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Lavoratori stranieri e del settore pubblico

Nel documento Il sindacato giapponese: quale futuro? (pagine 68-71)

Capitolo II: I sindacati e le relazioni industriali

2.5 Categorie non rappresentate dai sindacati d'impresa

2.5.2 Lavoratori stranieri e del settore pubblico

I dati statistici del JILPT dal 2002 al 2009 dimostrano che in Giappone l'afflusso dei lavoratori stranieri è stato alto, soprattutto se confrontato con la Francia e il Regno Unito, ma basso rispetto alla Germania (tab. 12).

Secondo le nuove leggi, sono ammessi nel mondo del lavoro gli stranieri che abbiano la

194 MHLW, Basic Survey on Labour Unions, 2010, Trends in Part-Time Worker Membership in Labor Unions, in JILPT, Japanese Working Life Profile 2011/2012 – Labor Statistics, p. 73.

195 Il corsivo è mio.

residenza in Giappone: queste statistiche non includono gli stranieri con un visto temporaneo né quelli che sono stati riammessi nel Paese dopo un periodo all'estero, bensì includono coloro che hanno domandato di estendere il loro periodo di soggiorno.

TABELLA 12: Forza lavoro straniera.197 (1.000 persone)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Giappone 180 186 192 181 179 194 212 213

Regno Unito 1.251 1.322 1.445 1.504 1.773 2.035 2.283 2.293

Germania 3.634 3.703 3.701 3.823 3.528 3.874 3.893 3.289

Francia 1.624 1.527 1.467 1.392 1.407 1.486 1.561 1.540

I settori in cui l'afflusso di lavoratori stranieri è maggiore sono quelli automobilistico, elettrico e di macchinari elettronici, per lo più SME. Molti operai, come sostiene Shutō, non raggiungono le qualifiche minime per ottenere la protezione della LSL: essi sono dunque i soggetti di licenziamenti ingiustificati e di un alto tasso di incidenti sul lavoro.198

L'attenzione dei sindacati in merito all'argomento è stata poca, giacché è più semplice rappresentare gli interessi dei lavoratori full-time e dei lavoratori impiegati direttamente in azienda: la prova è il fatto che l'attenzione su questa problematica non sia aumentata neanche a livello governativo.

It can hardly be said that foreign workers have been integrated into the labour movement.199

Oltre alla negoziazione collettiva e il problema dei LNR, restano delle difficoltà rispetto alla regolazione delle leggi sul servizio pubblico con gli standard internazionali: data l'evidente emergenza della situazione economica e politica della negoziazione collettiva, il direttore generale dell'OIL ha chiesto, durante il meeting del 2009 sul tema del decent work, che il governo, i sindacati e gli imprenditori riesaminino le loro politiche e pratiche riguardanti questi diritti fondamentali, in maniera da utilizzarli come mezzi di miglioramento del mercato del lavoro, combinando questo sforzo con una revisione del salario minimo.200

197 OECD, Internationational Migration Outlook, 2011 Edition, Foreign Labor Force, p.39 in Japanese working life

profile – Labour Statistics 2011-2012, The Japan Institute for Labour Policy and Training.

198 Wakana SHUTŌ, The Impact of Globalization on Trade Unions: The situation in Japan, in “The University of Nottingham”, http://www.nottingham.ac.uk/shared/shared_gwc/documents/Japan.pdf, 01-09-2012, p. 14. 199 Ibid., cit. p. 15.

Per quanto riguarda i lavoratori pubblici, essi hanno il diritto di organizzarsi, fatta eccezione per gli operatori delle forze di polizia, per i pompieri, per i dipendenti carcerari, per gli enti incaricati della sicurezza marittima e per le forze della difesa.

Tuttavia l'iscrizione al sindacato dei lavoratori del settore pubblico locale richiede la creazione di organizzazioni sindacali distinte in ciascun comune, in netto contrasto con la “libertà di associazione”. Gli impiegati e gli amministrativi non hanno il diritto alla contrattazione collettiva o alla conclusione di contratti collettivi, né a livello locale, né a livello nazionale. I rispettivi salari vengono fissati tramite leggi e regolamenti.201

Inoltre i lavoratori del settore pubblico non godono del diritto di sciopero. Sebbene tale norma sia prevista dalla Costituzione, chi opera nell'ambito dei cosiddetti “servizi essenziali” ha l'obbligo di fornire un preavviso di dieci giorni.

Secondo la Normativa sui servizi pubblici nazionali e la Normativa sui servizi pubblici locali, i leader sindacali che incitino allo sciopero del settore pubblico possono essere licenziati, multati o condannati a una pena fino a tre anni di carcere.202

Si potrebbe affermare che la debolezza dei sindacati si manifesti nell'incapacità di trovare un accordo con il governo in merito ai diritti sindacali per questa categoria, in particolare al diritto di libertà sindacale e protezione di questo diritto,203 al diritto di organizzazione e negoziazione

collettiva;204 inoltre si manifesta nell'incapacità di garantire il diritto di organizzazione per i

pompieri e per il personale carcerario e di sciopero per i dipendenti pubblici.205

Il fenomeno appare controverso: la Commissione delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che ha condotto indagini sulla violazione dei diritti del lavoro in Giappone, ha dimostrato che, negli anni, il governo giapponese ha ripetutamente ignorato le raccomandazioni del comitato dell'OIL sulla libertà di associazione (CFA) di rettificare la legislazione per rimuovere le restrizioni sui diritti dei lavoratori del settore pubblico e regolarle secondo gli standard

http://www.ilo.org/public/english/region/asro/tokyo/downloads/dwnpa2009.pdf, 01-02-2012, p. 52. 201 Ibid.

202 Ibid.

203 Regolato dalla Convenzione n°87, ratificato dal Giappone nel 1965. 204 Regolato dalla Convenzione n°98, ratificata nel 1953.

205 ITUC-CIS, Norme fondamentali del Lavoro riconosciute a livello internazionale: la situazione in Giappone –

Rapporto per la revisione delle politiche commerciali del Giappone da parte del Consiglio Generale dell'OMC,

Ginevra, 2009, pp. 1-8 in “Cisl”, http://www.cisl.it/SitoCISL-

internazionali. Il governo giapponese ha, inoltre, ignorato le raccomandazioni del Comitato di esperti sull'applicazione delle Convenzioni e delle raccomandazioni dell'OIL (CEACR). Le confederazioni internazionali di sindacati sono gli unici organi che, fino ad ora, hanno cercato di promuovere il dialogo: ad esempio la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CIS) ha riconosciuto la necessità di armonizzare la legislazione giapponese secondo le Convenzioni n°87 e n°98 all'interno della Dichiarazione sui principi e i diritti fondamentali del lavoro dell'OIL,

[...]eliminando le limitazioni al diritto alla contrattazione collettiva e al diritto di sciopero per i lavoratori del pubblico impiego, inclusi impiegati e amministrativi. […] La Normativa sui servizi pubblici nazionali e la Normativa sui servizi pubblici locali, le quali prevedono che i dipendenti del pubblico impiego che incitino allo sciopero possono essere condannati a pene detentive, devono essere modificate.206

Anche il Rengō ha proposto di rinforzare le campagne per promulgare le leggi base e le ordinanze locali sui contratti pubblici: nel gennaio 2006, JTUC-Rengō ha accettato, dopo una consultazione con il gabinetto ministeriale, di stabilire uno Special Examination Committee on

Public Work, Civil Service Workers, and Industrial Relations, un comitato composto dai

rappresentanti dei sindacati, dei dirigenti aziendali, da accademici e mass media, con l'obiettivo di esaminare e proporre soluzioni su come rimodernare il sistema di relazioni industriali (includendo le problematiche dei diritti fondamentali dei lavoratori) nel settore pubblico. Una serie di meeting si sono tenuti nel 2006, tuttavia le tematiche fondamentali sui diritti base del lavoro per i dipendenti pubblici sono tutt'oggi in fase di aggiornamento.

L'opposizione del governo si è manifestata, ad esempio, nella decisione di trasformare alcuni enti pubblici nelle cosiddette Istituzioni amministrative indipendenti207 (IAI), classificate in

specifiche e non specifiche. Tutti i dipendenti delle IAI specifiche godono del diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva, mentre solo i lavoratori delle IAI non specifiche possono usufruire del diritto di sciopero. Nel dicembre del 2007 è stato adottato un piano per la ristrutturazione delle IAI, ma ancora non sono stati registrati cambiamenti sostanziali.

Nel documento Il sindacato giapponese: quale futuro? (pagine 68-71)