• Non ci sono risultati.

La cosmologia e le origini del fraintendimento

Nel documento Karl R. Popper lettore dei presocratici (pagine 171-183)

la lettura popperiana degli altri presocratic

2. La riscoperta di Senofane

2.1 La cosmologia e le origini del fraintendimento

Il saggio Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua

grandezza 51 costituisce uno sforzo dell'ultimo Popper, in parte rimasto

incompiuto 52, di delineare organicamente i tratti della riscoperta di Senofane e della sua centralità in riferimento alla fondazione dell'Illuminismo greco, dell'epistemologia e della teoria della conoscenza.

Le radici del tradizionale fraintendimento del pensiero senofaneo sono dovute alla critica del più giovane contemporaneo Eraclito in B 40, che Popper traduce 53 rilevando come, al di là del sarcasmo, il frammento contribuisca a rivelare la percezione di una centralità del pensatore di Colofone nel mondo antico e consenta di asserire che Eraclito non considerasse Pitagora uno sciamano dal momento che lo colloca accanto a Senofane, strenuo oppositore dello sciamanesimo, secondo la testimonianza di Cicerone 54.

La leadership senofanea in seno all'antico Illuminismo può spiegare il tentativo di rimuoverla. "Conosciamo troppo bene il luogo comune in virtù del quale non si può essere un vero filosofo a meno di disprezzare l'Illuminismo per la sua completa mancanza di profondità, in contrapposizione all'Essenza di tutta la vera Filosofia" 55. Il bersaglio della polemica è lo storicismo hegeliano: "se si è un filosofo, si deve

51

KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., pp. 63-103.

52

Cfr. la precedente nota 33.

53

Cfr. KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., p. 64: "Sapere tutto non aiuta a conoscere nulla. Poiché non ha aiutato a conoscere né

Esiodo, né Pitagora, né Senofane, né Ecateo".

54

Cfr. ibid.: "Senofane, secondo la testimonianza di Cicerone, era l'unico che fermamente ripudiò la pratica

della divinazione". Il rif., nota 5 p. 98, è a CIC., De Divinatione, 1, 3, 5 (= DK 21 A 52).

55

essere profondi. Si deve tentare di raggiungere quell'elevata profondità che Hegel si attribuiva" 56.

Invece Senofane riuscì per Popper ad anticipare le idee dell'Illuminismo europeo, ma senza successo, poiché visse in un'epoca in cui le idee erano funzionali all'accrescimento del potere religioso e politico, come rivela il "gusto profetico" 57 della riflessione eraclitea che ha contribuito a preservarne i contenuti dall'accusa di superficialità.

La cosmologia senofanea fu largamente fraintesa e i suoi critici accusarono l'autore di stoltezza. La difesa posta in essere da Galeno rivela però che le critiche provenivano da una tradizione che Popper definisce "contraria" 58 a Senofane e all'Illuminismo. "Credo che uno dei più importanti risultati di Senofane fu che anticipò e rappresentò con vigore tutte le principali concezioni dell'Illuminismo europeo. Tra queste vi era l'idea di combattere per la verità contro l'oscurità; di parlare e scrivere chiaramente e con semplicità; di ricorrere all'ironia e soprattutto all'auto-ironia; di evitare di atteggiarsi a pensatore profondo; di guardare criticamente alla società; di osservare il mondo con stupore e contagiosa curiosità" 59.

Senofane ereditò la metodologia auto-critica dalla tradizione ionica e si inserì nel dibattito cosmologico tra Anassimandro e Anassimene, schierandosi con Anassimandro. Popper riporta in greco e traduce il frammento B 28 60, corredato da una rettifica della rappresentazione

56 Ibid. 57 Ivi, p. 65. 58 Ibid. 59 Ivi, pp. 65-66. 60

(1) Cfr. ivi, DK 21 B 28, p. 68: "ga…hj mὲn tÒde pe‹raj ¥nw par¦ possˆn Ðr©tai/ ºšri prospl£zon, tÕ k£tw d'™j ¥peiron „kne‹tai"; "Ai nostri piedi possiamo vedere come la Terra con il suo limite superiore viene a contatto con l'aria; con l'estremo inferiore si estende verso l'Apeiron".

(2) Cfr. DK 21 B 28 ne I presocratici, a cura di G.REALE, op. cit., p. 307: "Questo limite superiore della

grafica di Cleve 61 e un tentativo di porre in atto una combinazione delle traduzioni di Kahn, Cleve, Cornford e Mansfeld.

L'autore riporta il commento di Kahn 62, secondo il quale la concezione che l'¥peiron circondi il mondo costituisce una costante della tradizione ionica. Qui la traduzione del frammento si accompagna all'ipotesi che la Terra di estenda in basso verso l'¥peiron con un rimando alla tesi di Anassimandro che però rimane oscuro, come testimonierebbero i dubbi interpretativi di Simplicio in DK 21 A 47 tra la possibilità che la parte inferiore della Terra sia illimitata oppure che lo spazio con l'etere al di sotto di questa si estenda all'infinito. Per Popper, al contrario, nel frammento è chiaro il riferimento ad Anassimandro 63. Comunque, in accordo con Kahn, l'infinito senofaneo viene a coincidere con l'¥peiron di Anassimandro; la lettura di Cleve invece non instaura tale riferimento diretto, preferendo non menzionare né Anassimandro, né Anassimene nel capitolo dedicato allo studio di Senofane.

Ad ogni modo, nonostante minime differenze nell'interpretazione, Popper instaura una sintonia di fondo con i due studiosi, poiché tutte le altre traduzioni affermano invece che la Terra si abbassa infinitamente o indefinitamente: Mansfeld, ad esempio, traduce "giù verso il non misurabile" 64. La lettura di Popper, Cleve e Kahn conferisce invece un limite inferiore alla Terra, che a sua volta confina con l'infinito 65.

61

Cfr. il rif. a FELIX M.CLEVE, The Giants of Pre-Sophistic Greek Philosophy, The Hague, 1965, p. 11 in

KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., nota 15 p. 99.

62

Cfr. il rif. a CHARLES KAHN, Anaximander and the Origins of Greek Cosmology, op. cit., p. 234 in KARL

R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., nota 19 p. 99.

63

Nell'addendum del 1969 KARL R. POPPER, Una congettura storica sull'origine della cosmologia di

Parmenide ne Il mondo di Parmenide, op. cit., nota 16 p. 200 l'autore ipotizza che il frammento B 28 di

Senofane possa costituire una difesa della tesi di Anassimandro contro Anassimene.

64

Cfr. il rif. a JAAP MANSFELD, Die Vorsokratiker I, Stuttgart 1983, p. 221 in KARL R.POPPER, Senofane lo

sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di Parmenide, op. cit.., nota 20 p.

99.

65

Cfr. la traduzione di FELIX M.CLEVE in The Giants of Pre-Sophistic Greek Philosophy, op. cit., p. 11 in

Cornford 66 e Mansfeld associano il termine ¥peiron alla scuola di Mileto e ciò rappresenta un punto di contatto con la lettura popperiana. Tuttavia Mansfeld osserva che "in questo caso... tale concetto milesio è qui reinterpretato in modo non originale: non... l'aria di Anassimene sostiene la Terra, ma la stessa Terra è priva di un limite in una direzione"67.

Dal punto di vista linguistico la traduzione popperiana è quasi la stessa di Kahn e Cleve. Essi dissentono dagli altri nella resa del secondo verso del frammento, laddove alla costruzione "l'inferiore [limite o estremità] verso l'¥peiron si estende" 68 fanno corrispondere la frase parallela "il limite superiore (estremo)... confina con l'aria" 69.

Popper precisa che la maggior parte degli autori, compresi Diels-Kranz, sottintendono che l'inferiore si riferisca al limite; ciò comporta la contraddizione che il limite non esiste se la Terra si estende in basso fino all'illimitato. "Ma essi interpretano anche ™j ¥peiron nel significato all'infinito e infinitamente, mentre ¥peiron è realmente il nome del principio (£rc») di Anassimandro. In tal modo l'argomento di Senofane, tradizionalmente condensato in pochi, brillanti e chiari versi, fu frainteso" 70.

In nota 71 Popper precisa che la propria interpretazione risale alla fine degli anni Settanta. Fu pubblicata in Italia per la prima volta nel saggio

Parmenide, op. cit., nota 19 p. 99: "Questo limite superiore della Terra appare in contatto con l'aria/ ai

[nostri] piedi. Ma il [limite] inferiore si estende fino all'infinito".

66

Cfr. il rif. a F.M.CORNFORD, Principium sapientiae, op. cit., nota 1 p. 147 in KARL R.POPPER, Senofane lo

sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di Parmenide, op. cit., nota 21 p. 99.

67

KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., pp. 69-70. La citazione di Popper è tratta da JAAP MANSFELD, Die Vorsokratiker I, op. cit., p. 208.

68

KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., p. 70.

69 Ibid. 70 Ibid. 71 Cfr. ivi, nota 22 p. 99.

del 1981 Tolleranza e responsabilità intellettuale (Rubato da Senofane e

da Voltaire) in Alla ricerca di un mondo migliore 72.

Qui l'autore precisa che Guthrie 73 ha risolto la contraddizione apparente tra B 27, 29 e 33, in modo tale che oggi resta problematico soltanto il frammento B 28. "Il problema sta nella falsa supposizione (Aristotele, De

Caelo 294a 21) che Senofane continuasse ad insegnare che la Terra

scende all'infinito (o nello smisurato, come traduce D-KB 28)" 74. Il problema si risolve adottando la proposta di Cleve. L'estensione dell'estremità inferiore all'infinito vede Senofane in polemica con Anassimamene ed Anassimandro, come suggerisce Guthrie 75. Il frammento sembra ancora accettare la Terra di Anassimandro a forma di troncone di colonna, ma Popper formula l'ipotesi che in seguito, l'apporto della teologia abbia condotto Senofane a conferire forma sferica alla Terra.

Al filosofo di Colofone sono state attribuite molte infinità. "Solo dopo il loro netto rifiuto si può iniziare a comprendere che Senofane fu un grande e originale filosofo della scienza. Egli ci ha fornito una nuova versione della teoria del Sole e delle stelle: propone di considerarle come masse di gas che bruciano" 76. Secondo Popper, Senofane usò il vocabolo nšfoj (nebbia) per formulare tale congettura, poiché non esisteva una parola greca tale da rendere la moderna nozione di gas; tuttavia, considera comunque il gas infiammato quale composto di piccole particelle che bruciano analogamente alla nebbia e al fumo, composti da piccole particelle. Tale concezione costituisce certamente un significativo

72

Cfr. KARL R.POPPER, Alla ricerca di un mondo migliore, Roma, Armando Editore, 1989, ed. 2002, p. 201.

73

Cfr. ibid. il rif. a W.K.C.GUTHRIE, A History of Greek Philosophy, op. cit., vol. I, pp. 385 e sgg.

74

KARL R.POPPER, Alla ricerca di un mondo migliore, op. cit., p. 201.

75

Cfr. ibid. il rif. a W.K.C.GUTHRIE, A History of Greek Philosophy, op. cit., vol. I, p. 381, nota 1: "The

addition to fr. 28 in the Stromateis (A 32), (t¾n gÁn ¥peiron eŒnai) kaˆ m¾ kat¦ p©n mšroj perišcesqai ØpÕ ¢šroj, presumably means that air cannot enclose it all round as it did the free-floating earth of Anaximander. I take it to be a doxographer's gloss".

76

KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

progresso rispetto alla teoria di Anassimandro e rappresenta "quasi un passo intermedio obbligato tra le teorie di Anassimandro e di Eraclito e la famosa teoria di Anassagora che il Sole è una pietra infuocata (riferita in DK A 42)" 77.

Il frammento di Anassimandro DK 12 A 1 consente di fissarne la morte nel 546 a.C., periodo durante il quale Senofane lasciò Colofone in seguito all'invasione persiana, guidata da Arpago, del 545. Popper condivide l'ipotesi di Gomperz: è possibile che Senofane si unì ai cittadini di Focea in un'avventurosa emigrazione. Il frammento B 3 descrive la sgradita atmosfera sociale e intellettuale che l'autore trovò in seguito al rientro nella città natale.

L'autore traduce B 8 e B 22 78, scritti da Senofane quando aveva novantadue anni, che consentono di datarne la nascita al 570 a.C. e confermarne l'emigrazione al 545. Il riferimento a conclusione di B 22 è alla guerra del re persiano Ciro contro i Medi e i Lidi che costrinse i greci ad abbandonare l'Asia Minore. Popper sostiene che tali eventi furono descritti dal filosofo in un poema epico in cui veniva narrata la fondazione di Elea, andato perduto così come un altro in cui era raccontata la fondazione di Colofone.

Erodoto nelle Storie (I. 163-7) narra le vicende dell'invasione persiana della Ionia e l'assedio di Focea, il fallito tentativo dei focesi di acquistare alcune isole disabitate dagli abitanti di Chio e la conseguente decisione di tornare a Focea per affrontare le truppe di Arpago. Una parte dei cittadini

77

Ivi, p. 71.

78

Cfr. ivi, p. 89 il frammento B 8: "Di sessantasette anni è ora il fardello della vita/ che trascino avanti e indietro attraverso la terra ellenica./ Contando gli anni dal giorno della mia nascita ne avevo allora venticinque,/ seppur son ancora capace di ricordare esattamente" e il frammento B 22: "Questi sono i migliori argomenti da tenere presso il fuoco nella stagione invernale,/ sdraiati comodamente, sorseggiando un dolce vino e mordicchiando alcune noci:/ Dimmi, chi sei, amico mio, e di qual paese?/ Quanti anni hai, ottimo amico, e che età avevi/ quando sopraggiunse il Medo?".

La traduzione inglese di B 8 e B 22 è di Ernst Gombrich, basata su una traduzione tedesca di Popper elaborata poco prima della morte. Nella postfazione a Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 401 il curatore sottolinea l'importanza del contributo di Gombrich nella redazione del saggio su Senofane.

decise quindi di restare, mentre un'altra infranse il giuramento e partì per la Corsica, dove si unì ad alcuni concittadini giunti ad Aleria in precedenza e qui costruì case e templi. In seguito alcuni di questi, tra cui Senofane, partirono per l'Italia meridionale dove fondarono Elea. Qui, secondo Popper, il filosofo avrebbe composto i frammenti B 8 e B 22. Popper si riferisce a Gomperz 79, che menziona Erodoto come allievo di Anassimandro e Senofane e parla di migliaia di versi perduti del poema epico di quest'ultimo sulla città natale. Tuttavia Gomperz non accenna all'ipotesi che la testimonianza autobiografica di Senofane possa aver costituito una fonte di Erodoto.

Popper invece gli attribuisce la paternità di tale impressione e porta alcune evidenze a titolo di conferma: Erodoto non dice di conoscere la storia per averla sentita raccontare, da ciò è inferibile che avesse una conoscenza diretta da un fonte scritta; il testo di Erodoto appare frammentato e ricco di interpolazioni, segno di correzioni avvenute nel tempo; Erodoto lavorò circa cento anni dopo gli eventi, è quindi possibile che avesse ricercato un documento e che avesse trovato il poema perduto di Senofane; il biasimo della condotta dei focesi che hanno infranto il giuramento è bilanciato da un atteggiamento comprensivo che sembra far riferimento alla testimonianza di un osservatore diretto degli eventi e richiama il "moralismo umano" 80 del filosofo di Colofone.

Per Popper è dunque possibile che sia stato proprio Senofane ad inaugurare per primo la scrittura storica.

79

Cfr. ivi, nota 66 p. 102 il rif. a THEODOR GOMPERZ, Griechische Denker: Eine Geschichte der antiken

Philosophie, Berlin-Leipzig, 1922, bd. I, pp. 129 e sgg., edizione italiana THEODOR GOMPERZ, Pensatori

greci. Storia della filosofia antica, La Nuova Italia Editrice, 1933-1962, ripubbl. 1967, 4 voll., vol. I, p.

217 e p. 239 e ss.

80

KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

La fonte del fraintendimento della cosmologia senofanea è rintracciabile in Cleve 81 e rimanda all'autorità di Aristotele De Caelo 294 a 21 (= DK 31 B 39), che annovera il pensatore di Colofone tra coloro che ritengono che la Terra si estenda verso il basso all'infinito rinviando, quale unica fonte, alla critica di Empedocle a Senofane.

Popper è convinto che la lettura dello Stagirita sia precipitosa e contraddetta altrove dallo stesso autore, nonché formulata senza conoscenza del frammento B 28. Dalla posizione aristotelica è quindi discesa una lunga catena di successivi fraintendimenti dell'originaria cosmologia senofanea.

Popper quindi divide le testimonianze antiche sul filosofo di Colofone in due gruppi, distinti da profonde divergenze interpretative.

"Il primo gruppo è formato dalle testimonianze che attribuiscono implicitamente a Senofane la dottrina secondo cui il solo Dio e l'universo sono entrambi finiti, sferici e coincidenti" 82. Tale posizione considera Senofane un precursore di Parmenide e tenta di assimilare il pensiero dei due autori; Popper è convinto che sussista una forzatura in tal senso, sebbene si possa supporre una lasca connessione tra i due. "Il secondo gruppo di testimonianze attribuisce a Senofane l'insegnamento che la Terra (e pertanto anche l'universo) è infinito in profondità (e forse anche

81

Cfr. ivi, nota 28 p. 71 il rif. a FELIX M.CLEVE, The Giants of Pre-Sophistic Greek Philosophy, op. cit., p.

11.

82

(1) KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., p. 72. Cfr. ivi, nota 32 p. 100: il curatore specifica che in un altro manoscritto Popper

allarga a tre i gruppi di fonti e su un foglio separato annota con precisione quali autori essi includono. Nel

primo gruppo annovera: Platone, Aristotele, Cicerone (A34), Sesto Empirico (A35), Simplicio (A31),

Ippolito (A33), Teodoreto (A 36), M X G (A 28: 7); nel secondo gruppo: Empedocle (DK 31 B 39), Aristotele (A 47), Aezio (A 41 e 41 a); nel terzo gruppo: Simplicio (A 47) e Galeno (A 36). Popper infine elenca un quarto gruppo definito "gruppo naturale", che include: lo Pseudo-Plutarco Stromatico (A 32), Teodoreto (A 36), Stobeo (A 36), Ippolito (A 33).

(2) Nella postfazione a Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 400, il curatore fa riferimento ad un ulteriore manoscritto popperiano in cui è presente una variante. Nel primo gruppo l'autore annovera: Platone (A29), Aristotele (A30), Cicerone (A34), Sesto Empirico (A35), Teodoreto (A 36), M X G (A 28: 7); nel secondo

gruppo: Empedocle (DK 31 B 39), Aristotele (A 47), Aezio (B 27, A 41, 41 a, 47), Ippolito (A33); nel terzo gruppo: lo Pseudo-Plutarco Stromatico (A 32) e Stobeo (A36); nel quarto gruppo, menzionato come

infinito in ampiezza)" 83. Tale interpretazione attribuisce erroneamente al filosofo la dottrina secondo la quale il Sole percorre un'infinita linea retta sopra la Terra, dove non è possibile il tramonto. La scomparsa del Sole sarebbe quindi dovuta all'infinita distanza che lo separa dalla Terra. "Provate a dirlo a un uomo che ha solcato i mari, come fece più di una volta Senofane!" 84

Popper riporta un'ulteriore impossibile teoria che i due gruppi di testimonianze tendono ad attribuire impropriamente a Senofane: si tratta della ricerca di un principio assimilabile all'acqua di Talete, all'aria di Anassimene e al fuoco di Eraclito, che egli avrebbe trovato nella Terra infinita priva di qualunque sostegno.

Il secondo gruppo di testimonianze non trova riscontro in B 27 e B 29, a condizione che B 28 venga tradotto secondo il modello proposto da Popper-Kahn-Cleve. Se si adotta invece l'ipotesi di traduzione alternativa di B 28, le tesi del secondo gruppo diventano in parte sostenibili.

Con la sola eccezione del già citato passo aristotelico De Caelo 294 a 21 (= DK 31 B 39), lo Stagirita e Platone possono essere inscritti pienamente entro il primo gruppo. "Entrambi vedono in Senofane un precursore di Parmenide di Elea, di cui sottolineano la dottrina dell'Uno − vale a dire l'universo sferico e indivisibile" 85. Aristotele, nella Metafisica I 5, 986 b 21 (= DK A 30), si lamenta della poca chiarezza senofanea circa l'unicità di Dio coincidente con l'universo, precorritrice della teoria di Parmenide. Il primo gruppo di testimonianze approfondisce l'assimilazione con l'Eleate sulla base di DK 21 B 23, che Popper traduce,

83

KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., p. 72.

84

Ibid.

85

rilevando l'aperta contraddizione di una coincidenza tra Dio e l'universo riscontrabile dalla lettura di B 25 86.

Emerge un disaccordo di queste posizioni con la tradizionale lettura infinitista di B 28, pur non condivisa dalla linea Popper-Kahn-Cleve, e con il secondo gruppo di testimonianze su Senofane.

"Pertanto, se l'interpretazione finitista del frammento B 28 mia, di Kahn e Cleve viene accolta, allora il primo gruppo di testimonianze può essere accettato, ma il secondo gruppo deve invece essere respinto in quanto fondato su una errata interpretazione" 87. Tuttavia, l'accettazione del primo gruppo di testimonianze è subordinata all'attribuzione della fondazione della scuola eleatica a Senofane da parte di Platone, nel

Sofista 242 d 5 e rimanda alle posizioni di Guthrie e alla suggestiva

ipotesi di Reinhardt già discussi nel precedente paragrafo del presente capitolo. La possibile influenza del giovane Parmenide sull'anziano Senofane potrebbe infatti aver contribuito all'abbandono del modello di Anassimandro per quello sferico, magari rettificato con l'ipotesi di un involucro di aria intorno alla Terra, a sua volta confinante con l'¥peiron. In ultimo Popper rileva come la posizione di Simplicio in A 47 esprima insicurezza circa la lettura aristotelica della cosmologia senofanea; nel

86

(1) Ibid.: "L'unico Dio di Senofane − che né per aspetto, né per intelligenza, assomiglia ai mortali (DK B 23) − possiederebbe un corpo a forma sferica: indubbiamente non rassomiglia al pensiero umano! Altrove questo corpo è identificato con l'universo fisico, un'identificazione un po' difficile da accettare (alla luce del frammento B 25: senza fatica sopra il Tutto egli regna con la sola forza del pensiero e dell'intenzione. Certamente ciò renderebbe l'universo fisico di Senofane anche finito, come quello di Parmenide, giacché unicamente un corpo finito può possedere una forma (sferica)".

(2) In KARL R.POPPER, Ulteriori osservazioni sui presocratici, e in particolare su Parmenide (1968) in

Congetture e confutazioni, op. cit., pp. 693-694, l'autore giustifica la propria traduzione di melša con organi di senso in DK 28 B 16 (cfr. il precedente capitolo I, § 4) e si oppone alla posizione di Guthrie e

Nel documento Karl R. Popper lettore dei presocratici (pagine 171-183)