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L’Azienda Agricola Olimpia – Realtà imprenditoriale locale

La produzione di uva, vini e mosti in Puglia è demandata sostanzialmente ad un tessuto di imprese di piccole dimensioni. Da un lato convivono realtà di media dimensione specializzate soprattutto nella produzione di vino sfuso e mosti, dall’altro piccoli produttori agricoli individuali o aggregati in cooperative.

L’azienda Agricola Olimpia, di recente costituzione, è proprio una di questa.

L’amministratore, il sig. Donato Pinto, lavorava alla Cantina Sociale cooperativa di Locorotondo e, nel momento in cui si è accentuata la crisi, ha deciso di iniziare una propria attività produttiva nel settore vitivinicolo.

I terreni di oltre tre ettari si trovano nel cuore della Valle D'Itria, contrada S. Marco in Locorotondo (BA), tra dolci colline e verdi campagne, l'azienda agricola Olimpia è l’espressione dell’impegno, dell’amore per la terra e per una tradizione contadina, tramandata di generazione in generazione, che arricchisce l'animo di sentimenti nobili, di colori, suoni e sapori antichi ma, sempre di inestimabile valore. L'esperienza e la competenza fanno di Olimpia una delle aziende agricole emergenti nel settore della produzione agricola di olive da olio Extra Vergine, ciliege e uva da vino Doc. Afferma il sig. Donato Pinto.

Nella Valle d’Itria, che a dispetto del nome non è una vera e propria valle, ma una depressione carsica, da sempre si coltiva la varietà a bacca bianca. Il clima qui è caratterizzato da inverni rigidi ed estati generalmente lunghe, calde ma miti e sempre ventilate. I vigneti, per la maggior parte di piccole dimensioni, utilizzano i vitigni “Verdeca”, che vuole un terreno fresco e profondo ed il vitigno “Bianco d’Alessano” più rustico, che produce bene sulle colline esposte al sole. L’uno fornisce al vino il profumo ed il sapore, l’altro la stoffa ed il corpo. Insieme costituiscono la formula per produrre lo splendido vino bianco denominato “Locorotondo”.

La produzione dell’Azienda agricola Olimpia, è curata in ogni aspetto della filiera, dalla vendemmia e trasporto manuale, fino all’imbottigliamento ed etichettatura con un proprio marchio e si aggira in circa 330 quintali di uva e oltre 230 hl di vino.

Come prospettive future c’è la decisione di ampliare la propria produzione tradizionale, associando nuove tecniche produttive ed una ricerca nel settore, con una spinta alla vendita online ed all’internazionalizzazione.

Oggi la produzione aziendale si distingue fondamentalmente in due macro categorie quali:

- vino sfuso, venduto ed imbottigliato all’ingrosso ed indirizzato a grossisti ed altre cantine

- vino imbottigliato, venduti con marchio proprio attraverso due canali principali quali la grande distribuzione organizzata ed il canale della ristorazione e dei piccoli supermercati di vicinato.

Sin dal principio della sua attività, l’azienda ha cercato di promuovere se stessa e i vini attraverso la partecipazione a diverse fiere ed eventi settoriali ma anche attraverso la vendita online a privati attraverso un sito internet dedicato.

L’azienda dispone di wine bar a gestione propria per la degustazione in loco dei propri vini e cerca di fidelizzare i propri clienti, anche attraverso visite guidate del proprio vigneto.

Negli ultimi anni, l’Azienda Olimpia, è riuscita a raggiungere buone performance di marketing ed è presente anche in alcuni paesi europei come il Regno Unito, la Germania e la Svizzera. Di recente si è cercato di esplorare anche il mercato Cinese, data la continua crescita dell’interesse verso il prodotto vinicolo dei paesi tradizionalmente produttori, e l’esponenziale aumento recente nei consumi.

Al principio il vino che meglio la rappresentava era il “Verdeca IGP Valle d’Itria” al quale, nel tempo, si sono aggiunti il rosato IGP Puglia e lo spumante IGP Puglia.

Ovviamente ad oggi la maggior parte delle vendite per l’Azienda Olimpia è rappresentato dalle vendite nel mercato domestico, consapevole di quanto sia difficile competere con le realtà presenti sul mercato globale.

Ad ogni modo è un’azienda in crescita, dimostrato anche dal fatturato che seppure ha assorbito gli effetti di una crisi del mercato negli ultimi anni, si dimostra in rapida crescita permettendo così gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati.

In generale, l’azienda si auspica di continuare a crescere facendo pressione sulla ricerca e lo sviluppo, sull’innovazione nelle tecniche di produzione ed infine sulla continua salvaguardia del patrimonio territoriale che funge da cornice e base per una gamma di prodotti tradizionali ed unici.

7. Conclusioni

L’industria del vino dagli inizi degli anni ’90 ha subito dei profondi cambiamenti nella produzione, nei consumi e negli scambi internazionali caratterizzati dall’emergenza di nuovi paesi produttori.

E’ mutata, nel contempo, la consapevolezza dei consumatori (domanda) che non considerano più il vino come alimento nutrizionale ma come una bevanda da consumare in momenti speciali, occasionali, ricreativi e conviviali.

Questo ha comportato una variazione della missione dei produttori nazionali ed europei (offerta) che hanno scelto una migliore valorizzazione comunicativa del terroir di produzione ed un collegamento inscindibile tra vino e territorio di origine, con la creazione di quadri normativi specifici a livello europeo e nazionale, per difendere le proprie produzioni da quelle dei nuovi Paesi emergenti, che non hanno una storica tradizione vitivinicola, ma che hanno posto in essere nuove strategie commerciali, quali joint venture con operatori o istituzione di agenzie commerciali nel particolare settore, sinergie con catene distributive multinazionali ma della stessa origine territoriale, supporto del “sistema Paese” nella conclusione di accordi bilaterali per la riduzione tariffaria o nella promozione e diffusione della propria cultura vinicola nelle catene alberghiere o nella ristorazione.

L’accrescersi della competizione e la turbolenza del mercato estero hanno certamente determinato una pressione selettiva sulla comunità delle imprese nazionali, comportando un peggioramento della performance delle imprese più deboli che, in alcuni casi, sono state oggetto di acquisizione da parte di imprese di maggiore dimensione, desiderosi di raggiungere volumi produttivi che potessero permettere una maggiore presenza ed efficienza sul mercato o, nella peggiore delle ipotesi, sono scomparse dal mercato, in quanto hanno cessato l’attività.

La successiva riorganizzazione del sistema vitivinicolo italiano, a partire dal 2000, ha portato anche allo sviluppo di una numerosa popolazione di imprese medie e piccole, orientate alla produzione di vini di pregio, che hanno saputo sfruttare un uso complementare e sinergico del marchio aziendale, dei marchi di prodotto, delle menzioni più strettamente legate al territorio, come le denominazioni d’origine e quelle con un legame meno stretto (Igt).

più elevati, il cui raggiungimento è fortemente vincolato dalla capacità di ottimizzare la produzione e la distribuzione ed, in questo, il sistema vitivinicolo italiano ha dimostrato di avere una grande capacità di evoluzione in quanto dotato di notevoli potenzialità nel fronteggiare il nuovo scenario competitivo.

Per quanto concerne la Puglia, in passato, si producevano prevalentemente vini da tavola, poco differenziati e le imprese basavano la propria competitività soprattutto sulla capacità di contenere efficacemente i costi di produzione. Negli ultimi anni, tuttavia, il drastico ridimensionamento delle misure di sostegno dei prezzi, il maggiore gradimento espresso dai consumatori per i vini di qualità superiore, la progressiva liberalizzazione del commercio internazionale e l’ingresso sulla scena mondiale di nuovi competitor produttori di vino, quali Australia, Cile, USA, Sudafrica, hanno indotto nel sistema vitivinicolo pugliese una forte spinta verso il cambiamento, operando una profonda revisione delle proprie strategie di marketing.

In tal modo, le aziende vinicole pugliesi, che sono in larghissima parte di dimensioni medio-piccole e non sono in grado di gestire efficaci politiche di marca che richiedono ingenti investimenti nelle attività di comunicazione e promozione, riescono a condurre operazioni di “nicchia” con la differenziazione del prodotto attraverso le determinazioni di origine. Operazioni queste che, se ben gestite, permettono di rendere unico o particolare il vino prodotto, usando prevalentemente vitigni autoctoni come il Primitivo, il Negroamaro, il Nero di Troia e la Malvasia nera, che presentano caratteristiche sensoriali originali e sono apprezzati dai consumatori.

Inoltre, il nuovo modello di business basato sull’enoturismo o turismo esperienziale del vino, già avviato da molte aziende, permetterà di costruire l’immagine del marchio ed attivare un modello di attrazione del cliente alla scoperta delle regioni vitivinicole e, quindi, sviluppare un capitale relazione capace di generare benefici in una prospettiva di lungo termine.

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