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4. PIANI, PROGRAMMI E VINCOLI CHE INTERESSANO L'AREA

4.1. La pianificazione territoriale e urbanistica

Le fasi del percorso di pianificazione del territorio sono molte complesse e strutturate in processi di natura gerarchica che prevedono la subordinazione dei piani attuativi e gestionali a quelli di livello superiore, che definiscono le linee programmatiche e gli obiettivi da perseguire. Questo sistema ha spesso il difetto di non affrontare le tematiche del territorio con un approccio strategico, di essere eccessivamente rigido e burocratico nella formazione e approvazione dei piani. I contenuti e i tempi di attuazione degli interventi risultano spesso sfasati rispetto alle azioni portate avanti dai singoli piani e dai processi di trasformazione socio-economica e territoriali nel frattempo intervenuti.

È necessario pertanto che tra i differenti centri decisionali ed operativi responsabili del Sito si instaurino processi di programmazione e pianificazione coordinati e condivisi in grado di verificare costantemente la coerenza tra gli obiettivi definiti e le azioni proposte dai diversi strumenti di pianificazione e valutare l’efficacia delle scelte e degli interventi adottati.

Di seguito si riporta una sintesi dei principali strumenti di livello regionale e provinciale, riferiti ai caratteri e ai valori prioritari per il Sito. Gli strumenti individuati hanno una forte correlazione con il processo di formazione del sistema di gestione e ne possono influenzare le strategie messe in campo.

4.1.1. Il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP)

Il Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (PTCP), approvato con DCR n.6 del 25 febbraio 1990, disciplina le trasformazioni possibili sul territorio in modo descrittivo e qualitativo, indicando in quali termini sia consentito apportare al territorio modifiche rispetto allo stato attuale assunto come riferimento. L’obiettivo è la riduzione della discrezionalità nella tutela del paesaggio. Il P.T.C.P. può imporre vincoli più restrittivi rispetto alle trasformazioni previste dagli strumenti urbanistici comunali dare indicazioni integrative rispetto alla disciplina vigente e eventualmente rivedere la disciplina dei vincoli preesistenti. Il Piano è stato redatto sulla base di un complesso di studi propedeutici e di analisi che hanno consentito di leggere e interpretare il territorio ligure a livello di ambiti paesistici sovracomunali e alla scala locale con riferimento a tre assetti del territorio: insediativo, geomorfologico e vegetazionale. Il Ptcp è articolato in tre livelli:

58 1. livello territoriale: le indicazioni che sono riportate nelle schede relative ai 100 ambiti individuati dal

Piano hanno carattere di indirizzo e proposta per le azioni di pianificazione;

2. livello locale, alle cui indicazioni devono adeguarsi gli strumenti urbanistici comunali;

3. livello puntuale, che prevede indicazioni di specificazione del livello locale sviluppate dai comuni con particolare riguardo agli aspetti qualitativi.

Per il Sito le principali indicazioni di gestione possono essere così sintetizzate:

- Assetto insediativo MANTENIMENTO: L’indirizzo normativo tende a mantenere la tipicità del paesaggio agrario e architettonico, favorendo il recupero e la riqualificazione dell’esistente, anche perché l’ambito è totalmente incluso nel Parco delle Cinque Terre ed assoggettato alle leggi in relazione alle zone di differente tutela. Anche la modifica dello sviluppo viario, con particolare riferimento a quella pedonale, viene subordinata a rendere più funzionali i collegamenti interni, ferme restando i vincoli di ordine ambientale e paesaggistico.

- Assetto geomorfologico MANTENIMENTO. Date le eccezionali valenze ed emergenze geomorfologiche e le numerose problematiche di dissesto del luogo l’indicazione generale è per un consolidamento soprattutto per gli aspetti quantitativi.

- Assetto vegetazionale CONSOLIDAMENTO – MODIFICABILITÀ. Relativamente a questo orientamento è necessario fare una distinzione. Difatti, questi gli indirizzi per l'ambito di Levanto: "Adeguata estensione dei boschi che richiedono tuttavia, nel complesso, interventi innovativi sulla composizione delle essenze non in sintonia con le condizioni ecologiche e fortemente combustibili. Praterie di assai modesta estensione e di ben limitato interesse economico, generatesi per lo più come effetto di un'involuzione di boschi e arbusteti conseguente al passaggio del fuoco. Nettamente da privilegiare la vocazione a bosco di queste cenosi". Per quanto riguarda gli ambiti delle Cinque Terre e di Porto Venere invece: "Boschi nel complesso non estesi, la cui superficie può essere incrementata rispettando e anzi accelerando (data l'acclività dei pendii) le tendenze evolutive in atto su aree agricole abbandonate, in parte già invase da specie legnose. Migliorabile il livello qualitativo, a volte con interventi innovativi sulla composizione delle essenze."

Da notare come l'abbandono delle colture e la conseguente ricolonizzazione arbustiva ed arborea vengono addirittura auspicate.

Un importante strumento è il Piano Territoriale della Costa, approvato con DCR n. 64 del 29712/2000 e aggiornato con DCR n. 30 del 11 dicembre 2012. Il piano prende le mosse dall'esame delle condizioni attuali della costa ligure, che ha rilevato condizioni critiche derivanti da un ciclo espansivo fondato su un accrescimento solo quantitativo dell'edificazione e contrassegnato da una trasformazione spesso anche brutale dell'ambiente costiero. Nel contempo rileva come la dotazione di servizi e infrastrutture mostri evidenti carenze che incidono sull'efficienza del sistema economico, sull'attrattività turistica e sulla qualità complessiva della vita dei residenti. Gli obiettivi principali del Piano sono la tutela e la valorizzazione dei

59 tratti di costa emersa e sommersa che rivestono valore paesaggistico, naturalistico ed ambientale, la riorganizzazione e la riqualificazione dei tratti costieri urbanizzati e lo sviluppo della fruizione pubblica e dell'uso turistico e ricreativo della zona costiera.

In questo contesto il Piano punta a perseguire i seguenti obiettivi:

- la tutela e la valorizzazione dei tratti di costa emersa e sommersa che rivestono valore paesaggistico, naturalistico ed ambientale;

- la riorganizzazione e la riqualificazione dei tratti costieri urbanizzati; - la difesa del litorale dall'erosione marina ed il ripascimento degli arenili;

- lo sviluppo della fruizione pubblica e dell'uso turistico e ricreativo della zona costiera (anche in vista della formazione del Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo previsto dalla L.494/1993);

- l'adeguamento e lo sviluppo del sistema della portualità turistica;

- il riuso, in forma integrata e coordinata, dei tratti di ferrovia dismessi o da dismettere lungo la costa; - il miglioramento delle condizioni della viabilità costiera.

4.1.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Il Piano territoriale di Coordinamento provinciale della Spezia, approvato con DCP n. 127 del 12 luglio 2005, rappresenta un importante riferimento nella definizione delle strategie di gestione del Sito. Una finalità fondamentale del Piano consiste nel riconoscimento dei valori ambientali. L'ambiente è individuato come risorsa complessa: ecosistema, paesaggio, storia e cultura. Le politiche di pianificazione e gli indirizzi strategici, conseguentemente, sono impostati in molteplici direzioni e integrati in relazione ad ambiti territoriali specifici o a temi di rilievo provinciale. Tutte le politiche di promozione ambientale delineate dal PTC perseguono il fine di estendere le opportunità di fruizione nello spazio (in particolare le aree interne ma anche quelle collinari dell’entroterra) e nel tempo, ampliando dunque il sistema dei valori ambientali da un lato e le motivazioni del fruitore dall’altro. Nell’ottica dello sviluppo sostenibile, il rapporto tra ambiente e fruizione conduce ad un ruolo determinante del recupero quale azione della pianificazione:

- recupero ambientale (nel senso fruitivo);

- recupero strutturale (in relazione all’edilizia storica);

- recupero tematico (in relazione a nuove opportunità e modalità di fruizione);

- recupero integrato (con riguardo all’imprescindibile mix tra elementi del patrimonio ambientale in ambiti specifici a molteplici vocazionalità.)

Per ciò che concerne la componente agroforestale il PTC individua alla scala che gli è propria le seguenti categorie di territori a matrice rurale, diversamente caratterizzati in funzione dei livelli di antropizzazione e

60 di vocazione produttiva; demanda ai PUC, a scala comunale e sottordinati, l’individuazione delle diverse sottotipologie, sulla base di ulteriori accertamenti delle caratteristiche fisiche e delle condizioni funzionali e sociali dei territori interessati e tenendo conto delle esigenze di assetto degli organismi urbani.

I territori a matrice rurale possono essere:

Aree agricole ad effettiva produzione, ossia le aree destinate o da destinare all’attività agricola svolta

in forma estensiva ed intensiva, ivi comprese le aree destinate o da destinare a serre, in relazione alle prevalenti vocazioni di livello provinciale connesse alla viticoltura (aree delimitate ai fini della produzione di vini DOC), all’olivicoltura (aree delimitate ai fini della produzione di olio extravergine d'oliva DOP), alla zootecnia, all’ortofrutticoltura, al florovivaismo, alla coltivazione del castagneto da frutto e dei frutti del sottobosco, ed alle condizioni di particolare pregio qualitativo determinate dall’impiego del metodo biologico o comunque di tecniche a basso impatto ambientale. Rientrano in questa categoria anche alcune aree terrazzate del Sito UNESCO.

Territori di presidio ambientale, ossia le aree caratterizzate da condizioni di precario equilibrio

ecologico e vegetazionale, le aree attualmente utilizzate per attività agrosilvo-pastorali ove l’obiettivo di garantire la conservazione e valorizzazione del territorio sotto il profilo ambientale e paesaggistico travalica le motivazioni d’ordine produttivo e le aree agricole in incipiente o pregresso abbandono investite o meno da processi di rinaturalizzazione. Ovviamente la maggior parte delle aree terrazzate del Sito ricadono in questa categoria, per la quale il PTC prevede l’indirizzo di recupero ambientale e paesaggistico, da perseguire anche oltre alla residenza ed alle attività agricole, anche funzioni turistiche, commerciali, artigianali e di servizio. Si favorisce comunque il recupero del patrimonio edilizia esistente.

Territori non insediabili, principalmente relativi alle aree non insediate (ANI) individuate

dall’assetto insediativo del PTCP e quelle interessate da regimi di conservazione negli assetti vegetazionale e geomorfologico del PTCP.

Vengono incentivati inoltre i Contratti di manutenzione ambientale; in tali strumenti il PTC individua il mezzo per sviluppare attraverso rapporti negoziali di diritto privato con gli attori economici e sociali interessati, le necessarie azioni di rigenerazione ecologica, conservazione e sviluppo delle valenze naturalistiche ed agroambientali del territorio, favorendo la moltiplicazione delle opportunità di fruizione in un contesto di sostenibilità dell’azione economica. In tali ambiti, per costruzioni destinate ad uso residenziale di nuova edificazione e di recupero, gli strumenti urbanistici prevedono lo strumento della concessione convenzionata finalizzata alla definizione di prestazioni di tutela, recupero e riqualificazione del territorio a carico del concessionario. La convenzione stabilisce misure di perequazione e compensazione a favore dei concessionari, a fronte dei benefici ambientali assicurati, anche agendo sulle leve fiscali e tariffarie. Tali disposizioni si applicano inoltre alla manutenzione della rete sentieristica e di fruizione escursionistica

61 avendo particolare riguardo ai programmi di intervento definiti dalle Comunità Montane e dagli Enti Parco, per i territori di rispettiva competenza.

4.1.3. I Piani Operativi Comunali

Di seguito si riporta lo stato dei Piani Urbanistici Comunali e dei Piani Regolatori Generali per i comuni del sito.

• Piano Urbanistico Comunale Porto Venere DCC n. 03 del 26 febbraio 2002;

• Piano Urbanistico Comunale La Spezia DCC n. 19 del 19 novembre 2002;

• Piano Urbanistico Comunale Levanto;

• Piano Regolatore Generale Comunale Monterosso DPGR n. 22 del 18/01/1977;

• Piano Regolatore Generale Comunale Pignone;

• Piano Regolatore Generale Comunale Riccò del Golfo;

• Piano Regolatore Generale Comunale Vernazza;

• Piano Regolatore Generale Comune di Riomaggiore DPGR n. 350 del 26 maggio 1997.

Come si evince, gli strumenti urbanistici esecutivi risultano per buona parte datati e non revisionati ai sensi della normativa vigente a livello regionale in materia di urbanistica, che ha definito il passaggio dal Piano Regolatore (P.R.G.) al Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.).