In seguito alle considerazioni generali raccolte nei capitoli precedenti relativi alle funzioni della I persona plurale e al suo uso nel linguaggio politico italiano, questo lavoro aspira ora ad inoltrarsi nell’analisi testuale compiendo un’indagine esplorativa degli usi del noi e del rapporto con altri pronomi personali tra prima e seconda Repubblica. A questo fine è stato costruito un corpus basato sui discorsi di quattro personalità di spicco di tali fasi della storia politica italiana: Enrico Berlinguer e Bettino Craxi per il periodo che va dagli anni ’70 ai ’90 e Silvio Berlusconi e Matteo Renzi per il periodo dagli anni ’90 ai giorni nostri. Tale scelta non ambisce ad essere esaustiva: si ritiene che i politici presi in esame possano essere efficacemente esemplificativi, ma non i soli rappresentativi di questa fase della storia repubblicana italiana e degli usi del noi in rapporto ad altri pronomi. Non è stato inoltre ricercato un bilanciamento ideologico delle personalità in esame, selezionando dunque per l’analisi discorsi di politici particolarmente noti al di là del loro schieramento politico. Questo lavoro dunque non si propone di svolgere un’indagine completa, ma esplorativa e mira quindi ad essere uno spunto di riflessione per chi, notando dei grandi assenti in questa selezione, volesse approfondire nei loro discorsi gli aspetti linguistici trattati in questo lavoro.
Il corpus analizzato è costituito da 14 discorsi per ogni politico preso in esame, di questi 7 sono discorsi parlamentari, mentre i restanti 7 sono interventi pronunciati al di fuori delle Camere. Riportiamo di seguito l’elenco in ordine cronologico dei discorsi analizzati:
Enrico Berlinguer:
1. Milano, 13-17 marzo 1972: dal rapporto e dalle conclusioni al XIII Congresso Nazionale del PCI.
2. Camera dei deputati, seduta del 24 ottobre 1972: sugli attentati ai treni per Reggio Calabria.
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3. Camera dei deputati, seduta del 22 marzo 1974: sulla fiducia al V Governo Rumor. 4. Padova, 7 aprile 1974: dal comizio per il referendum sul divorzio.
5. Roma, 19-24 marzo 1975: dal rapporto al XIV Congresso Nazionale del PCI. 6. Roma, 23 marzo 1975: dalle conclusioni al XIV Congresso Nazionale del PCI. 7. Roma, 3 maggio 1975: dal comizio elettorale alla Basilica di Massenzio.
8. Mosca, 27 febbraio 1976: dall’intervento al XXV Congresso del Partito Comunista dell’Urss.
9. Camera dei deputati, seduta del 14 luglio 1977: sull’accordo tra DC,PCI, PSI,PSDI, PRI ePLI.
10. Camera dei deputati, seduta del 16 marzo 1978: sul rapimento di Aldo Moro e l’uccisione degli agenti della sua scorta e per la fiducia al IV governo Andreotti. 11. Parlamento Europeo, seduta del 18 luglio 1979: sul nuovo Parlamento europeo. 12. Camera dei deputati, seduta del 19 marzo 1980: discussione sulle dimissioni del
Ministero Cossiga.
13. Camera dei deputati, seduta del 10 settembre 1983: sulla fiducia al governo Craxi. 14. Padova, 7 giugno 1984: ultimo comizio.
Bettino Craxi:
1. Camera dei deputati, seduta del 10 agosto 1976: per l’avvio del Governo della «non sfiducia».
2. Torino, 29 marzo-2 aprile 1978: Sconfiggere il terrorismo e la violenza, dal XLI Congresso Nazionale PSI.
3. Milano, 18 marzo 1979: discorso al Palasport.
4. Camera dei deputati, seduta 9 agosto 1983: il programma del primo Governo Craxi (I parte).
5. Verona, 11-14 maggio 1984: conclusioni dal XLIII Congresso Nazionale del PSI. 6. Bari, 7 settembre 1984: discorso alla 48° Fiera del Levante.
7. Camera dei deputati, seduta del 20 marzo 1985: si conclude l’iter della riforma del rapporto tra Stato e Chiesa.
8. Milano, 14 aprile 1985: inaugurazione della 63° Fiera di Milano.
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10. Camera dei deputati, seduta dell’8 agosto 1986: dichiarazioni programmatiche del II Governo Craxi.
11. Milano, 13-19 maggio 1989: svolta storica (IX e X), dal XLV Congresso Nazionale del PSI.
12. Pontida, 3 marzo 1990: dichiarazione di Pontida per l'autonomia regionale.
13. Camera dei deputati, seduta del 3 luglio 1992: l’intero sistema politico è sostenuto da un finanziamento irregolare o illegale.
14. Camera dei deputati, seduta del 29 aprile 1993: l’ultima difesa parlamentare.
Silvio Berlusconi:
1. Videomessaggio del 26 gennaio 1994: la discesa in campo. 2. Roma, 6 febbraio 1994: il primo discorso al Palafiera.
3. Forum di Assago, 16 aprile 1998: Forza Italia: un movimento politico fondato sui valori e sui programmi, da I Congresso nazionale di Forza Italia.
4. Camera dei deputati, seduta del 16 maggio 1994: dichiarazioni programmatiche del I Governo Berlusconi.
5. Camera dei deputati, seduta del 18 giugno 2001: dichiarazioni programmatiche del II Governo Berlusconi.
6. Camera dei deputati, seduta del 12 settembre 2001: all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle.
7. Roma Eur, Palazzo dei Congressi, 24 gennaio 2004: discorso per il decennale della nascita di Forza Italia.
8. Senato della Repubblica, seduta del 26 aprile 2005: dichiarazioni programmatiche del III Governo Berlusconi.
9. Camera dei deputati, seduta del 13 maggio 2008: dichiarazioni programmatiche del IV Governo Berlusconi.
10. Roma 27-29 marzo 2009: intervento al I Congresso Nazionale del PDL.
11. Camera dei deputati, seduta del 29 settembre 2010: discorso per la fiducia al Governo. 12. Camera dei deputati, seduta del 13 ottobre 2011: discorso per la fiducia alla Camera. 13. Roma, 23 marzo 2013: Comizio in Piazza del popolo.
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1. Firenze, 2 dicembre 2012: discorso della sconfitta alle primarie del PD del 2012. 2. Palazzo del Quirinale, 17 febbraio 2014: dichiarazioni alla stampa dopo aver ricevuto
dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare il Governo.
3. Camera dei deputati, seduta del 24 febbraio 2014: discorso programmatico del Governo Renzi.
4. Camera dei deputati, seduta del 24 giugno 2014: comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno.
5. Camera dei deputati, seduta del 16 settembre 2014: informativa sulle linee di attuazione del programma di Governo.
6. Camera dei deputati, seduta del 3 dicembre 2014: svolgimento di interrogazioni a risposta immediata su vari temi.
7. Rimini, 26 agosto 2015: discorso al Meeting per l’amicizia fra i popoli.
8. Camera dei deputati, seduta dell’11 aprile 2016: intervento sul disegno di legge costituzionale che sarà materia del referendum.
9. Roma, 23 luglio 2016: intervento all’Assemblea Nazionale del PD.
10. Camera dei deputati, seduta del 12 ottobre 2016: comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre.
11. Camera dei deputati, seduta del 9 novembre 2016: informativa sui recenti eventi sismici del Centro Italia.
12. Palazzo Chigi, 5 dicembre 2016: dichiarazioni alla stampa a seguito della vittoria del “no” al referendum.
13. Torino, 10 marzo 2017: discorso di apertura del “Lingotto'17”.
14. Roma, 30 aprile 2017: discorso dopo la vittoria alle primarie del PD del 2017.
I discorsi parlamentari, come altre varietà di discorsi politici, si basano spesso su un testo scritto redatto però con la consapevolezza della destinazione orale e inoltre del contesto istituzionale, si tratta dunque di «un esempio di parlato formale, in cui il grado di formalità varia in base allo stile espressivo del personaggio politico, alla carica ricoperta in Parlamento e alla rilevanza politica del tema discusso» (Dell’Anna 2000: 51). Ciò vale soprattutto per i discorsi programmatici, preparati in anticipo per poi essere enunciati davanti alle Camere. Nel nostro corpus sono raccolti tutti gli interventi di
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esposizione delle tesi programmatiche dei governi guidati dalle personalità in esame. Altri interventi parlamentari nascono invece da «una traccia scritta, più o meno dettagliata, che fornisce a questi discorsi una forte pianificazione (che manca, in tale forma, nel dialogo spontaneo); ma la traccia scritta, cosa ben diversa da una versione scritta, non impedisce una certa spontaneità dell’oratore» (Cortelazzo 2012: 153).
Ciò che è rilevante ai fini di questo lavoro di analisi è che tutti i testi parlamentari citati vengono fruiti nella forma del resoconto stenografico. Esso, come ha evidenziato Cortelazzo (2012: 153), «non può essere etichettato come un testo scritto tout court», pur limitato dal canale scritto infatti, mantiene però alcune caratteristiche del parlato. Alcune di queste caratteristiche subiscono inoltre delle modifiche o delle correzioni all’interno del testo trascritto sia ad opera dello stenografo, sia del politico che rivede a posteriori il testo che ha enunciato. Nonostante questi scarti evidenziati dalla letteratura, i resoconti stenografici rimangono strumenti molto diffusi per l’analisi del linguaggio politico e pur tenendo conto della possibile manomissione di alcuni elementi rispetto all’enunciazione originale faremo affidamento su questi per la nostra analisi.
Tra i discorsi non parlamentari invece troviamo testi relativi a diverse occasioni di enunciazione, le scelte di questi interventi sono state determinate da vari fattori quali: l’importanza di un intervento all’interno della carriera di un politico, la maggiore o minore reperibilità dei testi e alcune caratteristiche specifiche dello stile comunicativo delle diverse personalità. Sono dunque presenti diversi discorsi pronunciati all’interno dei Congressi, delle Assemblee Nazionali di partito o in situazioni legate all’attività di partito come i discorsi della sconfitta e della vittoria di Renzi tenuti in seguito alle primarie del PD del 2012 e del 2017. I discorsi in occasione di comizi caratterizzano invece soprattutto gli interventi pubblici di Berlinguer, ciò dipende dal periodo storico, in cui il comizio risulta ancora la forma più tradizionale di comunicazione pubblica, in seguito «ampiamente sostituito dalle forme di comunicazione televisiva» (Dell’Anna 2000: 50), e viene accentuato dall’assenza di discorsi pubblici pronunciati da Berlinguer in qualità di Presidente del Consiglio (carica che mai ricoprì), interventi presenti invece per gli altri politici in esame. Due discorsi classificabili come comizi sono però presenti anche nel corpus di Silvio Berlusconi: il primo discorso al Palafiera nel 1994 e il comizio di Piazza del Popolo del 2013, interessanti per la loro collocazione cronologica in due momenti antitetici della carriera politica di Berlusconi, ma accomunati dal medesimo fine: radunare
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consenso intorno al leader e creare identificazione, scopo che il comizio persegue meglio di ogni altra varietà del discorso politico. Sono peculiari invece rispettivamente del corpus di Berlusconi e di quello di Renzi la presenza nel primo della trascrizione di due videomessaggi: la celebre “discesa in campo” e il videomessaggio del 18 settembre 2013, periodo in cui si sta discutendo in Senato dell’immunità di Berlusconi, mentre il secondo è l’unico corpus che presenta le trascrizioni di due dichiarazioni alla stampa: il primo discorso da premier incaricato e il discorso della sconfitta post-referendum.
Le scelte compiute nella costruzione di tale corpus sono state influenzate, come accennato in precedenza, non solo dalla reperibilità dei discorsi, ma anche dalle peculiarità che caratterizzano le diverse personalità in esame: il corpus di Enrico Berlinguer infatti risente dell’assenza di testi contenenti le sue dichiarazioni programmatiche di governo o discorsi pubblici in veste diversa da quella di segretario del PCI. In Craxi invece i due aspetti di segretario di partito e Presidente del Consiglio sono entrambi presenti come anche nei corpora di Berlusconi e Renzi.
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