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La teologia e il frammento B

Nel documento Karl R. Popper lettore dei presocratici (pagine 183-192)

la lettura popperiana degli altri presocratic

2. La riscoperta di Senofane

2.2 La teologia e il frammento B

L'addendum 1 - Una nota sulla citazione di Senofane (DK 21 B 25) 95 è dedicato ad approfondire alcuni aspetti della lettura popperiana di B 25. L'autore rettifica la propria precedente traduzione del frammento 96 e rileva come la resa di krada…nei nel senso di regna, domina, si allontana dalle interpretazioni tradizionali, compresa la propria iniziale proposta. La traduzione agita seguiva un suggerimento del Reinhardt 97 accettato da Kranz nella quinta edizione del Diels-Kranz 98. Nonostante la mancata attribuzione nei dizionari del significato di governare al verbo in questione, Popper difende la variante rispetto alla tradizione suggerendo un'integrazione del dizionario Liddel e Scott, rivisto da Jones, del quale si era servito. Tuttavia, l'interpretazione del Reinhardt conserva una propria plausibilità sotto il profilo linguistico motivata dall'occorrenza del termine nel significato di far tremare, provare uno sconvolgimento

cosmico, nel Prometeo incatenato di Eschilo, verso 1047. Popper

sottolinea come il Dio di Senofane sia potente al punto da "scuotere non solo la Terra, ma anche l'universo" 99, ma coerentemente con la critica all'antropomorfismo, non può essere delineato con l'attribuzione di scatti d'ira o altre manifestazioni umane. Il Dio di Eschilo non si adatta dunque alla dottrina senofanea, ma è coerente con Zeus che fa tremare l'Olimpo

95

Cfr. KARL R.POPPER, addendum 1 - Una nota sulla citazione di Senofane (DK 21 B 25) ne Il mondo di

Parmenide, op. cit., pp. 92-95.

96

Ivi, p. 92 e note 74-75 p. 103. Popper inizialmente aveva tradotto: "Senza fatica con la sola forza del pensiero agita il Tutto", inglese "Effortless he swings the All, by mere thought and intention". Ora rettifica: "Senza fatica con la sola forza del pensiero domina il Tutto", inglese "Effortless over All he

reigns by mere thought and intention".

97

(1) Ivi, p. 93 e note 76-77 p. 103. Popper riporta la traduzione del Reinhardt "Senza fatica con il solo pensiero il Tutto scuote", inglese "Effortless he shakes the All by mere thought and intention".

(2) Cfr. KARL REINHARDT, Parmenides und die Geschichte der griechischen Philosophie, op. cit., nota 2

p. 112.

98

Cfr. DK 21 B 25 ne I presocratici, a cura di G.REALE, op. cit., pp. 306-307: "Ma, immune da fatica, con la

volontà del pensiero tutto fa vibrare".

99

KARL R. POPPER, addendum 1 - Una nota sulla citazione di Senofane (DK 21 B 25) ne Il mondo di

in Iliade, 1.530 che Reinhardt ha presente anche se qui non compare il verbo greco in questione. La divinità fa tremare la terra scuotendo il capo, ma non intenzionalmente, laddove invece il Dio di Senofane privo di qualsiasi tratto antropomorfo non si muove.

La traduzione del Diels può essere giustificata da Iliade 7.213 e Odissea 19.438, dove il termine compare nel significato di far girare, brandire

una lancia. Anche qui il significato assume toni antropomorfi se riferito

al Dio senofaneo "reggitore del Tutto" 100.

A ulteriore giustificazione della propria lettura, Popper riporta la somiglianza tra krada…nw, brandire una lancia, e kra…nw, brandire il

bastone di comando ovvero esercitare il potere, regnare. Le fonti in

questo caso sono Sofocle, Edipo a Colono, 296 e 926; Odissea, 8.931. Popper ipotizza un collegamento tra le due parole per comune origine o per contaminazione. Tuttavia egli ritiene che la propria lettura sia comunque giustificabile senza ricorrere a rettifiche testuali.

L'approfondimento su B 25 riprende le considerazioni del 1981 in

Tolleranza e responsabilità intellettuale (Rubato da Senofane e da Voltaire) dove l'autore propone due traduzioni insieme ad altri

frammenti, di B 23, 26, 25, 24 in un unico testo ad indicazione della teologia speculativa di Senofane 101. L'autore specifica che le proprie

100

Ivi, p. 94.

101

(1) Cfr. KARL R.POPPER, Alla ricerca di un mondo migliore, op. cit., pp. 200-201. B 25 è tradotto: "Ma

senza fatica scuote tutto con la forza della mente" e "Senza tregua fa oscillare il Tutto, solo mediante il proprio sapere e volere".

(2) La medesima resa di krada…nw con scuote, nella stessa sequenza di frammenti, si trova nella riedizione di Ritorno ai presocratici ne Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 41. La versione originaria del saggio, tratta da un discorso del 1958 in Congetture e confutazioni, op. cit., pp. 250-251, non riporta B 25 ma soltanto B 26 con l'aggiunta della seconda parte di B 23. Nella nota introduttiva per la ripubblicazione ne Il mondo di Parmenide (p. 29), Popper specifica di aver migliorato numerose traduzioni dei frammenti nel testo ma, evidentemente, ha preferito optare per il significato tradizionale di krada…nw.

(3) Invece, in KARL R.POPPER, Commenti sulla scoperta preistorica dell'io e sul problema mente-corpo

nell'antica filosofia greca ne Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 307, nella medesima sequenza di

frammenti rende il verbo con regge, coerentemente con le considerazioni nel saggio su Senofane e le

osservazioni del relativo addendum 1. Il testo costituisce una riedizione di KARL R.POPPER -JOHN C.

ECCLES, L'io e il suo cervello, Roma, Armando Editore, 1981, stampa 2001, vol. I, cap. 5, § 43-47, dove Popper (p. 197) traduce B 25: "Ma senza travaglio, con la sola forza del pensiero, tutto egli muove".

fonti per la resa di krada…nw con oscillare sono Diels (1903) e Niestle (1908). La proposta fu respinta da Reinhardt (1916), la cui traduzione fu accettata da Kranz a correzione del Diels. Popper precisa che, in qualsiasi modo s'intenda il frammento esso contraddice, insieme a B 26, la lettura monoteistica di Aristotele nella Metafisica I 5, 986 b 21-24.

A tale proposito, in Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare

la sua grandezza 102, Popper precisa che alcuni contributi della filosofia

come Cicerone (A 34), Sesto Empirico (A 35), Simplicio (A 31), nonché Aristotele nella Metafisica I 5, 986 b 21 (= DK 21 A 30) che identifica l'unico Dio senofaneo con l'universo, hanno attribuito forma sferica al divino in Senofane.

L'autore considera sbagliate entrambe le interpretazioni, la più tarda delle quali è probabilmente dovuta ad una dilatazione della tesi platonico- aristotelica relativa all'esistenza di una scuola eleatica unitaria.

Popper riporta e traduce il frammento B 38 103 quale prova della formulazione di un "relativismo psicologico" 104 da parte di Senofane, spesso frainteso e interpretato in chiave relativistico-epistemologica. Si tratterebbe invece "di una prima versione di empirismo critico, spiegato con semplici esempi. Tuttavia, vi è dell'altro in questi versi: probabilmente essi costituiscono il primo passo verso la distinzione tra le qualità primarie e quelle secondarie" 105.

Il rapporto con la verità oggettiva, indagabile unicamente per via congetturale, trova piena espressione nei quattro versi di B 34, che

102

Cfr. KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo

di Parmenide, op. cit., p. 77.

103

Ivi, p. 78: "Se Dio non avesse mai scelto di creare il giallo miele;/ molti direbbero che i fichi sono molto

più dolci".

104

Ibid.

105

l'autore riporta in originale, ma preferisce rendere in forma poetica con una traduzione in sei versi 106.

106

(1) Ibid.: "Ma la verità certa, nessuno mai l'ha colta,/ né alcuno ci sarà che la colga, né relativamente agli dèi,/ né relativamente a tutte le cose di cui parlo./ E se anche uno si trovasse per caso a dire,/ una verità perfetta, lui stesso non lo saprebbe;/ infatti tutto è una ragnatela di congetture".

Cfr. n. 48 p. 101 l'originale inglese: "But as for a certain truth, no man has known it,/ Nor will he know it; neither of the gods/ Nor yet all the thins of which I speak/ And even if by change he were to utter/ The perfect truth, he would himself not know it; For all is but a woven web of guesses".

(2) La stessa traduzione si trova nel saggio KARL R.POPPER, Come la Luna potrebbe fare un po' di luce

sulle due vie di Parmenide (1989) ne Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 125. Il frammento viene riportato

poiché Senofane "riconosce la sua scoperta come una congettura; come un'ipotesi" (p. 126); Popper sostiene l'assunzione, di carattere psicologico, che Parmenide condividesse "la tendenza a universalizzare e dogmatizzare una scoperta". L'esempio di Senofane è citato a titolo di contro-esempio rispetto al dogmatismo eleatico. Nella versione preliminare del 1988 del medesimo saggio e in quella definitiva del 1992 (cfr. il precedente capitolo I, nota 5), la traduzione di B 34 viene espunta ma vengono mantenuti

numerosi riferimenti al frammento e al tema della congetturalità in Senofane (cfr. KARL R.POPPER, La

Luna può rischiarare le vie di Parmenide? ne Il mondo di Parmenide, op. cit., pp. 146-148). Lo stesso

tema e la medesima traduzione di B 34 sono riproposte nel saggio KARL R. POPPER, Il mondo di

Parmenide. Note sul poema di Parmenide e sulla sua origine agli albori della cosmologia greca ne Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 167 insieme alla traduzione di B 18 (p. 168) e di B 35 (p. 174).

(3) Nel saggio del 1958 KARL R.POPPER, Ritorno ai presocratici ne Il mondo di Parmenide, op. cit., p. 50

e in Congetture e confutazioni, op. cit., p. 263 il frammento B 34 è tradotto insieme a B 16, 15, 18 e 35 con una leggera variazione: "Il certo nessuno mai lo ha colto/ né alcuno ci sarà che lo colga e relativamente agli déi/ e relativamente a tutte le cose di cui parlo./ Infatti, se anche uno si ritrovasse per caso a dire,/ come meglio si può, una cosa reale,/ tuttavia non ne avrebbe alcuna conoscenza/ Perché a tutti è dato solo un sapere apparente".

(4) L'addendum del 1969 KARL R.POPPER, Una congettura storica sull'origine di Parmenide ne Il mondo

di Parmenide, p. 190 ripropone la traduzione di B 34 a supporto della tesi popperiana di un Senofane che

crede nella verità assoluta e oggettiva, laddove Eraclito appare un relativista. L'autocritica razionale senofanea trova piena espressione nel monoteismo senofaneo, esemplificato dalla traduzione di B 23, 26, 24, 25 (pp. 190-191), il cui Dio non si identifica con l'universo. In seguito Popper cita B 34 (p. 196) in riferimento all'ipotesi che Senofane creda "in parte" che tutta la conoscenza sia dovuta alla percezione sensibile.

(5) Nel saggio del 1960 KARL R. POPPER, Le fonti della conoscenza e dell'ignoranza in Congetture e

confutazioni, op. cit., è menzionato il concetto di somiglianza alla verità in B 35 (p. 25) e sono tradotti (p.

51) i frammenti B 18 e B 34 in riferimento al tema della non esistenza di fonti pure nella ricerca dell'errore. L'autore propone di evitare la commistione tra questioni di origine e purezza con problematiche di validità e verità, sull'esempio di Senofane, il quale "sapeva che la nostra conoscenza è congettura, opinione − dÒxa, piuttosto che ™pist»mh". La traduzione di B 18 e B 34, resi in prosa, è lievemente differente dalle successive: "Non fin dal principio gli dèi rivelarono tutto ai mortali, ma questi col passar del tempo cercando trovano ciò che è meglio. Da una parte non vi fu né vi sarà mai un uomo che abbia chiaramente esperimentato tutto quello che io dico intorno agli dèi e intorno al tutto − infatti anche se l'uomo è riuscito a esprimere nel modo migliore la realtà, tuttavia egli non lo sa per sua esperienza, − il congetturare invece è proprietà di tutti".

(6) L'addendum KARL R.POPPER, Nota storica sulla verosimiglianza (1964) ne Il mondo di Parmenide,

op. cit., p. 52 e in Congetture e confutazioni, op. cit., p. 677 cita il tema della congetturalità in B 35 e la somiglianza alla verità in Parmenide B 8: 60 (cfr. il precedente capitolo I, § 5). L'autore presenta il termine verosimiglianza come derivato di dÒxa, il quale è contrapposto a safὲj in DK 21 B 34.

Popper riporta diversi argomenti a difesa della propria personale traduzione. In primo luogo considera più opportuno rendere tÕ safšj con verità certa in vece del più comune certezza al fine di instaurare la maggiore coerenza possibile con il pensiero di Senofane. Inoltre, ipotizza che il termine verità sia implicito nella quinta riga del testo sulla base di un confronto con la traduzione di Kirk, Raven e Schofield 107 che sente molto vicina alla propria, sebbene l'ultimo verso sia tradotto da Popper con una leggera licenza poetica motivata dal significato tessere del verbo teÚcw, sull'esempio di Odissea 7.235 e 8.276-81, e dÒkoj sia reso con

congetture (conjectures) in vece di apparenza (seeming).

L'intento dell'autore è formulare una difesa della propria interpretazione di B 34 dalla lettura di Herman Fränkel 108 che descrive Senofane come un "pragmatista dalle idee ristrette e un moralista ostinato" 109 il cui pensiero appare relativistico, insostenibile e assimilabile ad una forma di empirismo rozzo. In tale ottica "l'osservazione viene metodicamente separata dalla conoscenza speculativa. Nello stesso tempo anche la conoscenza viene distribuita su gradi diversi: accanto ad affermazioni

(7) Il frammento è citato anche in KARL R.POPPER, Platone e la geometria ne Il mondo di Parmenide, op.

cit., p. 341 in riferimento al tema della congetturalità e della somiglianza alla verità.

107

Cfr. il rif. a G.S.KIRK -J.E.RAVEN AND M.SCHOFIELD, The Presocratic Philosophers, II ed., op. cit., p.

179 in KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il

mondo di Parmenide, op. cit., p. 80. Essi traducono: "nessuno conosce o mai conoscerà la verità/ circa gli

dèi o ogni cosa di cui parlo; infatti persino se a uno/ capitasse di dire la verità completa, tuttavia non lo saprebbe;/ ma l'apparenza è impressa in tutte le cose".

Cfr. l'originale inglese: "No man knows, or ever will known, the truth about/ the gods and about everything I speak of; for even if one/ chanced to say the complete truth, yet oneself knows it/ not; but seeming is wrought over all things".

108

Cfr. in KARL R. POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il

mondo di Parmenide, op. cit., nota 52 p. 101 il rif. a HERMANN FRÄNKEL, Xenophanesstudiem I und II,

Hermes, vol. 60, 1925, pp. 174-92, parzialmente ripubblicato in HERMANN FRÄNKEL, Wege und Formen

frühgriechischen Denkens, München, 1955, pp. 335-49, traduzione inglese HERMANN FRÄNKEL,

Xenophanes' Empiricism and His Critique of Knowledge (B34) in A.P.D.MOURELATOS (ed.), The Pre-

Socratics: A Collection of Critical Essays, Golden City, 1974, pp. 118-31.

Una sintesi degli stessi argomenti si può trovare in HERMANN FRÄNKEL, Dichtung und Philosophie des

frühen Griechentums, München, C.H. Beck, 1962, traduzione italiana HERMANN FRÄNKEL, Poesia e

filosofia nella Grecia arcaica, Bologna, Società editrice il Mulino, 1997, pp. 473-492.

109

KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

assolute se ne trovano altre che reclamano una validità soltanto circoscritta" 110. Nella lettura di Fränkel la concezione congetturalista di Senofane priva il mondo della divinità e apre la strada all'empiria ponendosi quale incerto sostegno alla nozione di progresso conoscitivo di B 18 111, che Popper riporta in originale e in una personale traduzione. Secondo Popper, "questi versi contengono molto più che una teoria del carattere congetturale della conoscenza umana. Contengono una teoria della conoscenza oggettiva" 112. L'oggettività della verità consiste in una corrispondenza ai fatti, della cui validità si può avere o non aver consapevolezza. "La corrispondenza regge indipendentemente dalla conoscenza che ne posseggo: la verità è oggettiva, la verità o la falsità dipende solamente dai fatti" 113. B 34 consente di porre in essere una distinzione verità oggettiva e certezza soggettiva, poiché, anche quando si esprime la verità oggettiva, non è possibile conoscerla con certezza. "Possiamo conoscere la verità solo in un senso ipotetico del conoscere, ma non possiamo sapere di averla raggiunta. Non esiste alcun infallibile criterio di verità" 114. La nozione di progresso conoscitivo del frammento B 18 viene letto da Popper nel senso di un'approssimazione alla verità oggettiva, in coerenza con la propria traduzione di B 35 115, dove il verbo dox£zein, che egli rende con congetturare, può contenere un'allusione alla dottrina monoteista dello stesso Senofane.

La teoria della conoscenza umana del filosofo di Colofone viene schematizzata per punti: la conoscenza consiste di asserzioni; esse possono essere vere o false; la verità è oggettiva e consiste nella

110

HERMANN FRÄNKEL, Poesia e filosofia nella Grecia arcaica, op. cit., pp. 487-488.

111

Cfr. KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo

di Parmenide, op. cit., p. 81: "Non è che da principio gli dèi rivelino/ tutte le cose ai mortali; ma col

tempo/ essi, cercando, possono giungere a conoscere meglio le cose".

112 Ibid. 113 Ibid. 114 Ibid. 115

corrispondenza del contenuto delle asserzioni ai fatti; anche quando esprimiamo la verità non ne siamo consapevoli, dunque non ci è possibile avere ragioni sufficienti; la conoscenza è puramente congetturale; essa è tuttavia suscettibile di miglioramento in termini di maggiore approssimazione alla verità, come prova B 18. Il mancato possesso di una verità da parte dell'uomo implica un cammino costellato da errori.

Popper instaura una forte connessione tra questa lettura del pensiero antico e il suo falsificazionismo, che emerge dal paragone tra l'impatto rivoluzionario della dottrina senofanea sull'antropomorfismo omerico e l'esito della scoperta di Einstein sul modello newtoniano. "Senofane, come Einstein, sostituì l'immagine dell'universo sottoposta a critica con un'altra; nel far ciò entrambi erano consapevoli del carattere congetturale della loro nuova descrizione. L'aver scoperto che Senofane aveva anticipato di 2500 anni la mia teoria della conoscenza mi ha insegnato ad essere modesto. Ma anche l'importanza della modestia intellettuale era stata anticipata molto tempo fa, da Senofane e Socrate" 116.

Popper tenta di applicare il motivo ipotetico e congetturale di Senofane e Socrate alla scienza moderna, che dovrebbe utilizzare il termine

conoscenza non nel senso di conoscenza certa, ma di "congetture

controllabili" 117 la cui provvisorietà è sempre aperta al processo di revisione. A fronte di ogni soluzione ipotetica aumenta il numero e il grado di complessità dei problemi irrisolti: ciò implica che "mentre la nostra conoscenza congetturale è finita, la nostra ignoranza è infinita" 118. La sintonia con Socrate e Senofane è resa esplicita dall'ammissione che il grado di conoscenza attuale, se inteso in senso soggettivo, ovvero rapportato alla conoscenza personale di ciascuno, non è da considerarsi maggiore di quella degli antichi, mentre certamente è aumentato il grado 116 Ivi, p. 84. 117 Ivi, p. 85. 118 Ivi, p. 86.

della conoscenza oggettiva ipotetica e suscettibile di miglioramento, nei confronti della quale la conoscenza personale di ciascuno può tenersi aggiornata soltanto limitatamente a ristretti campi e per un breve periodo di tempo. Inoltre, "questa conoscenza personale consiste di teorie che sono state falsificate. Di conseguenza la conoscenza superata è, definitivamente, una non-conoscenza, almeno nel senso comune del termine" 119.

Per Popper, il non sapere socratico diventa così più attuale di quanto non lo fosse ai tempi dello stesso Socrate.

La lettura della filosofia senofanea approda alla formulazione di tre principi etico-epistemologici che dovrebbero guidare la ricerca della verità oggettiva intesa quale idea regolativa: il principio di fallibilità, il principio della discussione razionale e il principio dell'approssimazione alla verità 120.

Si tratta di tre enunciati chiave della dottrina popperiana la cui paternità è attribuita a Senofane ed è motivata, con buona probabilità, dalla natura rapsodica del suo pensiero operante un continuo confronto tra culture. Ciò contribuì all'elaborazione di una difesa della civiltà contro i capricci della tradizionale stirpe degli dèi e approdò ad una forma di monoteismo che Popper considera "altrettanto valido, o forse migliore, del monoteismo cristiano ed ebreo" 121.

L'importanza del razionalismo e del moralismo di Senofane contro l'antropomorfismo della tradizione richiama un'affinità con Dodds, che

119

Ivi, pp. 86-87.

120

L'argomentazione del saggio su Senofane riprende e sviluppa quanto già anticipato in KARL R.POPPER,

Alla ricerca di un mondo migliore, op. cit., pp. 202-206. Qui l'autore riporta una propria traduzione di B

34 al fine di introdurre la distinzione tra verità oggettiva e certezza soggettiva del sapere, la cui paternità è attribuita a Senofane; argomenta quindi circa la non esistenza di un criterio infallibile di verità e propende per un avvicinamento a "ciò che è meglio", secondo quanto ritrovato nei frammenti del filosofo di Colofone. Quindi (p. 204) esprime l'intuizione che Senofane avesse anticipato di 2500 anni la propria teoria del sapere congetturale, articolabile nei medesimi tre principi etico-epistemologici.

121

KARL R.POPPER, Senofane lo sconosciuto: un tentativo di dimostrare la sua grandezza ne Il mondo di

ha adottato la prospettiva della società aperta popperiana e ha suggerito l'idea che la crisi del razionalismo del I sec. d.C. sia imputabile ad una fuga dalla libertà individuale 122.

L'addendum 2 123 al saggio su Senofane tenta di attualizzarne le posizioni proponendo una loro riformulazione in chiave etico-professionale. Secondo Popper, sia "la vecchia che la nuova etica professionale" 124 si basano sulle idee di "verità, razionalità e responsabilità intellettuale" 125, i cui ruoli vengono oggi a mutare.

L'autore attribuisce alla vecchia etica le idee negative di conoscenza personale, raggiungimento della certezza, principio di autorità, possesso della verità e garanzia di questa attraverso la ricerca di una prova. "Al contrario, la nuova etica si fonda sull'idea della conoscenza oggettiva e della conoscenza incerta" 126, con un significativo abbandono della

Nel documento Karl R. Popper lettore dei presocratici (pagine 183-192)