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L'OREFICERIA VICENTINA OGGI: PRODUTTORI E DESIGNER

1. L'INDUSTRIA ORAFA VICENTINA: ALCUNI CASI DI STUDIO

Assieme a Valenza Po (Alessandria), Arezzo, Torre del Greco e Marcianise (Napoli), Vicenza rappresenta uno dei quattro poli dell'oreficeria italiana, registrando la più alta concentrazione al mondo di aziende settoriali caratterizzate da specifiche produzioni. Queste sono le quattro principali aree storiche del settore dislocate sul territorio nazionale.

La concentrazione territoriale di realtà produttive tematiche, sia di tipo industriale che artigianale, ha permesso negli anni la creazione dei “distretti industriali”. Con questo termine, coniato da Alfred Marshall, nel 1890, in riferimento alle zone tessili di Lancashire e Sheffield, si identifica un'entità socioeconomica costituita da un insieme di imprese facenti generalmente parte di uno stesso settore produttivo localizzato in un'area circoscritta, tra le quali vi è collaborazione ma anche concorrenza196. La legge n. 317 del 5 ottobre 1991 definisce i distretti industriali come sistemi produttivi locali omogenei, caratterizzati da un'elevata concentrazione di imprese industriali (rapporto tra numero delle imprese e popolazione residente), prevalentemente di piccola e media dimensione e dall'elevata specializzazione produttiva (rapporto tra addetti nell'attività di specializzazione manifatturiera)197.

L'insieme dei vari distretti è rappresentato dalla Federazione dei Distretti italiani, nata nel 1994 con lo scopo di tutelare e promuovere il settore produttivo italiano nel panorama industriale mondiale198.

Il distretto di Arezzo è specializzato nella produzione industriale di catene d'oro; Valenza Po ha una matrice prevalentemente artigianale ed è riconosciuto per l'alta gioielleria; il distretto napoletano comprende diverse aree produttive come Torre del Greco, specializzato nella lavorazione di coralli e cammei, e il Tarì, il polo fieristico di Marcianise.

196A. Marshall, Principi di economia, Unione ti. ed. Torinese, Torino 1920.

197Guida ai Distretti Industriali Italiani, a cura di A. Durante, Club dei Distretti Industriali - Unioncamere, Cornuda

(Treviso) 2004, pp. 13 - 14.

Il distretto orafo di Vicenza, invece, detiene il primato nella produzione di casse per orologi e catene a 18 carati, rivolgendosi a una fascia medio - alta del mercato, con un ampliamento crescente della gamma di prodotti e uno spostamento verso le produzioni di gioielleria. L'area di diffusione è piuttosto vasta ed è costituita dal capoluogo e da alcuni comuni limitrofi, oltre che dalle aree di Trissino e Bassano del Grappa, caratterizzate da una struttura imprenditoriale prevalentemente industriale, a differenza di Vicenza in cui vi è prevalenza di imprese artigiane199. Anche il settore orafo della città berica è stato interessato nell'ultimo decennio da importanti dinamiche strutturali, come la contrazione continua della domanda, il fenomeno della “brandizzazione” legato all'ingresso di nuovi attori provenienti dal mondo dalle moda e del lusso e da altri ambiti, l'evoluzione del consumatore, sempre più sofisticato e mutevole200. Per questo motivo, come tutte le aziende orafe italiane, anche quelle vicentine presentano profili assai variegati. Le variabili che possono essere utilizzate per classificare le aziende che producono oreficeria e gioielleria sono numerose. Alcune variabili, ad esempio, si riferiscono alle caratteristiche strutturali dell'azienda e a specifiche modalità di gestione del business, si tratta del fatturato, della capacità produttiva, dei dipendenti, dal grado di internazionalizzazione/esternalizzazione delle diverse attività, ma anche delle caratteristiche dell'offerta che l'azienda propone al mercato (materiale, pietre preziose, processo produttivo).

Volendo descrivere degli archetipi di aziende manifatturiere nel settore, si possono identificare: − aziende che realizzano i propri assortimenti e hanno una marca riconosciuta o in via di

affermazione;

− aziende che realizzano i propri assortimenti e li veicolano al consumatore attraverso vari canali, senza promuovere al consumatore la propria identità;

− produttori che lavorano prevalentemente in conto terzi e licenziatari; − aziende specializzate in componenti.

Ovviamente vi sono anche produttori che abbinano le commesse con la realizzazione di propri assortimenti; a seconda del profilo di azienda alcune attività, tra quelle elencate precedentemente, acquisiscono una criticità diversa201. Oggi l'industria orafa di Vicenza può considerarsi figlia di una lunga tradizione, forte di oltre sei secoli di storia che le imprese hanno assorbito senza mai perdere di vista la ricerca del nuovo. L'impresa orafa, in molti casi, ha coinvolto il nucleo familiare che ha

199A. Cappellieri, Il gioiello oggi..., op. cit., pp. 10 - 11.

200L. Carcano, A. Catalani, P. Varacca Capello, Miti da sfatare nel gioiello, Egea, Milano 2007, p. 28. 201A. Cappellieri, Il gioiello oggi..., op. cit., p. 24.

tramandato l'azienda attraverso le generazioni. Gli imprenditori della nuova generazione, spesso professionisti con una solida formazione scolastica, portano avanti le realtà dei loro padri in modo originale e innovativo. Attualmente il settore orafo possiede tutte le caratteristiche di un distretto industriale, come l'esistenza di fitti rapporti di ausiliarità e di cooperazione tra le imprese unito a un forte senso d'identità202. Questo senso d'identità è spesso legato ad un cognome, ovvero quello del fondatore, colui che ha dato vita a un'azienda efficiente, che ha saputo utilizzare al meglio le proprie risorse, creando, sin dal principio, un gioiello di alta qualità e che oggi è capace di investire nel mercato globale e competitivo.

Tra il 2000 e il 2007 i consumi mondiali di oreficeria espressi in termini di oro fino sono scesi del 24,9%, mentre in termini di valore (espressi in dollari) sono aumentati dell'86,7% per effetto della crescita del prezzo del metallo203. Alla riduzione dei consumi di oro hanno concorso diversi fattori: in alcuni paesi si è assistito a uno spostamento degli acquisti verso altri prodotti di lusso,ad esempio l'elettronica di consumo e i viaggi, mentre in altri, soprattutto quelli a più basso reddito, la funzione dell'oro come bene rifugio ha perso importanza e la spesa si è orientata verso altri tipi di investimento, come la casa o i beni finanziari. Il calo degli ordini ha costretto diverse imprese a chiudere l'attività e il numero dei lavoratori occupati nel comparto orafo si è fortemente ridotto. Nel distretto orafo di Vicenza, dove l'oreficeria ha conosciuto nell'ultimo decennio un processo di ridimensionamento, il numero delle imprese orafe che detengono un marchio di identificazione è passato da 1.144 nel 2001 a 912 nel 2007, con una flessione pari al 20%204. Questo a causa della crisi strutturale delle economie finanziarie occidentali, dalla competizione da parte di alcune economie emergenti come l’India e l’Indonesia, dalla scarsa propensione delle imprese vicentine ad aggregarsi per trovare nuovi sbocchi nei mercati esteri e dallo scarso orientamento di investire in formazione, innovazione e ricerca. Fortunatamente non è così per le imprese artigiane, le quali, nel secondo semestre del 2011, hanno riscontrato una crescita del +1,2%.

I dati al 31.12.2011 lasciano ancora un margine di dubbio sulla ripresa o meno del settore perché gli indicatori economici relativi la produzione, la domanda interna e il fatturato evidenziano una contrazione, mentre vi è una crescita della domanda estera. Il 2011 consacra la ripresa dell’export: con una crescita del 7,7%, registrata dopo l’aumento del 22,2% dell’anno precedente205. In

202Del fare l'oro, op. cit., p. 8.

203L'industria orafa italiana. Problemi e sfide competitive, a cura di P. Crestanello, Carrocci Editore, Roma 2009, p 23. 204Ivi, p. 15.

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particolare si sono rafforzati i rapporti con quei paesi in cui le esportazioni avevano già raggiunto un elevato interscambio, come gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi e Hong Kong.

Di seguito vengono presi in considerazione alcuni casi di imprese orafe del territorio vicentino. La scelta dei casi analizzati ha fatto riferimento alle associazioni orafe di Vicenza, che sono uno strumento importante di promozione del gioiello proprio perché sono catalizzatori di molti esponenti della realtà orafa, e in particolar modo si è basata su una lista degli associati iscritti a Confindustria Vicenza. L'Associazione industriali della provincia di Vicenza è stata costituita il 4 giugno 1945, con l'approvazione dello statuto da parte dell'assemblea generale straordinaria, con lo scopo di promuovere lo sviluppo del sistema delle imprese nella sua evoluzione culturale, economica e produttiva, favorendo la crescita della coscienza dei valori sociali e civili nell'ambito di una società libera.

Tra le varie sezioni merceologiche, quella delle industrie orafe e argentiere raggruppa aziende che producono gioielli e oreficeria in genere. La gamma produttiva è molto variegata e spazia dai monili di alta gioielleria, semi e minigioielleria, oreficeria e argenteria, ai prodotti di tendenza, ai semilavorati, dalle montature per gioielli, chiusure, portaorologi. La sezione è fortemente impegnata nell'assistere e tutelare le aziende, anche tramite la rappresentazione nazionale di Federorafi, nei molti argomenti di assoluta importanza per la loro attività: cali di lavorazione, conto lavorazione, contratto collettivo di lavoro, normative antiriciclaggio e anticontraffazione, controlli e sorveglianza sul mercato, azzeramento dazi doganali, legge di settore. Attualmente conta 44 associati206. Tra queste ho preso in considerazione le ditte che producono interessanti monili di gioielleria (non necessariamente solo in oro) e prodotti di tendenza, che hanno una marca riconosciuta. Ne ho selezionate varie, ma non tutte mi hanno dato la loro disponibilità. La mia scelta si è poi allargata con una richiesta di aiuto tra i conoscenti che potessero farmi da tramite per entrare in contatto con altre aziende e riuscire a prendere in considerazione un numero ragguardevole di casi.

Le aziende del territorio vicentino che hanno accettato di collaborare per sviluppare il mio lavoro di tesi sono: Fope Srl, Franco Pianegonda Srl, Marco Bicego Spa, Misis Srl, Pesavento Srl. Si tratta di aziende vicentine molto conosciute nel settore orafo, alcune delle quali vantano una tradizione storica ben radicata. Franco Pianegonda Srl, Misis Srl e Pesavento Srl sono giovani aziende che produco principalmente gioielli in argento, soltanto in occasione di eventi particolari realizzano una produzione limitata di gioielli in oro; tutte hanno un ampio volume d'affari ma, mentre Franco

Pianegonda Srl è stato il primo marchio a promuovere l'argento ad accessorio prezioso agli inizi del Duemila e adesso subisce le conseguenze della crisi, Misis Srl e Pesavento Srl hanno registrato negli ultimi cinque anni dei dati positivi di crescita, malgrado la crisi economica. Fope Srl e Marco Bicego Srl, invece, sono due aziende che hanno una lunga tradizione orafa alle spalle portata avanti di generazione in generazione, esse realizzano prodotti di alta gioielleria, hanno un volume d'affari molto ampio e continuano ad ampliarlo in tutto il mondo.

Successivamente ho deciso di analizzare anche il caso, che molto si differenzia dagli altri, della ditta Lovato Gioielli Srl, una piccola azienda a conduzione familiare operante da più di trenta anni nell'oreficeria e specializzata in componenti ma non solo; il nome l'ho appreso dai cataloghi delle mostre sulla gioielleria che si sono svolte di recente a Vicenza, secondo me è un interessante caso di piccola azienda all'interno della quale permangono i valori della creatività, della manualità di un tempo, ma dove non manca la voglia di rinnovarsi per stare al passo con i tempi moderni.

I casi vengono considerati secondo un ordine alfabetico.

FOPE Srl

La Fope, acronimo di Fabbrica Oreficeria Preziosi Esportazioni, è un'azienda vicentina che pone le sue origini nel 1929, quando Umberto Cazzola apre a Vicenza, in contrà Sant'Ambrogio, la FICM (Fabbrica Italiana Cinturini Metallici), un laboratorio artigianale di oreficeria con una ventina di dipendenti, tra i quali anche alcuni suoi figli. All'interno della bottega, specializzata nella produzione di cinturini da orologio estensibili in metallo, Umberto Cazzola sviluppa nuove tecnologie con l'impiego di macchinari e diventa il leader nazionale, mostrandosi un vero pioniere del design e della fabbricazione. Quando nel secondo scorcio degli anni Trenta l'oro inizia a divenire più raro sul mercato, Umberto Cazzola ottiene un ordinativo di produrre quantità industriali di fedi in ferro che, al pari delle consorelle fedi in oro, richiedono pur sempre un filo da tirare, da disporre in spirali, da segare (a mano). I cerchietti poi vengono ugualmente uniti alle estremità e saldati, limati, lucidati. Con questa produzione, in quegli anni stentati per l'oreficeria, la bottega di Umberto Cazzola si salva e pone le basi per una azienda sicura nelle scelte e attenta alle soluzioni tecniche207.

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Nel secondo dopoguerra, il figlio Odino Cazzola, appassionato d'arte orafa oltre che esperto di musica, sviluppa l'attività di famiglia dalla dimensione artigianale a quella industriale208. Nella nuova sede in via Saudino, a Vicenza, l'azienda Cazzola adotta con tempestività tecnologie produttive d'avanguardia per continuare la fabbricazione dei cinturini estensibili in metallo per orologi e concentrarsi sulla produzione di pennini per le famose stilografiche Omas e Montegrappa209. I pennini vengono prodotti in acciaio e talvolta in oro.

Nel 1948 la ditta Cazzola è la prima in Italia quanto a cinturini, ma anche per la sua particolare e delicata piccola oreficeria, merce che in questo anno comincia ad esporre in Fiera a Vicenza. Si tratta di semplici anelli, bracciali, collanine e orecchini realizzati in oro giallo, dal peso rilevante, e impreziositi con pietre preziose e semipreziose. Negli anni Cinquanta Odino Cazzola si divide dai fratelli e apre un nuovo laboratorio in corso Fogazzaro, solo di oreficeria. Nel 1960 fonda il marchio Fope ed entrano ufficialmente in ditta i suoi figli. Le dinastie tengono molto alla continuità e il nome del padre si mantiene nel tempo, come simbolo di continuità e qualità. La terza generazione, Ines e Umberto Cazzola, figli di Odino Cazzola, imprimono un impulso determinante all'azienda. Come dice la sua stessa denominazione, la Fope concentra le sue energie soprattutto nell'esportazione di casse e bracciali in oro per orologi potenziando i contatti con la Svizzera, dove conta tra i suoi clienti molte case d'haute horologerie210.

Nel 1970 Umberto Cazzola assume il ruolo di presidente dell'azienda e rinnova la produzione, iniziando a creare dei preziosi gioielli. In questo periodo viene ideata la famosa Maglia Novecento, una maglia tubolare che diventa presto l'elemento emblematico del gioiello Fope al quale dona una forma essenziale e tubolare data dall'unione di minuti moduli rettangolari che vengono incastrati tra loro e resi unici dalle finiture dei maestri orafi che intervengono singolarmente sui pezzi provenienti dalla produzione meccanica.

Nel 1980 la Maglia Novecento esordisce nel mercato e presto si impone riscuotendo consensi sia a livello nazionale che internazionale. L'ambiziosa mission di Fope diventa rinnovare un classico, preservandolo dallo scorrere del tempo e tutelandolo con brevetti internazionali (brevetti ornamentali). Questi primi gioielli sono molto semplici e raffinati, caratterizzati dalla catena Novecento, realizzata in oro giallo o in oro bianco o rosa, talvolta combinati insieme. Con lo scorrere del tempo i gioielli Novecento vengono impreziositi con elementi che cambiano ogni anno,

208A. Quattordio, Fope, in Dizionario della moda, a cura di G. Vergani, B. Merlo, Dalai Editore, Milano 2010, p. 439. 209Del far catena. La catena dalla prima industrializzazione all'avanguardia, catalogo della mostra a cura di T.

Andrughetto, Fiera di Vicenza (Vicenza, Odeo del Teatro Olimpico), Vicenza 2004, p. 30.

per poter proporre alla clientela un prodotto elegante, che mantiene i valori delle epoche. Negli anni Novanta alla catena viene aggiunta una perla che pende della collana, o che impreziosisce i bracciali rigidi. In questi anni, oltre alle perle (bianche o nere), si utilizzano molto le gemme preziose, come il rubino, lapislazzuli, ametista e il turchese. Inoltre agli anni Novanta risale la messa a punto dell'orologio femminile che riprende, nei modelli della collezione Lady Fope, la maglia Novecento per impreziosire la cassa. In questi anni prendono vita le collezioni che vengono ancora proposte ai clienti nella linea Classic (fig. 45). Fanno parte di questa linea tutti i gioielli realizzati nel tempo e che restano tutt'oggi dei preziosi intramontabili, che “non passano mai di moda”. Ad esempio la collezione Classic Ondine propone collane, bracciali, anelli e orecchini dove la catena Novecento, in oro giallo o bianco rosa è caratterizzata da maglie larghe,talvolta impreziosita da diamanti che donano luminosità al gioiello, oppure la collezione Classic Lavinia, propone dei preziosi in cui la catena Novecento, in oro giallo o bianco o rosa, è arricchita con dei passanti scorrevoli in oro e ricoperti di diamanti. Tra queste collezioni, la più recente collezione Classic Circe è composta da gioielli più elaborati, dove la catena Novecento, in oro giallo o bianco, viene attorcigliata su se stessa per formare una struttura complessa e rigida di forte impatto visivo che talvolta viene impreziosita da un elemento ricoperto di diamanti. Negli anni Duemila, dalla ricerca e dall'ingegno della tradizione artigianale nasce un'altra invenzione del brand vicentino che rende la maglia in oro elastica, grazie a una geniale soluzione brevettata. Prende così vita la linea Flex'it (fig. 46), dove i gioielli sono flessuosi, resistenti, dalle linee delicate e si indossano con maggior rapidità. Fanno parte di questa nuova linea le collezioni Eka, che prevede la catena impreziosita con delle rondelle d'oro o con diamanti in pavé. La collezione Niue, nata nel 2009, propone i gioielli in maglia Novecento arricchita da rondelle leggermente più larghe e tempestate di diamanti bianchi. Per festeggiare l'ottantesimo anniversario della fondazione di Fope ne viene prodotta una limited edition che sfoggi grandi globi incastonati di diamanti o di zaffiri rosa, che vengono inseriti nella catena Novecento211. Nel 2010 nasce la collezione Solo i cui gioielli sono caratterizzati da una maglia Novecento dalle dimensioni ridotte, che viene impreziosita con pietre naturali, come l'ametista, il citrino, il quarzo, tagliate ad ovale, che spiccano e donano luce al gioiello. Infine la collezione Flex'it Vendôme si differenzia dalla collezione Solo per il taglio delle pietre che in questa vengono proposte nella forma rettangolare e dalla maglia più piatta. Sin dagli anni Ottanta tutti i gioielli di

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Fope vengono prodotti secondo rigidi criteri di qualità e accompagnati da garanzia e certificazione internazionale.

L'attuale sede, inaugurata nel 2000, si trova a pochi chilometri dal centro storico di Vicenza, in via Giuseppe Zampieri, 31. Al suo interno la famiglia Cazzola, arrivata alla quarta generazione, continua orgogliosamente a mantenere la produzione, la direzione e gli uffici. Il Fope headquarters è inserito in un ambito residenziale fittamente costruito. L'edificio, progettato dallo studio Albanese di Vicenza, è un netto parallelepipedo rivestito in marmo bianco di Carrara, dalle striature grigie, in cui le poche rarefatte aperture sono celate da brise soleil (frangisole) in acciaio inossidabile, il tutto sormontato da un giardino pensile212. Al suo interno si concentrano tutte le attività dell'azienda orafa vicentina che continua a mantenere i tratti caratteristici del passato, la competenza artigianale e la continua sperimentazione del nuovo, puntando alla solidità di alcuni valori senza tempo quali il made in Italy, la qualità del prodotto, l'originalità del design e l'innovazione del materiale, che creano il gioiello Fope213. Il prototipo del gioiello, quindi, viene eseguito direttamente in azienda la quale si avvale di collaboratori interni e freelance dei quali non è possibile sapere i nomi, anche se dall'analisi da me svolta posso sostenere che Cosimo Vinci, affermato designer di origini tarantine che vive e opera a Vicenza da diversi anni, ha collaborato con l'azienda.

Il prodotto Fope viene elaborato dall'ufficio tecnico meccanico che ha a disposizione le più avanzate tecnologie. É poi realizzato, all'interno della nuova sede a Vicenza, con macchinari all'avanguardia, mentre le finiture sono effettuate a mano da personale qualificato. Nel 1998 viene aperta la filiale negli Stati Uniti, a New York, diretta da Giulia Cazzola, figlia di Umberto e Marilisa Cazzola. Questa nuova sede comprende un ufficio per la commercializzazione dei prodotti in Nord America e nei Caraibi e una rete di agenti diretti. Nel frattempo l'azienda aggiunge ulteriore esperienza alla sua considerevole storia, il fatturato cresce e vengono sviluppate tecniche innovative per creare i gioielli. Nel 2004 l'azienda festeggia il suo 75° anniversario, si conferma come una realtà orafa capace di coniugare sperimentazione e tradizione, tecnologia e artigianalità, forte di un'esperienza che rende i prodotti di gran classe e resistenti nel tempo: tutti i gioielli Fope sono contraddistinti dalla maglia Novecento, protagonista assoluto delle collezioni. Nel corso del tempo le creazioni vengono arricchite con dei dettagli che, ogni anno, caratterizzano le diverse linee. Nel 2007 Italia, Europa, Medio Oriente e i paesi asiatici costituiscono le destinazioni privilegiate dell'espansione retail di Fope.

212www.studioalbanese.it (15 novembre 2012).

Attualmente il presidente di Fope è Umberto Cazzola. Lo affiancano un amministratore delegato, un direttore marketing, un direttore amministrativo e uno creativo. Al commerciale fanno riferimento due direttori vendite, rispettivamente per l'Italia e per l'estero, che gestiscono una rete di agenti