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STRADON DEL VIN FRIULARO; TRA STORIA E NATURA

CAPITOLO 5: LA CANTINA SOCIALE DEL CONSELVANO

5.2 STRADON DEL VIN FRIULARO; TRA STORIA E NATURA

L’aiuto fornito dalla Cantina tuttavia, non si limita ad un semplice aspetto economico ma si inserisce in un più ampio scenario di crescita dell’intera comunità locale. Ancora oggi la crescita dell’area del conselvano e della cooperativa risultano fortemente legati. L’impegno profuso nella creazione e valorizzazione dello “Stradon del Vin Friularo” è il chiaro esempio di come la Cantina intenda programmare un futuro indissolubilmente legato al suo territorio.

5.2 STRADON DEL VIN FRIULARO; TRA STORIA E NATURA

Lo Stradon del Vin Friularo fa risalire le sue origine già ai tempi della Repubblica di Venezia che utilizzava questo nome per indicare la “Conselvana” un’antica via romana che scende da Padova ed attraversava diversi comuni (tra cui Conselve) fino ad arrivare a Bagnoli.

Proprio lungo questa strada si sviluppa lo “Stradòn Friularo”, così denominato chiamato un tempo nel tratto fra Conselve e Bagnoli, come si rileva dalle carte più antiche. Nel 168 a.C. questa via romana era detta Popilia, dal console Caio Popilio che a Cartura aveva un accampamento fortificato.

In epoca romana quest’area (tra Conselve e Padova) costituiva una delle 18 suddivisione affidate ai coloni che prendevano il nome di Centurazioni venete.

La definizione dei confini territoriali era dettata da elementi geografici in particolare quelli idrogeologici dato che nella divisione delle aree veniva prestata maggiore attenzione al percorso naturale della rete fluviale rispetto alle strade costruite nel tempo.

L’importanza storica della via e dei prodotti vitivinicoli è apprezzabile anche attraverso gli scritti del poeta dialettale Ludovico Pastò che oltre ad essere ricordato come un importante medico era anche un buongustaio della Bagnoli di fine 1700. È importante inoltre evidenziare come l’importanza e la rinomanza dei vini prodotti fondi le sue origini ben prima del XVIII secolo. Già dal 1000 infatti è documentato come le classi nobiliari di Padova e Venezia erano solite consumare e amare i vini prodotti in quest’area che ha avuto una crescita importante anche grazie l’apporto dei monaci di Bagnoli.

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Anche nel 1928 con la realizzazione di un locomotore elettrico, in sostituzione della vecchia vaporiera del 1884, si è voluto evidenziare l’importanza della via che collega Padova con Bagnoli.

Era usanza del tempo, che il sabato al termine del il mercato, i laureandi prendessero il tram al Caffè Pedrocchi di Padova e viaggiassero fino al capolinea, per raggiungere Bagnoli e bere qualche bicchiere di buon vino. Ad oggi il servizio tram non esiste più ma sono ancora visibili lungo l’antico percorso i 3 caselli tipici.

Lo “Stradon del Vin Friularo” identifica quindi un percorso all’interno di un territorio dal forte carattere storico ed in grado di tramettere il legame con la natura e con tutti gli elementi dell’ambiente rurale. Nel viaggio si ha modo di conoscere le tradizioni antiche e gli aspetti culturali che lo contraddistinguono unita alla possibilità di ammirare le opere di Tiepolo, Tintoretto e Bonazza o le ville patrizie, le chiese o i monasteri presenti nell’intera area.

I casoni

Lo Stradon del Vin Friularo si contraddistingue per la presenza di strutture architettoniche e per un paesaggio tranquillo all’interno del quale è possibile vedere ancora i casoni che fino al ‘800 caratterizzavano tutta l’area della Bassa Padovana. Queste strutture erano utilizzate come abitazioni per i contadini, fienili o stalle e presentavano una particolare copertura di canne di paglia pendenti.

Alcune di queste erano costruite con mattoni cotti che andavano a costituire sia la muratura interna che esterna della struttura (per i più ricchi) anche se la stragrande maggioranza si caratterizzava per muri bassi, coperture ottenute con paglia o altre piante palustri rette da un intreccio di pertiche. Altri elementi distintivi erano le finestre di piccole dimensioni (60 x 100 cm), una cucina dotata di camino, un’illuminazione con il lume a petrolio o candela e l’assenza di pavimentazione (solo terra battuta). All'interno era presente inoltre un focolare con la cappa, un piccolo acquaio e le mensole per gli utensili.

127 I castelli

In epoca medievale nell’intera area della provincia di Padova erano presenti oltre 100 castelli con torri, rocche, cinte murarie e fossato che dovevano fungere da protezione della città e di tutti gli abitanti delle campagne circostanti dalle incursioni nemiche. All’interno dell’area dello “Stradon del Vin Friularo”, come dimostra la documentazione torica, erano presenti strutture fortificate nei comuni di Monselice, Bagnoli, Battaglia, Agna, Bovolenta, Candiana, Pernumia, Cartura, Due Carrare, Maserà, Borgoforte, Conselve e Tribano che nel tempo furono più volte distrutte e ricostruite per l’importante ruolo strategico difensivo che ricoprivano.

Il loro ruolo nel corso del tempo andò a mutare, trasformandosi da mere strutture difensive a fulcro della vita quotidiana della società come in epoca precedente lo erano i monasteri.

L’agriturismo

Attraverso la conoscenza dello “Stradon del Friularo” il turista ha modo di trovare numerosi agriturismi che identificano la nuova ristorazione rurale: cucina casereccia con prodotti locali e in molti casi biologici, con allevamenti di polli oche anatre e conigli. È possibile per i turisti anche soggiornare o fare una breve vacanza godendosi l’ambiente naturale e in alcuni casi sfruttare la possibilità fare equitazione. Anche se è a tavola che l’agriturismo dà il meglio di sé offrendo una proposta culinaria completa in grado di valorizzare le peculiarità gastronomiche locali.

Cibi semplici ma dai sapori forti che richiamano a seconda del piatto il Friularo normale, il Friularo Riserva, il Friularo da vendemmia tardiva e il Friularo Passito.