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L’Esposizione Generale Italiana di Torino del

2.3 Le esposizioni nazionali e internazionali di fine secolo: vetrina della Terni e occasione di riscatto

2.3.3. L’Esposizione Generale Italiana di Torino del

L’Esposizione Generale Italiana di Torino venne inaugurata il primo maggio del 1898332; in quell’anno ricorreva il cinquantesimo anniversario dello Statuto albertino e l’esposizione torinese fu uno degli avvenimenti principali programmati per i festeggiamenti333. La manifestazione assunse una dimensione particolarmente politica sia per i propositi iniziali degli organizzatori relativamente alle celebrazioni per lo Statuto, sia per gli eventi che sconvolsero il Paese in quell’epoca334. Il cinquantenario, che doveva essere una sorta di «primo giubileo della nazione nella forma dello stato monarchico costituzionale»335, ebbe luogo in un clima in cui la crisi economica e il progressivo acuirsi dello scontro sociale stridevano in maniera evidente con lo spirito di una festa nazionale e con l’ostentazione ufficiale dei simboli del potere336. A Torino i festeggiamenti avvennero in un’atmosfera di apparente calma tentando, attraverso le manifestazioni, di proiettare in Italia e all’estero un’immagine di pace sociale e progresso, mentre nel resto del Paese dilagava la protesta in forme più sempre più somiglianti alle insurrezioni popolari337.

332 L’Esposizione di Torino durò fino al 20 novembre del 1898, venne allestita presso il parco del Valentino e contò un totale di 3.500.000 visitatori; cfr. L. Aimone e C. Olmo, Le esposizioni universali,

1851-1900, cit., p. 202. Si veda anche P. L. Bassignana, Torino 1861-2011. Storia di una città attraverso le esposizioni, Edizioni del Capricorno, Torino, 2011, pp. 53-78.

333 Fu deciso di celebrare il cinquantenario in due tempi: il primo e principale il 4 marzo a Roma in Campidoglio alla presenza del re, delle alte cariche dello stato e di trecento sindaci, il secondo a Torino in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione Generale Italiana. Cfr. M Tesoro, relazione esposta al convegno internazionale di studi nei 150 anni dell’Italia unita Celebrare la nazione. Grandi anniversari e

politiche della memoria nel mondo contemporaneo, I sessione La memoria degli Stati nazionali, Viterbo,

10-12 marzo 2011.

334 L’evento espositivo costituì un’occasione per rimarcare i grandi progressi compiuti dal regime liberale in mezzo secolo di vita, in una fase di crisi di consenso in cui si trovò la classe dirigente liberale torinese in seguito alla difficile situazione economica e all’avanzata del movimento cattolico. Cfr. U. Levra e R. Roccia (a cura di), Le esposizioni torinesi 1805-1911. Specchio del progresso e macchina del consenso, Archivio Storico della Città di Torino, 2003; pp. 21-22.

335 M Tesoro, relazione esposta al convegno internazionale di studi nei 150 anni dell’Italia unita Celebrare

la nazione, cit.

336 Ibid. la Tesoro ha evidenziato proprio la sottovalutazione del rischio che si innescasse una reazione esplosiva, nella quale le drammatiche condizioni economiche dei ceti popolari e il ricordo delle vittime dell’impresa coloniale si combinavano con la memoria del “diritto alla rivolta” che aveva mosso i patrioti del Risorgimento.

337 Ibid., Tesoro afferma che «mentre a parole si celebrava la nascita dei liberi ordinamenti rappresentativi attraverso lo Statuto, la risposta fu lo stato d’assedio. D’altra parte, il riconoscimento degli elementi modernizzanti e garantisti presenti nella Carta fondamentale, che era venuto proprio nella circostanza dell’anniversario da altre parti dello schieramento costituzionale e anche dalle opposizioni, consentì di comporre quel composito fronte in difesa dello Statuto che permetterà di contenere la sfida autoritaria e favorire la volta liberale di inizio secolo».

La partecipazione della Terni alla kermesse torinese fu espressamente voluta dal presidente della società, Breda338. A Torino si celebrò l’effettivo progresso industriale del Paese attraverso un evento espositivo caratterizzato dall’eccezionalità dell’anniversario che cadeva in quell’anno e, per questo motivo, particolarmente rilevante. I vertici aziendali, consapevoli dell’occasione presentatasi per ridare lustro all’immagine appannata della società, decisero di effettuare un ingente investimento di denaro, circa 110.000 lire, affinché la partecipazione alla mostra fosse organizzata nel migliore dei modi339. Il Comitato esecutivo della Terni approvò il progetto per la costruzione di un apposito padiglione, scartando la soluzione alternativa di affittare una delle aree messe a disposizione degli espositori all’interno dei locali destinati all’industria dal Comitato per l’Esposizione. Tale decisione fu presa «affinché la nostra Società faccia buona figura e richiami l’attenzione speciale su di se»340, nonostante che dai preventivi di spesa complessiva, fatti preparare per entrambe le soluzioni, risultasse che l’importo di quello comprensivo la realizzazione del padiglione fosse quasi il doppio di quello con l’affitto341. Il Comitato, dopo aver discusso a lungo e riesaminato tutti i conti, deliberò che la somma complessiva non doveva superare le 100.000 lire e si raccomandò affinché nella scelta progettuale della struttura si adottasse una soluzione che ne consentisse il riutilizzo anche in occasione di eventuali future altre manifestazioni342. Un commentatore dell’epoca descrisse così il padiglione della società:

338 AST, ASST I, b. 300, fasc. 4, “Minute dei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione..”, verbale della seduta del Comitato esecutivo del 26/02/1897, il presidente Breda e il direttore generale Ippolito Sigismondi esposero al Comitato il loro parere favorevole alla partecipazione della Terni all’Esposizione e il Comitato confermò la partecipazione.

339 AST, ASST I, b. 263, fasc. 1, registro delle spese per l’esposizione di Torino, il totale delle spese sostenute dal mese di maggio del 1897 a dicembre 1898 fu di 108.394,88 lire ripartite nelle seguenti voci di spesa: lavori preparatori L. 362,03, oggetti da esporre ed accessori L. 33.925,71, costruzione del padiglione L. 28.005, carico e scarico L. 19.446,51, viaggi – spese di sorveglianza – di manutenzione e di rappresentanza L. 26.655,63.

340 AST, ASST I, b. 300, fasc. 4, “Minute dei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione..”, verbale della seduta del Comitato esecutivo del 29/03/1897.

341 AST, ASST II, Sedute del Consiglio di Amministrazione, reg. 34, verbale del 29/03/1897, il preventivo di spesa totale inclusa la costruzione del padiglione ammontava a L. 137.000, mentre quello che prevedeva solamente l’affitto era di L. 78.000.

342 AST, ASST I, b. 300, fasc. 4, “Minute dei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione..”, verbale della seduta del comitato esecutivo del 29/03/1897.

È forse la più vasta mostra che si possa ammirare, considerandola da sola. Occupa intieramente un grande salone-galleria posto a ponente delle manifatture. Varie sono le sezioni sue, in cui vengono distribuiti i lavori eseguiti nell’importantissimo stabilimento343

All’Esposizione Generale Italiana la Terni mise in mostra un ricco campionario delle sue diverse produzioni. Si trattò effettivamente della prima occasione ufficiale per presentare alla Nazione i propri manufatti in acciaio speciale ad alto valore aggiunto, come le piastre di corazzatura e i proiettili di diverso calibro, per i quali l’azienda stessa era stata creata e la cui fabbricazione su larga scala fu avviata solamente a partire dal 1888344. Fu esposto il meglio della produzione bellico-siderurgica italiana su cui lo Stato contava per l’emancipazione dalle aziende straniere. Nel catalogo degli oggetti esposti345, fatto stampare in numerose copie dalla società per essere distribuito ai visitatori della mostra, si contavano un totale di centottantanove pezzi, esempi dimostrativi di tutte le produzioni, sia commerciali che speciali, realizzate dalla Terni. Oltre a tubi di ghisa, prodotti refrattari, profilati di diverso tipo e rotaie, furono esposti anche dei modelli in legno costruiti appositamente per l’occasione, che riproducevano a grandezza naturale quei pezzi il cui peso elevato rendeva troppo oneroso il trasporto fino a Torino o semplicemente quelli che non erano più presso l’acciaieria perché già venduti. Fra questi il lingotto da 80 tonnellate in acciaio prodotto al forno Martin-Siemens, che fu fuso alla presenza del re Umberto I in occasione della sua visita allo stabilimento del 12 luglio del 1887346. Altri modelli di legno riproducevano alcuni elementi realizzati per le navi della Regia Marina come la torretta di comando, l’albero porta elica e l’asse di spinta della nave Garibaldi347. I visitatori poterono così vedere da vicino le torri di comando, le ruote di prora e i dritti di poppa delle navi che rappresentavano la flotta della Marina italiana. Inoltre poterono ammirare un campionario completo di proiettili di calibri diversi e in diverse fasi di lavorazione, che

343 O. Mosca, L’industria italiana alla Esposizione di Torino 1898, Tip. Luigi di G. Pirola di Rubini Enrico, Milano, 1898.

344 Prima di allora la fonte principale dei ricavi dell’azienda era costituita dalle produzioni commerciali, in particolare rotaie e cerchioni ferroviari che avevano un margine di profitto piuttosto ristretto, cfr. Franco Bonelli, Lo sviluppo di una grande impresa in Italia, cit., p.41.

345 AST, ASST I, b.263, fasc. 2, Esposizione Nazionale di Torino nel 1898. Elenco degli oggetti esposti

dalla Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni, Stabilimento Tipografico Alterocca, Terni,

1898. Il catalogo non contiene né disegni né fotografie dei pezzi esposti e nella prima pagina è stampata la pianta della disposizione degli oggetti.

346 Ibid., p. 7. 347 Ibid., p. 4 e 12.

rappresentavano simbolicamente la nascente potenza bellica di una nazione avviata alla modernità.

Furono anche messi in mostra dei modelli di legno di alcune piastre di corazzatura già montate sulle navi da guerra e una originale in acciaio al nickel. Quest’ultima era una delle prime piastre fabbricate con il procedimento brevettato dalla Terni nel 1893 ed era stata sottoposta alle prove di tiro presso il balipedio del Muggiano (La Spezia) della Regia Marina il 4 maggio e il 18 luglio del 1896 con proiettili e granate di fabbricazione “Terni” e “Krupp”, superando le prove in maniera eccellente senza subire perforazioni o distaccamenti348. In questo modo si volle dare l’ennesima dimostrazione del livello tecnico raggiunto nella produzione siderurgica, mostrando la competitività delle forniture della Terni con una piastra che era risultata di qualità superiore a una simile fabbricata con il processo Harvey dagli agenti della Vickers349.

A Torino venne presentato al pubblico anche il volume ufficiale che narrava la storia e le capacità tecniche e produttive della società, la monografia aziendale del 1898350, la prima di questo genere realizzata per celebrare la Terni non al cadere di un anniversario351, ma appositamente per l’esposizione come scritto nella prefazione:

All’Esposizione Generale Italiana con cui a Torino l’Italia solennizza il cinquantesimo anniversario dello Statuto, base delle patrie libertà e di indipendenza, la Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni presenta un ricco campionario dei principali tra i suoi prodotti metallurgici ed affini, specialmente di quelli destinati alla difesa nazionale. […] La Società è riuscita ad elevare l’Italia al livello delle altre Grandi Nazioni Europee, compiendo così nel più importante ramo industriale quello che tanti uomini illustri fecero in questo scorcio di secolo nel campo politico. […] e se il visitatore avrà vaghezza di particolari ragguagli, troverà in queste pagine le principali notizie circa la storia della Società e de’ suoi Opifici352.

L’aspetto ideologico condizionò fortemente la strategia espositiva adottata dalla società alla manifestazione, strategia che può essere individuata nell’enunciazione fatta al

348 Ibid., pp. 5-6; si veda anche BSAT, La verità sulla Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di

Terni, cit., p. 5.

349 BSAT, La verità sulla Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni, cit. p. 5. La piastra “Harvey” fu provata al balipedio del Muggiano il 10 e il 21 agosto del 1893.

350 BSAT, La Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni, 1898, cit.

351 Nel 1898 ricorrevano i primi quattordici anni di vita della Terni, un compleanno che non avrebbe richiesto nessuna celebrazione ufficiale e la realizzazione della prima monografia celebrativa poteva essere rimandata quanto meno all’anno seguente.

visitatore dell’obbiettivo della partecipazione alla mostra, che non era solamente «industriale», ma soprattutto quello di mostrare alla Nazione «quali servigi abbia resi al Paese la Società di Terni, fabbricando in Italia corazze e proiettili che […] possono, nonché reggere al confronto, vittoriosamente rivaleggiare con i migliori prodotti congeneri siano dell’antico, che del nuovo Continente», rendendo l’Italia, che fino a quindici anni prima era stata «tributaria dell’Estero per milioni e milioni», autonoma nella produzione bellica353.

Il messaggio che si volle comunicare a Torino fu quello di una grande industria a servizio della Nazione. La società celebrò la propria immagine mostrandosi attraverso due costose piante a rilievo in scala 1:200 dell’acciaierie di Terni e di Savona, accompagnate dalle planimetrie delle miniere di lignite di Spoleto e della fonderia di Terni354. Si puntò l’attenzione sui prodotti destinati alla Marina, accompagnati da una forte propaganda di stampo patriottico e nazionalistico, ma anche sulle macchine installate negli stabilimenti, esaltando la propria modernità impiantistica con la quale fu annullato il gap tecnologico che aveva separato per tanti anni l’Italia dalle maggiori potenze europee. Inoltre, dopo Anversa, venne nuovamente presentato al pubblico il Grande Maglio, attraverso l’esposizione dei modelli in legno del martello e porta-martello, dell’asta e dello stantuffo di ricambio in acciaio del peso complessivo di 12.712 chilogrammi e del disegno del maglio355. La società venne premiata con il diploma d’onore suscitando «ottime impressioni», «opinioni assai lusinghiere» e «favorevolissimi giudizi di persone competentissime», stando alle parole del Breda con cui diede notizia al Consiglio di amministrazione del buon esito dell’esposizione356.

353 Ibid.

354 AST, ASST I, b.263, fasc. 2, Esposizione Nazionale di Torino nel 1898. Elenco degli oggetti esposti

dalla Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni, cit., pp. 3-6. La Terni aveva acquistato nel

1892 lo stabilimento siderurgico Tardy e Benech di Savona per concentrarvi le lavorazioni dei prodotti commerciali; cfr. F. Bonelli, Lo sviluppo di una grande impresa in Italia, cit., p. 39 ed anche BSAT, La

Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni, 1898, cit., pp. 23-25 e 85-102. La realizzazione

delle piante a rilievo costò all’azienda un totale di L. 2625,12, più di quanto era stato speso per la fabbricazione dei modelli di legno la cui spesa ammontò a L. 1810, 78; cfr. AST, ASST I, b. 263, fasc. 1, registro delle spese per l’esposizione di Torino.

355 AST, ASST I, b.263, fasc. 2, Esposizione Nazionale di Torino nel 1898. Elenco degli oggetti esposti

dalla Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni, cit., pp. 18-19.