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L’integrale stocastico come processo

Capitolo 5. Integrale stocastico

5.3 L’integrale stocastico come processo

Per tutto questo paragrafo fissiamo T > 0 e lavoriamo con processi X ∈ M2[0, T ]. Come al solito, è fissato uno spazio filtrato standard (Ω, F, {Ft}t≥0, P), su cui è definito un {Ft}t≥0-moto browniano realeB = {Bt}t≥0.

DatoX ∈ M2[0, T ], per ogni intervallo [a, b] ⊆ [0, T ] il processo ristretto {Xt}t∈[a,b]

è chiaramente in M2[a, b], per cui è ben definito l’integraleRb

aXtdBt. In alternativa, si può considerare l’integraleRT

0 Xt1[a,b)(t) dBt del processo {Xt1[a,b)(t)}t∈[0,T ]∈ M2[0, T ].

Approssimando gli integrandi con processi semplici, è facile mostrare che questi due integrali in effetti coincidono (come classi di equivalenza inL2(Ω, F, P)), ossia

Z b a

XtdBt = Z T

0

Xt1[a,b)(t) dBt, q.c.. (5.18) Notiamo che, grazie alla proprietà (5.14), è indifferente usare 1[a,b)(t) o 1[a,b](t) all’interno dell’integrale. Dalla relazione (5.18) e dalla linearità dell’integrale stocastico in M2[0, T ], si ricava l’abituale relazione di additività dell’integrale rispetto agli estremi di integrazione:

per ogni scelta di0 ≤ a < b < c ≤ T Z c

a

XtdBt= Z b

a

XtdBt + Z c

b

XtdBt, q.c..

5.3.1. L’integrale stocastico come martingala continua. Dato X ∈ M2[0, T ], definiamo il processo I = {It= It(X)}t∈[0,T ] ponendo

It := J0,t(X) = Z t

0

XsdBs. (5.19)

Il processo I descrive l’integrale stocastico in funzione dell’estremo di integrazione. Si noti cheIt− Is= Js,t(X) =Rt

sXudBu.

Abbiamo già osservato che c’è una certa arbitrarietà nella definizione di It(ω) per ogniω ∈ Ω, dal momento che l’integrale stocastico identifica una classe di equivalenza di variabili aleatorie e non una variabile aleatoria precisa. Dimostriamo ora che il processo I = {It}t∈[0,T ]è una martingala di quadrato integrabile, con variazione quadratica esplicita;

mostriamo inoltre che è possibile fissare le versioni diIt(ω) per diversi valori di t in modo

“canonico” che fa sì che le traiettoriet 7→ It(ω) siano continue.

D’ora in avanti, quando avremo a che fare con il processoI = {It=Rt

0XudBu}t≥0, supporremo sempre di averne fissato una versione continua.

5.3. L’INTEGRALE STOCASTICO COME PROCESSO 89

Teorema 5.18. Se X ∈ M2[0, T ], il processo I = {It}t∈[0,T ] definito in (5.19) è una martingala di quadrato integrabile, la cui variazione quadratica è data da

hIit = Z t

0

Xu2du . (5.20)

Esiste inoltre una modificazione diI con traiettorie continue.

Dimostrazione. Cominciamo a mostrare che il processo I = {It}t∈[0,T ] è adattato, cioè che It è Ft-misurabile, per ogni t ∈ [0, T ]. A tal fine, per t ∈ [0, T ] fissato, sia {X(n)}n∈N una successione di processi semplici in S[0, t] che convergono in M2[0, t]

verso il processo ristretto {Xs}s∈[0,t]. Definendo It(n) := Rt

0Xu(n)dBu, per costruzione dell’integrale stocastico (o per la Proposizione 5.15) si haIt(n)→ It inL2(Ω). Dal fatto che laσ-algebra Ft contiene tutti gli eventi di misura nulla segue che il limite inL2(Ω) di variabili aleatorie Ft-misurabili è Ft-misurabile. Per dimostrare la Ft-misurabilità di It basta allora mostrare cheIt(n) è Ft-misurabile, per ognin ∈ N. Per la Definizione 5.8 di integrale stocastico di processi semplici, seX(n) è della forma (5.4) (con[a, b] = [0, t]) si ha It(n) = Rt

0Xs(n)dBs = Pk−1

i=0 Ci(Bti+1 − Bti), dove 0 = t0 < t1 < . . . < tk = t.

Per costruzione le variabili Cj e Btj sono Ftj misurabili e quindi Ft-misurabili, perché tj ∈ [0, t] per ogni j = 0, . . . , k, quindi anche It(n) è Ft-misurabile.

Mostriamo ora che vale la relazione di martingala:E(It|Fs) = Is q.c., per ognis < t.

Dato cheIt− Is= Js,t(X) =Rt

sXudBu, basta mostrare che

E(Js,t(X)|Fs) = 0 , q.c.. (5.21)

Per0 ≤ s < t ≤ T fissati, sia {X(n)}n∈N una successione di processi semplici in S[s, t] che convergono in M2[s, t] verso il processo ristretto {Xu}u∈[s,t], in modo cheJs,t(X(n)) → Js,t(X) in L2(Ω) (si ricordi la Proposizione 5.15). Grazie alla prima relazione in (5.7), valida per processi in S[s, t], sappiamo che E(Js,t(X(n))|Fs) = 0 per ogni n ∈ N. Dato che la speranza condizionale è un operatore continuo in L2, possiamo passare al limite in questa relazione, ottenendo (5.21). Dato che It=Rt

0XudBu ∈ L2(Ω) per ogni t ∈ [0, T ], per costruzione dell’integrale stocastico, abbiamo mostrato che il processoI = {It}t∈[0,T ] è una martingala di quadrato integrabile.

Mostriamo ora che il processo hIi = {hIit}t∈[0,T ] definito in (5.20) è effettivamente la variazione quadratica di I (si ricordi il Teorema 4.17). Omettiamo la verifica hIi è un processo crescente, continuo, adattato e nullo al tempo zero (esercizio), limitandoci a mostrare che il processo {It2− hIit}t∈[0,T ] = {It2−Rt

0Xu2ds}t∈[0,T ] è una martingala: con una semplice manipolazione algebrica, basta mostrare cheE(It2− Is2|Fs) = E(Rt

s Xu2|Fs) q.c., per ogni0 ≤ s < t ≤ T . Dato che I è una martingala, si verifica facilmente (si ricordi

Una successione convergente in L2(Ω) converge in probabilità, quindi ammette una sottosuccessione che converge q.c.; di conseguenza, la variabile aleatoria limite può essere scritta come limite puntuale della sottosuccessione, al di fuori di un evento di probabilità nulla.

la relazione (4.8)) cheE(It2− Is2|Fs) = E((It− Is)2|Fs); dato che It− Is= Js,t(X), resta Js,t(X) in L2(Ω). Grazie alla seconda relazione in (5.7), valida per processi semplici in S[s, t], la relazione (5.22) è verificata rimpiazzando X con X(n), per ogni n ∈ N. La validità della relazione (5.22) per ogni X ∈ M2[0, T ] segue allora passando al limite, notando che pern → ∞ e sfruttando la continuità della speranza condizionale inL1.

Entrambe le relazioni in (5.23) seguono dal seguente fatto generale: se (E, E, P) è uno spazio di probabilità e Yn→ Y in L2(E, E, P), allora Yn2→ Y2 in L1(E, E, P). Infatti

Mostriamo infine che esiste una modificazione del processoI = {It}t∈[0,T ]con traiettorie continue. Sia {X(n)}n∈N una successione di processi semplici in S[0, T ] che converge in M2[0, T ] verso X, cioè kX(n)− XkM2[0,T ] → 0 per n → ∞, a meno di estrarre una sottosuccessione, possiamo supporre che kX(n)− XkM2[0,T ]12n13. Di conseguenza, si ha kX(n)− X(n+1)kM2[0,T ]n13 per ogni n ∈ N, per la disuguaglianza triangolare.

Definendo It(n) := Rt

0Xu(n)dBu, il processo I(n) = {It(n)}t∈[0,T ] è una martingala di quadrato integrabile, per quanto visto nella prima parte della dimostrazione. Mostriamo ora che il processoI(n)è q.c. continuo. È facile verificare che per ogni 0 ≤ c < d ≤ T e 0 ≤ t ≤ T si haRt

01[c,d)(s) dBs= Bd∧t− Bc∧t (basta distinguere i tre casit < c, t ∈ [c, d) et > d e ricordare che x ∧ y := min{x, y}). Essendo il processo X(n)∈ S[0, T ] della forma (5.4) (con[a, b] = [0, T ]), per la linearità dell’integrale stocastico si ha

(It(n))(ω) =

5.3. L’INTEGRALE STOCASTICO COME PROCESSO 91

Per definizione di moto browniano, esiste C ∈ F con P(C) = 1 tale che la traiettoria t 7→ Bt(ω) è continua per ogni ω ∈ C. Dato che la funzione t 7→ ti∧ t è continua, segue che per ogniω ∈ C la traiettoria t 7→ (It(n))(ω) è continua. Questo mostra che il processo I(n) è q.c. continuo.

Dato che I(n) è una martingala di quadrato integrabile, il processo (I(n)− I(n+1))2 è una submartingala, per il Lemma 4.6. Dato che tale submartingala è q.c. continua, possiamo applicare la disuguaglianza massimale, cf. il Teorema 4.14, ottenendo

P dove l’ultima uguaglianza segue dall’isometria (5.10) dell’integrale stocastico, l’ultima disuguaglianza segue dall’ipotesi kX(n)− X(n+1)kM2[0,T ]1

n3 e dove abbiamo posto come al solito kf k:= sup0≤u≤T|f (u)|. Dato cheP

n∈N 1

n2 < ∞, per il lemma di Borel-Cantelli esiste un eventoA con P(A) = 1 tale che per ogni ω ∈ A si ha kI·(n)(ω) − I·(n+1)(ω)k

1

n2 per n grande, o più precisamente per n ≥ n0(ω), con n0(ω) < ∞. Applicando la disuguaglianza triangolare, per m ≥ n ≥ n0(ω) si ottiene

kI·(m)(ω) − I·(n)(ω)k ≤ è di Cauchy per k · k, quindi converge uniformemente pern → ∞ verso una funzione continua, che indichiamo conu 7→ Iu(∞)(ω). Ponendo Iu(∞)(ω) ≡ 0 per ω 6∈ A ∩ C, abbiamo definito un processoI(∞)= {Iu(∞)}u∈[0,T ] con traiettorie continue.

Resta solo da verificare che I(∞) è una modificazione di I. Fissiamo t ∈ [0, T ]. Per costruzione di I(∞), si ha It(n) → It(∞) q.c.. D’altro canto, per la Proposizione 5.15 si ha It(n) := J0,t(X(n)) → J0,t(X) =: It in L2(Ω), perché per costruzione X(n) → X in M2[0, T ]. Dato che una successione convergente in L2(Ω) ha una sottosuccessione che converge q.c., i due limiti sono q.c. uguali: si ha dunqueIt(∞)= It q.c..

Osservazione 5.19. Vale la pena sottolineare un aspetto importante, messo in luce nell’ultima parte della dimostrazione del Teorema 5.18. Dato X ∈ M2[0, T ], esiste una successione {X(n)}n∈Ndi processi semplici M2[0, T ] tali che q.c.

dove fissiamo una versione continua del processoRt

0XudBu. Più precisamente, qualunque successione di processi {X(n)}n∈Ntale che kX(n)− XkM2[0,T ]12n13 ha questa proprietà.

5.3.2. Tempi d’arresto e località. Vediamo ora due risultati molto utili.

Mostriamo innanzitutto che la relazioneRt

0XudBu =RT

0 Xu1[0,t)(u) dBu vale anche quando il tempo deterministico t è sostituito da un tempo d’arresto.

Proposizione 5.20. Sia X ∈ M2[0, T ] e sia {It = Rt

0XudBu}t≥0 una versione continua dell’integrale stocastico. Per ogni tempo d’arrestoτ tale che τ ≤ T q.c., vale la relazione:

Iτ = Z τ

0

XudBu = Z T

0

Xu1[0,τ )(u) dBu q.c., (5.24) dove (Iτ)(ω) := Iτ (ω)(ω), per ogni ω ∈ Ω.

In altri termini, considerare l’integrale stocastico It del processoX fino al tempo t e poi porret = τ è la stessa cosa che fare l’integrale stocastico del processo {Xu1[0,τ )(u)}u∈[0,T ]. (Si noti che la prima uguaglianza in (5.24) è solo una questione di notazioni.)

Dimostrazione. Il processo {1[0,τ )(u)}u∈[0,T ] è progressivamente misurabile, perché è continuo a destra e adattato: infatti si ha che 1[0,τ )(u) = 1{τ >u}(ω) è Fu-misurabile, perché {τ > u} = {τ ≤ u}c ∈ Fu. Si verifica immediatamente che il prodotto di processi progressivamente misurabili è progressivamente misurabile, e dato che 1[0,τ )(u) ≤ 1 segue che {Xu1[0,τ )(u)}u∈[0,T ] ∈ M2[0, T ]. Questo mostra che il membro di destra nella relazione (5.24) è ben definito. Chiaramente anche il membro di sinistra è ben definito q.c.: (Iτ)(ω) := Iτ (ω)(ω) per ogni ω ∈ Ω tale che τ (ω) ≤ T . Resta solo da mostrare che queste due variabili sono q.c. uguali.

Sia {τn}n∈Nuna successione di tempi d’arresto che assumono valori discreti, tali che τn↓ τ q.c. per n → ∞ (ridefinendo τncome τn∧ T , possiamo assumere che τn≤ T ). Supponiamo di aver dimostrato la relazione (5.24) per τn, cioè Iτn = RT

0 Xu1[0,τn)(u) dBu. Per n → ∞ si ha Iτn → Iτ q.c., poiché abbiamo fissato per ipotesi una versione di I con traiettorie continue. Dato che Xu(ω) 1[0,τn(ω))(u) → Xu(ω) 1[0,τ (ω))(u) per q.o. (u, ω), per convergenza dominata (|Xu(ω) 1[0,τn(ω))(u)| ≤ |Xu(ω)|) si ha X 1[0,τn)→ X 1[0,τ )in M2[0, T ], quindiRT

0 Xu1[0,τn)(u) dBuRT

0 Xu1[0,τ )(u) dBuin L2(Ω). Dato che una successione convergente in L2 ha una sottosuccessione convergente q.c., le due variabili aleatorie limite Iτ eRT

0 Xu1[0,τ )(u) dBusono q.c. uguali e la relazione (5.24) è dimostrata.

Sia {X(n)}n∈Nuna successione di processi semplici che converge verso X in M2[0, T ]. Supponiamo di aver dimostrato la relazione (5.24) con X(n) al posto di X, cioè Iτ(n)=RT

0 Xu(n)1[0,τ )(u) dBu, dove It(n) :=Rt

0 Xu(n)dBu. Se scegliamo X(n) in modo che kX(n)− XkM2[0,T ] 12n13, abbiamo visto nella dimostrazione del Teorema 5.18 che per q.o. ω ∈ Ω si ha la convergenza di It(n)(ω) per n → ∞ verso It(ω), (uniformemente) per ogni t ∈ [0, T ]; scegliendo t = τ (ω) si ha che Iτ (ω)(n) (ω) → Iτ (ω)(ω), cioè Iτ(n)→ Iτ q.c.. Analogamente, kX(n)1[0,τ )− X1[0,τ )kM2[0,T ]≤ kX(n)− XkM2[0,T ] 12n13, quindi anche RT

0 Xu(n)1[0,τ )(u) dBuRT

0 Xu1[0,τ )(u) dBuq.c.. Questo mostra che Iτ =RT

0 Xu1[0,τ )(u) dBuq.c., cioè la relazione (5.24).

Resta infine da dimostrare che la relazione (5.24) è verificata quando X è un processo semplice e τ assume un insieme discreto di valori: in questo caso l’integrale stocastico è dato dalla formula elementare (5.5) e la validità di (5.24) si verifica facilmente con un calcolo diretto.

Mostriamo infine che l’integrale stocastico, pur non essendo definito puntualmente per ogniω ∈ Ω, è tuttavia un operatore che agisce localmente. Dato un evento A ∈ F, diciamo che una proprietà vale “per q.o.ω ∈ A” intendendo che esiste N ∈ F con P(N ) = 0 tale che la proprietà vale per ogni ω ∈ A \ N .