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1.2. IL RINNOVAMENTO CATECHISTICO DOPO IL CONCILIO DI TRENTO

1.2.2. Le pratiche catechistiche durante l’Illuminismo

Nel 1700, a seguito dell'influenza del movimento illuministico, che rivaluta le capacità razionali dell'uomo, la fede nel progresso, la libertà di pensiero, e che svaluta la fiducia nella fede e in Dio, per la storia della catechesi vi è una svolta radicale, che porta a forme di dissidio tra il credente ed il philosophe.

L’illuminismo, infatti, più che un’età, è un movimento che caratterizza un’età, «è tutta la società e non soltanto il movimento delle idee e della politica ad essere in espansione all’inizio del secolo, ovunque in crisi negli anni ’30, trovare il suo apice negli anni ’50 e ’60, per poi entrare in un periodo di profondo turbamento, nell’ultimo venticinquennio del secolo»49. E’ l’avvento del regno della libertà, del pensiero critico, del rispetto dal dispotismo politico e religioso, dell’autonomia interiore ed esteriore.

Dal punto di vista sociale l’illuminismo è ideologia di una intraprendente borghesia partita alla conquista della ricchezza, della considerazione e del potere (acquisto per contratto), in un mondo visto come terreno di dominazione economica, scientifica e tecnica; dal punto di vista filosofico la corrente illuministica può interpretarsi come un tentativo di ricostruire la sintesi di intelligenza e sensibilità in contrapposizione ad ogni dualismo morale e metafisico e, in particolare, in lotta contro l’ontologia e la morale teologica, per la fondazione di una visione etica e religiosa della vita basata esclusivamente su principi naturali e sganciata, quindi, dal quadro cristiano dogmatico. «L’Illuminismo ha messo in discussione il cristianesimo come religione rivelata»50. Sul piano culturale l’Illuminismo utilizza e volgarizza il sapere; si afferma il nuovo ruolo dell’intellettuale il quale prende coscienza della sua funzione pubblica in autonomia nei confronti dell’università, delle scuole, delle chiese, in nome della “pubblica opinione”.

48

Cfr. F. VENTURI, Utopia e riforma nell’Illuminismo, Einaudi, Torino 1970, p. 102.

49

A. LÄPPLE, Breve storia …, op. cit., p. 135.

50

G. SCHWAIGER, L’Illuminismo nella visione cattolica, in “Concilium”, 3, 1967, fasc. 7, Storia della Chiesa, pp. 101-118.

Sono sempre più numerosi, infatti, gli stati che esprimono il proprio interesse per le scuole pubbliche e per la formazione dei cittadini. Le scuole fino ad allora riservate a determinate classi, scuole di corte e di conventi, vengono integrate dalle scuole per tutto il popolo, chiamate appunto “popolari”, che divengono obbligatorie.

La catechesi entra a far parte delle materie scolastiche obbligatorie, il cui apprendimento viene valutato con voto scolastico; nelle pagelle viene inserita al primo posto e viene chiamata “insegnamento della religione”, il cui obiettivo è comunicare delle conoscenze.

A poco a poco la famiglia e la chiesa iniziano a dispensarsi dall’istruire nella fede le nuove generazioni e anche se in famiglia si continua a ripetere e a memorizzare dogmi e precetti cristiani, la catechesi familiare si ritiene sgravata da questo compito grazie all’insegnamento fatto nelle scuole. Un po’ alla volta si verifica una forma di assenteismo, fino alla scomparsa della catechesi familiare51.

Nella teologia c’è da segnalare l’irruzione del razionalismo, ma anche la nascita di nuove iniziative religiose: il culto dell’adorazione eucaristica, diverse forme di pietà sia tra gli abitanti di città che tra i contadini, la mistica del pietismo, movimento religioso di rinnovamento nell’ambito delle chiese della Riforma rappresentato da August Hermann Francke (1663-1727), il quale ha dato importanza alla “cura del cuore” (cultura animi). Francke afferma che «Lo studio della teologia consiste nella cura del cuore. In questo modo esso… viene fornito della conoscenza precisa e viva della verità divina della Sacra Scrittura e viene confermato in questa conoscenza mediante l’esercizio costante e diligente di essa»52.

Per quanto riguarda l’insegnamento religioso, la priorità è data al catechismo, mentre la Bibbia assume una posizione secondaria. I catechismi iniziano con le verità religiose accessibili alla ragione e con quelle che partono dall'esperienza, rifiutando la dottrina puramente dogmatica. Vi è un più deciso sviluppo della parte morale, che appare come qualcosa di relativamente autonomo rispetto alla dottrina della fede, con una funzionalità umana e civile, pur non disgiunta dalla dottrina di Dio. La teologia, la predicazione e l’insegnamento religioso nelle scuole parlano di morale, di sussidi per la

51

Cfr.A. LÄPPLE, Breve storia, op. cit., p. 147.

52

vita; vi è una perdita dei contenuti teologici. Si tratta anzitutto la tematica della religione e dell’etica naturale, per introdurre solo in un secondo tempo le verità e le direttive della fede cristiana; l’insegnamento sulla vita viene impartito prima della dottrina teologica53. La metodologia non è più legata ad una memorizzazione tradizionale pura e semplice: alla forma espositiva, ripetitiva si sostituisce il metodo euristico, detto “socratico”; lo scolaro viene iniziato a “tirar fuori” le idee etiche e religiose che possiede, attraverso domande maieutiche fatte dall’insegnante. Il risultato è un apprendimento mnemonico di chi impara le cose senza comprenderle a fondo.

Durante l’Illuminismo, dunque, contro un insegnamento rivolto a tutte le età indistintamente, si pone un insegnamento secondo classi differenziate; contro una catechesi fatta ogni tanto e sporadicamente in chiesa, si rivendica una istruzione obbligatoria nella scuola; da un contenuto dogmatico, si passa ad un contenuto etico, con l’obiettivo di “illuminare” la popolazione rurale54.

Esponente di rilievo per la metodologia catechistica è l’abate di Sagan, città della Slesia, Ignaz von Felbiger (1724-1788), che promuove il “metodo di Sagan”, caratterizzato dall’attribuire importanza alle caratteristiche individuali degli allievi, consapevole del fatto che memoria, intelligenza e volontà si sviluppano in ordine successivo.

Secondo l’abate di Sagan, gli allievi vanno divisi in tre classi d’età, la prima composta da bambini di 7 anni, la seconda composta da bambini di età compresa tra 7 e 10 anni, la terza formata da bambini di età superiore agli 11 anni; ogni classe viene istruita sulla base di un catechismo proprio per ciascuna età. Pur studiando la stessa materia, nella prima classe si utilizza una metodologia mnemonica, nella seconda classe si cerca di sviluppare la comprensione del testo, nella terza si intendono sviluppare le motivazioni dell’agire; l’insegnamento deve essere attuato sotto forma di colloquio. Catecheta responsabile è il parroco, mentre i maestri sono i suoi aiutanti per la memorizzazione e la ripetizione55.

Un altro esempio di direttiva catechetica deriva da Francke, rappresentante della corrente del Pietismo, il quale sostiene che «La vera santità viene instillata nei giovani

53

Cfr. A. LÄPPLE, Breve storia…, op. cit., p. 178.

54

Cfr. P. EUGEN, “Illuminismo” in J. GEVAERT (a cura di), Dizionario di Catechetica, op. cit., p. 336.

55

mediante l’esempio di santità del praeceptor stesso, nonché dei genitori, dei nonni… e di tutti coloro con i quali hanno a che fare… ma a questo riguardo è anche necessario che i genitori, nelle parole e nelle opere, diano esempi buoni ed edificanti ai figli…»56.

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