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Las Abuelas de Plaza de Mayo

6. Il ruolo dei diversi attori social

6.2 Las Abuelas de Plaza de Mayo

Dall’Associazione delle Madres de Plaza de Mayo trae origine un altro movimento, non meno importante nella lotta per la verità e la giustizia in Argentina: le Abuelas de Plaza de Mayo, il cui obiettiva principale era e, continua da trent’anni ad essere, la ricerca e la restituzione alle famiglie legittime di tutti i bambini sequestrati e scomparsi durante la dittatura.

Infatti, tra i prigionieri politici detenuti clandestinamente compaiono, in città come in provincia, giovani donne incinte,

cui non vengono risparmiate umiliazioni e torture487. Una volta

fatte partorire da medici afferenti l’entourage dei campi, ci si sbarazza di queste e ci si impossessa, attraverso adozioni illegali, dei loro figli, considerati a tutti gli effetti “un vero e

proprio bottino di guerra”488. Con il tempo si scopre l’esistenza

di un piano sistematico di appropriazione dei neonati, che includeva reparti di maternidades clandestinas, personale medico colluso e liste di attesa di famiglie disposte ad “adottare” illegalmente i figli dei desaparecidos.

Esse fanno la loro comparsa sei mesi dopo la prima marcia delle Madri, quando, tra gli striscioni del giovedì, ne spunta uno con le foto di giovani scomparse incinte e la scritta con caratteri più evidenti: “Abuelas argentinas con nietos

giustizia e memoria politica. Madri e nonne di Plaza de Mayo in Argentina, p.214.

487

Così alcune sopravvissute descrivono la condizione delle loro compagne di prigionia in attesa: “un quadro dantesco […] la nascita di bambini in questo luogo di morte totale. Ho questa immagine di una donna, un corpo giovane, dove la cosa più evidente è la pancia della gravidanza e un cappuccio in testa mentre la portano prima in bagno e poi nella stanza delle torture, il posto dove la tenevano fino a che non avesse partorito. Per me l’immagine di quella donna è l’immagine della morte che partorisce la vita”. 488

Cfr. NOSIGLIA J.E., (a cura di), Botín de guerra, Editorial La Página, Buenos Aires, 1985. Dello stesso parere anche : I. MORETTI, I figli di Plaza de Mayo. La tragedia di un’identità ritrovata: storia dei figli dei desaparecidos adottati dai carnefici dei loro genitori, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 2002.

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desaparecidos”. Tutto nasce dall’incontro di due donne. È Maria Isabel Chicha Mariani, a scoprire, grazie all’aiuto dell’assistente sociale Lidia Pegenaute, di non essere la sola alla ricerca di una nipote scomparsa. L’assistente sociale le fornisce il nome di un’altra donna, Alicia de la Cuadra. Dodici madri capiscono che è giunto il momento di organizzarsi e unire le forze per cercare i figli dei propri figli e fondano le Abuelas de

Plaza de Mayo489.

Iniziarono ad inviare lettere alla Corte Suprema di Giustizia, alle Nazioni Unite e al Vaticano. Visitarono orfanotrofi ed interrogarono funzionari, vescovi e politici. Ma la risposta, in ogni caso, era sempre il silenzio. Finalmente, nell’aprile del 1978 due giornali nazionali, La Prensa ed il Buenos Aires Herald accettarono di pubblicare, a pagamento, un appello delle Abuelas che informava i lettori dell’esistenza dei niños desaparecidos.

Nacquero così “i quattro dipartimenti dell’associazione. L’Investigativo, per la ricerca dei nietos desaparecidos (“nipoti scomparsi”); il Genetico, per accertarne l’identità mediante gli esami del sangue; il Giuridico, per le azioni legali; lo Psicologico, per un possibile aiuto ai giovani traumatizzati da

una lunga menzogna e da un’improvvisa, scioccante verità”490

. Non va trascurato proprio quest’ultimo ambito perché i ragazzi apropriados, di fronte alla rivendicazione delle Abuelas, hanno avuto reazioni molto diverse: in alcuni casi hanno scelto di tornare dalle famiglie d’origine, in altri di rimanere in quelle

489

“Le dodici nonne che diedero vita all’associazione sono Maria Isabel Chorobik de Mariani, Beatriz Aicardi de Neuhaus, Eva Márquez de Castillos Barrios, Alicia Zubasnabar de La Cuadra, Vilma Delinda Sesarego de Gutiérrez, Mirta Acuña de Baravalle, Haydes Vallino de Lemos, Leontina Puebla de Pérez, Celia Giovanola de Califano, Raquel Radio de Marizcurrena, Clara Jurado, Maria Eugenia Cassinelli de Garcia Irureta Goyena. La prima presidente delle Abuelas è stata Alicia de la Cuadra. Successivamente l’associazione fu guidata da Chicha de Mariani. Dal 1998 la presidente è Estela Carlotto.”. I. MORETTI, p. 27.

490

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adottive; spesso, hanno cercato di mantenere i rapporti con

entrambi491.

Le Abuelas de Plaza de Mayo, come le ha efficacemente definite la loro presidente Estela Carlotto, sono state “abridoras de caminos”: la loro costanza e la loro tenacia, unite ad una

“metodologia della speranza”492

, le hanno portate a raggiungere risultati importanti sul piano nazionale e internazionale.

A loro si deve, infatti, la prima formulazione del diritto all’identità:

“tutte le persone nascono con un patrimonio biologico, culturale e sociale trasmesso attraverso le generazioni precedenti, che configura le loro caratteristiche essenziali come persona. Questo fa sì che un essere umano sia diverso da un altro, che tenga radici che lo legano al suo gruppo sociale di origine e presenti peculiarità determinate. Non esiste nessuna possibilità di cambiare, sradicare o sopprimere l’identità senza

provocare danni gravissimi nell’individuo”493.

6.3. H.I.J.O.S.

Il nome dell’associazione è H.I.J.O.S., acronimo di Hijos

por la identidad y la justicia, contra el olvido y el silencio (Figli

per l’identità e la giustizia, contro l’oblio e il silenzio). Il movimento è composto da figli di desaparecidos, detenuti, assassinati o esiliati dal regime militare. Il 3 novembre 1994 la facoltà di Architettura dell’Università di La Plata realizza una giornata (Recuerdo, Memoria y Compromiso) in memoria degli ex alunni assassinati dalla Triple A (Alianza Anticomunista

491

La coraggiosa inchiesta di Italo Moretti ne indaga difficoltà e problemi. Vedi I. MORETTI.

492

Così definisce il loro metodo di lavoro la studiosa Rita Aditti. Vedi ARDITTI R., Searching for life. The grandmothers of the Plaza De Mayo and the disappeared children of Argentina, University of California Press, Berkeley, 1999. La speranza anima sempre le Abuelas: scrive infatti Estela Carlotto, la loro presidente, nell’introduzione all’ultimo rapporto da loro curato: “Mucho hemos logrado pero todavía falta encontrar alrededor de cuatrocientos nietos y nietas. El tiempo corre y no queremos partir sin abrazarlos. Los buscamos y esperamos con amor y verdad”. Abuelas de Plaza de Mayo, Niños desaparecidos. Jóvenes localizados. 1975-2015, p.11. 493

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Argentina)494. Per l’occasione vengono convocati circa cento

figli di scomparsi495.