• Non ci sono risultati.

La microfibra

Nel documento Tesi di Laurea (pagine 69-77)

07

La microfibra ha una storia piuttosto controversa ed in molti tutt’oggi se ne attribuiscono la paternità.

Alcune fonti1 asseriscono sia stata inventata in Giappone intorno alla metà degli anni Settanta, altre affermano invece sia stata introdotta in Inghilterra nel 1986. Il dato storico più certo è che fu la Svezia, negli anni Novanta, ad iniziarne la

commercializzazione.

Alla base dello sviluppo della microfibra vi era la volontà di sostituire la seta ed il cotone, nella realizzazione di costumi di bagno, con un

materiale sintetico di pari caratteristiche. Il tentativo si rivelò inizialmente un fallimento, dato che l’acqua e l’umidità venivano assorbite dai costumi,

rendendoli pesanti oltre che scomodi. La microfibra venne riproposta solo diversi anni dopo, quando ne venne scoperta l’incredibile efficacia nel campo delle pulizie.

Il prodotto iniziò così a diffondersi

esponenzialmente, nell’ambito sia domestico che professionale, affermandosi ben presto come nuova frontiera tecnologica nel campo della pulizia,

dell’igiene e della sanificazione. Nei successivi anni, lavorando alle proprietà chimiche degli elementi che la compongono, l’impiego della microfibra si è potuto estendere con successo a nuovi campi di applicazione dando origine ad un gran numero di prodotti. Un esempio è rappresentato dal settore dell’abbigliamento sportivo, dove l’utilizzo della microfibra, grazie alla sua incredibile capacità di assorbimento e di traspirazione, ha consentito la realizzazione di articoli straordinari.

Tornando all’ambito del cleaning, la microfibra ne ha senza dubbio rappresentato un fattore

rivoluzionario in termini di efficacia ed efficienza, influenzandone l’evoluzione. Andiamo dunque a scoprire qualcosa di più su questo materiale e sul perché sia divenuto un così prezioso alleato nelle operazioni di pulizia.

7.1 Premessa storica

Nel campo tessile vengono definite microfibre, quelle fibre la cui dimensione del singolo filamento è uguale o inferiore ad un 1 dtex (unità di misura delle fibre tessili). Un decitex corrisponde al peso in grammi di 10.000 metri di fibra. La microfibra è un tessuto non tessuto ottenuto generalmente dal frazionamento chimico-meccanico di fibre

sintetiche come il polipropilene (PP), il poliestere (PES) e il poliammide (PA).

La loro produzione richiede un controllo accurato della purezza del polimero e delle condizioni di estrusione e raffreddamento dei filamenti. In questo modo è possibile realizzare fibre dallo spessore quasi impercettibile (circa 10 μ): due volte più sottili della seta, tre volte più del cotone e addirittura mille volte più di un capello umano.

Attualmente è possibile realizzare microfibre con una sezione pari a 0.18 dtex; prendono il nome di ultra-microfibre.

La diversa composizione e conformazione data alla trama può conferire al materiale ogni volta proprietà differenti. Le microfibre dalle migliori caratteristiche pulenti2 si ottengono in genere combinando

poliestere (80%) con poliammide (20%) ed hanno una densità (numero di fibre per centimetro quadrato) che va da 15.000 a 40.000.

7.2 Terminologia e definizione

Microfibra estrusa tagliata in sezione. La parte evidenziata in giallo è detta matrice ed è composta da poliammide. L’area blu, più vasta, prende invece il nome di bavella ed è costituita da poliestere.

La densità dei filamenti per l’appunto, unitamente al modo in cui questi vengono assemblati, conferisce alla microfibra la sua caratteristica principale: ossia la capillarità. I filamenti penetrano facilmente nelle microporosità delle superfici, raccolgono le

particelle di polvere e di sporco e le trattengono all’interno della microfibra. Il normale cotone tende invece a spostare lo sporco senza catturarlo.

Quest’azione capillare consente di pulire facilmente le superfici in profondità, senza la necessità di ricorrere a prodotti chimici in forti dosaggi. Lo sporco viene rilasciato solo quando il panno viene stimolato con un lavaggio appropriato.

7.3 Principali caratteristiche

Come già accennato in precedenza, la scelta delle fibre sintetiche che formeranno la trama gioca un ruolo fondamentale nel determinare le proprietà finali del prodotto. Nelle microfibre ibride di tipo PES+PA ad esempio, ciascuna fibra svolge un azione specifica sullo sporco. Il poliestere, grazie alla sua microstruttura uncinata, genera infatti un eccellente effetto elettrostatico in grado di raccogliere e

trattenere gli acari della polvere. Il poliammide invece ha un alta capacità assorbente e permette, in combinazione con l’acqua, di asportare lo sporco e sgrassare qualsiasi superficie. Solitamente un panno dall’elevata percentuale di poliammide ha un effetto pulente più performante.

Le caratteristiche superficiali della microfibra

incidono infine sulla sensibilità al tatto e sul modo in cui il tessuto riflette la luce: utilizzando trafile

particolari è possibile infatti realizzare tessuti in microfibra che hanno la proprietà di cambiare colore a seconda dell’angolo di incidenza della luce.3

a. La microfibra rimuove le particelle di sporco e di polvere trattenendole all’interno della sua struttura capillare.

b. Le fibre tradizionali tendono a spostare lo sporco, lasciando inevitabilmente dei residui sulle

superfici. a. b.

Come la microfibra è in grado di assorbire e

trattenere efficacemente lo sporco, al tempo stesso lo rilascia con difficoltà. Per estrarlo senza

compromettere le eccezionali proprietà delle fibre, è raccomandabile osservare una serie di accorgimenti durante la fase di lavaggio. Per le sue caratteristiche questo prodotto deve essere sottoposto a periodici cicli di lavaggio, a mano o in lavatrice (fino a 90°). Da

7.5 Il lavaggio 7.4 I vantaggi

1. l’azione capillare della microfibra, unita alla sua estrema leggerezza, favorisce una pulizia più rapida e con sforzi inferiori rispetto ai tradizionali prodotti in cotone.

2. è in grado di asportare con efficacia lo sporco impiegando minime quantità di acqua e detergente.

Ne consegue un evidente beneficio sia sul piano ecologico che economico.

3. grazie alla sua azione igienizzante riduce

enormemente la permanenza di allergeni, batteri e acari sulle superfici.

4. da asciutta è un ottimo strumento per spolverare e lucidare, grazie all’effetto elettrostatico generatosi per strofinamento.

5. ha un altissima resistenza meccanica a

sollecitazioni quali: trazione, lacerazione, cucitura, delaminazione e flessione.

6. a parità di peso rispetto ad altri materiali, la microfibra ha un volume notevolmente più elevato.

7. presenta una superficie di ‘attacco’ maggiore per per la cattura dello sporco rispetto ai tessuti comuni.

8. è un materiale assorbente e traspirante, che

assicura una rapida asciugatura delle superfici dopo il passaggio.

9. ha un ottima stabilità dimensionale, sia in senso trasversale che longitudinale, che gli consente di conservare la forma nel tempo.

10. grazie alle caratteristiche di decomposizione e alla robustezza delle fibre sintetiche, la microfibra ha una longevità maggiore rispetto a qualsiasi altro prodotto in fibre naturali.

11. può essere tinta, tagliata e cucita come qualunque altro tessuto.

evitare sempre l’utilizzo dell’ammorbidente, il quale rende inefficace la capacità di assorbimento

delle fibre, e della centrifuga, che ne può

scomporre e rovinare la trama. Se correttamente lavata, una frangia in microfibra può sopportare fino ad oltre cento lavaggi. Per capire se un panno in microfibra è veramente pulito si può utilizzare un trucco molto semplice ma efficace, ossia pesarlo. Se il panno nuovo pesa 100 grammi ed il nostro panno lavato ed asciugato ne pesa 130, è facile intuire che contenga al suo interno ancora 30 grammi di sporco.

Proprio come un essere vivente, anche la microfibra ha un proprio ciclo vitale. Al suo interno vengono generalmente distinte tre fasi.4 Nel primo periodo, detto dell’adolescenza, la fibre non sono ancora completamente attive e necessitano di un rodaggio denominato ‘sodatura’. Una volta raggiunta la loro massima resa ed efficacia la microfibra giunge così al suo stadio di maturità. L’ultima fase, quella della vecchiaia, è caratterizzata da una riduzione gra-duale della performance da parte delle fibre fino al sopraggiungimento della ‘morte’ del prodotto.

Dal punto di vista ecologico la microfibra soffre degli stessi problemi ambientali associati ad altri tessuti sintetici (ad esempio gli acrilici). Il materiale non appartiene alla famiglia dei prodotti virtuosi, poiché non biodegradabile né facilmente riciclabile. Una volta esaurito il suo compito viene raccolto come rifiuto ‘secco non riciclabile’, per essere infine destinato alla discarica o all’inceneritore.

7.6 Ciclo di vita e impatto ambientale

7.7 Conclusioni

Ci sono molti passaggi nel processo di

fabbricazione di una microfibra, i quali richiedono una lavorazione meticolosa e dei macchinari altamente tecnologici. Tutto ciò ha un influenza inevitabile sul costo finale del prodotto, più alto rispetto a quello dei tradizionali panni per la pulizia.

Tuttavia si tratta di un investimento sostenibile a più delle imprese e, soprattutto, necessario se si guarda al conseguimento di rese igieniche superiori e ad una migliore produttività da parte degli operatori.

08

Nel documento Tesi di Laurea (pagine 69-77)