• Non ci sono risultati.

CAPITOLO I – QUADRO TEORICO

1.8 La terminologia e l’informatica

Il progresso dell’informatica ha determinato un grande cambiamento nei processi di gestione del linguaggio.

La relazione con la terminologia si è evoluta gradualmente, in proporzione con il grado di complessità e stato di avanzamento dei sistemi di trattamento automatico del linguaggio. Si possono distinguere diversi stadi di tale relazione: uno stadio iniziale, in cui i dati linguistici venivano usati soltanto a livello formale e senza l’intervento di manipolazione o analisi (un esempio possono essere il cosiddetto spellchecker e

grammar checker in Word, ovvero delle funzioni che permettono rispettivamente

l’identificazione automatica di errori di battitura e di errori grammaticali); uno stadio intermedio, in cui si cominciano a sviluppare i primi database, dizionari elettronici, software di supporto alla traduzione59; uno stadio finale, quello attuale, in cui gli

strumenti informatici sono dei sistemi esperti, che possono assistere, e in taluni casi sostituire, la componente umana. Un esempio di questo stadio sono i software di identificazione ed estrazione automatica dei termini, machine translation e, ovviamente, le ontologie e i più recenti sviluppi nel campo del Web Semantico60.

Particolarmente significativa, in questo contesto, una riflessione di Pierre Auger (1989) che auspicava che:

59 Comunemente denominati CAT tool (Computer Assisted Translation tools).

60 Per Web Semantico si intende l’evoluzione del World Wide Web, un nuovo ambiente dove, associando

dati ed informazioni ad altri dati (che prendono il nome di metadati) se ne migliora la specificazione semantica, permettendone l’interrogazione da parte di macchine e umani (Berners-Lee, 2009).

32

«in a futuristic scenario, terminologists will have access to huge data (or

knowledge) banks; from these banks, they will download items belonging to their corpora, they will go through these items without having to previously tackle the text manually, they will automatically establish their working terminologies, contrasting the incoming terms with the semantic descriptors that will later be used in the automatic writing of definitions; they will classify, choose, merge and edit data bases reducing their intervention to a minimum. Their work station, equipped with advanced and intelligent office tools, will allow them to control, by themselves and throughout the whole process, the elaboration of their product and carry it out under the best conditions»61.

Una buona parte di quanto auspicato da Auger si è effettivamente verificato e senza dubbio l’informatica ha cambiato sia la metodologia del lavoro terminologico che la pratica. Grazie ad essa, è possibile oggi identificare strutture che sarebbe impossibile scorgere senza l’impiego di strumenti tecnologici, quali la consultazione di un database terminologico come IATE, le operazioni di estrazione automatica della terminologia o l’impiego di una termbase in un software di traduzione.

Una termbase è un glossario che ha la finalità di fungere da supporto terminologico al traduttore per le funzioni di recupero, consultazione e riutilizzo dei dati terminologici. Le termbase ricoprono un ruolo fondamentale nel contesto della traduzione e rappresentano il punto di intersezione tra terminologia, traduzione e informatica. Ad

33

oggi rappresentano lo standard di riferimento per l’archiviazione di informazioni terminologiche e per il loro impiego nei software di traduzione assistita.

Alan K. Melby (2012) la definisce come:

«a computer database consisting primarily of information about domain-

specific concepts and the terms that designate them. Specialised translation deals with domains of knowledge, and every domain is organised through concepts that are linked to objects or ideas relevant to that domain. Termbases may be monolingual, bilingual, or multilingual»62.

È però doverosa un’ulteriore distinzione, ovvero tra termbank e termbase.

Puntuale la definizione di Lynne Bowker (2015) che descrive le prime come «strictly

controlled multilingual resources» e le seconde come «smaller and more personalized terminological resources».

Le termbank sono essenzialmente grandi collezioni di schede terminologiche che contengono informazioni sui termini e concetti che rappresentano. Solitamente sono destinate all’uso di un ampio spettro di utenti.

Juan C. Sager (1990), ne identifica cinque categorie:

«(1) subject specialists, who often consult such resources for reassurance, but who

sometimes need to ascertain the meaning of an unknown term; (2) information scientists, who perform tasks such as the indexing of specialized documents; (3) language planners, who are charged with developing or maintaining a language and

62Melby A. K., (2012), “Terminology in the age of multilingual corpora”. Sulle termbase si rimanda a

34

have a particular interest in standardization; (4) teachers and students, whether studying language or a specialized field and (5) professional communication mediators, such as journalists, technical writers or specialized translators»63.

Ad ogni modo, sono numerose le distinzioni tra le due basi di dati.

Le termbank sono solitamente create e gestite da terminologi specializzati, che seguono linee guida predefinite e metodi condivisi, spesso orientati alla standardizzazione.

Le termbase sono invece create da traduttori e raccolgono entrate prodotte da un unico individuo, condivise limitatamente o comunque prive da ogni obiettivo di pubblicazione. Sono, inoltre, solitamente create ad hoc e concepite con un chiaro orientamento alla produzione.

Le termbank sono spesso caratterizzate da un ampio spettro di domini e contengono materiale le cui fonti sono altamente controllate. Le entrate stesse, che contengono termini in forma canonica, sono dettagliate e possono offrire numerosi campi per ulteriori informazioni.

Le termbase sono usualmente limitate ad un dominio (o pochi), possono contenere termini con fonti moderatamente controllate (visto l’orientamento alla produttività) e il livello di dettaglio è minimalista e concentrato sugli equivalenti.

I termini possono non essere in forma canonica ed essere anche integrati da elementi fraseologici o altri elementi linguistici di uso ricorrente.

Un’ulteriore distinzione è nell’approccio di costruzione: nelle termbank è solitamente onomasiologico, mentre per le termbase si possono anche adottare soluzioni sia onomasiologiche che semasiologiche. Infine, le termbank sono limitatamente integrate

63 Sager J., (1990), cit., p. 197.

35

in altri strumenti, mentre le termbase trovano la loro finalità principale nell’integrazione ad altri tool, come i software di traduzione assistita.

Un esempio concreto di termbank è il database interistituzionale IATE, alimentato da traduttori, terminologi e dalle Unità di Coordinamento Terminologico delle istituzioni dell’Unione Europea.

Un recente sviluppo di IATE64 ha offerto la possibilità di estrarre risorse terminologiche

dal database e archiviarle in termbase da utilizzare direttamente nei software di traduzione assistita utilizzati dai traduttori dell’Unione Europea.

L’analisi sull’uso delle termbase e di IATE sarà una delle parti fondamentali di questo elaborato, per cui per ora ci si soffermerà sul fatto che la distinzione tra termbank e termbase non segue due estremi contrapposti e rigidi ma va vista piuttosto come un continuum.

Effettuare la distinzione tra termbank e termbase sottolinea che analizzare il rapporto tra terminologia e tecnologia senza considerare l’influenza del contesto traduttivo sarebbe un chiaro errore.

Oggi, nell’era dell’overload informativo, i traduttori riconoscono un’importanza crescente nei sistemi informatici dedicati alla gestione della terminologia65. Numerosi

sono gli autori (come Bowker e Pearson 2002, 20; Homme 2004, 119; Pavel e Nolet 2001, xx) che sostengono che oggi è virtualmente impensabile effettuare ricerche terminologiche senza l’ausilio degli strumenti informatici. Bowker (2015) nota che, se il

64 Ci si riferisce ad una funzione accessibile solo dalla versione ad uso esclusivamente interno del database,

non a quella pubblica.

65 Allard M. G. P. (2012) “Managing Terminology for Translation Using Translation Environment Tools:

36

lavoro dei terminologi è stato senz’altro influenzato dall’uso di tool computerizzati, l’impatto del lavoro terminologico effettuato dai traduttori è ancora più pronunciato, perché gli strumenti di gestione della terminologia possono ora essere integrati direttamente nei software traduttivi.

Con una considerazione di più ampio respiro, si può dunque dire che la terminologia, tramite l’ausilio della tecnologia, ha influenzato profondamente (ed è stata influenzata da) le discipline ad essa prossime.

Attraverso il suo approccio multidisciplinare, si sostiene che essa sia senza dubbio la disciplina che si presta più favorevolmente alle specifiche della gestione della conoscenza.

Nei tempi recenti della rivoluzione digitale, sono stati sviluppati strategie e metodi per identificare, raccogliere, conservare e rendere accessibile la conoscenza. In questo senso, una realtà sempre più concreta è il Web Semantico. Con l'interpretazione del contenuto dei documenti che il Web Semantico i consente, saranno possibili ricerche molto più evolute delle attuali, basate sulla presenza nel documento di parole chiave, e altre operazioni specialistiche come la costruzione di reti di relazioni e connessioni tra documenti secondo logiche più elaborate del semplice collegamento ipertestuale. Molte di queste tecnologie possono, e devono, essere utilizzate per migliorare la gestione delle risorse terminologiche e il loro (ri)utilizzo, non soltanto nel contesto della traduzione, ma in ogni sistema esperto di gestione della conoscenza. Viceversa, le risorse terminologiche sono lo strumento ideale per arricchire le nuove tecnologie in cui il trattamento del linguaggio naturale ha un ruolo centrale.

38

CAPITOLO II – LA TERMINOLOGIA NEL PARLAMENTO