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LA RILEVAZIONE CONDOTTA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

LE MALATTIE PROFESSIONALI REGISTRATE SECONDO IL MODELLO MALPROF

4. LA RILEVAZIONE CONDOTTA IN FRIULI VENEZIA GIULIA

4.1 INTRODUZIONE

La regione Friuli Venezia Giulia, aderendo al progetto nel corso dell’anno 2009, si è data un modello organizzativo di implementazione della banca dati Malprof che ripropone la ripartizione organizzativa delle sei aziende sanitarie regionali. Ogni azienda territoriale quindi, attraverso personale delle diverse strutture preposte alla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, procede alla implementazione dei dati nel portale per i casi di malattia professionale (MP) rilevati ed indagati nel territorio di propria competenza, con esclusione dei casi in cui il nesso di causa risulti negativo. La stessa programmazione regionale in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, in coerenza con il piano regionale della prevenzione, ha previsto che le singole aziende territoriali implementino la banca dati in parola.

Periodiche riunioni di coordinamento hanno cercato di garantire omogeneità nel processo messo in atto. Questa necessaria premessa può risultare utile alla migliore comprensione delle tabelle illustrate successivamente. Questa modalità operativa verrà mantenuta anche per il prossimo futuro.

Permangono alcuni aspetti funzionali che caratterizzano la nostra regione. In particolare riteniamo importante sottolineare come sia elevato il numero di malattie professionali trattate dai servizi per precisa indicazione delle locali procure; le malattie professionali oggetto di indagine da parte dei servizi sono praticamente pari a tutti i casi certificati all’Inail. Questa situazione ha comportato e sta comportando in alcune realtà regionali oggettive difficoltà organizzative. In modo particolare ciò accade laddove le attività d’indagine per malattia professionale presentino specifiche ed oggettive complessità come quelle legate alle indagini per neoplasia. Si deve infatti far notare come l’elevato numero di mesoteliomi o di patologie correlabili all’esposizione all’amianto nella parte più orientale della regione stia fortemente caratterizzando l’attività dei servizi. In tale complesso quadro locale i rallentamenti derivanti dall’arresto del funzionamento del portale Inail - Malprof non hanno certo aiutato nell’insieme il processo di raccolta del dato.

4.2 ANALISI DEI DATI

L’analisi dei dati disponibili del sistema Malprof si discosta da eventuali altre valutazioni fatte su dati di origine Inail. Deve essere infatti ancora sottolineato come i dati analizzati nel sistema Malprof siano fortemente condizionati dall’attività dei servizi e in particolare dal ritardo con il quale alcune realtà regionali affrontano le singole segnalazioni di MP pervenute. Tale ritardo, nonostante lo sforzo effettuato per allineare i dati prima della presente elaborazione, può comportare una sottostima per certi territori del numero delle MP nelle singole annate. Bisogna poi sottolineare ancora una volta che non sono state inserite in Malprof le MP per le quali, dopo i primi accertamenti, il nesso causale risulti negativo. Le Tabelle 7 ed 8 del presente report riportano in modo evidente tale scelta organizzativa laddove si ponga a confronto il dato relativo al rapporto tra positivi e totale segnalazioni valutabili.

L’analisi dei dati conferma che nel biennio 2013 - 2014, le patologie professionali hanno interessato le fasce di età elevate con particolare rilevanza per quella ’50 - 59 anni’ e, soprattutto, quella superiore ai 60 anni (Tabella 2). Questo fenomeno non si discosta da quanto rilevato in altri studi e risulta condizionato anche dal progressivo mutamento dell’età anagrafica di chi lavora e dalla tipologia di patologia certificata. Tra le patologie certificate quelle di tipo muscoloscheletriche, del rachide e la

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sindrome del tunnel carpale sopravanzano altre possibili cause di MP. Queste patologie si presentano con maggiore facilità anche nelle fasce d’età inferiori ai 49 anni sebbene siano in gran parte presenti nelle fasce d’età più elevate. Ciò conferma un trend che è ormai diffuso a livello nazionale e non solo.

Questo dato presenta anche una specificità di genere essendo tali patologie professionali presenti nel genere femminile in percentuali molto più elevate rispetto a quelle riscontrabili nel genere maschile.

Questo tipo di patologie nel loro complesso anche nel biennio 2013 - 2014 supera oltre l’80 % delle patologie professionali nel loro complesso del genere femminile (Tabelle 3 e 4).

Circa l’80% delle MP inserite in Malprof sono certificate a lavoratori di nazionalità italiana. Il restante 20% circa delle malattie interessa lavoratori di oltre 20 altre nazionalità (Tabella 5). Viene così ad essere rappresentata anche dal punto di vista numerico la complessità del mondo del lavoro attuale, dove fenomeni come la multiculturalità devono trovare sempre più risposte operative concrete per dare corpo al diritto della salute e della sicurezza del lavoro previsto dai nostri principi costituzionali.

Descrivendo le fonti di certificazione si evidenzia il ruolo che hanno i patronati sindacali nella prima segnalazione di malattia professionale (Tabella 6). Questo fatto può portare a diverse e contrastanti considerazioni. In primis trova conferma ancora la necessità di avviare confronti più serrati con i professionisti che potrebbero rappresentare le primarie fonti di segnalazione (soprattutto medici competenti e medici di medicina generale) per una migliore definizione delle procedure di segnalazione e per una più diffusa conoscenza del potenziale nesso causale. Dai dati qui riportati comunque viene evidenziato il ruolo delle diverse figure mediche coinvolte nella prima segnalazione di MP. Più in generale, ricordando l’alta percentuale di segnalazioni derivante dai dati dei servizi priva di riscontri in termini di nesso causale e di trattazione positiva da parte Inail, nel tempo dovranno essere garantiti maggiori livelli di appropriatezza della certificazione sviluppando con i professionisti coinvolti specifiche attività formative. Se si escludono le altre malattie dell’apparato respiratorio in regione per lo più rappresentate dalle placche pleuriche, le neoplasie meritano particolare rilievo rappresentando nel loro complesso la seconda causa di malattia. Questo fenomeno è solo parzialmente descritto dai dati riportati in questo report e rappresenta, per la nostra regione, la prima causa di morte per causa lavorativa sopravanzando di gran lunga anche gli stessi infortuni. Questo fenomeno permarrà anche nel prossimo futuro in rapporto all’elevato utilizzo di amianto del passato nelle province di Gorizia e Trieste nella industria navalmeccanica. Tra le neoplasie troviamo però anche casi non interessanti la pleura e non tipicamente posti in relazione all’amianto (Tabelle 3 e 8). Più in generale i comparti più interessati sono quelli dell’industria manifatturiera nel suo complesso, delle costruzioni e della sanità (Tabella 9). Dopo aver confrontato questi dati con gli occupati in regione si ribadisce il diverso contributo che alcuni comparti danno al fenomeno della malattie professionali. Non sono possibili analisi più dettagliate per diverse dinamiche legate sia alla potenziale esposizione al rischio sia a fattori collegati alla tipologia del rapporto di lavoro, non rappresentando la Tabella 10 la tipologia di contratto di lavoro in essere al momento della certificazione. Il dato relativo al comparto delle costruzioni non deve essere sottovalutato (viste le caratteristiche dimensionali delle aziende del comparto e le tipologie delle mansioni coinvolte) per le ricadute che il fenomeno può avere in termini di idoneità lavorativa e di conseguente inserimento lavorativo. Le tabelle inerenti la distribuzione per professione e per gruppo ATECO dei tumori della pleura e del peritoneo, rappresentano in modo efficace come la esposizione ad asbesto in regione si sia concentrata nel comparto della navalmeccanica e delle costruzioni interessando trasversalmente le varie professioni coinvolte. Il quadro delle neoplasie interessanti l’apparato respiratorio risulta in regione più articolato con una maggiore presenza in comparti come quello della produzione dei metalli e loro leghe, comparti che la bibliografia conferma come a rischio per questo tipo di neoplasia. La sindrome del tunnel carpale e le altre malattie muscoloscheletriche si

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confermano patologie legata al comparto manifatturiero, mentre le patologie del rachide pur essendo presenti in tutti i comparti, si caratterizzano per essere tipicamente riscontrabili nel comparto delle costruzioni e della sanità.

Anche in Friuli Venezia Giulia quello delle malattie professionali rimane un problema sociale e di salute grave. Da una recente elaborazione dei dati derivanti dai flussi informativi Inail - Regioni abbiamo avuto la conferma che anche nella nostra regione le tecnopatie con esito mortale sono tre volte superiori ai decessi per infortunio sul lavoro. Tale situazione è indubbiamente condizionata dall’apporto significativo delle neoplasie amianto correlate. Sono inoltre in aumento le patologie con postumi permanenti con importante percentuale di inabilità. Anche nel fenomeno delle MP viene rappresentata la specificità di genere trovando particolare rilevanza il fenomeno delle patologie osteo-muscolo-tendinee nel genere femminile.

Da queste brevi considerazioni sui dati sino ad ora disponibili si conferma quindi che, anche nel caso delle malattie professionali come negli infortuni sul lavoro, risulta essenziale analizzare in maniera approfondita il fenomeno e potenziare al massimo le capacità di registrazione, elaborazione ed analisi delle informazioni raccolte sui casi emersi al fine di individuare i fattori di rischio e di esposizione. In tal modo potranno essere definite e realizzate misure di prevenzione sempre più puntuali ed efficaci ottimizzando quindi l’impiego delle risorse disponibili. Da ultimo, ma non meno importante, strategico risulterà garantire un adeguato ed agile supporto informatico con delle opportune scelte di adeguamento telematico sia in sede centrale che a livello locale. Il mantenimento e lo sviluppo di un moderno sistema di sorveglianza potrà essere quindi inteso come uno strumento determinante nel complesso sistema di tutela sanitaria e sociale.

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4.3 TAVOLE STATISTICHE Tabella 1a Friuli Venezia Giulia (2013) Popolazione residente, segnalazioni ricevute di malattie da lavoro e relativi tassi (per 100.000 abitanti) per Asl e sesso Asl Popolazione Segnalazioni ricevute * Tasso x 100.000 Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale 01 Asl Triestina123.969111.731235.70015 9811512,187,748,8 02 Asl Isontina 72.30168.775141.0767 70819,7101,857,4 03 Asl Alto Friuli36.53335.26371.7969 283824,679,452,9 04 Asl Medio Friuli183.918169.908353.82639 6610721,238,830,2 05 Asl Bassa Friulana57.31555.006112.3213 20235,236,420,5 06 Asl Friuli Occidentale160.637154.007314.64418 416011,226,619,1 Totale 634.673594.6901.229.36391 32342414,354,334,5 * Il totale include i casi in cui il sesso non è specificato. Tabella 1b Friuli Venezia Giulia (2014) Popolazione residente, segnalazioni ricevute di malattie da lavoro e relativi tassi (per 100.000 abitanti) per Asl e sesso Asl Popolazione Segnalazioni ricevute * Tasso x 100.000 Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale 01 Asl Triestina123.901112.172236.07312 1021149,790,948,3 02 Asl Isontina 72.06968.828140.8977 62739,790,151,8 03 Asl Alto Friuli36.19235.05871.2505 172213,848,530,9 04 Asl Medio Friuli183.391169.542352.93347 10114825,659,641,9 05 Asl Bassa Friulana57.20054.797111.9971 25261,745,623,2 06 Asl Friuli Occidentale160.362153.610313.9727 21284,413,78,9 Totale 633.115594.0071.227.12279 32841112,555,233,5 * Il totale include i casi in cui il sesso non è specificato.

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* Il totale include i casi in cui il sesso non è specificato.

Tabella 3