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3.1. EDUCAZIONE

3.1.3. L’educazione come contenuto dell’iniziazione cristiana

Fin dall’inizio del XIX secolo l’attenzione della teologia e della catechetica si è soffermata sul rapporto esistente tra evangelizzazione e scienze pedagogiche. Già dai tempi del Concilio Vaticano II la pedagogia viene definita una scienza ausiliaria del sapere teologico, con funzioni applicative154.

Nel contesto contemporaneo il rapporto tra scienze umane ed evangelizzazione è più interdisciplinare, per cui le due scienze concorrono alla definizione del problema educazione/evangelizzazione sia nel momento interpretativo, che nel momento progettuale e realizzativo. In questa prospettiva, l’educazione diviene uno strumento per l’evangelizzazione, in quanto il compito formativo di annunciare il messaggio cristiano non viene realizzato solo in funzione di una migliore comprensibilità del messaggio stesso, ma diviene contenuto per lo sviluppo integrale della persona. L’iniziazione cristiana degli individui non si limita alla sola informazione o istruzione religiosa, perché la qualità e il successo educativo è collegato alla capacità dell’educatore di inserire le informazioni dentro l’insieme delle realtà della persona, per cui la formazione/educazione avviene se nella persona si costruiscono competenze di vita; non solo informazioni, ma competenze e capacità155.

Il termine “iniziazione” non è di origine cristiana. Etimologicamente deriva dal latino

in-ire (entrare in) e indica un processo di trasformazione di cui l’etnologia e

l’antropologia culturale distinguono tre forme storiche: le iniziazioni tribali, ovvero il passaggio alla condizione adulta all’interno di un gruppo etnico, le iniziazioni religiose, ossia l’entrata nelle religioni misteriche o in sette, le iniziazioni magiche, ovvero l’entrare in possesso di certi poteri sovraumani156.

Con il termine “iniziazione cristiana”, la riflessione interna alla comunità cristiano- cattolica designa quel processo educativo e sacramentale che porta gli individui alla fede e alla vita cristiana, fino alla piena adesione al cristianesimo e alla Chiesa. Mentre nei primi secoli, come è stato visto, questo processo riguardava gli adulti e veniva attuato attraverso l’istituto del catecumenato, oggi la prassi inizia con il battesimo dei

154

La formazione dei catechisti e l’impegno catechistico tiene conto dell’aiuto della pedagogia, in riferimento alla conoscenza dei destinatari in modo da avere un metodo più adeguato. Cfr. L. MEDDI,

Religioni e pratiche formative, in L. MEDDI (a cura di), Formazione…, op. cit., p. 45. 155

Cfr. L. MEDDI, Religioni …, op. cit., pp. 41-42.

156

bambini, si articola in un insieme di istruzioni (catechesi), interventi educativi e riti con lo scopo di portare le nuove generazioni alla piena incorporazione nella comunità credente.

La catechesi come iniziazione alla fede e iniziazione alla cultura religiosa della comunità cristiana, secondo Francis-Vincent Anthony, professore di Teologia pastorale all’Università Pontificia Salesiana di Roma, ha qualcosa in comune con il processo di inculturazione/socializzazione157. Il tema del rapporto tra inculturazione e catechesi si trova già nel Sinodo, dove la catechesi viene riconosciuta come strumento di inculturazione: Hoc sensu dicere licet catechesim quoddam instrumentum

inculturationis esse158. Inoltre viene utilizzato nell’esortazione apostolica Catechesi Tradendae, in numerosi documenti ecclesiali, al n. 21 del Direttorio Generale per la Catechesi ed anche durante il Congresso catechistico Internazionale del 1997, che ha

rilevato l’urgenza dell’inculturazione nella catechesi159.

Fede e cultura sono intrecciati: non si può immaginare la fede senza una comunità che la professi, così come non esiste una comunità che non sia legata ad una società e ad una specifica cultura. La fede e la Chiesa sono congiunte, così come la cultura e la società. Fede e cultura, quindi, sono due realtà viventi, due tradizioni in evoluzione e l’inculturazione è un processo dinamico di incontro e di interazione tra due tradizioni viventi160.

Una questione spinosa da affrontare nel processo di inculturazione è il tipo di cultura con la quale la fede deve dialogare, perché in una società come quella italiana c’è il rischio di identificare la propria cultura come postmoderna, globalizzante e non legata a nessuna società in particolare, e di dimenticare che esiste anche la cultura tradizionale, legata ad un contesto ben preciso (italiana, siciliana, calabrese…). Il pericolo è che la cultura moderna e globalizzante possa dominare ed eliminare la cultura tradizionale e locale.

157

Cfr. F.V. ANTHONY, Inculturazione e catechesi, in “Itinerarium”, Istituto Teologico San Tommaso, Messina 2004, 12, p. 146.

158

SYNODUS EPISCOPORUM, 28 ottobre 1977, n. 5.

159

Cfr. E. ALBERICH, La catechesi oggi tra richiamo all’unità e ricerca di inculturazione, in “Catechesi”, 67, 1998, p. 73.

160

Un’altra preoccupazione, inoltre, riguarda la subcultura giovanile, che è segnata da una tendenza ambivalente tra autonomia e dipendenza, tra ordine e trasgressione, tra i valori universalistici e quelli legati alla quotidianità. Di conseguenza la catechesi ha il compito di essere inculturante, ovvero di «favorire e superare il grave ostacolo di ogni inculturazione che è l’ignoranza o la cattiva informazione. Ciò permette quel dialogo e coinvolgimento diretto delle persone che meglio indicano vie efficaci di annuncio» (DGC 214).

L’inculturazione nella catechesi richiede «di riconoscere la presenza della dimensione culturale nello stesso Vangelo, affermando che questo non scaturisce da qualche humus culturale umano, e d’altra parte riconoscendo come il Vangelo non sia isolabile dalle culture in cui si è inserito al principio e si è espresso nel corso dei secoli» (DGC 203). In questa linea, la catechesi è inculturante quando promuove il processo di inculturazione, ovvero abilita e stimola i catechizzandi a realizzare l’incontro e l’integrazione tra la fede ecclesiale e la cultura societaria nella loro vita come individui e nella vita della loro comunità.

Nel suo senso teologico, l’iniziazione cristiana comporta l’azione interiore e trasformante operata da Dio attraverso i sacramenti del battesimo, della confermazione e dell’eucaristia, ma comprende anche l’attività umana di accoglienza e di partecipazione incondizionata delle altre persone, dei loro modi di essere, della loro cultura e mentalità e si presta anche ad uno sguardo di tipo pedagogico.

In concreto, l’inculturazione della fede nel contesto contemporaneo si traduce in diversi compiti: 1) elaborare dei catechismi locali che rispondano alle esigenze che provengono da differenti culture; 2) attuare una opportuna inculturazione nel catecumeno e nelle istituzioni catechistiche; 3) presentare il messaggio cristiano in modo da riuscire a dare “ragione alla speranza” a coloro che devono annunciare il Vangelo in mezzo a culture spesso pagane e a volte post-cristiane.

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