2. Sostenibilità ambientale e industria alimentare
2.1 La responsabilità ambientale dell’impresa
Data la situazione attuale di crescente urgenza delle problematiche ambientali e del frequente verificarsi di crisi alimentari, l’azienda è chiamata a integrare negli obiettivi di business la dimensione ambientale (e sociale), secondo un approccio di management che tenga in conto non solo gli obiettivi di finanziari, ma anche l'impatto che l'attività ha sull'ambiente, sui dipendenti e sul contesto sociale in cui essa è inserita. Molte aziende hanno cominciato a comprendere che lo sviluppo non è più dettato dalle sole regole della partita doppia, ma comprende la capacità di farsi carico di responsabilità che vanno oltre quella del semplice profitto economico. L’impresa, è responsabile non solo della generazione di risultati
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economici, ma dell’intero impatto che produce, attraverso il suo operato, sulla società e sull’ambiente6. Nell’abbracciare i principi di uno sviluppo del business che sia al contempo sostenibile dal profilo economico e ambientale, l’impresa deve dotarsi di strumenti di comunicazione chiari e trasparenti, che permettano di informare dettagliatamente i diversi stakeholders. Molti studi accademici evidenziano la crescente consapevolezza da parte delle imprese di essere membri di una comunità, prima di attori economici, e pertanto la necessità di operare secondo principi di responsabilità sociale, il che porta a includere nella filosofia e cultura aziendale i principi di tutela degli esseri umani e dell’ambiente.
Come evidenzia, a questo proposito, un recente rapporto a cura di Ernst &Young7 in collaborazione con GreenBiz, l’interesse delle aziende, e degli stakeholder, verso i report aziendali sulla sostenibilità continua a crescere, anche se gli strumenti sono ancora poco formalizzati e sviluppati. Sempre più aziende utilizzano il bilancio sociale ed ambientale8 come strumento volontario di comunicazione dell’impegno verso la sostenibilità. Scorrendo i siti delle aziende di produzione e di servizi, dal settore alimentare a quello delle costruzioni9, fino a quello del turismo, è sempre più frequente reperire i report di sostenibilità e, in tendenza, si riscontra anche un aumento a livello qualitativo, ovvero del contenuto di informazioni e misurazioni dettagliate degli effetti della gestione delle variabili che impattano sull’ambiente esterno. Tuttavia, mancano indicazioni normative che conferiscano a questo processo strategico un approccio maggiormente rigoroso e l’iniziativa è lasciata alle singole organizzazioni. Le imprese ritengono sempre più importante comunicare i risultati delle proprie performance sociali e ambientali, oltre ai risultati finanziari e questo per rispondere alle nuove aspettative degli stakeholder: i clienti, i dipendenti, i partners, i media, gli
6 Per la definizione di CSR si fa riferimento alla nuova comunicazione della Commissione Europea, del 25 ottobre 2011 (n. 681), in cui il concetto di viene riesaminato e viene superata la nozione espressa nel precedente Libro Verde. La nuova definizione di CSR è la seguente: “The responsibility of enterprises for their impacts on society”.
7 “Six growing trends in corporate sustainability”, Ernst &Young e GreenBiz Group, 2012.
8 Il Bilancio ambientale è lo strumento, a carattere volontario, attraverso il quale l’azienda rende nota la propria politica ambientale (environmental reporting), dichiarando le modalità di gestione delle interazioni tra attività produttiva e ambiente, nonché la quantificazione fisica e monetaria degli effetti sul territorio attraverso l’utilizzo di specifici indicatori. Oltre che strumento di comunicazione con i vari interlocutori dell’impresa (azionisti finanziatori, assicuratori, opinione pubblica, gruppi ambientalisti, autorità nazionali e locali, clienti e consumatori), il rapporto ambientale (e il bilancio che esso contiene) rappresenta un elemento fondamentale per la gestione strategica della variabile
ambiente, all’interno del processo di pianificazione d’impresa.
9 Sul settore delle costruzioni italiano si veda il lavoro di Blengini, G. A., Shields, D.J., Green labels and sustainability reporting. Overview of the building products supply chains in Italy, Management Of Environmental Quality, 2010, Vol. 21(4), pp 477 - 493.
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organismi regolatori, fino alle organizzazioni non governative (Menon e Menon, 1997). Tutti gli stakeholder interni ed esterni all’azienda risultano coinvolti in questo processo. Come evidenziato dalla ricerca, sempre più dipartimenti e ambiti funzionali interni all’azienda sono determinanti e coinvolti nel processo di conversione dell’azienda ai principi di sostenibilità.
Tra i promotori e fautori dell’impegno ambientalista aziendale non figurano più solo dirigenti e persone di marketing, ma anche e soprattutto i dipendenti10 stessi, confermando ancora una volta la necessità di un approccio all’istanza ambientale olistico e trasversale all’azienda.
Le imprese del largo consumo alimentare, si trovano oggi a non poter ignorare le istanze di sostenibilità e ad affrontare, in particolare:
- una crescente regolamentazione in materia di sostenibilità ambientale, promossa da organismi nazionali e internazionali;
- la crescente pressione ed il giudizio dei vari gruppi di interesse che compongono il tessuto sociale (clienti ed azionisti, enti, associazioni non profit, associazioni consumeriste e ambientaliste);
- una crescente attenzione della domanda finale per gli attributi e caratteristiche dei beni alimentari che acquistano e consumano, specialmente per quanto riguarda l’aspetto salutistico, di sicurezza e tracciabilità, nonché di impatto ambientale dei prodotti agroalimentari;
- un sistema produttivo che si sta progressivamente adeguando ai nuovi modelli di sviluppo e produzione “verdi”, per cui è necessario cogliere le opportunità economiche e competitive, per sopravvivere sul mercato.
In tale contesto l’industria deve competere:
- nel il rispetto delle regole ambientali imposte da organismi internazionali e nazionali;
- possibilmente attraverso comportamenti proattivi di promozione delle normative di natura volontaria, che comportano l’adesione ai principini sostenibilità ambientale e certificano l’impegno ecologico dell’impresa;
- aderendo ad un sistema di gestione, monitoraggio e controllo delle politiche produttive sostenibili adottate;
- attraverso la commercializzazione di prodotti ecologici e la comunicazione dell’impegno ambientale agli enti governativi, agli stakeholders in generale e al consumatore finale;
10 Per l’approfondimento dell’introduzione di modelli di gestione ambientale interni all’organizzazione si rimanda al contributo di Jabbour et al. Managing environmental in organizations, 2010.
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- assumendo possibilmente un ruolo proattivo di educatore del consumatore.
La crescente adozione da parte delle imprese di un approccio di responsabilità ambientale non deriva esclusivamente da costrizioni normative, ma dalla consapevolezza che la performance ambientale diventa una variabile importante in grado di influenzare la reputazione d’impresa, come hanno evidenziato, fin dagli anni novanta, alcune ricerche accademiche in merito (Miles e Covin, 2000). In altri termini, vi è una stretta relazione tra reputazione a livello corporate, performance ambientali e risultati finanziari (figura 1). Abbracciare i principi di sviluppo sostenibile e responsabile del business e contribuire al benessere della comunità significa investire in reputazione e si traduce oggi in un fattore di competitività per l’impresa (Polonsky, 1994; Peattie e Crane, 2005; Ottman, 2010). Questo implica andare oltre il semplice rispetto della normativa vigente, ma investire proattivamente e su base volontaria sugli asset che creano valore nel tempo: il capitale umano, la comunità, l’ambiente. In conclusione, la responsabilità sociale non deve rappresentare un costo o un vincolo all’attività, bensì un investimento che, col tempo, contribuisce fortemente allo sviluppo dell’azienda, creando valore per tutti gli attori coinvolti e perseguendo l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile.
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Figura 1: L’impatto del vantaggio reputazionale sulle performance di marketing e finanziarie.
Fonte: Miles e Covin, 201011.