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L’accessibilità nell’azienda di produzione

3. L’ACCESSIBILITA’ NELLA PROSPETTIVA DELL’IMPRESA E DELLA PUBBLICA

3.2. L’accessibilità nell’azienda di produzione

Nell’ambito degli attori-chiave per la creazione ed il miglioramento delle condizioni di accessibilità, assume particolare rilevanza l’istituto impresa, nonché – focalizzando l’attenzione sui profili economici dello stesso – la rispettiva azienda di produzione124, la cui attività si traduce – appunto – nella

produzione di beni e servizi.

Al riguardo, l’accessibilità riferita all’azienda di produzione si associa – primariamente – a due principali ambiti accomunati dal riconoscimento dell’importanza della persona e segnatamente: quello intra-organizzativo,

124 «Le società umane che assumono caratteri di istituzioni, ossia di regole e di strutture di

comportamento relativamente stabili, sono denominate istituti. In tal senso sono istituti le famiglie, le imprese, i partiti politici, i sindacati, i Comuni e così via.

[…] L’attività economica si svolge prevalentemente in istituti e per relazioni tra istituti. In tutti gli istituti, almeno in linea di principio, si svolge in qualche misura attività economica ossia attività di produzione e di consumo di beni economici. L’economia aziendale ha per oggetto gli istituti in cui l’attività economica è particolarmente rilevante manifestandosi con evidenza ed intensità in ricavi, costi, consumi, risparmi, investimenti, movimenti di moneta, rapporti di debito e di credito, patrimoni e capitali. Gli istituti nei quali l’attività economica è particolarmente rilevante sono: 1) le famiglie, 2) le imprese, 3) gli istituti pubblici, ossia lo Stato e le sue articolazioni; 4) gli istituti non-profit.

[…] Si definisce azienda, per astrazione, l’ordine strettamente economico di un istituto, ossia, l’insieme degli accadimenti economici disposti ad unità secondo proprie leggi. Alle quattro classi di istituti sopra elencate corrispondono le seguenti quattro classi di aziende oggetto dell’economia aziendale:

• l’azienda familiare di consumo e di gestione patrimoniale, per astrazione distinta dalla famiglia;

• l’azienda di produzione propria del caratteristico istituto economico-sociale impresa; • l’azienda composta pubblica (azienda di produzione e di consumo) per astrazione

distinta dall’istituto pubblico (lo Stato e le sue articolazioni);

• l’azienda non-profit (che può essere azienda di produzione, oppure azienda composta di produzione e di consumo) ordine economico degli istituti non-profit. », Airoldi, G., Brunetti, G. e Coda, V. (2005) Corso di economia aziendale. Il Mulino, Bologna, pp. 44-46.

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ascrivibile all’opportunità per tutti gli individui di poter lavorare, nel rispetto dei princìpi di uguaglianza, equità, inclusività e non discriminazione; quello afferente alla relazione beni-servizi-utenti in termini di piena ed autonoma fruibilità dei prodotti e dei servizi variamente forniti. In altri termini, l’attenzione dell’azienda di produzione per la persona – e per le rispettive specificità – dovrebbe: da un lato, favorire l’inserimento nel mercato del lavoro di tutti gli individui (e quindi anche delle persone con disabilità), eliminando eventuali barriere strutturali al movimento e alla piena funzionalità degli ambienti, nonché culturali riferibili al convincimento che persone con limitazioni psico-fisiche configurino esclusivamente un costo a carico dell’azienda; dall’altro lato, promuovere l’affermazione di una filosofia progettuale di tipo “universale” basata sul recepimento delle possibili esigenze di tutti gli individui indistintamente. Le scelte aziendali a favore dell’accessibilità – identificata secondo le due principali dimensioni sopra rappresentate – muovono dalla convinzione che, favorire politiche occupazionali di tipo inclusivo e realizzare prodotti e servizi fruibili da tutti (o dalla maggioranza), rappresenti una strategia potenzialmente ottimizzante le performance economiche nel medio-lungo periodo, per effetto di benefici di natura composita – e di difficile misurazione – che in generale si traducono in una complessiva riduzione dei fattori di rischio.

Le precedenti considerazioni evidenziano le due principali dimensioni in cui le scelte in materia di accessibilità da parte dell’azienda di produzione possono essere riferite; rispetto alla differente attenzione riservata a tali ambiti, è tuttavia possibile individuare – nella realtà – comportamenti aziendali differenti. In particolare, l’apprezzamento del grado di sforzo registrabile con riguardo alle due principali direttrici (intra-organizzativa ed esterna, ossia riferibile ai prodotti e servizi erogati) a cui l’accessibilità è associabile, consente l’identificazione di approcci molteplici tra loro differenziabili in relazione alla rilevanza assegnata alle attese degli stakeholder di riferimento. Più precisamente, premessa la natura prevalentemente economica delle finalità istituzionali dell’impresa, è, tuttavia, ampiamente sottolineato in letteratura125 come la sopravvivenza nel

medio-lungo periodo richieda la formulazione di una strategia che tenga in considerazione tutti gli stakeholder e le relative aspettative, economiche e

125 In merito, si rinvia, tra gli altri, a: Freeman, R.E. (1984) Strategic Management: A

Stakeholder Approach. Pitman, Boston; Salvioni, D.M. (2003), Corporate Governance and

Global Responsibility. Symphonya. Emerging Issues in Management, n. 1; Freeman, R.E., Martin, K. e Parmar, B. (2007) Stakeholder Capitalism. Journal of Business Ethics, 74 (4).

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non economiche126. In altri termini, l’attenzione per tutti gli interessi

gravitanti intorno all’impresa configura una condizione fondamentale per creare valore non effimero; a tal fine la strategia aziendale dovrebbe essere informata ai cosiddetti princìpi di responsabilità sociale che – con riguardo al tema dell’accessibilità – trovano effettivo riscontro nella promozione di politiche occupazionali di tipo inclusivo e nell’implementazione di una filosofia progettuale aderente ai canoni dello Universal Design. Più precisamente, con riguardo al differente orientamento aziendale maturato rispetto a tali principi è possibile identificare quattro principali ambiti di scelta da parte delle imprese, variamente espressivi dell’affermazione di una responsabilità sociale a livello aziendale (Fig. 3.2).

126 Al riguardo, si segnala, tuttavia, che alcuni studi hanno evidenziato come – in taluni casi

– la soddisfazione delle attese economiche dei conferenti di capitale di rischio consenta – al contempo – la tutela degli interessi di tutti gli stakeholder aziendali, con conseguente superamento della tradizionale dicotomia tra stakeholder view e shareholder view. In merito, si veda, tra gli altri: Salvioni, D.M. e Gennari, F. (2014) Corporate governance, sustainability and capital markets orientation. International Journal of Management and Sustainability, 3 (8); Salvioni, D.M. e Gennari, F. (2016) Corporate governance, ownership and sustainability.

Corporate Ownership and Control, 13 (2); Salvioni, D. M., e Gennari, F. (2017) CSR, Sustainable Value Creation and Shareholder Relations. Symphonya. Emerging Issues in

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Figura 3.2 - Le differenti dimensioni dell’accessibilità nell’azienda di produzione

Rispetto al tema dell’accessibilità, la diversa attenzione riservata alla persona in termini di inclusività nel lavoro e progettualità a favore di tutti gli individui indistintamente, consente di identificare quattro principali situazioni in cui l’azienda di produzione è idealmente collocabile e segnatamente:

• un primo ambito (quadrante 1), in cui si posizionano in genere le imprese che investono nell’attuazione di una politica occupazionale di tipo inclusivo, sulla base della convinzione che anche le persone con disabilità – o comunque caratterizzate da condizioni psico-fisiche non “standard” – possono contribuire alla creazione di valore. Le aziende in oggetto non forniscono, in genere, beni e servizi nel rispetto dei principi dello

Universal Design, maturando, pertanto, un approccio all’accessibilità –

che sebbene orientato alla responsabilità sociale – è potenzialmente migliorabile;

• un secondo ambito (quadrante 4) caratterizzato da aziende di produzione che – nonostante non favoriscano l’assunzione di personale con limitazioni di varia natura – hanno investito nella realizzazione di prodotti

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e servizi ad ampia fruibilità; anche in tale situazione, è ravvisabile l’affermazione di un atteggiamento – che ancorché in misura parziale – manifesta un generale orientamento alla responsabilità sociale;

• una terza dimensione (quadrante 3) riferibile alle imprese che concepiscono l’accessibilità esclusivamente come una modalità per realizzare profitto, trascurando qualsivoglia opportunità di promuovere l’inclusività lavorativa o la progettazione di beni e servizi a favore di tutti gli individui. La situazione in esame connota, in particolare, le aziende di produzione il cui business interessa, ad esempio, la produzione di beni e servizi specificamente rivolti ad utenti con disabilità. In questo caso, l’obiettivo dell’azienda di produzione non è la promozione dell’autonomia e della libertà della persona – evitando discriminazioni e stigmatizzazioni – bensì la commercializzazione di prodotti utilizzabili esclusivamente da individui con limitazioni di vario carattere (ad esempio, la produzione di carrozzine, stampelle, ecc.). È evidente che – in tale ambito – sia difficile ravvisare l’affermazione di un’autentica responsabilità sociale da parte delle imprese coinvolte;

• una quarta dimensione (quadrante 2) associabile alle aziende che hanno maturato un approccio fortemente orientato al rispetto della persona e dei principi di responsabilità sociale; in tal senso, la formulazione della strategia aziendale si fonda sul convincimento che le opportunità di successo nel medio-lungo periodo possano derivare sia dalla piena valorizzazione di tutti gli individui in ambito lavorativo che dalla realizzazione di beni e servizi progettati secondo canoni di fruibilità allargata.