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L’Agricoltura come “produttrice” del paesaggio

3. AGRICOLTURA E PAESAGGIO

3.2. L’Agricoltura come “produttrice” del paesaggio

Una funzione legata all’agricoltura che di certo ne sottolinea il carattere multifunzionale risulta essere la tutela e la valorizzazione del paesaggio .

L’agricoltura, come principale utilizzatore del fattore produttivo terra, è in grado di determinare l’aspetto visivo di una zona e quindi di incidere in maniera decisa sulle sue bellezze naturali, soprattutto in aree spiccatamente rurali, in cui l’attività agricola risulta essere l’attività antropica prevalente, e quindi la maggiore responsabile della modificazione del paesaggio.

L’agricoltura rappresenta l'attività produttiva per eccellenza più diffusa sul territorio ed è, quindi, quella che disegna in modo determinante il paesaggio. A sua volta, il paesaggio agrario e rurale è storicamente il frutto del connubio tra natura, economia e cultura. Per questo motivo l’attività agricola, con il suo ruolo sempre più multifunzionale, costituisce l’elemento protagonista per la tutela ambientale e la valorizzazione della tipicità e della qualità.

Di qui l’esigenza di politiche e di scelte che tengano conto delle peculiarità e delle prerogative che fanno del lavoro agricolo il

fulcro insostituibile di un’azione tesa a preservare il patrimonio paesaggistico e tutto ciò che intorno ad esso ruota.

Il paesaggio rurale va quindi protetto e valorizzato e può divenire fattore competitivo tra i territori rurali, un elemento strategico, che va fatto oggetto di salvaguardia, pianificazione e gestione oculata.

Questo ruolo dell’agricoltura, nonostante si sia sempre affiancato al suo ruolo primario, e’ da pochi anni al centro dell’attenzione e di studi. Grazie alla recente sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio (CEP), firmata a Firenze nel 2000, l’attenzione nei confronti di questo bene ambientale ha trovato una certa accentuazione nel contesto della ricerca economico-agraria nazionale degli ultimi anni. Inoltre nel 2005 si è avuta la pubblicazione del Codice dei beni culturali e

del paesaggio (12 dicembre 2005), nel quale i contenuti stanno oramai a dimostrazione dell’accresciuta importanza e interesse al tema.

Tali documenti hanno orientato verso una più precisa definizione del concetto di paesaggio che ha sempre presentato una pluralità di significati e definizioni a seconda dalla disciplina scientifica e o dal quadro nel quale se ne fa riferimento. La Convenzione Europea del Paesaggio nei primi due articoli definisce chiaramente che il termine “Paesaggio designa una determinata parte di

territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni“ e che la

politica del paesaggio dovrà consentire di adottare “misure specifiche finalizzate a

salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio” al fine di soddisfare le

“aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche

paesaggistiche del loro ambiente di vita” tenendo in considerazione “sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati”.

Anche strumenti quali la PAC ed Il Programma di Sviluppo Rurale indicano il paesaggio come obiettivo strategico del settore agricolo.

Questo significa che il ruolo del paesaggio e la sua percezione è mutato nel tempo: oggi non è più soltanto un aspetto “estetico-culturale”, inteso come fenomeno elitario, isolato dal contesto socio-economico, ma si configura come momento essenziale nella definizione del modello di sviluppo. In questo senso sembra evidente come il paesaggio rappresenti una delle migliori sintesi interpretative di un nuovo concetto di sviluppo rurale che valorizzando l’identità culturale del territorio italiano possa anche interpretarla come elemento di sviluppo.

Una oculata panificazione delle possibilità finanziarie offerte potrebbe finalmente operare la conservazione e valorizzazione di un complesso di risorse difficilmente attuabile solo con norme vincolistiche, influenzando positivamente la competitività del settore, implementando le valenze ambientali del paesaggio italiano e riconoscendo il suo ruolo per la qualità della vita delle popolazioni. Solo negli ultimissimi anni si sta comprendendo ed affermando in Italia il valore che assume a livello collettivo il bene "territorio".

L’interesse privato e’ da sempre troppo spesso, considerato più importante di quello collettivo o pubblico. La pubblica amministrazione e in genere le forze politiche hanno assecondato, questa impostazione

cercando di a soddisfare, o quanto meno non penalizzare, l'insieme delle pressioni individuali, piuttosto che l'interesse collettivo, permettendo così la sovrapposizione di interventi sul territorio non programmati e, dunque, del tutto disorganici, che hanno provocato pesanti riflessi negativi proprio all’agricoltura e al paesaggio rurale.

Il paesaggio per una azienda agricola deve essere un fattore premiante e non penalizzante.

Talvolta si creano, invece, delle situazioni paradossali nelle quali la localizzazione di una azienda agricola in un bel paesaggio o in una zona ecologicamente pregiata induce vincoli e restrizioni ma non offre equivalenti occasioni di sviluppo. Si pone l’esigenza di tutelare il paesaggio valorizzando il ruolo dell’agricoltura come fattore essenziale per arrestare l’avanzata del cemento e frenare l’abbandono delle campagne.

Quindi l’agricoltura è, ed e’ da sempre, creatrice e protettrice del paesaggio.

Questo ruolo gli e’ stato solo recentemente riconosciuto ed ancora più recentemente gli sono stati riconosciuti una sorta di “pagamenti” per tale servizio che rende alla collettività.

Quindi si dovrebbe sfruttare questa occasione per creare un agricoltura sia socialmente, in termini di paesaggio storico e culturale, si ambientalmente, in termini di agricoltura rispettosa, sostenibile, che offra molto e che sia in grado di mantenere le maggiori spese effettuate grazie agli incentivi e alle agevolazioni che deve ricevere obbligatoriamente per il servizio reso.

In tal modo si avrebbero riflessi positivi sia sull’intera collettività, grazie alla salvaguardia del paesaggio, sia per il settore agricolo, grazie al sostentamento dei redditi. Inoltre paesaggio e produzione agricola si integrano soprattutto in chiave di immagine del territorio beneficiando l’uno dell’altro e promuovendosi a vicenda, creando un positivo effetto di marketing per entrambi.