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LAVORARE CON LE TESSERE DEL PAESAGGIO RURALE: UN PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DEL BOSCO DELLA SALICETA

THE ERRATIC OF PERCEPTION

LAVORARE CON LE TESSERE DEL PAESAGGIO RURALE: UN PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DEL BOSCO DELLA SALICETA

Working with Rural Landscape Tesserae: a Project for the Enhancement of the “Bosco della Saliceta” (Italy)

Elisabetta Maino Daniele Torreggiani Giulia Gatta Patrizia Tassinari Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie

Abstract. The ‘Bosco della Saliceta’ (willow-tree wood), a 500 hectares area located in the

plain of Modena, is rich in history. In the past, the Wood was an identity place, an attractor for its nature and biodiversity, and a source of food and wood. Nowadays it seems to have lost its own ‘genius-loci’, having turned into an invisible space, poorly visited and known. A specific project aimed at the re-construction of its landscape, environmental and productive vitality was started in January 2016. This paper presents a part of such study, focusing on the definition of a project concept, the 'Bosco della Saliceta' Masterplan, a unitary, multi-scale and multi-time tool aimed to coordinate the design and the management of planning actions.

Keywords: Rural landscape re-construction, biodiversity and multifunctionality, proactive

project, shared management, common benefits

Introduzione ed obiettivi

Il contributo mostra come le molteplici sfasature che animano il mosaico del paesaggio possono essere strumento di progetto. E’ il caso del progetto per il Bosco della Saliceta*, un’area di circa 500 ettari a nord della provincia di Modena, che interessa i comuni di Camposanto e Medolla, di cui si presenta una parte di studio per il recupero delle sue valenze storico-culturali ed un potenziamento e ricostruzione del patrimonio ambientale.

Il Bosco della Saliceta definisce un’area che sta nella memoria degli abitanti per tutto quello che ha rappresentato nel passato. La storia del bosco si avvia con le prime bonifiche ad opera dei monaci al tempo di Carlo Magno, per essere a partire dalla metà del Quattrocento riserva di caccia del Ducato d’Este, nel periodo fascista armeria per i tedeschi e poco dopo, grazie al fitto intreccio ‘dalle piante più diverse’ (Torelli e Turco, 1980, p. 30), luogo di rifugio dei partigiani. Luogo questo nella pianura ricco di vegetazione e portatore di biodiversità, il Bosco ha rappresentato nel tempo un luogo identitario, riconoscibile ed attrattore per le sue ricchezze e per il sostentamento che offriva. Disboscata e sostituita negli anni Cinquanta da un’omogenea area rurale a seminativo oggi ha perso questa capacità attrattiva ed identitaria, diventando

luogo addirittura invisibile poco conosciuto alle giovani generazioni. Se nel passato quest’area rappresentava una macchia verde dai netti confini in una pianura la cui cultura prevalente era a seminativo, oggi non se ne distingue la differenza con il territorio circostante, se non per il persistere dei canali e della maglia geometrica che ha caratterizzato sin dal Cinquecento il suo disegno paesaggistico.

Partita da una iniziativa dell’amministrazione pubblica, con il coinvolgimento dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Agrarie, da gennaio 2016 si è avviato un progetto di ri-costruzione del luogo, rivolto a:

- ricucire le relazioni interne all’area, dell’area con il territorio circostante e con la scala territoriale ampia (regionale, nazionale, ed internazionale); - rinnovare e proiettare verso scenari futuri le stratificazione del paesaggio

presenti, segni questi di cultura e memoria;

- recuperare il valore identitario e la riconoscibilità dell’area; - migliorare la qualità del paesaggio ed arricchire la biodiversità.

Alla base dell’idea progettuale sta una visione condivisa dei processi di mutamento, coinvolgendo amministrazione, tecnici e proprietari degli appezzamenti, ma anche la cittadinanza in senso ampio al fine di far conoscere il luogo, aumentarne la consapevolezza del suo valore e delle opportunità che il Bosco può offrire: luogo da fruire nel tempo libero, in bicicletta o a piedi, in cui recarsi per comperare dei prodotti agricoli, patrimonio ambientale e di biodiversità, luogo per la produzione agricola.

Il tema del progetto del bosco

Il tema del bosco e della cura del luogo, presenta posizioni, indirizzi ed atteggiamenti tra loro contrastanti. Da una lato i fenomeni di disboscamento di vaste aree da parte dei paesi più industrializzati, il landgrabbing (Baroncini, 2014), e di devastazione, fenomeno già denunciato da parte del paesaggista Burle Marx durante la conferenza alla Società Botanica del Brasile nel novembre del 1983 (Burle, 2001). Dall’altro lato le strategie per la biodiversità alla scala mondiale con progetti di ricostruzione del paesaggio forestale (http://www.forestlandscaperestoration.org/) e a quella della Comunità Europea, che annovera tra i sei indirizzi strategici per il 2020 il ripristino degli ecosistemi, l’incentivo a forme di agricoltura e forestazione sostenibili, la salvaguardia e arresto di perdita di biodiversità a livello globale (Commissione Europea, 2011). Ma il bosco non appartiene alla sola sfera della scienza dell’ecologia oppure alla concezione di una pianificazione di protezione rivolta a piccole porzioni di territorio ritenute unici baluardi di biodiversità. Sempre di più aumenta la consapevolezza del suo valore e l’idea che esso sia parte integrante della ‘qualità dell’abitare’, concezione questa che alimenta un dibattito scientifico in cui convergono una moltitudine di sguardi incrociati ed interdisciplinari

(Lambertini, 2016). Il bosco è luogo da vivere, luogo con cui interagire, parte imprenscindibile di paesaggio di cui prendersi cura (Giornate internazionali di studio sul paesaggio, 2016). Alvar Aalto sosteneva quanto potesse essere bello se un uomo nell’arco della sua giornata potesse attraversare un pezzo di bosco (Treib, 1998), ossia quanto l’uomo potesse interagire con la natura, tanto che da diventare parte architettonica degli edifici progettati dall’architetto finlandese. Boschetti e foreste nella disciplina dell’architettura del paesaggio diventano ‘metafora’ per un progetto di spazio pubblico dalle diverse valenze. Quella del recupero di vaste aree antropizzate, come nel ‘Boeing Longacres Industrial Park’, a Renton, Washington, in cui specchi d’acqua ed una estensiva riforestazione dettata da un impianto geometrico danno vita ad un ricco habitat ambientale che convive con un’ampia fruizione antropica, comprendente manufatti per uffici e percorsi per il tempo libero (PWP Landscape Architecture, 1994). Quella memoriale e scultorea come nel caso esemplare del World Trade Center Memorial a New York dove il bosco formato dalla griglia di querce bianche assume significati simbolici, oltre che alla funzione di guidare il fruitore all’interno dello spazio e di isolarlo dalla cacofonia della città (PWP Landscape Architecture, 2015). O ancora la combinazione ed il dialogo di paesaggi differenti, quali natura, agricoltura e cultura, in un unico luogo come nel progetto di agricoltura a scala ampia ad Hammonton, nel New Jersey, in cui il progetto di recupero di una cava di argilla è occasioni di ricostruzione di un paesaggio multifunzionale. Specchi d’acqua e boschi per incrementare l’habitat di flora e fauna locale; campi aperti per l’agricoltura biologica; composizione del verde come commistione tra la cultura del giardino ornamentale e la natura al fine di richiamare fruitori diversificati: dagli artisti alla ricerca di site-specific ad addestratori per cani Labrador (Martha Schwartz Parteners,1996).

L’approccio progettuale per il Bosco della Saliceta

Dati gli obiettivi di riqualificazione e caratterizzazione dell’area del Bosco della Saliceta al fine di ri-costruire una sua identità e riconoscibilità ed introdurre nuove attrattività rivolte sia agli abitanti locali e sia a fruitori esterni, interpretazioni e letture del paesaggio diventano necessarie, il tutto attraverso fonti cartografiche, ma anche sopralluoghi e ascolto dei proprietari.

La fase conoscitiva parte dalla ricognizione delle tracce del passato, siano esse permanenze fisiche o solo memoriali, che permettono di compiere una prima ricostruzione identitaria e culturale del luogo. Tra questi la permanenza dei segni lineari che suddividono il luogo in tessere, le sedici quadre del bosco del ducato d’Este. Esse diventano areali di partenza per leggere il paesaggio attuale e le trasformazioni in corso all’interno di ogni singola maglia. Ed ancora la presenza di elementi storici puntuali come le architetture, tra queste la Corte Casino luogo amministrativo del Bosco, la chiesetta della Madonna del Bosco, le porte ed i

ponti di accesso all’area, questi ultimi nodi di progetto importanti, ai fini di una connessione del luogo con il territorio.

Figura 1. Schema di ricognizione storica. In rosso sono segnalate le permanenze e le

trasformazioni principali a partire dalla metà del Quattrocento fino ad oggi

A partire dalle indicazioni derivanti dalla ricognizione storica ed in particolare dalla permanenza dei segni di suddivisione geometrica del luogo, le sedici quadre, si compie una ulteriore lettura del mosaico paesistico. Attraverso sopralluoghi si definisce un sistema di catalogazione degli elementi caratterizzanti suddividendoli in elementi puntuali, lineari o areali (Fig. 2).

Si interpretano, così, potenzialità di biodiversità e multifunzionalità paesistica e criticità, stato dei luoghi e trasformazioni in corso, includendovi quelle colturali, di occupazione degli edifici e stato di mantenimento, ma anche raccogliendo, attraverso dialoghi e giornate dedicate all’ascolto, le progettualità di trasformazione dei proprietari.

Per cui la distesa omogenea a seminativo si punteggia di piccole patches colturali differenti, destinate a frutteto, bosco, vigneto, macero, vivaio e allevamento, oppure oggetto di ulteriori previsioni future. Queste, seppur prive di dialogo tra loro in quanto frutto di interventi individuali, nel quadro delle strategie di progetto rappresentano un potenziale da cui partire ai fini di una diversificazione del paesaggio.

Figura 2. Estratto delle categorie di analisi grafiche e percettive che compongono la

caratterizzazione del mosaico paesistico del Bosco della Saliceta

Dalle sfasature rintracciate, da quelle con il passato (dall’omogeneità della macchia a bosco nel paesaggio di pianura, all’anonimato del seminativo) a quelle in progress (generate dalle trasformazioni ad opera dei singoli proprietari), scaturisce il concept di progetto che opera in prospettive temporali, spaziali e di soggetti diversificati: il Masterplan del Bosco della Saliceta.

Le strategie, infatti, prevedono scenari in progress grazie ad azioni inserite in una scala di priorità temporale rivolte ad innescare processi di sviluppo multifunzionali (culturale/fruitivo, ambientale e produttivo) che nel corso del tempo potranno diventare sempre più automatici e meno guidati.

Inoltre il progetto di masterplan lavora intersecando interventi a scale spaziali differenti tra loro ed interconnesse: opera in rete con il territorio (l’area del bosco della Saliceta alla scala intercomunale), tra le tessere del mosaico (alla scala del bosco), nelle tessere del mosaico (alla scala della singola quadra). Le azioni in progress saranno frutto di soggetti che opereranno sia singolarmente e

sia in sinergia: dall’intervento pubblico a quello del singolo proprietario, ad azioni di cooperazione pubblica-private guidate da progetti pilota.

Motore di innesto di alcune di queste azioni, ricadenti in azioni strategiche comunitarie, sono la finanziabilità derivante anche dalle risorse stanziate dalla Comunità Europea per lo sviluppo rurale (Commissione Europea, Sviluppo rurale 2014-2020).

Figura 3. Sintesi ed interpretazioni delle potenzialità e criticità, stato dei luoghi e

trasformazioni colturali in corso

Conclusioni

L’idea di progetto è quella di innestare processi di valorizzazione e sviluppo del territorio che da un primo periodo di guida da parte dell’amministrazione pubblica, divengano nel tempo sempre più autonomi e continui ad opera degli stakeholders. Il tutto attraverso processi virtuosi di valorizzazione e recupero territoriale che tengano conto dei portati ambientali e storico-culturali di cui le aree di intervento sono depositarie ed al contempo li valorizzino negli scenari socioeconomici contemporanei.

Il Masterplan del Bosco della Saliceta è perciò inteso come uno strumento di progetto e gestione dinamico con interventi diversificati per scale e per tempi di realizzazione. Esso risulta inoltre utile nel supportare progetti sempre più in linea con le indicazioni di miglioramento ambientale e sviluppo rurale europee, e all’interno di una pianificazione unitaria di un’area, superando la prassi di singoli interventi individuali poco efficaci per l’avvio di un processo di sviluppo sostenibile che coinvolga l’intero territorio.

Summary

This work, part of a project for the ‘landscape re-construction’ of a large rural area, shows as the many facets of the tesserae of the landscape mosaic can be a project tool. This is the case of the project for the ‘Bosco della Saliceta’, a willow-tree wood located north of the Modena province, of which we present a study aimed at recovering the place identity and improving the awareness about the value of this specific site, thus enhancing the landscape quality and biodiversity. Through a plurality of perspectives, the Bosco project does not only contemplate the ecological and environmental fields, contributing as an essential part of the ‘quality of living’, thus turning the study area into a place to live and interact with, an essential part of landscape to take care of. Therefore, the project concept focuses on triggering development and enhancement processes that, after a first phase driven by public institutions, can been taken over by local stakeholders as autonomous and continuous transformation processes.

Ringraziamenti e riconoscimenti

* Lo studio è svolto nell’ambito di una ricerca condotta in collaborazione tra Università di Bologna - Dipartimento di Scienze Agrarie e Unione dei Comuni Modenesi Area Nord.

Bibliografia

1. Baroncini, E. (2014). Land Deals e diritto internazionale, in De Vergattini G. (a cura di),

Rendiconti degli anni 2012-2013, Tomo V, Bonomia University Press, 107-122.

2. Burle, M. (2001), Paesaggismo e devastazione, in Luciani D., Luoghi. Forma e vita di giardini e di paesaggi, Treviso: Fondazione Benetton studi ricerche, Canova.

3. Commissione Europea, (2011). La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale

naturale: strategia EU sulla biodiversità fino al 2020. Comunicazione della commissione

al Parlamento Europeo, al Consiglio al Comitato economico e Sociale Europeo ed al comitato delle Regioni; COM 211, Bruxelles.

4. Giornate internazionali di studio sul paesaggio (2016). Sul ritorno del bosco, Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso, 18-19 febbraio 2016.

5. Lambertini, A. (a cura di) (2016). Tasting the Landscape, 53th IFLA World Congress International Federation of Landscape Architects, 22-22 aprile, Torino, Edifir Edizioni Firenze.

6. Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Emilia Romagna, approvato dalla Commissione Europea n. 3530, 2015, http://agricoltura.regione.emilia- romagna.it/psr-2014-2020.

7. Torelli, R.; & Turco, A. (1980). Il bosco della Saliceta. Cronache e immagini, a cura di Biblioteche comunali di Camposanto, Cavezzo, Medolla, San Prospero.

8. Treib, M. (1998). Aalto e la natura, in Reed Peter (a cura di), Alvar Aalto 1898-1976, Milano, Electa, 37-61.

9. http://www.forestlandscaperestoration.org/ 10. http://www.marthaschwartz.com/

Elisabetta Maino Dipartimento di Scienze Agrarie Università di Bologna, Italia E-mail: [email protected] Daniele Torreggiani Dipartimento di Scienze Agrarie

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