Nel quadro dell’iniziativa faro dell’Agenda Digitale Europea, l’Italia ha predisposto una propria proposta strategica al pari della altre elaborazioni nazionali tracciate dai paesi membri dell’UE. In ottemperanza al digital scoreboard205 disegnato a livello europeo, sono state individuate le priorità, le azioni e le modalità di intervento che vanno a comporre il piano d’azione dell’Agenda Digitale Italiana206. L’elaborazione di tale indirizzo strategico ha visto la partecipazione in via collaborativa della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome al fine di favorire l’integrazione tra le stesse iniziative regionali e la complementarietà tra livello nazionale e livello regionale.
Nel contesto di tale fertile ecosistema, l’Agenda Digitale Italiana trova una sua concreta traduzione in due piani nazionali, elaborati di concerto dalla Presidenza del Consiglio insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agenzia per l’Italia
congiunzione fra semplificazione e digitalizzazione non tocchi soltanto il tema della cittadinanza digitale, ma anche altre azioni riguardanti welfare e salute, fisco, edilizia, impresa, in
www.italiasemplice.gov.it/media/2062/agenda_semplificazione_2015-2017.pdf.
204 CALZOLAIO S., Digital (and privacy) by default. L’identità costituzionale della amministrazione
digitale, op. cit., p. 187.
205 Il digital scoreboard monitora la performance delle istituzioni Europee e degli stati membri in un
ampio campo di aree, dalla connettività e dalle competenze digitali fino alla digitalizzazione dei servizi pubblici. Si serve dell’analisi di dati provenienti dal Digital Economy and Society Index (DESI) e dall’European Digital Progress Report (EDPR). Cfr. https://ec.europa.eu/digital-single-
market/en/policies/scoreboard.
206 Istituita il 1 marzo 2012 a seguito della sottoscrizione da parte di tutti gli stati membri dell’Agenda
134 Digitale e all’Agenzia per la Coesione nell’ambito dell’Accordo di Partenariato 2014-2020, che prendono il titolo di “Piano nazionale Banda Ultra Larga” e di “Crescita Digitale”. Se il primo si inquadra nell’ottica del ripianamento del digital
divide sussistente tra gli stati membri dell’UE tramite il ricorso ad una massiccia
opera di infrastrutturazione informatica del territorio207, il secondo scandisce una serie di tappe che vengono considerate strettamente connesse all’obiettivo di ripresa economica del paese. Come testimoniato dal medesimo documento208, la crescita del PIL italiano è strettamente legata alla creazione del mercato unico digitale; ciò può avvenire solo per il tramite di un processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, che serva da leva per promuovere l’alfabetizzazione informatica dei cittadini e delle imprese italiani, nonché per incentivare la domanda (e di conseguenza l’offerta) dei servizi pubblici erogati in formato digitale. La roadmap tracciata in tale prospetto strategico evidenzia la necessità di una rivoluzione in grado di innovare le capacità informatiche delle amministrazioni pubbliche che parta dal “basso”, dagli Enti locali, per andare a sopperire ad un divario tecnologico sussistente tra Regione e Regione. Ciò non solo assolve ad una chiara esigenza di carattere costituzionale - dal momento in cui assicurerebbe la parità di trattamento dei cittadini di cui all’art. 3 Cost.209 -, ma consente anche l’interoperabilità,
207 L’accesso alla banda ultra larga viene considerato requisito imprescindibile per consentire la
crescita digitale del Paese, l’alfabetizzazione informatica dei cittadini e lo switch-off dai sistemi analogici a quelli digitali di cloud computing della PA per favorire l’erogazione dei servizi pubblici.
208 Presidenza del Consiglio dei Ministri, Strategia per la crescita digitale 2014-2020, Roma,
06.11.2014, www.agid.gov.it/sites/default/files/documenti_indirizzo/crescita_digitale_nov_2014.pdf.
209 È compito delle istituzioni rimuovere quegli “ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, sviluppo che si realizza, ad oggi, anche per mezzo delle nuove tecnologie; ma anche il
Codice dell’amministrazione digitale, prevede all’art.8, fra i diritti digitali dei cittadini, che lo Stato incentivi iniziative destinate a favorire l’alfabetizzazione informatica dei cittadini con un occhio di riguardo per le categorie a rischio di esclusione, anche allo scopo di agevolare la fruizione dei servizi telematici delle pubbliche amministrazioni.
135 l’integrazione e la connettività tra gli uffici pubblici, l’ottimizzazione dell’offerta e la razionalizzazione delle risorse.
Ancora, la strategia della Crescita digitale prevede una sensibile ristrutturazione delle architetture IT, che si accompagna inevitabilmente ad un processo di datizzazione delle procedure di funzionamento delle amministrazioni pubbliche. Ciò è dovuto al progetto di riduzione dei data center pubblici, all’implementazione del dialogo tra amministrazione centrale e amministrazioni locali, all’accesso unificato a database, al ricorso al cloud computing, alla condivisione delle infrastrutture elaborative dei contenuti delle banche dati e così via. Ne esce così rafforzato il principio del digital
first, che non viene relegato a mero manifesto di una campagna ideologica senza
applicazione pratica, bensì rappresenta l’altra faccia della medaglia della
datafication, essendone al tempo stesso causa ed effetto. Il riscontro principale di tale
realtà nei fatti può essere rintracciato nella creazione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR)210, tramite la quale si intende porre un freno alla proliferazione delle oltre 8.000 banche dati esistenti in altrettanti comuni, gestite da 70 e più Sistemi Demografici in un mercato dominato da oltre 40 Software House. Questo ecosistema ha reso nel tempo difficoltosa la comunicazione tra le amministrazioni locali, anche a causa delle differenze del formato dei dati raccolti e impiegati di volta in volta. Quindi, spingendo all’espressione di un’esigenza di una direzione unitaria che si serva di un’interfaccia d’insieme delle strutture informatiche a disposizione delle amministrazioni pubbliche211.
La digitalizzazione, poi, diventa anche il veicolo principale per ottemperare agli obblighi di trasparenza e disclosure cui debbano uniformarsi tutte le amministrazioni
210 Art. 62, Codice dell’amministrazione digitale.
211 Il Codice dell’amministrazione digitale elegge il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) quale una
136 pubbliche. Con la locuzione “open data” si apre la sezione del piano d’azione dedicata all’osservanza degli oneri informativi circa la libera conoscibilità da parte di ogni cittadino dei dati raccolti, detenuti ed impiegati dalla pubblica amministrazione. Si rimette ad apposite “Linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico”212 la determinazione delle metodologie e degli standard semantici ed ontologici comuni agli enti pubblici, atti alla realizzazione del portale nazionale
dati.gov.it, del repertorio nazionale delle basi dati della pubblica amministrazione e
del Repertorio Nazionale Dati Territoriali (RNDT). Infine, agli autori delle summenzionate Linee guida spetterà anche determinare le norme di accesso e di riutilizzo dei dati di provenienza pubblica, tenendo ben a mente e regolando le esigenze proprie di mercato, secondo i principi di domanda e offerta dei dati che si intendono progressivamente liberare.
A dirigere, coordinare, incentivare, monitorare e promuovere il perseguimento degli obiettivi strategici dell’Agenda Digitale Italiana, in coerenza con quanto promosso dall’Agenda Digitale Europea, è chiamata l’Agenzia per l’Italia Digitale (d’ora in avanti AgID).
L’AgID è stata istituita con il d.l. n. 83/2012, convertito in l. n. 134/2012, ed è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri. All’AgID spettano ulteriori funzioni e competenze, riguardanti: il coordinamento informatico dell’amministrazione centrale, regionale e locale; l’emanazione di pareri interpretativi sulle disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale e sulle disposizioni in materia di ICT; l’emanazione di indirizzi, regole tecniche, linee guida e metodologie progettuali in materia di tecnologie informatiche; la promozione
137 dell’omogeneità dei sistemi informativi pubblici; l’attività di progettazione e coordinamento delle iniziative strategiche; la diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica, sociale e culturale; la vigilanza sulla qualità dei servizi e sull’ottimizzazione della spesa in materia informatica; la promozione e la diffusione di iniziative di alfabetizzazione digitale; la promozione delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale; il ruolo di autorità di riferimento nazionale nell’ambito dell’Unione Europea e in ambito internazionale nelle materie attribuite; la direzione e l’organizzazione delle attività del CERT (Computer Emergency Response Team) della Pubblica Amministrazione; il perseguimento di ogni azione volta a migliorare la diffusione delle tecnologie e servizi digitali per la crescita economica e sociale del paese, secondo i pilastri dell’Agenda Digitale Europea.
5. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione: dai server al cloud