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LA PIANIfICAzIONE dELLO SPAzIO MArIttIMO IN ItALIA

Migliorare l’uso degli spazi marini per l’acquacoltura

2.1 LA PIANIfICAzIONE dELLO SPAzIO MArIttIMO IN ItALIA

2.1 LA PIANIfICAzIONE dELLO SPAzIO MArIttIMO IN ItALIA

L’Italia ha avviato il processo di pianificazione dello spazio marittimo con il D.Lgs. 201/2016 “Attuazione della Direttiva 2014/89/UE che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo” che ha la finalità di promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime, lo sviluppo delle zone marine e l’uso sostenibile delle risorse, assicurando la pro-tezione dell’ambiente marino e costiero attraverso l’applicazione dell’approccio ecosistemico (art.1). La PSM è attuata attraverso i piani di gestione, che in-dividuano la distribuzione spaziale e temporale delle pertinenti attività e usi delle acque marine presenti e futuri (art.5), inclusa l’acquacoltura.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (MIt), responsabile per l’attuazione della PSM, ha istituito nel 2017 il Comitato Interministeriale5 e ha prodotto le linee guida (DpcM 01/12/17) che precisano il percor-so metodologico da seguire per l’elaborazione dei Piani di gestione, per individuare gli obiettivi strate-gici ed operativi, le modalità di realizzazione e moni-toraggio dei piani e gli approcci da adottare secondo

la Direttiva 2014/89/UE. Il Tavolo interministeriale ha individuato tre aree marittime di riferimento ricondu-cibili alle tre sottoregioni di cui alla Direttiva Strategia Marina6:

Mare Mediterraneo occidentale: Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna

Mare Adriatico: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia • Mar Ionio e Mare Mediterraneo centrale: Puglia,

Basilicata, Calabria, Sicilia

Le Regioni hanno un ruolo strategico nella futura pro-grammazione degli usi del mare, quali responsabili delle politiche economiche regionali di sviluppo, in particolare nelle aree marino costiere (turismo, tra-sporti, diportistica, energie rinnovabili, acquacoltura, ripascimenti, interventi di difesa costiera etc.) e at-tori primari nell’attuazione delle politiche ambientali (Direttive Strategia Marina, Acque, Habitat, Alluvioni), con un ruolo diretto sulla gestione delle coste e l’ana-lisi delle interazioni terra-mare e mare-terra (Box 2-1). I benefici attesi dai piani per le Regioni sono cosi sintetizzabili:

disponibilità di quadro di riferimento programmatico, con l’opportunità di pianificare e integrare le esigenze di uso dei diversi settori marittimi su scala spaziale

Chiarezza nei processi politico-decisionali di riferimento per lo sviluppo dei settori marittimi e miglior coordinamento tra le diverse amministrazioni

Coerenza nell’applicazione dei principi guida e dei criteri, per ridurre le differenze operate dalle amministrazioni e le distorsioni competitive tra usi e operatori

responsabilità condivise, per il coinvolgimento dei portatori d’interesse nel processo sin dalle fasi iniziali

Procedure amministrative semplificate, per l’assegnazione di aree demaniali in concessione e per il rinnovo delle concessioni, indicando processi, fasi e tempi di esecuzione e qualità dei servizi amministrativi

facilitazione delle iniziative e degli investimenti privati, perché aumenta la certezza e la fiducia dei potenziali investitori che dispongono di un quadro di riferimento certo e garanzie di condizioni eque per lo sviluppo

Efficienza delle iniziative e degli investimenti pubblici, perché riduce duplicazioni e sprechi di risorse per iniziative non adeguate e/o in siti non appropriati, e eventuali costi per il ripristino ambientale • Integrazione e promozione degli interessi economici e sociali legati agli usi del mare nelle aree più

vocate, tenendo conto degli obiettivi di conservazione e tutela ambientale

Assicurare gli obiettivi di un buono stato degli ecosistemi marini e la fornitura dei servizi ecosistemici, tramite l’individuazione precoce delle fonti d’impatto e delle opportunità di un uso polivalente e sostenibile dello spazio marittimo 56

5 art. 6, c.1 del D.Lgs. 201/2016

BOX 2-1: INtErAzIONI MArE tErrA (IMt) E tErrA MArE (ItM) NELLA PIANIfICAzIONE SPAzIALE MArIttIMA

Le “interazioni terra-mare” sono definite dal D.Lgs. 201/2016 (art. 3, lett. f) come “interazioni in cui fenomeni naturali o attività umane terrestri hanno impatto sull’ambiente, sulle risorse e sulle attività marine e in cui fenomeni naturali od attività umane marine hanno impatto sull’ambiente, sulle risorse e sulle attività terrestri”. Le ITM/IMT sono state oggetto di analisi nell’ambito del progetto CAMP Italy. Di seguito si riportano i principali esempi di settori marittimi, terrestri e di fenomeni naturali che hanno o possono avere interazioni e quindi un’influenza ovvero un impatto sull’ambiente, sulle risorse e sulle attività marine. Per identificare e valutare le diverse interazioni si considerano tre dimensioni secondo l’approccio EPSON (2013): 1) Significatività economica, 2) Flussi terra-mare in termini di numero, quantità e valori, 3) Pressioni ambientali. Le stesse andranno integrate considerando gli aspetti sociali, che possono essere inclusi attraverso gli strumenti tradizionali di valutazione della sostenibilità o valutazione ambientale strategica: Sostenibilità e sviluppo economico, Coesione sociale, Impatti ambientali.

INtErAzIONI MArE-tErrA

Attività economiche / fenomeni naturali a “mare” che interagiscono con la “terra”

INtErAzIONE tErrA-MArE

Attività economiche / fenomeni naturali a “terra” che interagiscono con il “mare”

ANtrOPICHE SPECIfICHE ANtrOPICHE SPECIfICHE

Acquacoltura in mare

Pesca

Attività di estrazione mineraria dal fondale marino

(incluso estrazione di sabbie e gli aggregati marini)

Industria (impianti, inclusi quelli di desalinizzazione a

mare, cattura e stoccaggio di CO2)

Industria energetica (energia offshore (oil and gas),

energie rinnovabili offshore (vento, onde, marea)

Infrastrutture (porti, opere civili di ingegneria marino/

costiera [scogliere artificiali, frangiflutti pennelli etc.])

Cavi sottomarini e gasdotti

Attività marittime in generale, incluso attività di

dragaggio e deposito di materiali

trasporto marittimo (traffici marittimi, commerciali,

incluso traghetti)

turismo crocieristico e nautico

Attività ricreative e sportive

Biotecnologie

Aree Marine Protette (AMP), zone di tutela

Biologica (ztB) (e in generale 'area based manage-ment tools, including marine protected areas’)

difesa e sicurezza

Acquacoltura costiera/lagunare

Pesca fluviale/lagunare

Uso di specifiche risorse naturali (captazione di

risorse idriche, prelievo di inerti (cave))

Agricoltura e zootecnia

Industria (alimentare, manifatturiera, impianti a terra,

inclusi impianti di desalinizzazione, cattura e stoccag-gio di CO2)

Industria energetica (energia onshore (oil and gas),

energie rinnovabili onshore (vento, sole, geotermico))

Infrastrutture (porti fluviali, incluso attività di

dragag-gio, opere di ingegneria, incluse dighe, ponti, bonifi-che, ferrovie, strade)

Attività portuali

trasporti (trasporto fluviale, trasporto su ruota e/o

ferroviario)

turismo e attività ricreative e sportive (es.

stabili-menti balneari, strutture turistiche)

Biotecnologie

Aree Naturali Protette (Riserve naturali, Parchi

Nazionali, Parchi Regionali, ecc., terrestri o con peri-metrazione a mare

difesa e sicurezza

ANtrOPICHE GENErALI ANtrOPICHE GENErALI

rifiuti marini (marine litter) Complessi urbani (incluso l’inquinamento dei corpi

idrici che raccolgono le acque reflue urbane)

rifiuti

reti di servizi (es. rete fognaria)

NAtUrALI NAtUrALI

Eventi estremi (tempeste, maree eccezionali,

tsunami)

Innalzamento del livello del mare (globale e locale)

rischi cui sono soggette le zone costiere (erosione

costiera, inondazioni marine e intrusione salina)

Proliferazione delle alghe

Attività tettonica-vulcanica

Erosione del suolo (dilavamento, azione del vento)

Subsidenza naturale

dissesto idrogeologico (incluse frane)

trasporto di sedimenti fluviali

Alluvioni

Attività tettonica-vulcanica

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I settori marittimi in Italia

L’economia del mare (economia blu) nel 2017 ha dato lavoro a circa 413 mila persone (1,8% dei posti di lavoro) e genera quasi 20 miliardi di euro di Valore Aggiunto Lordo (VAL); rappresenta il 1,3% circa dell’eco-nomia italiana. Tra i settori marittimi, il turismo costiero è il settore economico dominante, contribuendo per il 50% dei posti di lavoro e il 35% del valore. Il settore delle risorse biologiche marine, che include la pesca e l’acquacoltura come settori primari e la lavorazione e distribuzione dei prodotti del mare, contribuisce alla economia blu italiana con il 18% dei posti di lavoro e il 13,7% circa del valore. Il trend è in lieve crescita nel periodo 2009-2017, ma decisamente sotto la media europea, che ha segnato +17% di crescita del settore risorse biologiche nel periodo.

Persone occupate

(migliaia) 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Turismo Costiero 236 212.6 209.9 201.6 182.6 160.4 165 185.8 203.4 Risorse biologiche marine 73.5 73.6 72.2 74.6 71.5 70.4 69.6 74.5 74.1 Risorse marine non biologiche 19.6 19.2 18.2 17.3 16.3 15.9 15.7 15.3 15.3 Attività portuale 38.9 37.1 35.2 34.3 34.5 33.5 33.8 35.2 35.2 Cantieristica navale 45.6 41.2 37.8 34.2 32.2 32.6 33.1 35.2 35.2 Trasporto marittimo 34.5 32.3 31.8 30.8 28.8 47.8 49.3 49.9 49.9

Blue economy 448.2 416 405 392.9 366 360.6 366.6 395.8 413.1

% occupati/tot nazionale 2.0% 1.9% 1.8% 1.8% 1.7% 1.7% 1.7% 1.8% 1.8%

Occupati totali in Italia 22,324 22,152 22,215 22,149 21,755 21,810 21,973 22,241 22,444

Valore aggiunto Lordo

(milioni €) 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Turismo Costiero 6,038 6,393 6,458 5,931 5,405 5,028 5,519 6,416 7,081 Risorse biologiche marine 2,380 2,380 2,524 2,195 2,228 2,153 2,548 2,732 2,716 Risorse marine non biologiche 2,450 2,541 2,540 2,101 1,677 1,578 1,764 1,785 1,785 Attività portuale 1,732 1,922 1,877 1,994 2,047 1,983 2,142 2,194 2,194 Cantieristica navale 1,889 1,658 1,837 1,451 1,483 1,730 1,651 2,083 2,085 Trasporto marittimo 2,726 3,812 3,090 2,888 3,006 3,527 4,089 3,906 3,906

Blue economy 17,217 18,705 18,325 16,560 15,847 15,998 17,713 19,116 19,766

% VAL nazionale 1.2% 1.3% 1.2 % 1.1% 1.1% 1.1% 1.2% 1.3% 1.3%

VAL nazionale (miliardi €) 1,422 1,443 1,470 1,448 1,444 1,458 1,485 1,518 1,546

2.2 APPLICAzIONE dELL’APPrOCCIO ECOSIStEMICO