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L’opera pioneristica del Confucius Sinarum Philosophus

Nel 1687 fu pubblicata un’opera pioneristica che raccoglieva gran parte del lavoro di traduzione ed esegesi compiuto dai gesuiti in quegli anni: Confucius Sinarum

Philosophus sive Scientia Sinensis Latine Exposita. Nel 1680 Couplet fu scelto per

tornare in Europa come delegato della missione cinese. Invitato a Parigi presso la corte di Lugi XIV (1638-1715), Couplet suscitò l’interesse del sovrano francese, particolarmente interessato ad ampliare l’influenza francese nelle missioni cattoliche estere, così da ottenere il benestare per l’organizzazione di una missione scientifica in Cina. In quello stesso periodo il francese Melchisédech Thevenot (1620–1692),75 responsabile della BiBibliothèque royale dal 1684, si mostrò particolarmente interessato alla pubblicazione delle traduzioni dei classici presentati da Couplet. Quest’ultimo accettò quindi di pubblicare le traduzioni in Francia, piuttosto che a Roma, e circa nel 1685 il Cardinale César d’Estrées (1628–1714) inviò una richiesta al papa per la concessione di pubblicazione.76 Trasferitosi a Parigi, Couplet, con il permesso del censore reale Louis Cousin (1627–1707), pubblicò il Confucius Sinarum Philosophus nel maggio del 1687 (Meynard 2015,15-17).77

Nel frontespizio l’opera viene presentata come un lavoro collettivo dei padri Prospero Intorcetta, Christian Herdtrich, François de Rougemont e Philippe Couplet mentre le prime pagine sono occupate da una dedica di Couplet al “cristianissimo” (Christianissimus) sovrano Luigi XIV. L’opera comprende: una mappa dell’impero cinese di Couplet; una prefazione redatta da Intorcetta e Couplet sulla cultura cinese (Proëmialis Declaratio); una biografia di Confucio (Confucii Vita) redatta da Intorcetta assieme ad una stampa di Confucio, probabilmente la prima immagine importata in Europa del maestro; la traduzione latina del Daxue (Magnae Scientiae), del Zhongyong (Medium Sempiternum) e del Lunyu (Ratiocinantium Sermones); una tavola cronologica

75 Thévenot, ad insaputa di Intorcetta, nel 1672 a Parigi pubblicò l’opera Sinarum Scientia Politoc-

Moralis, senza il testo cinese, all’interno del quarto volume de Relations de divers voyages curieux (1672) includendo la traduzione latina del Zhongyong, la biografia di Confucio e la corrispettiva traduzione francese.

76 Vedi “Lettera di Emanuel Schelstrate a Christian Mentzel, 20 Ottobre, 1685,” in Lucien Ceijssens

(1949), La correspondence d’Emanuel Schelstrate, préfet de la Bibliothèque Vaticane (1683–1692), Bruxelles e Roma: Institut historique Belge de Rome, pp. 182–183.

77 Il manoscritto originale è conservato presso la Bibliothèque Nationale de France. Si trovano anche

diverse copie in molteplici biblioteche europee come presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma o presso la biblioteca nazionale austriaca.

41 della storia cinese (Tabula Chronologica) ed una sinossi sui caratteri principali dell’impero cinese (Imperii Sinarum et Rerum in eo Notabilium Synopsis) compilati da Couplet.

Nonostante le traduzioni non siano state firmate dagli autori, Luo Ying (2016-11) evidenzia come la versione latina del Zhongyong fosse molto probabilmente basata sul testo Scientia Politico-Moralis di Intorcetta come si può evincere dalla corrispondenza tra la grafia del manoscritto e quella di altre opere o lettere di Intorcetta o dalla vicinanza tra le due traduzioni del Zhongyong nelle forme sintattiche e nella scelta del lessico.

Una differenza sostanziale nell’edizione di Parigi rispetto alle traduzioni precedenti risiede sicuramente nell’assenza del testo cinese dovuta alla mancanza di un numero sufficiente di caratteri per la stampa del Confucius Sinarum Philosophus, mentre si possono trovare annotati all’interno del manoscritto diversi caratteri o trascrizioni fonetiche. L’aggiunta, inoltre, di numerose partentesi esplicative, note e commenti in corsivo, particolarmente abbondanti all’interno della traduzione del Zhongyong, attribuiscono inoltre all’opera una funzione che esula dalla sola didattica della lingua classica cinese. Tali testi conservano infatti un vero e proprio carattere esegetico teso spesso a chiarificare determinati concetti o a consolidare interpretazioni dei classici anche attraverso il ricorso ad altri interpreti e commentari della tradizione cinese.

Influente in questo caso, come accennato precedentemente, è sicuramente la figura di Zhang Zhajuzheng, il cui nome è menzionato più volte in tutta l’opera.78

Alla fine della prefazione i gesuiti giustificano così l’impiego dei suoi commentari:

La ragione per cui ci piacque scegliere principalmente questo Interprete rispetto ad altri risiede nel fatto che i suoi commentari sono passati di mano in mano e sono tenuti in altissima considerazione dai missionari; e per quanto sia tra i più recenti, precisamente il più recente tra tutti, sembra che sia più degno degli altri per essersi servito meno delle novità illusorie degli altri. Lo seguiamo soprattutto per questa ragione.79

78 I gesuiti riportano inoltre di aver impiegato il commentario del letterato Ming Zhang Tongchu 張侗初

(1572-1630) come riferimento per la traduzione del Zhongyong. (Confucius Sinarum Philosophus, Proëmialis Declaratio, xxxvij)

79 Cur autem nobis eum potissimum Interpretem prae reliquis seligere placuit, in causa fuit, quod omnium

manibus eius commentarii terantur et praeconiis maxime celebrantur: et quamvis idem recentiores inter, proprè sit ominium recentissumus, minus tamen videtur tribuisse chimericis aliorum novitaibus, dignus vel ob hanc causam quem nos sequamur imprimis. (Confucius Sinarum Philosophus, Conclusio, Proemialis declaratio, cxiv)

42 Ancora, all’inizio della traduzione del Daxue i gesuiti evidenziano di aver seguito numerosi interpreti per il loro lavoro concedendo particolare enfasi al contributo di Zhang Juzheng:

Per quanto il commento appaia spesso copioso, il lettore deve sapere che non può essere paragonato, in estensione e volume, a quello dello stesso Interprete Zhang Colai che noi principalmente seguiamo. E, come già evidenziato altrove, seguiamo costantemente le sue orme: così, con l’eccezione di ciò che abbiamo inserito da altri autori per chiarezza ed erudizione, tutto il resto appartiene al nostro interprete. L’intero commento appartiene esclusivamente a Colai.80

Mentre quindi Intorcetta nel suo Sinarum Scientia Politico-Moralis aveva posto il

Sishujizhu di Zhu Xi come fonte principale della sua traduzione, nel caso del Confucius Sinarum Philosophus Zhu Xi non viene mai citato all’interno del testo se non in modo

apertamente critico. Considerando, infatti, che “the Jesuits feared the contamination of Zhu’s “materialistic” and “atheistic” philosophy in his interpretation of the Four Books” scelsero una figura come quella di Zhang Juzheng “who stayed at a distance from the metaphysics of the Song philosophers, and even affirmed some religious convictions.” (Meynard 2015,32)

Se si tiene a mente che il grande segretario seguì quasi fedelmente il commentario di Zhu Xi, la scelta dei gesuiti appare quindi dettata da questioni di ortodossia. Il tentativo era, difatti, quello di dimostrare l’esistenza di un confucianesimo delle origini incontaminato dalle espressioni “ateo-politiche” o “idolatre” del neoconfucianesimo e del buddismo del tempo. Inserendo quindi il confucianesimo all’interno della cornice di una Prisca theologia (età antica), i gesuiti avrebbero così provato la vicinanza della saggezza cinese a quella dimensione preevangelica propria del mondo della filosofia greca di Platone, Epitteto o Aristotele. Nel prossimo capitolo si tenterà di delineare alcuni aspetti e ragioni insiti nell’adozione dei gesuiti di questa particolare strategia di “adattamento”.

80 Quamvis subinde videantur copiosior explanatio, sciat Lector nèquaquam esse cum ipsius Interpretis

Cham Colai, quem precipuè sequimur, ubertate copiaque comparanda. Et huius quidem vestigiis, sicut alibi jiam significatum est, constanter insistimus: Itaque, si excipiantur ea quae vel eruditionis gratia vel claritas ex aliis eiusdem gentis Authoribus interseruimus, reliqua sunt Interpretes nostri. Tota inquam paraphrasis unius Colai est. (Confucius Sinarum Philosophus, liber tertius, 159)

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Figura 2Tabella riassuntiva delle traduzioni latine dei classici.

Pubblicazione Autore Titolo dell’opera Contenuti

1593 Michele Ruggieri/ Matteo

Ricci

Liber Sinensium

- Daxue (Tàschio, humana institutio)

- Zhongyong (Ciumyum, semper

in medio)

- Lunyu (Lunyium, de

consideratione)

- Diversorum autorum sententiae

- prima parte del Mengzi (Mentius).

1662

Inácio Da Costa,

Prospero Intorcetta Sapientia Sinica

- Confucii Vita - Daxue (Tá Hsiŏ)

- Primi cinque capitoli del Lunyu (Lún Yú)

1667–1669 Prospero Intorcetta Sinarum Scientia Politico- moralis - Confucii Vita - Zhongyong (Medium Constantem Tenendum ) 1687 Prospero Intorcetta, Christian Herdtrich, François de Rougemont, Philippe Couplet Confucius Sinarum Philosophus sive Scientia Sinensis Latine Exposita studio et opera

- Confucii Vita

- Daxue (Magnae Scientiae)

- Zhongyong (Medium

Sempiternum)

- Lunyu (Ratiocinantium Sermones)

- Tabula Chronologica)

– Imperii Sinarum et Rerum in eo

44 Figura 3 Ritratto di Confucio, Prefazione al Confucius Sinarum Philosophus, cxvi. Volume

conservato presso la Bibliothèque nationale de France (copia elettronica da http://www.fondazioneintorcetta.info consultato il14/05/2020).

45 Figura 4 Prima pagina dell’opera Confucius Sinarum Philosophus. Volume conservato presso

la Bibliothèque nationale de France (copia elettronica da http://www.fondazioneintorcetta.info consultato il14/05/2020).

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3. La figura di Confucio nella strategia di “adattamento” dei gesuiti