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LA COOPERAZIONE AGRICOLA E AGROALIMENTARE

CAPITOLO 4: LE COOPERATIVE VITIVINICOLE TRA TRADIZIONE ED EFFICIENZA: UNA

4.2 LA COOPERAZIONE AGRICOLA E AGROALIMENTARE

Al termine del 2013 in Italia sono state registrate circa 81.500 cooperative attive e il 13% di queste sono legate al settore agroalimentare (10.239 imprese).

Cooperative presenti nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio

L’analisi svolta ha evidenziato come i soci conferitori e le cooperative di trasformazione di materie prime sono state in grado di creare un valore di 11.7 miliardi di euro che corrisponde a circa il 25% del risultato economico raggiunto dall’insieme del sistema cooperativo nazionale (Euricse, 2014).

Il lavoro svolto ha riguardato solamente le imprese obbligate a inserire i dati contabili nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio operando quindi una lieve

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delimitazione dello spazio d’analisi operato. La rielaborazione di questo dati ha evidenziato come l’apporto del sistema delle cooperazione a livello nazionale contribuisca per oltre il 60% nella formazione del valore del settore primario dell’intera economia italiana.

La percentuale va invece a toccare anche vette del 70% nella grande distribuzione e del 10.5% nell’impresa alimentare e delle bevande.

I risultati delle cooperative impegnate nel settore della trasformazione di prodotti agricoli a livello di valore medio nella produzione evidenziano risultati migliori rispetto anche alle spa per quanto riguarda imprese con dimensioni elevate.

Le prime infatti sono state in grado di generare un valore di 247,2 milioni di euro contro i soli 185,3 delle spa.

All’interno del panorama nazione delle imprese l’importanza delle cooperative viene evidenziato dai dati presi in esame.

Essendo le imprese spa caratterizzate da un prevalente orientamento verso la ricerca del profitto è evidente come esiste una notevole diversità sul piano della dimensione media tra le imprese cooperative e le srl per quanto riguarda il valore della produzione (7,8 milioni di euro per le cooperative e 3,8 per le srl) alla luce anche del valore della produzione dell’impresa media dell’intera industria alimentare di 2 milioni di euro.

Quota di mercato per classe di fatturato e forma d’impresa (in %) - Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Quota di mercato per classe di fatturato e forma d’impresa (in %) - Industria alimentare

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Produzione media per classe di fatturato e forma d’impresa (in migliaia di euro) - Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Produzione media per classe di fatturato e forma d’impresa (in migliaia di euro) - Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

L’apporto economico offerto a livello nazionale dalle cooperative va associato anche al tema dell’occupazione generata.

Le cooperative del settore agroalimentare sono state in grado di fornire occupazione a circa 177.000 persone e circa il 41.8 % sotto forma di contratti a tempo indeterminato (INPS, 2014).

I dati ricavi dall’analisi delle ULA26 dipendenti e indipendenti degli occupati in campagna

dalle cooperative agricole fanno emergere l’importanza che queste imprese hanno in alcune attività come può essere la raccolta della frutta per le imprese agricole legate al mondo delle cooperazioni.

Le unità lavorative annue stimate impiegate direttamente nel settore sono oltre 362.000 alle quali si devono sommare ulteriori 40.000 derivanti dalle cooperative attive nel settore dell’alimentare e delle bevande.

I dati legati all’occupazione strettamente correlati con le cooperative del settore agricolo raggiungono le 400.000 unità lavorative annue che corrispondono ad oltre il 35% del totale delle cooperative nazionali.

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Addetti delle cooperative nei settori agricolo e dell’industria alimentare e delle bevande

L’importanza delle cooperative agroalimentare è visibile anche osservando il capitale investito.

I dati relativi al capitale investito dalle cooperative agroalimentari pongono un chiaro indizio sulla loro rilevanza.

Dalla comparazione con le informazioni derivanti dalle società di capitali è possibile vedere come esista una notevole differenza per quanto riguarda le risorse finanziarie. Le attività iscritte a bilancio infatti tra i due soggetti differiscono in modo significativo (23,3 miliardi di euro per le cooperative e 85,2 per le società di capitali).

Capitale investito dalle cooperative e dalle società di capitali nei settori agricolo e dell’industria alimentare e delle bevande

Fonte: elaborazione su dati Aida, 2015

Vendite

Cooperative 21%: 23,3 miliardi di euro Società di capitali 79%: 85,2 miliardi di euro

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Coefficiente di capitale investito dalle cooperative per classe di fatturato e forma d’impresa - Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di capitale investito dalle cooperative per classe di fatturato e forma d’impresa - Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

La lettura dei dati a bilancio ci consente di notare un altro aspetto importante come una patrimonializzazione meno marcata da parte delle cooperative a confronto con le altre tipologie d’impresa prese in esame, in particolar modo se comparata anche con il livello dimensionale.

Questo tuttavia non risulta essere un problema per le cooperative dato la loro volontà, come accennato in precedenza, di proseguire in un continuo piano di crescita che passa inevitabilmente attraverso una strategia d’investimento continua.

Analizzando in dettaglio i motivi è possibile osservare come questa tipologia d’impresa sia legata (almeno per il settore agroalimentare) a processi che sono posizionati più a valle e questo rende necessario un minor numero di investimenti dato che la maggior parte vengono fatti nelle rispettive imprese dai singoli soci.

È possibile inoltre notare dall’analisi dei bilanci come esiste un elevato grado di solidità delle cooperative che permette loro di coprire gli investimenti fatti ricorrendo al capitale proprio riuscendo quindi ad assumere un comportamento analogo a quello delle società di capitali.

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Coefficiente di patrimonializzazione per classe di fatturato e forma d’impresa Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di patrimonializzazione per classe di fatturato e forma d’impresa Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di solidità per classe di fatturato e forma d’impresa – Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di solidità per classe di fatturato e forma d’impresa - Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Sottoponendo ad un’analisi della liquidità è possibile notare come esiste una sostanziale differenza fra le cooperative impiegate nella lavorazione di prodotti agroalimentari e le società di capitali. L’indice di liquidità evidenzia questa diversità in modo evidente; 0,61 delle cooperative contro l’0,89 delle spa e 0,86 delle srl.

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Questa situazione si ripresenta se l’analisi coinvolge imprese dalle dimensioni diverse e anche nell’ipotesi che vede considerare nel calcolo il valore corrispondente alle merci in magazzino all’interno.

Coefficiente di liquidità per classe di fatturato e forma d’impresa - Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di disponibilità per classe di fatturato e forma d’impresa - Agricoltura

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di liquidità per classe di fatturato e forma d’impresa - Industria alimentare

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Coefficiente di disponibilità per classe di fatturato e forma d’impresa - Industria

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, 2015

Al fine di realizzare un’analisi completa è necessario porre a confronto le diverse tipologie d’impresa attraverso l’utilizzo di strumenti in grado ti tener conto della diversa fisionomia e degli obbiettivi prefissati.

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Attraverso questa metodologia di lavoro è possibile osservare come le cooperative operanti nell’agroalimentare presentino risultati in termini di redditività del tutto comparabili con le altre forme d’impresa prese in esame.

Partendo da queste ipotesi è necessario non utilizzare il Return on Investment (ROI) e Return on Equity (ROE) in quanto fornirebbero dei risultati parziali ma servirsi di una tecnica che prevede la divisione del coefficiente di valore aggiunto generato dall’impresa produttiva.

Utilizzando la stessa metodologia per ottenere il valore aggiunto nelle diverse imprese è possibile osservare come il risultato ottenuto dalle cooperative (0,146) sia inferiore rispetto a quello delle società di capitali (0,211).

Coefficiente di valore aggiunto nei settori agricolo e dell’industria alimentare e delle bevande per tipologia d’impresa