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Mayer M., Lawson J., Silver T Sonographic characteristics of presumptively normal canine medial iliac and superficial inguinal lymph nodes

“REVIEW DELLA LETTERATURA”

4.4. Mayer M., Lawson J., Silver T Sonographic characteristics of presumptively normal canine medial iliac and superficial inguinal lymph nodes

Veterinary Radiology & Ultrasound 2010; 51:638-641

Nel cane sia i linfonodi iliaci mediali che gli inguinali superficiali non sono normalmente apprezzabili alla palpazione: l’ecografia permette di valutarli in modo non invasivo. In questo studio vengono presi in esame i linfonodi di 50 soggetti sani, d’età compresa tra 1 e 14 anni, di cui 31 femmine e 19 maschi castrati. Lo scopo dello studio è quello di descriverne la forma, le dimensioni, i margini, l’ecogenicità, l’ecostruttura oltre a osservare la frequenza di rilevazione degli stessi per mezzo dell’esame ecografico. Inoltre si vuole appurare l’eventuale presenza di relazioni tra le misurazioni effettuate (altezza, spessore, lunghezza dei linfonodi iliaci mediali e inguinali superficiali) e le caratteristiche fisiche e demografiche dei cani presi in esame.

I risultati di tale studio indicano che è stato possibile individuare sia il linfonodo iliaco mediale sinistro che il destro nel 100% dei soggetti; per quanto riguarda gli inguinali superficiali il destro è stato individuato nel 98% dei casi e il sinistro nel 96% dei casi. Non è stata rivelata alcuna differenza nelle dimensioni dei linfonodi di destra rispetto a quelli di sinistra. E’ stata individuata una correlazione positiva tra larghezza dei linfonodi (sia iliaci sia inguinali) e le caratteristiche della taglia degli animali presi in esame (quali peso corporeo, profondità e larghezza del petto, lunghezza del corpo). I linfonodi iliaci mediali nel 90% dei soggetti sono stati descritti come ipoecogeni o isoecogeni rispetto ai tessuti circostanti, con un

lungo/asse corto > 0,5. Simili caratteristiche sono state rilevate per quanto riguarda i linfonodi inguinali superficiali.

Per quanto riguarda le dimensioni medie dei linfonodi iliaci presi in esame, quelle rilevate per mezzo dell’esame ecografico sono risultate essere inferiori rispetto a quelle indicate nei testi di anatomia (Saar e Getty,1975; Bezuidenhout,1993). Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che ecograficamente la visione sia leggermente imprecisa ma anche al fatto che le dimensioni possono essere diverse nel cadavere. Non è stata rilevata alcuna correlazione tra le misurazioni prese e il sesso dei soggetti, rispetto a quanto indicato da altri autori (Saar e Getty, 1975).

E’ stata individuata una correlazione positiva tra peso del soggetto e lunghezza, altezza e spessore dei linfonodi, sia per gli iliaci mediali sia per gli inguinali superficiali. Nessuna correlazione è stata individuata invece tra le misurazioni e l’età dei soggetti, rispetto a quanto indicato in un altro studio che si occupava dei linfonodi retrofaringei mediali (Burns e coll, 2008).

4.5. Gaschen L., Angelette N., Stout R., Contrast-Enhanced Harmonic Ultrasonography of medial iliac lymph nodes in healthy dogs Veterinary Radiology & Ultrasound 2010, 51:634-637.

In questo articolo gli autori descrivono l’esame ecografico dei linfonodi iliaci mediali di 14 cani cani per mezzo della CEUS (ecografia con mezzo di contrasto), del color Doppler e del power Doppler, confrontando le tre metodiche per andare a valutare quale di queste risulti più efficace nello studio della vascolarizzazione linfonodale: questo parametro infatti ( insieme con il rapporto asse corto/asse lungo e gli indici di pulsatilità e resistività) è tra quelli considerati utili nella differenziazione di forme benigne o maligne a carico di questi organi. Spesso al Color e al Power doppler i linfonodi iliaci mediali e digiunali appaiono avascolari: ciò è dovuto al fatto che la loro localizzazione profonda (rispetto ai linfonodi superficiali per esempio) provochi un’attenuazione del segnale Doppler. Gli autori hanno verificato che in tutti i 14 soggetti l’angioarchitettura fosse meglio individuabile con l’ecografia con mezzo di contrasto. Con Color e Power doppler infatti è stato possibile individuare al massimo un solo vaso ilare o un piccolo vaso alla periferia del linfonodo, mentre per mezzo della CEUS si è resa visibile l’architettura interna

del parenchima linfonodale. Le conclusioni degli autori sono che il miglior metodo di studio della vascolarizzazione linfonodale, tra quelli presi in esame, sia la CEUS, che essi ritengono una tecnica utile e non invasiva .

4.6. De Swarte M., Alexander K., Rannou B., D’Anjou M., Blond L., Beuchamp G. Comparison of sonographic features of benign and neoplastic deep lymph nodes in dogs Veterinary Radiology & Ultrasound 2011. 52: 451-456.

Sono molte le caratteristiche ecografiche dei linfonodi associate a malignità rilevate in vari studi precedenti a questo. In tali studi si è osservato infatti che i linfonodi neoplastici, rispetto gli altri, tendono ad essere più larghi, arrotondati, con forma irregolare, ipoecogeni, con contorno ben evidente, eterogenei, associati ad una ridotta definizione a livello dell’io e con alterazione della vascolarizzazione (Llabres- Diaza,2004; Kinnis e Mai,2007; Prieto e coll, 2009; Salwei e coll, 2005). Anche il rinforzo acustico posteriore è stato associato a condizioni di malignità (Nyman e coll,2005; Nyman e coll,2006). Differenziare tra benigno e maligno non è semplice, poiché spesso le caratteristiche di uno e dell’altro si sovrappongono.

Lo scopo dello studio è stato quindi quello di valutare varie caratteristiche ecografiche dei linfonodi profondi nel cane, sia neoplastici che benigni, ed andare a confrontare la loro prevalenza. L’ipotesi è quella che alcune di queste caratteristiche, considerate singolarmente o in combinazione, possano predire la presenza o l’assenza di una condizione di malignità. Sono stati dunque esaminati 31 cani nel corso di tre anni di tempo, 21 con linfonodi neoplastici (di cui 10 linfomi, 5 sarcomi istiociti e 6 metastatici) e 10 con linfonodi benigni (6 iperplastici e 4 con linfoadenite). I benigni avevano un’età media tra i 5 +/- 3 anni mentre i neoplastici tra gli 8+/- 3 anni circa. In ogni soggetto è stato poi eseguito un citologico o istologico a carico di un linfonodo addominale o toracico (in base a quanto richiesto dal veterinario di riferimento).

I risultati dello studio hanno mostrato che gli unici parametri a differire statisticamente tra linfonodi benigni e maligni sono:

- il diametro dell’asse lungo, - il diametro dell’asse corto

Per quanto riguarda invece la combinazione di più parametri, l’unica rivelatasi statisticamente significativa nel discernere tra maligno e benigno è quella che combina la regolarità del contorno e l’aspetto del tessuto adiposo adiacente al linfonodo: un linfonodo con margini regolari e tessuto adiposo circostante normoecogeno è poco probabile sia maligno.

L’ecogenicità non è un parametro utile a discernere tra maligno e benigno: la maggior parte dei linfonodi presi in esame erano ipoecogeni, mentre in altri studi i linfonodi normali e benigni vengono descritti isoecogeni rispetto ai tessuti circostanti e lievemente ipoecogeni rispetto al tessuto adiposo adiacente (Llabres-Diaza,2004; Kinnis e Mai,2007; Prieto e coll, 2009; Salwei e coll, 2005).

4.7. Lana Krol, Robert O’Brien Ultrasonographic assessment of abdominal

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