello storico di fasi e momenti di svolta; operazione che, per quanto artificiale e spesso frustrata dal silenzio delle fonti, è probabilmente la più capace di mettere in evidenza i mec- canismi di funzionamento degli “stati” antichi nella loro evoluzione nel tempo. È anzitutto su queste basi che, io credo, sia legittimo ragionare sulla nascita di uno stato federale degli Etoli, postulando quindi l’esistenza di un concreto momento di svolta istituzionale dei legami dell’ethnos etolico, di cui purtroppo le fonti non conservano memoria.

A questo proposito, alcune diverse soluzioni emergono negli studi. Un’ipotesi formulata da Schweigert in occasione della pubblicazione del decreto ateniese su Trichonion nel 1939 era quella di collocare la riorganizzazione degli Etoli attor- no al 370 a.C. sotto l’impulso del koinon dei Beoti, con cui l’Etolia si era infatti alleata all’indomani della battaglia di Leuttra (Diod. XV 57, 1)13. Se l’idea di

un Epaminonda ‘federalizzatore’ ci deve oramai apparire tutto sommato naïve (venendo respinta già da Marta Sordi), e se, d’altra parte, anche l’ipotesi di una generica influenza del modello beotico non può essere in alcun modo comprovata, rimane tuttavia probabile che uno stato federale etolico potesse essersi sviluppato a partire dalla prima metà del IV secolo, in un periodo anteriore, non sappiamo di quanto, al 367 a.C. È infatti in questa fase che l’Etolia iniziò a registrare in manie- ra decisiva un processo di urbanizzazione, in cui uno stabile e codificato rapporto tra comunità membri e governo federale avrebbe potuto trovare la sua concreta infrastruttura istituzionale.

Larsen preferiva invece collegare la nascita del koinon etolico a un’epoca più alta, individuandone un terminus ante quem nel 389 a.C., anno della spedizione di Agesilao contro gli Acarnani14. In questa occasione, gli Etoli avrebbero infatti

12 Vd. part. Sordi 2002 (=1953), 43: «Ma la politia, prima di essere un concetto giuridicamente

definito, fu una realtà di fatto, un principio concreto di organizzazione politica, e se, come principio giuridico esso trova la sua formulazione più chiara e la sua attuazione più perfetta nella polis dalla quale derivò anche il nome, come realtà di fatto, come forma di organizzazione, essa è immanente a ogni società umana, anche la più primitiva, sorge e si sviluppa con essa ed è da essa inscindibile». La questione dei modelli interpretativi applicati allo studio della cittadinanza negli stati greci apre a un panorama bibliografico non affrontabile in una breve nota e mi limito qui a menzionare, come recente e utilissima sintesi, Giangiulio 2017, 33-49 e part. 36 sgg.

13 E. Schweigert, «Hesperia» 7, 1939, 5-12 nr. 3, part. 11-13. L’ipotesi è ripresa anche nel com-

mento a Tod 137 (= Rhodes-Osborne, GHI 35) e, più recentemente, da Corsten 1999, 133, e Schol- ten 2000, 13-16.

mostrato di possedere già un governo sufficientemente unitario, con cui Agesilao aveva potuto negoziare un passaggio pacifico all’interno dei confini: credo tuttavia che la menzione degli Αἰτωλοί nell’episodio narrato da Senofonte poco si discosti, nel suo valore di evidenza, da quella presente nel testo tucidideo (III, 94-102)15.

Come già sottolineato in relazione alla genesi dello stato federale acarnano, credo infatti che le testimonianze circa un coordinamento dell’ethnos in materia sostan- zialmente militare non costituiscono un argomento sufficiente per parlare dell’e- sistenza di un’organizzazione statuale federale. Meno puntuali, ma sicuramente assai più significative per collocare le origini del koinon degli Etoli agli inizi del IV sec. a.C. sono invece le considerazioni al proposito offerte da Emily Mackil, che individua il principale, e anzi unico, impulso per la costituzione di un koinon etolico nella necessità di rispondere con una solida struttura istituzionale comu- ne alle molte aggressioni territoriali consumatesi ai danni delle comunità locali etoliche in questi decenni16. Diversamente, Franca Landucci ha suggerito invece

di individuare, rispettivamente, nel noto trattato di amicizia tra Sparta e gli “Eto- li” (Osborne-Rhodes, GHI II 128) e nel frammento di Eforo FGrHist 70 F 122a altrettante evidenze a favore di una decisa antichità della federazione etolica17.

La testimonianza epigrafica può difficilmente essere presa in considerazione, dal momento che – come messo in luce da Gschnitzer e definitivamente da Antonetti contestualizzando il testo al 420-418 a.C.18 – assai verosimilmente questo accordo

ineguale avrebbe coinvolto non già l’ethnos Etolico, ma una comunità locale (gli Aitoloi Erxadieis appunto19) che da quello derivava le sue origini, stanziatasi al

di qua del golfo di Corinto, nel Peloponneso occidentale, ed entrata seriormente a far parte del territorio periecico di Sparta20. Nonostante l’avanzamento degli studi,

15 Xen. Hell. IV 6, 4: ταῦτα δ᾽ εἰπὼν (scil. Agesilao) ἀπῄει πεζῇ δι᾽ Αἰτωλίας τοιαύτας ὁδοὺς ἃς

οὔτε πολλοὶ οὔτε ὀλίγοι δύναιντ᾽ ἂν ἀκόντων Αἰτωλῶν πορεύεσθαι˙ ἐκεῖνον μέντοι εἴασαν διελθεῖν˙ ἤλπιζον γὰρ Ναύπακτον αὐτοῖς συμπράξειν ὥστ᾽ ἀπολαβεῖν.

16 Mackil 2013, 343-345 (cit. a pagina 345): «The emergence of federal institutions in Aitolia

can be seen only as a response to the region’s experience of significant territorial losses and inva- sions by predatory neighbors. The communities of Aitolia, probably a mixture of poleis and villa- ges organized in large population groups that had clearly demarcated territories, needed to defend themselves and could do so only by cooperation. Behind their willingness to cooperate in order to achieve an effective defense of their territory, and to do so by creating federal institutions rather than a much simpler multilateral military alliance, lay a long history of ritual interactions at shared sanctuaries, above all Thermon, and a highly interconnected regional economy».

17 Landucci 2004, 109-110.

18 L’iscrizione è stata variamente datata tra la fine del VI secolo al 388 a.C., cf. Landucci 2004,

109 n. 22, per la discussione sulla cronologia del documento e i riferimenti alla bibliografia. Osbor- ne-Rhodes, GHI II 128 mantengono una datazione ipotetica attorno al 450 a.C., senza tuttavia esclu- dere l’ultimo quarto del V secolo.

19 Vd. l. 1 nell’edizione di Gschnitzer 1978, 41 (= SEG 28: 408): [Συνθε͂κ]αι Αἰτολοῖς

Ἐ̣[ρξαδιεῦhει] (cf. l. 17).

20 Gschnitzer 1978, 22-26; Antonetti 2012, 193-208 e part. 200-201, e 2017, 43-53. Si veda

l’identità degli Erxadieis continua certo a mantenere molti tratti oscuri; ma rimane tuttavia chiaro come, data l’assoluta mancanza di legami politico-istituzionali tra questi “Etoli” e l’Etolia vera e propria, questo trattato non possa essere richiamato quale argomento né contrario né tantomento favorevole all’esistenza di uno stato federale etolico in V secolo. Abbastanza fragile, a mio parere, è poi l’apporto del frammento eforeo, in cui si indica come costume “patrio” degli Etoli lo svol- gimento delle elezioni delle cariche pubbliche (archairesiai) presso Thermos21.

Landucci faceva al proposito notare come l’impiego dell’aggettivo πάτριον nel testo eforeo, risalente al 350-330 a.C. ca., difficilmente si sarebbe potuto riferi- re a istituzioni create solo pochi decenni addietro, individuando nella notizia un elemento a favore dell’esistenza di una strutturata unione politica etolica già in

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