• Non ci sono risultati.

La formazione per l’interpretazione medica a distanza

2 L’interpretazione a distanza

2.4 L’interpretazione telefonica in ambito medico

2.4.4 La formazione per l’interpretazione medica a distanza

Potrà sembrare, dagli studi analizzati, che interpreti professionisti e interpreti non formati e qualificati raggiungano gli stessi scopi, dato che pazienti, interpreti e medici sembrano ugualmente soddisfatti. Tuttavia, come riconosciuto da Braun (2015a: 9), sono stati condotti numerosi sondaggi sulla soddisfazione dei pazienti, ma pochissimi studi empirici sulle performance degli interpreti e, dunque, sulla qualità della loro resa. Nonostante fattori come tempo e soddisfazione rivestano un ruolo importante, non si può ignorare la qualità dell’interpretazione per valutare l’efficacia delle rese degli interpreti. Questo tipo di ricerca permetterebbe di verificare fino a che punto è importante avvalersi di interpreti professionisti, per poter aspirare ai migliori risultati nella comunicazione medico-paziente e, dunque, anche al miglior trattamento del paziente. Saint-Louis (2003) afferma che non è necessaria una

54

formazione specifica per interpreti già qualificati che operano in consecutiva breve a distanza (in particolare in modalità di videoconferenza), in quanto questa pratica è molto simile a quella presenziale.

Tuttavia, tanti altri studiosi sottolineano la necessità di una formazione specifica per gli interpreti che lavorano in modalità telefonica per potere garantire alti standard di qualità, al fine di rendere i professionisti consapevoli delle difficoltà che comporta tale modalità e, quindi, di sviluppare strategie utili a superarle. Tra gli studiosi che sostengono questa tesi troviamo Kelly, che si esprime a favore di una formazione specialistica, innanzitutto per insegnare agli interpreti come gestire la mancanza degli stimoli visivi (2008: 84). Anche Mintz sottolinea l’esistenza di una “curva di apprendimento” delle competenze specifiche della modalità telefonica di interpretazione. Nelle parole di Gracia-García (2002: 10) che riporta il pensiero dell’ex presidente di NAJIT: “Interpreters should undergo systematic training involving simulated proceedings before interpreting in real situations to get used to the equipment, because the technical details can get too distracting”.L’autore stesso conviene con questa teoria della curva di apprendimento dell’IT e sottolinea che forse, quando gli interpreti si sentiranno più preparati a svolgere questo tipo di interpretazione, la loro percezione dell’IT migliorerà (ib.: 19). Lee J. (2007) e Hlavac (2014) sostengono, inoltre, che vi siano possibilità di miglioramento della qualità dell’interpretazione telefonica e aggiungono che, data la maggiore difficoltà dell’IT rispetto all’interpretazione presenziale, il suo insegnamento dovrebbe essere integrato nei programmi universitari di interpretazione. Hlavac, professore presso la Monash University in Australia, nel suo corso di interpretazione del primo anno, insegna già alcune buone pratiche relative all’interpretazione telefonica tra cui la presentazione dell’interprete per evitare confusione e chiarire da subito il suo ruolo e la richiesta ai partecipanti di fornire informazioni sul contesto. L’importanza della contestualizzazione dell’evento comunicativo è sottolineata anche da Fernández Pérez (2018), la quale sottolinea che l’assenza del canale visivo ostacola l’accesso ad elementi che in presenza forniscono importanti informazioni, spesso necessarie al processo di inferenza comunemente utilizzato nella comunicazione. Pertanto, per poter cogliere determinati impliciti nell’interazione tra i partecipanti, Fernández Pérez (2018) sottolinea che gli interpreti dovrebbero chiedere all’inizio della telefonata dettagli sui partecipanti all’interazione, sul tipo di strumento utilizzato, quale sia la configurazione della chiamata e il luogo da cui questi chiamano, tutti elementi generalmente non forniti autonomamente dai partecipanti primari.

55

Come vedremo nei capitoli successivi, anche a seguito dell’analisi di interazioni nel contesto della SHIFT Summer School, quando l’interpretazione è effettuata a distanza l’interprete deve tenerne conto e gestire alcune difficoltà che non si presentano o si presentano in forma meno accentuata nell’interpretazione presenziale. Al giorno d’oggi, l’interprete impara a gestirle generalmente nella pratica, in quanto i corsi di formazione universitaria per l’interpretazione a distanza non sono ancora molto diffusi. Esistono tuttavia, taluni programmi di formazione erogati dalle agenzie stesse, con l’obiettivo di fornire servizi di alta qualità attraverso professionisti altamente specializzati, come ad esempio quello erogato da TVcN, il maggiore fornitore di interpreti in ambito medico nei Paesi Bassi (Gasser 2014). Oltre alla formazione dell’interprete e alle difficoltà insite nell’interpretazione a distanza, è anche necessaria una formazione per i pazienti e gli operatori sanitari che lavorano con interpreti a distanza, come sottolineano ad esempio da Wang (2017) e Niemants e Castagnoli (2015):

Tous les participants à un appel téléphonique interprété doivent se familiariser avec le fonctionnement de ce type de conversation à distance. Côté interprète, cela équivaut à développer des compétences pratiques supplémentaires s’ajoutant à une formation traditionnelle. Côté utilisateur, cela se traduit par la prise de conscience du fait que la qualité de l’IT dépend également de la capacité du soignant et/ou du patient d’utiliser le service, comme par exemple de leur capacité de ne pas interrompre l’interprète, de ne pas faire de bruit de fond, ou de ne pas être agacés si l’interprète demande de répéter, car cela pourrait être lié à une mauvaise réception téléphonique.

(Niemants e Castagnoli 2015: 251-252)

Bischoff et al. (2006 in Andres e Falk 2009) e Wang (2017) evidenziano proprio la necessità di sviluppare delle linee guida per interpreti e utenti del servizio di interpretazione a distanza, di modo da garantire un’alta qualità del servizio. Tra queste linee guida, potrebbe figurare, ad esempio, la necessità - espressa da Wadensjö già nel 1998 - di sensibilizzare i beneficiari dell’interpretazione telefonica alle difficoltà di questo tipo di modalità interpretativa e di accettare di buon grado di ripetere una frase o un’espressione, se richiesto dall’interprete. E ancora, secondo Wang (2017) sarebbe necessario, oltre a quanto appena detto, che gli strumenti utilizzati fossero appropriati e che gli interpreti venissero retribuiti meglio, di modo da incoraggiare gli interpreti qualificati a lavorare in modalità telefonica. Wang considera, inoltre, fondamentale che gli interpreti così come i beneficiari dell’interpretazione vengano formati e che ci sia una buona cooperazione fra questi nella costruzione dell’interazione telefonica. Gany et al. (2007: 317) fanno riferimento specificamente al contesto sanitario e sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio le potenzialità dell’interpretazione a distanza in ambito medico e la necessità di formazione adeguata, sia per gli interpreti che per pazienti e personale sanitario che usufruiscono del servizio di interpretazione a distanza.

56

Proprio nel quadro di queste osservazioni sulla necessità di formazione si innesta il progetto Erasmus+ SHIFT in Orality (www.shiftinorality.eu) di cui si parlerà nel quarto capitolo di questo elaborato. Promosso dall’Università di Bologna, l’Università Pablo d’Olavide di Siviglia, l’Università di Granada, l’Università del Surrey, insieme alle aziende VEASYT e Dualia Teletraducciones e finanziato della Commissione europea nell’ambito della “Key Action 2: Strategic Partnership in Higher Education”, questo progetto mira a favorire la formazione nell’interpretazione a distanza di interpreti già professionisti o ancora in formazione, sia a livello universitario sia fuori dal contesto accademico.

57

Capitolo 3