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RELATIVI ALL’ACCESSO UNIVERSALE

L’INDUSTRIA DELL’INFORMAZIONE

Lo scenario che, prevedibilmente, si presenta per le Società operanti nella c.d. "Industria dell'Informazione" è orientato alla competizione spinta, per l'affermazione di piattaforme basate su tecnologie differenti, sebbene il concetto di Infrastruttura di Informazione Globale, introdotto

per indicare una rete informatica ad alte prestazioni finalizzata alla facilitazione di processi quali la trasmissione ed il recupero di dati di archivio, o di natura multimediale o per realizzare la televisione interattiva solo per citare alcuni esempi, fa anche intravedere nuove opportunità di cooperazione e partnerariato, onde evitare il rischio di una eccessiva frammentazione. Queste tre visioni derivano, infatti, da parti distinte della "Industria dell'Informazione": quella dei computer, delle telecomunicazioni e dell'intrattenimento, che possono tutte trovare intesa in una rete delle reti, la quale si apre a nuove possibilità tecnologiche e all'offerta di nuovi mercati e servizi se soddisfa però almeno tre requisiti, essere cioè digitale, per poter far scorrere dati da ogni tipo di fonte e verso ogni tipo di destinazione; di capacità

abbondante, per poter soddisfare le crescenti esigenze future, ed orientata per lo più all'individuo piuttosto che all'ambito familiare o del

gruppo di lavoro.

Appare evidente, in questo contesto, che un ruolo predominante, ai fini della definizione dell’ infrastruttura dell'informazione globale, sarà detenuto dalle compagnie telefoniche (Public Telecommunication

Operators), poiché detengono il controllo sulle odierne reti di

telecomunicazioni e, sebbene la base di linee telefoniche installata non raggiunga la diffusione del mezzo televisivo, stanno per completare quel processo di digitalizzazione che gli altri operatori hanno appena iniziato; esse hanno, per di più, una lunga esperienza di fornitura di servizi,

assistenza, customer care e fatturazione, che fa invece difetto agli altri operatori più recenti.

Lo sviluppo di nuovi servizi multimediali va anche approfondito alla luce della considerazione che questi costituiranno l'origine di mutazioni notevoli degli equilibri attuali, in quanto renderanno sempre più appetibili per gli operatori pubblici delle telecomunicazioni (PTO) i mercati locali, laddove finora soltanto quelli a lunga distanza ed internazionali potevano essere considerati profittevoli nel lungo periodo, e faranno diventare maggiormente sfruttabili i cospicui investimenti in reti digitali e dorsali in fibra ottica.

La digitalizzazione guiderà la convergenza tra LAN, PBX, reti pubbliche e private, Internet ed Intranet, comunicazioni fisse, mobili e satellitari, editoria e TV, ossia dell'informatica, il cui uso si fa risalire agli anni successivi alla seconda guerra mondiale e che passa da una generazione alla successiva in tempi molto ristretti, le telecomunicazioni

digitali, arrivate alla fine degli anni '50 ed inizi '60 e manifestanti, in Italia

rispetto al resto d’Europa, e nel vecchio continente rispetto agli USA, un ritardo nel completamento, che però si è andato assottigliando negli ultimi anni, e la radio/televisione digitale, l'ultima ad arrivare ma capace di offrire benefici più evidenti all'utilizzatore (anche in termini di quantità di canali), permettendo di sfruttare un'unica architettura di rete ibrida per l'offerta di tutti questi servizi. Ma l'evoluzione prorompente della tecnologia pone non pochi problemi decisionali, come è già accaduto

per la fibra ottica che, sembrando in un primo momento indispensabile per il trasferimento di grossi quantitativi di informazioni multimediali, ha comportato grosse spese per investimenti, laddove poi l'esplosione della crescita delle comunicazioni via etere, o quella ottenuta realizzando algoritmi di compressione che rendono sufficienti i semplici doppini preesistenti, ha fatto temere per la ridondanza di tali reti, evidenziando nel contempo l'opportunità di realizzare obiettivi cooperando, piuttosto che competendo.

Non è, a tutt'oggi, dato di sapere quale servizio multimediale troverà consenso e quale andrà in flop, o comunque non avrà un andamento tale da giustificare gli ingenti investimenti in genere necessari per l'offerta di servizi interattivi. Ciò che appare evidente è che l'eccesso di capacità fornita dalle reti in fibra ottica nel breve periodo sarà assorbita dal mercato affari, per servizi di videoconferenza, messaggeria elettronica ed altri, così come dal settore pubblico, per la sua tipica attività di utilizzazione, compilazione ed elaborazione di informazioni spesso da interscambiare, mentre vanno emergendo anche campi come la medicina e l'istruzione quali potenziali utilizzatori di servizi multimediali.

Un altro aspetto è quello legato alla tematica della regolamentazione

legislativa dei servizi di informazione fornita attraverso supporto

elettronico: da studi sull'evidenza empirica manifestata da molti indicatori (sviluppo della rete, tariffazione, uso della rete per servizi

anche multimediali, efficienza degli investimenti), si è potuto verificare che hanno beneficiato di maggiori redditi (e tariffe più ridotte) le regioni ove è ammessa la libera competizione. Nella situazione attuale, dove si stanno sviluppando nuove varietà di servizi tra disegni sperimentali e prove sul campo, sembra quindi che l'atteggiamento migliore che i regolamentatori possono mantenere è quello di lasciar compiere agli investitori i loro errori.

I governi sembrano piuttosto dover creare forme diverse di partnerariato col settore privato al fine di promuovere la competizione, incoraggiare gli investimenti privati, ridefinire l'accesso universale, regolamentare i benefici per gli utenti, favorire la convergenza delle regolamentazioni, richiedere l'apertura dell'accesso anche alle reti private, accelerare il processo di definizione degli standard, incoraggiare i PTO a fissare un prezzo di accesso piuttosto che di uso, favorire la proliferazione di sviluppatori locali di contenuti.

La struttura informativa globale sarà costruita lungo numerosi anni di ricerche, fissazione di standard, prove sul campo, business planning, mobilitazione di risorse ed investimenti per migliorarla, svilupparla e consolidarla, sebbene siano sempre più vistosi e repentini i cambiamenti in termini di ciò che è possibile fare. Il trasporto di voce, dati, testi, immagini e video su un unico ambiente multimediale ad alta velocità è già un dato di fatto, ma è stata finora appannaggio delle realtà (paesi, organismi o famiglie) più abbienti; ciò nondimeno, nel passaggio dalla

voce al multimedia c'è spazio per chi è abile nell'uso della rete e delle informazioni in essa contenute, piuttosto che per chi ha la pura possibilità di sottoscriversi ad essa. E le skills nell'uso sono fortemente correlate al livello di istruzione ed ancora di più all'età; ma sono i Paesi in via di sviluppo quelli che hanno le popolazioni più giovani, il che fa presagire che la struttura di informazione globale possa realmente diffondersi e divenire ampiamente accessibile. La generazione che la costruirà possibilmente non arriverà a vedere i benefici cui sta realmente dando luogo, perché non saprà fronteggiare i problemi di sovraccarico che deriveranno da un'incapacità di effettuare le scelte migliori e la mancata abitudine all'uso di applicativi di informazione elettronica.