2. Gli obiettivi di efficienza 2015-‐2017
2.4. La centralità dell’investimento nel capitale umano
Il CNR ha sempre avuto fra le sue priorità la valorizzazione di tutte le professionalità di cui si avvale e nel contempo, l’accrescimento della capacità competitiva nell’ambito della gestione della ricerca pubblica. In questo contesto ora più che mai si rende necessario porre particolare attenzione alla risorsa rappresentata dal personale ricercatore e tecnologo.
È fondamentale, ad esempio, porre attenzione a quelle che sono le prospettive di carriera di ricercatori e tecnologi attraverso la programmazione di processi di crescita professionale, sempre nell’inquadramento di procedure selettive.
Il tema dello status giuridico del ricercatore è un aspetto altrettanto cruciale per il CNR, così come per tutti gli Enti del comparto ricerca, stante la disomogeneità di status, trattamento, diritti e doveri dei ricercatori nei comparti dell’università (non contrattualizzati), degli EPR (soggetti al CCNL della Ricerca) e del privato. Tale disomogeneità è vista generalmente come un problema serio che aumenta la frammentarietà e rende difficoltosa la mobilità. In tal senso è generalmente unanime il consenso sulla necessità di elaborare una proposta per la realizzazione di uno statuto della ricerca unico, che affronti i temi dei principi, dello stato giuridico, del trattamento economico, delle aree scientifiche, del reclutamento, della progressione di carriera e della mobilità. Il tutto che vada nella direzione di concedere più autonomia agli EPR, di snellimento delle procedure di reclutamento, del superamento delle piante organiche, dell’abolizione immediata del blocco del turnover.
La valorizzazione delle competenze
La figura del tecnologo si dovrà arricchire di quelle professionalità che permettano all’Ente di valorizzare al pieno i risultati della ricerca. Questo processo potrà concretizzarsi con la strutturazione di programmi di formazione ad hoc che permettano di ottenere il massimo dagli output delle attività svolte dai ricercatori.
Anche le procedure di reclutamento dovranno essere oggetto di procedure mirate, ricorrendo, ad esempio a canali che garantiscono l’eccellenza, quali le assunzioni per meriti straordinari previste dal nostro ordinamento.
Altro punto di forza dovrà risiedere nel favorire la mobilità del ricercatore, che ha come ovvio risultato non solo la creazione di network, fondamentali per attività di ricerca di qualità, ma che costituiscano una importante crescita professionale e l’instaurazione di collaborazioni importanti per l’avanzamento della conoscenza.
Il patrimonio costituito dalle risorse umane deve essere preservato. A questo fine il CNR ha intenzione di introdurre una nuova figura nel suo organico, ovvero il ricercatore o tecnologo emerito, dando vita ad nuova comunità di saperi preziosa e insostituibile per l’Ente.
Infatti, valorizzare la ricerca è sempre meno un’azione separata, e sequenziale, rispetto alla generazione di conoscenza o alla risposta diretta a una domanda o a una commessa di ricerca. Puntare al successo nelle azioni di valorizzazione implica una visione unitaria e integrata dei processi che sono sottesi all’intero ciclo produttivo della ricerca. Una visione che sia in grado di anticipare, già nella fase della progettazione e programmazione, un’attenzione verso i possibili utilizzi e sia in grado di cogliere le opportunità e affrontare e superare i potenziali ostacoli. Il cardine di tale azione poggia su una professionalità dei ricercatori e tecnologi estesa a campi e competenze che non possono essere demandati ad altri, se non per specifiche esigenze o conoscenze specialistiche. Il CNR deve essere in grado di fare leva sulla vastità e distribuzione delle proprie competenze interne, e delle relazioni e reti esterne, in coerenza con i moderni paradigmi del
crowdsourcing e dell’open innovation, per costruire un sistema in grado di guidare e accompagnare
con flessibilità la valorizzazione e dare concretezza agli indirizzi statutari e regolamentari. I processi di valorizzazione, infatti poggiano su tre pilastri che, partendo dalla capacità, e le modalità, di produzione di risultati scientifici e tecnologici di interesse per gli utilizzatori, si avvalgono di strutture e competenze professionali per realizzare le iniziative vere e proprie di trasferimento, che di norma non seguono percorsi standard e sempre di più richiedono adattamenti a contesti e problemi specifici, curando in ogni caso il ritorno sull’Ente, sotto forma di benefici economici o di input per attività future.
Si sta progressivamente superando il tradizionale dualismo tra le carriere scientifiche vere e proprie e le funzioni maggiormente vocate alla collaborazione e alla consulenza. Il CNR è nella posizione di accrescere il patrimonio di competenze dei propri ricercatori, rafforzandone una diffusa capacità di ricercatore/trasferitore con opportune azioni di formazione e con il supporto di specifiche conoscenze incardinate su tecnologi, non a caso una figura che è stata recentemente introdotta dalla riforma nelle università. La correlazione registrata tra eccellenza scientifica e capacità (e interesse) a trasferire, accompagnata da modalità di mobilità e interscambio tra i diversi ambienti di ricerca, costituisce una forte motivazione per puntare all’eccellenza nel reclutamento e al sostegno su sviluppi di carriera basati sul merito e sul riconoscimento della pluralità delle funzioni svolte.
Questo sarà affiancato da un monitoraggio e una tracciabilità delle diverse attività, confrontato con le risorse impiegate e con i contesti disciplinari, geografici ed economici in cui si opera, che siano propedeutici a processi di valutazione che abbiano l’obiettivo sia di premiare il merito, sia di sostenere e intervenire sulle realtà più problematiche al fine del miglioramento complessivo della performance misurata sulle opportune scale temporali.
Investire sul capitale umano, ringiovanendo e qualificando ove possibile la struttura del personale, non significa però rinunciare all’opportunità costituita da ricercatori altamente professionalizzati che, giunti al termine della loro carriera, costituiscono una risorsa sia verso il sistema economico,
come nel caso di posizioni equivalenti a quelle dei business angel, sia all’interno dell’Ente a supporto della trasmissione delle conoscenze e della qualificazione dei gruppi di ricerca. Formalizzare in maniera più stabile queste collaborazioni, istituendo la figura del ricercatore o tecnologo emerito, rappresenta quindi un obiettivo per rendere più stabili e proficui i rapporti di collaborazione.
Le azioni previste da H2020 e dal nuovo PNR, ponendo al centro una nuova relazione tra ricerca e innovazione e finalizzando quest’ultima alla realtà, alla competizione e al mercato, sono coerenti con questo disegno e costituiscono un terreno condiviso e foriero di un contesto favorevole anche ai fini del supporto economico alle iniziative dell’Ente.
Le politiche di formazione del personale
Per quanto detto, la formazione, la crescita professionale e l’internazionalizzazione delle competenze del personale in servizio sono ritenute dal CNR fondamentali ed essenziali nell’ambito della programmazione e gestione delle risorse umane. L’Ente intende quindi proseguire nell’attuazione di percorsi formativi che valorizzino tutte le professionalità di cui si avvale e nel contempo, accrescano la capacità competitiva nell’ambito della gestione della ricerca pubblica.
Gli interventi formativi che vengono proposti tengono conto delle previsioni degli articoli 51 e 61 del CCNL relativo al personale del Comparto delle Istituzioni e degli Enti di Ricerca e Sperimentazione del 21.02.2002, degli articoli 7-‐bis e 57 del D.Lgs. n. 165/2001 e dei più recenti interventi normativi che sollecitano di fatto tutte le Pubbliche Amministrazioni ad una formazione mirata e continua del proprio personale. Tali interventi vengono inoltre programmati in ottemperanza a quanto dettato dall’art. 6 comma 13 del D.L. n. 78/2010 che, in un’ottica di forte contenimento delle spese dispone che le Amministrazioni Pubbliche svolgano prioritariamente l'attività di formazione tramite la Scuola superiore della pubblica amministrazione ovvero tramite i propri organismi di formazione.
I piani formativi elaborati annualmente mirano ad assicurare al personale in servizio strumenti e supporti necessari all’avvio e al proseguimento dell’attività professionale in un’ottica di accrescimento delle competenze amministrative, tecniche, scientifiche e per il trasferimento tecnologico, attraverso corsi di contenuto generale, necessari al potenziamento e sviluppo delle specifiche competenze delle strutture e percorsi specifici di accrescimento e sviluppo delle diverse professionalità presenti nelle strutture dell’Ente. I piani tengono, inoltre, conto delle iniziative di formazione e sviluppo professionale proposte dai Dipartimenti dell’Ente, come stabilito nello stesso Statuto del CNR.
L’intera gestione del ciclo della formazione del personale del CNR tende, inoltre, anche al raggiungimento di obiettivi di efficienza.
In questa ottica, ed alla luce della rapida evoluzione del contesto in cui opera l’Ente, la progressiva contrazione delle risorse destinate a finanziare le attività formative dettata dalle suddette norme di contenimento della spesa e le recenti innovazioni introdotte dal DPR n. 70 del 2013 sul Riordino del Sistema di Reclutamento e Formazione dei Dipendenti Pubblici e delle Scuole Pubbliche di
Formazione, hanno comportato la necessità di provvedere alla riorganizzazione del processo di gestione della formazione del personale del CNR.
In data 25 settembre 2014, infatti, con deliberazione n. 176/2014, il Consiglio di Amministrazione ha approvato il “Disciplinare in materia di formazione per il personale dipendente del Consiglio Nazionale delle Ricerche; esso è redatto in coerenza con l’attuale contesto normativo ed è maggiormente aderente ai principi di efficacia ed efficienza della programmazione della formazione del personale, ispirandosi al criterio generale dell’effettiva corrispondenza tra la programmazione della formazione del personale e le effettive esigenze formative delle singole strutture CNR.
Il Piano di formazione del personale 2015 -‐ 2017
Il vigente ordinamento prevede che le pubbliche amministrazioni adottino, entro il 30 giugno di ogni anno, un Piano Triennale programmatico della Formazione, per il triennio successivo. A tale obbligo il CNR si è allineato con la deliberazione n. 152/2014, approvando il Piano di Formazione 2015–2017. Nell’intento di rafforzare la formazione intesa come leva strategica per la valorizzazione e il potenziamento delle competenze, in quanto irrinunciabile elemento di gestione delle risorse umane e intellettuali dell’Ente, è stata accolta con favore la sollecitazione normativa a gestire la stessa attraverso una programmazione di lungo periodo.
Il triennio in questione si sostanzierà con la valorizzazione della progettazione formativa, come strumento orientato a garantire la personalizzazione degli interventi, attraverso un deciso investimento in termini di impegno relazionale ed il coinvolgimento diretto dei Direttori/Dirigenti/Responsabili di Struttura, al fine di rafforzare una cultura della collaborazione nei processi di progettazione degli interventi di sviluppo delle risorse umane.
Ritenuto tuttavia troppo ampio l’orizzonte triennale per una corretta programmazione delle attività formative, nella redazione del Piano Triennale è ricompresa anche la programmazione annuale della formazione dove si illustreranno le aree di intervento, i contenuti e gli obiettivi delle iniziative formative, il tipo di docenza e i destinatari.
La prima fase del nuovo sistema di gestione della formazione è quella della rilevazione annuale dei fabbisogni formativi del personale. Questa fase richiede la preliminare ricognizione, da parte dei Direttori/Dirigenti/Responsabili, degli obiettivi strategici ed operativi di tutte le strutture dell’Ente, l’identificazione delle attività da realizzare per il raggiungimento di tali obiettivi e, di conseguenza, la definizione dei bisogni formativi ritenuti indispensabili per potenziare le competenze coinvolte in tali attività.
La rilevazione dei fabbisogni finalizzata alla programmazione della formazione 2015 è stata effettuata mediante un’applicazione informatica appositamente disegnata dall’Ufficio Formazione e sviluppata dalla SPR Reti e Sistemi Informativi, all’interno della Intranet dell’Ente.
Tale rilevazione, avviata con la Circolare CNR n. 36/2014, è stata condotta, in questo anno di avvio sperimentale del nuovo processo, nel periodo dicembre 2014 -‐ febbraio 2015, ma a regime essa verrà condotta nell’autunno di ogni anno per la programmazione dell’anno successivo.
La sistematica ricognizione del reale fabbisogno formativo interno assicura un più efficace ed efficiente sviluppo delle risorse umane, in un’ottica di valorizzazione delle competenze e delle conoscenze del personale, attraverso l’avvio di percorsi formativi strettamente correlati agli obiettivi delle strutture.
Si prevede, a tal proposito, una stretta collaborazione tra l’Ufficio Formazione, le strutture della rete scientifica, i Dipartimenti e gli altri Uffici/Strutture dell’amministrazione centrale, anche attraverso il diretto coinvolgimento di una rete di referenti della formazione, istituita con Circolare CNR n. 15/2015.
Nell’ottica di consentire una programmazione partecipata delle iniziative formative rivolte al personale, la suddetta rete sarà chiamata a fornire all’Ufficio Formazione il necessario e continuo supporto, nella fase relativa all’analisi dei fabbisogni formativi e alla definizione dei percorsi formativi che ne scaturiranno, nonché per le fasi successive inerenti la realizzazione e la valutazione dei programmi di formazione attuati.
L’Ufficio Formazione ricoprirà, in linea generale, un ruolo di coordinamento e di supporto a tutte le altre Strutture CNR per lo svolgimento delle attività relative alla programmazione e alla realizzazione e valutazione della formazione del personale.
Anche per sopperire alla minore disponibilità di risorse finanziarie da destinare alla formazione, si promuoverà sempre di più, nel triennio di riferimento, l’integrazione della formazione tradizionale in aula con nuove metodologie di erogazione e trasferimento delle conoscenze (es. streaming, e-‐learning, ecc.). In aggiunta a quanto citato, l’Ente si avvarrà in misura sempre maggiore di docenze interne per l’erogazione della formazione, nell’ottica della valorizzazione delle professionalità interne e della razionalizzazione delle spese.
Le iniziative formative programmate verranno erogate nelle modalità ritenute più idonee in relazione ai contenuti, alla tipologia e al numero di partecipanti, soprattutto per quelle riguardanti tematiche ad interesse trasversale, curate centralmente dall’Ufficio Formazione.
I percorsi formativi maggiormente rilevanti saranno sottoposti ad azioni di valutazione dell’efficacia, in termini di arricchimento delle conoscenze, delle capacità, del cambiamento nei comportamenti sul lavoro, nell’applicabilità degli apprendimenti nel lavoro quotidiano, ecc.
Particolare attenzione verrà attribuita alla formazione non discrezionale, ovvero obbligatoria per legge, in materie fondamentali come la sicurezza sul luogo di lavoro, la difesa e tutela della privacy, trasparenza e integrità, anticorruzione, ecc. La formazione obbligatoria sarà coordinata dall’Ufficio
Formazione e, sarà pianificata, progettata e realizzata, ove possibile, in collaborazione con gli Uffici, le Strutture e gli altri Organismi dell’Ente competenti per materia.
Altre iniziative formative
L’Ente parteciperà, come consuetudine, al corso annuale organizzato dal CODIGER, la Conferenza permanente dei Direttori Generali degli Enti di Ricerca.
Gli incontri mirano all’approfondimento di temi di attualità, con la prospettiva di: individuare criteri, metodi e soluzioni idonei a dare le migliori risposte ai problemi di integrazione tra ricercatori e struttura tecnico-‐amministrativa; comprendere i cambiamenti profondi del sistema, consentire il dialogo ed una conoscenza con chi ha responsabilità di governo e con gli stakeholder, costruire una rete salda di legami professionali ed umani, fornire strumenti e metodi per la soluzione dei problemi immediati; favorire il confronto tra gli Enti Pubblici di Ricerca su temi di maggiore attualità ed identificare possibili prospettive di linee evolutive per il sistema ricerca, per il ruolo fondamentale che ha nello sviluppo culturale ed economico del Paese.
Si realizzerà inoltre la seconda edizione del percorso di formazione manageriale orientato alle esigenze specifiche dei Direttori di Istituto del CNR, già realizzato nel corso del 2014 per venti Direttori di Istituto del CNR, in collaborazione con altri Enti di ricerca, e finanziato dall’INPS.
Questa seconda edizione, libera dai vincoli di progettazione previsti per la precedente, sarà disegnata in base alle specifiche esigenze dei Direttori di Istituto e rivolta ai direttori di più recente nomina. L’obiettivo è quello di fornire, attraverso l’applicazione di una metodologia di formazione innovativa, i principali strumenti per una gestione manageriale degli Istituti nell’ottica dell’innovazione dei processi organizzativi e gestionali interni.
Il percorso di formazione, che si svolgerà nell’arco di sette mesi, sarà incentrato ancora una volta sulle seguenti tematiche: il sistema della ricerca in Italia e la pianificazione strategica; la pianificazione operativa e la gestione delle risorse finanziarie; la gestione dei processi e dei progetti; le competenze organizzative; acquisti, contratti e gare d’appalto, la gestione delle risorse umane.
Parallelamente si realizzerà nel corso del 2015, in collaborazione con la Fondazione IRSO -‐ Istituto di Ricerca Intervento sui Sistemi Organizzativi, un ciclo di workshop, rivolto ai Direttori di Dipartimento sulle seguenti tematiche: trasferimento tecnologico; finanziamento della ricerca e rapporti con la Comunità Europea; organizzazione della ricerca; internazionalizzazione della ricerca.
Tale percorso prevede l’approfondimento di scenari, policy e strategie, nonché di best practices relativi ai temi di riflessione di volta in volta proposti, che saranno affrontati principalmente dal punto di vista del loro funzionamento organizzativo. La presenza di testimoni interni e di enti stranieri consentirà l’analisi di esperienze maturate rispetto alle tematiche oggetto di discussione.