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L’influenza politica della Russia in Azerbaigian

La Russia ha tentato di esercitare direttamente la propria influenza politica nel paese nel periodo in cui Mütəllibov era presidente. Oggi, si può affermare che la Russia non ha un controllo diretto sulla vita politica del paese, anche perché è soddisfatta del tipo di regime che governa l’Azerbaigian, e non ha bisogno di

14 Azerbaijan, The World Factbook, op. cit.

15 International Religious Freedom..., op. cit., p. 141.

cambiarne lo status quo17. Il consolidamento della politica multi vettoriale di Baku,

tuttavia, a volte è contestato dai movimenti filorussi all’interno del paese, a dimostrazione che lo scarso soft power di Mosca ha comunque ancora dei seguaci. Un fatto che potrebbe essere connesso al raffreddamento dei rapporti con alcuni partner occidentali, come gli USA, intercorso negli ultimi anni.

Ad esempio, subito dopo l’annessione della Crimea, in Azerbaigian ha preso piede un nuovo movimento politico, chiamato “Movimento Euroasiatico”, fondato da due personalità che in passato sono state connesse con gli ambienti politici e militari russi18. I leader di questo nuovo progetto hanno genericamente affermato

che il loro scopo è quello di diffondere l’ideologia eurasista, attraverso un movimento nazionale appropriato:

“Modernity, with its complicated geopolitical challenges and socio-political processes in the world, naturally [results in] a high degree of mainstreaming of the Eurasian ideology; [and] it urgently requires organizational and practical design [of an] appropriate national movement”19.

Nella pratica, questo significa entrare a far parte dell’Unione Economica Euroasiatica. Secondo questo movimento, l’ingresso nell’EAEU non dovrebbe portare risultati negativi, ma, anzi, permetterebbe di ampliare le opportunità di scambio del paese. Inoltre, sarebbe un modo per andare più vicini ad una risoluzione del conflitto in Karabakh. Proprio perché l’Armenia è entrata nell’EAEU secondo i confini stabiliti in sede ONU, ovvero senza territori occupati e senza Nagorno-Karabakh, l’Azerbaigian, in base al diritto internazionale, vi entrerebbe proprio con la regione contesa20. Questo fatto permetterebbe al paese, secondo i

fondatori, di perseguire meglio i propri interessi, ed arrivare prima ad una risoluzione a loro favorevole. Questo tipo di movimenti, a volte supportati dai

17 J. Nixey, The Long Goodbye: Waning Russian Influence in the South Caucasus and Central Asia,

Chatham House, giugno 2012, p. 6 (https://www.chathamhouse.org/sites/files/chathamhouse/public/Research/Russia%20and%20 Eurasia/0612bp_nixey.pdf).

18 Z. Shiriyev, Emergence of a Russian ‘Fifth Column’ and Propaganda Machine Inside Azerbaijan,

Eurasia Daily Monitor, vol. 12, n. 150, 10 agosto 2015 (http://www.jamestown.org/single/?tx_ttnews%5Btt_news%5D=44274&tx_ttnews%5BbackPid% 5D=7&cHash=7fd12de8479438317c11ae9e19bc79e6#.VfmPr7RSXq0).

19 Idem.

20 Il’gar Gasymov: “Azerbajdžan esli bojdet v EAES, to vojdet s territoriej Karabacha”, ECHO, 23

servizi segreti russi, potrebbero poi essere sfruttati in futuro dal Cremlino nel caso si verifichi uno scenario adatto21.

Negli ultimi anni, inoltre, l’Occidente viene continuamente attaccato ogni qual volta esprime critiche nei confronti della situazione dei diritti umani nel paese. Proprio questo aspetto ha contribuito al raffreddamento dei rapporti con i partner occidentali, un fatto emblematicamente rappresentato dall’assenza di rilevanti capi di stato alla cerimonia di apertura dei Giochi Europei di Baku del giugno 201522. Il

governo di Baku rimprovera ai mezzi di informazione supportati dall’Occidente e alle organizzazioni non governative di ingerirsi nella politica interna del paese, molto spesso arrivando all’estrema conseguenza di chiuderne gli uffici o imprigionarne i reporter23. Mosca è riuscita nel tempo a giocare su questi

malumori e, negli ultimi anni, ha cercato di rafforzare la sua presenza nei mezzi di informazione del paese, attraverso agenzie che prendessero il posto di quelle occidentali. Proprio i diritti umani, infatti, sono il punto in cui Russia e Azerbaigian convergono. O meglio, proprio perché i due paesi non eccellono nel loro rispetto, si trovano d’accordo quando devono criticare l’influenza politica che l’Europa vuole esercitare nei loro territori su questi temi, attraverso quella che definiscono la “aggressiva propaganda dei media occidentali”24.

La presenza di un governo autoritario in Azerbaigian fa sì che la Russia abbia meno bisogno di controllare direttamente il territorio del paese. L’esistenza di movimenti filorussi potrebbe essere abilmente sfruttata da Mosca, nel momento in cui i rapporti tra Occidente e Azerbaigian dovessero deteriorarsi, molto probabilmente a causa delle questioni inerenti il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Sono, infatti, sempre di più le voci che si alzano contro l’Azerbaigian e l’escalation di prigionieri politici nel paese. Alcune di esse chiedono all’Europa di congelare ogni trattativa in atto con Baku, almeno fino a che non vi

21 Z. Shiriyev, Emergence of a Russian ‘Fifth Column’…, op. cit.

22 E. Cassano, Azerbaigian: Al via a Baku i Giochi Europei, tra grandi aspettative e tante polemiche,

East Journal, 7 luglio 2015 (http://www.eastjournal.net/archives/62511).

23 The Two Faces of Azerbaijan’s Mr. Aliyev, The New York Times, 11 gennaio 2015

(https://www.instapaper.com/read/609519162); Baku Court Jails Journalist Ismayilova For 7 1/2

Years, Sentence Condemned, RFE/RL, 1 settembre 2015 (http://www.rferl.org/content/azerbaijan-

khadija-ismayilova-verdict/27220240.html).

sarà un miglioramento della situazione su questo fronte25. Considerato che le

trattative tra Bruxelles e Baku sono perlopiù basate sulla cooperazione energetica, questo potrebbe dare un ulteriore vantaggio alla Russia nella “guerra dei gasdotti”, nonostante non sia anch’essa un paese particolarmente democratico e soggetto spesso ad analoghe critiche.