2. Gli italiani in Brasile dal 1870 e le loro professioni
2.4. Il lavoro dell’immigrato italiano nelle aree meridionali del Brasile:
Lo Stato di Rio grande do Sul rappresentò l’area con il maggior numero di abitanti proveniente dal nordest italiano, anche se durante le seguenti ondate migratorie arrivarono diversi cittadini dell’Italia meridionale. La prima colonia che nacque in questo Stato a sud del Brasile fu chiamata Garibaldi (1874), seguita da Bento Gonçalves (1875), Caxias do Sul (1875); altre presero proprio il nome di città venete e trentine come Nova Bassano (1924), Nova Trento (1878) e Nova Vicenza o Farroupilha (1877)81.
L’esperienza dei primi italiani a Rio Grande do Sul è molto simile a quella vissuta dai connazionali arrivati a Espírito Santo, dove formarono colonie isolate a causa della mancanza di collegamenti e praticarono attività agricole miste, cioè che prevedevano la semina di prodotti tipici italiani e brasiliani. L’attività maggiormente svolta dagli abitanti della Penisola in questa regione era la coltivazione della vite, seguita dal grano, il mate, fagioli, granoturco e riso. Essi si dedicavano anche all’allevamento, in particolare quello dei suini, infatti risultava di grande importanza per questo Stato la produzione di grasso di maiale. La coltura della vite risultò un successo per gli italiani, in quanto essi furono capaci di introdurre tipi di uva differenti, producendo così diverse qualità di vino. Le cooperative vinicole portarono così questa regione ad avere molto successo. Anche in questo Stato non mancò il processo di industrializzazione, che crebbe moltissimo inizialmente nelle colonie tedesche ed in seguito anche in quelle italiane.
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Per quanto riguarda l’area tedesca, le prime industrie che nacquero si occupavano dell’essiccamento della carne, come la União Fabril, di proprietà di due imprenditori tedeschi82. Le fabbriche di quest’area avevano successo grazie anche al porto, che facilitava i contatti con il resto del Paese; proprio nell’area portuale quindi, dove si trovava la città di Porto Alegre, avevano sede non solo i negozi o gli empori dei commercianti, ma anche le grandi imprese e le ditte commerciali. Molti studiosi ritengono che le attività di artigianato svolte dai commercianti siano scomparse per opera dell’enorme crescita del porto e delle imprese, mentre altri sostengono che lo sviluppo industriale sia stato il frutto della trasformazione delle attività artigianali: quest’ultima tesi si può verificare nella colonia di São Leopoldo, dove negli anni Venti del Novecento gran parte della produzione industriale derivava da attività artigianali a piccolo capitale iniziale.
Non è possibile invece compiere una descrizione dettagliata
dell’industrializzazione che interessa la zona di colonizzazione italiana, in quanto non è stata oggetto di studi approfonditi come quella tedesca e perché i pochi dati raccolti non sono chiari. Ad esempio, molte segherie nascondevano la loro produzione o molti fabbri non facevano risultare di avere manodopera, come Abramo Eberle, noto industriale di Caxias do Sul, che faceva risultare circa sette addetti mentre nella foto che ritraeva l’azienda si potevano individuare più di cinquanta lavoratori all’interno della fabbrica. Anche gli italiani avevano creato un sistema commerciale simile a quello tedesco, avviando molte attività a Porto Alegre, per poi reinvestire i capitale ottenuto dal commercio nel settore vinicolo, del grano, dei prodotti suini e del legname.
L’industria che si sviluppò nell’area italiana traeva origine sia dal commercio che dall’artigianato; come esempi di quest’ultimo settore si possono indicare i Mulini Germani, nome molto conosciuto per quanto riguarda l’industria della macinatura, e le industrie del settore metallurgico, degli autoricambi e degli accessori per trasporto che anche alla fine del Novecento costituivano buona parte della produzione di Caxias. Tali industrie provenienti dall’artigianato hanno contribuito a conferire un posto importante alla regione nel contesto industriale del Brasile, come le imprese Della Santa, Farina, Fioravanzo e Tramontina; quest’ultima impresa nacque nel 1911 a Carlos Barbosa,
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COSTA, Rovílio, DE BONI, Luis Alberto, “L’industrializzazione del Rio Grande do Sul”. In: La popolazione di origine italiana in Brasile, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, 1987, p. 158.
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dall’iniziativa di Valentin Tramontina, friulano. Si tratta di un’azienda produttrice di coltelli, il cui primo prodotto più conosciuto fu il primo coltello “Santa Barbara”. Il settore dell’industria crebbe proporzionalmente ad un potere d’acquisto dell’area, grazie alla notevole crescita che le colonie di Rio Grande do Sul conobbero agli inizi del Novecento.
Nello Stato di Rio Grande do Sul è opportuno sottolineare l’importanza delle colonie di Caxias do Sul e di Bento Gonçalves83. La prima fu fondata nel 1875 con il nome di Fundos de Nova Palmira. Il punto di partenza per il suo sviluppo industriale fu l’apertura nel 1910 della linea ferroviaria che collegava la colonia a Porto Alegre.
La colonia di Bento Gonçalves84 assunse questo nome nel 1890, dopo aver mantenuto per diversi anni il nome di Dona Isabel. Anche in questo caso la costruzione della ferrovia che collegava quest’area agli altri centri risultò di notevole importanza per il decollo industriale dell’area, infatti il nuovo collegamento incentivò la vendita del vino, principale produzione della colonia, mentre l’arrivo dell’energia elettrica negli anni Venti diede un notevole impulso allo sviluppo delle imprese produttrici di mobili. Per quanto riguarda la produzione vinicola, essa si consolidò negli anni Trenta, contestualmente alla creazione della Cooperativa Vinícola Aurora, creata da circa sedici famiglie italiane; è proprio grazie agli italianos se lo Stato di Rio Grande do Sul è diventato negli anni un importante polo mobiliare e il primo produttore di vino del Brasile.
I primi immigranti che popolarono la provincia di Paraná, in particolare Curitiba, furono i tedeschi, tra il 1830 e il 1860, che provenivano dal Rio Negro e dalla colonia Dona Francisca. Gli immigrati italiani arrivarono in seguito e popolarono maggiormente il litorale, ma le prime colonie italiane, come Alexandra nel 1865 e Nuova Italia nel 1867 non ebbero successo, così gli abitanti della Penisola dovettero trasferirsi in colonie già esistenti dove risiedevano già coloni di altre nazionalità; queste colonie sono Argelina, Antônio Prado, Santa Maria do Novo Tirol e Santa Gabriela. Non mancarono
83 CAPPELLIN, PACE, GIULIANI, op.cit, pp. 50-52.
84 Bento Gonçalves da Silva, personaggio dal quale prende il nome la città, era un eroe della
Revolução Farroupilha, un guerra regionale a carattere repubblicano contro il governo imperiale; al termine di questo conflitto ebbe origine la Republica Rio-Grandense, che durò una decina di anni, dal 1835 al 1845.
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coloro che invece comprarono terreni dal comune di Curitiba o da privati e fondarono delle colonie spontanee, come Agua Verde, Santa Felicidade, Dantas, Campo Magro.
L’economia dello Stato di Paraná fu profondamente segnata dall’arrivo degli immigrati, infatti si evolse da un sistema basato sull’agricoltura e al consumo interno, ad uno nuovo dove l’artigianato e il commercio rivolsero l’attività oltre i confini. In questo Stato furono moltissimi gli italiani che fondarono delle imprese, concentrate maggiormente nella capitale Curitiba, seguita dai comuni di Ponta Grossa, Guarapuava e Paranaguá. Per quanto riguarda la tipologia, secondo gli archivi della Giunta Commerciale del Paraná, la produzione prevalente delle imprese italiane dal 1890 al 1929 riguardava il marmo, seguito dal settore funerario, idraulico, della pasta alimentare e del lievito, ed infine delle calzature e dei cappelli85.
Il principio dell’immigrazione nello Stato di Santa Catarina, è simile a quello di Espírito Santo, Rio Grande do Sul e Paraná, dove gli italiani iniziarono a praticare un tipo di agricoltura mista e la mancanza di vie di comunicazione tra le colonie favorì il loro isolamento. Tra le iniziative italiane sorte in questo Stato, è opportuno ricordare che nel 1934, nell’odierna città di Videira, due famiglie di italiani crearono una piccola società, la Ponzoni, Brandalise & Cia che si occupava inizialmente di generi alimentari, per poi allevare e macellare suini negli anni Trenta. Dieci anni più tardi sempre nello Stato di Santa Catarina, nella città di Concórdia, venne fondata dall’immigrato italiano Attilio Fontana la Sadia, un’attività simile a quella creata dalle due famiglie citate in precedenza; sarà proprio dall’intreccio tra la Ponzoni, Brandalise & Cia e la Sadia che nascerà un’impresa più grande negli anni seguenti.