di 3.613 milioni di euro in netto peggioramento rispetto al disavanzo degli anni precedenti (734
6. Le aliquote di equilibrio del sistema e per singola gestione
L‟aliquota contabile di equilibrio è la misura che dovrebbero assumere le aliquote di contribuzione da applicare alla base reddituale delle categorie assicurate di ciascun fondo per ottenere una situazione di equilibrio del conto previdenziale, ossia un saldo nullo tra le entrate contributive e le prestazioni erogate dal fondo14. Quando l‟aliquota contabile e l‟aliquota effettiva applicata al prelievo contributivo coincidono, le voci previdenziali di un fondo sono in pareggio. Una differenza positiva tra le due aliquote indica un saldo negativo, mentre se in un fondo l‟aliquota di contribuzione effettivamente applicata superasse l‟aliquota teorica di equilibrio, si avrebbe un saldo previdenziale positivo.
Se si assume che la quota della spesa pensionistica destinata a interventi di natura assistenziale debba essere posta a carico della fiscalità generale e che le voci presenti nei trasferimenti GIAS siano effettivamente classificabili come spese di natura assistenziale, allora l‟aliquota contabile di equilibrio deve essere calcolata sulla spesa previdenziale, al netto della quota trasferita dalla GIAS, che, secondo questa accezione, rappresenta contabilmente una partita di giro.
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L‟ aliquota “contabile di equilibrio” è l‟aliquota che determina il pareggio tra entrate e uscite del conto previdenziale, cioè delle voci di bilancio dei fondi che includono le entrate contributive degli assicurati e le prestazioni per le pensioni erogate. Questo saldo non comprende i costi amministrativi tra le uscite e la redditività della gestione patrimoniale tra le entrate. Un saldo nullo del conto previdenziale si ha quindi quando le entrate contributive (C) uguagliano le uscite per il pagamento delle pensioni (SP). Poiché le entrate contributive sono il prodotto tra aliquota contributiva e reddito assoggettato a contribuzione, pari a sua volta al reddito medio (w) moltiplicato per il numero dei lavoratori attivi (L), e la spesa per pensioni è uguale al prodotto tra pensione media (p) e numero di pensioni erogate (R), l‟aliquota contabile teorica di equilibrio ( ̂) è data da:
C = SP ̂ w.L = p.R ̂ = p/w . R/L
Considerando che nel precedente Capitolo 3.1, la quota di spesa pensionistica finanziata dalla contribuzione è stata definita q = (a.L.w)/(p.R), ne consegue che l‟aliquota contabile di equilibrio è pari a ̂ a / q), ovvero al rapporto tra l‟aliquota effettivamente e la quota di spesa previdenziale finanziata dalla contribuzione.
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Figura 6.1: Fondi di varie categorie: aliquote contabili di equilibrio al netto GIAS
In Figura 6.1 sono riportati gli andamenti delle aliquote di equilibrio, per il cui calcolo si fa dunque riferimento alla spesa previdenziale al netto della quota trasferita dalla GIAS.
Dall‟andamento dei grafici si rileva innanzi tutto che, dopo una ventina di anni di andamenti in parte crescenti e in parte oscillanti, a partire dal 2009, i valori delle aliquote di equilibrio di tutte le categorie appaiono in aumento, a conferma del fatto che la recente crisi economica ha accentuato le difficoltà di bilancio per i fondi della previdenza.
In particolare, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti privati, dopo l‟aumento del primo periodo, l‟aliquota di equilibrio dal 1998 mostra per dieci anni una continua diminuzione fino ad arrivare nel 2008 a un valore del 33,6%, molto vicino all‟aliquota nominale di contribuzione. Tale andamento si spiega con il graduale innalzamento dell‟età pensionabile che ha avuto l‟effetto di ridurre il rapporto tra pensioni erogate e numero di contribuenti, oltre che a una
sostanziale stabilità del rapporto tra pensione media e reddito medio15. Dopo il 2008, l‟aliquota
di equilibrio registra invece un‟inversione di tendenza. Nonostante che, con l‟ulteriore aumento dell‟età per accedere alla pensione, il numero di pensioni pagate sia ancora leggermente calato, ciò non è bastato a contrastare l‟incremento del rapporto tra pensione media e contribuzione media, cresciuto per due ragioni. La prima, è l‟appiattimento della contribuzione pro capite, ricollegabile alle difficoltà del mercato del lavoro e alla ridotta dinamica salariale. La seconda è la relativa inerzia del valore della pensione pro capite che, non solo è meno sensibile alle fasi congiunturali, ma che può aver ricevuto impulso dall‟aumento dell‟età pensionabile che, se da un lato ha contenuto il numero delle pensioni erogate, dall‟altro, ha spinto all‟insù l‟importo medio come effetto dell‟allungamento delle carriere.
Nel comparto dei dipendenti pubblici, dopo un periodo iniziale di rapida crescita dell‟aliquota di equilibrio (dal 30,0% nel 1989 al 43,8% nel 1995) si sono registrati anni ad andamento oscillante, con valori comunque più elevati rispetto a quelli dell‟aliquota effettiva di contribuzione. In questi anni, l‟aumento delle pensioni in pagamento rispetto al numero dei lavoratori attivi, dovuto in larga parte al blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, è stato mediamente controbilanciato da una contrazione del rapporto tra pensione media e reddito medio. Dal 2009 in poi, entrambi i rapporti hanno invece registrato un peggioramento, facendo risalire l‟aliquota contabile di equilibrio fino al 58,3% registrato nel 2014.
15 Per gli andamenti di questi rapporti si veda anche quanto detto nel Cap. 3.
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 198 9 199 0 199 1 199 2 199 3 199 4 199 5 199 6 199 7 199 8 199 9 200 0 200 1 200 2 200 3 200 4 200 5 200 6 200 7 200 8 200 9 201 0 201 1 201 2 201 3 201 4 Dipendenti pubblici Dipendenti privati Artigiani Commercia nti Professioni sti
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Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, l‟andamento dei grafici di Figura 1 indica che sia gli artigiani che i commercianti hanno registrato dalla metà degli anni novanta un progressivo innalzamento dell‟aliquota contabile. La tendenza è dovuta a uno squilibrio crescente tra entrate contributive e prestazioni, conseguente agli aumenti del rapporto tra pensione media e reddito medio e tra numero di pensioni e numero di contribuenti. Il turnover dei beneficiari di pensione, con l‟ingresso di pensionati con carriere più strutturate, ha parzialmente contribuito a far crescere il primo rapporto. La principale ragione dell‟aumento del rapporto tra pensioni erogate e numero di contribuenti deriva invece dalla maturazione dei due fondi che, istituiti tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, hanno visto intorno al 1995 arrivare a compimento della carriera un numero crescente di assicurati e, quindi, un più rapido aumento delle pensioni da liquidare. Osservando la dimensione dei flussi, si capisce però come, oltre a questa, vi sia un‟altra fondamentale ragione per cui i livelli dell‟aliquota di equilibrio risultano più critici per gli artigiani rispetto ai commercianti. Fino al 2003, infatti, gli assicurati al fondo artigiani erano numericamente superiori agli iscritti al fondo dei commercianti. Da tale anno al 2014, mentre questi ultimi sono aumentati di quasi 340 mila unità, nonostante il calo di quasi 20 mila nell‟ultimo anno, il numero degli artigiani è calato di oltre 126 mila unità. A partire dal 2004, l‟aliquota contabile del fondo artigiani ha perciò superato l‟aliquota effettiva, continuando poi a salire fino al 32,6% del 2014, mentre nello stesso anno, l‟aliquota contabile del fondo dei commercianti è risultata pari al 21,3%, stesso valore dell‟anno precedente.
Le categorie di lavoro autonomo iscritte alle casse professionali mostrano una situazione molto diversa dalle categorie fin qui esaminate. L‟insieme delle casse, infatti, mostra un rapporto tra numero di pensioni erogate e numero di contribuenti ancora molto contenuto, per cui le aliquote di equilibrio, che fino al 1997 erano rimaste al di sopra del 10%, hanno avuto valori mediamente inferiori per tutto il periodo successivo e, solo nel 2014, sono ritornate a toccare il dieci per cento. Ad esclusione di poche categorie professionali, anche il rapporto tra pensioni medie e redditi medi si mantiene su valori percentuali ridotti. Ciò si deve soprattutto al fatto che le stesse categorie, nonostante gli interventi di riforma effettuati negli ultimi anni, hanno tuttora aliquote effettive di contribuzione abbastanza basse in rapporto ai redditi o ai volumi di attività.
Nel quadro delle diversità riscontrate nell‟ambito delle categorie di assicurati, il fondo dei Coltivatori diretti, coloni e mezzadri (CDCM) rappresenta un caso assolutamente peculiare. La progressiva diminuzione del peso dei comparti agricoli nella struttura economica di tutti paesi ad elevato sviluppo ha determinato per i fondi previdenziali del settore una progressiva contrazione delle persone attive, a cui si è più volte tentato di porre rimedio con misure di carattere assistenziale che, tuttavia, non hanno potuto contenere le grandi dimensioni degli squilibri strutturali. L‟effetto di questi interventi, in particolare le risorse finanziarie trasferite dalla GIAS, è stato quello di mantenere un rapporto tra pensioni medie e redditi medi non molto diverso da quello dei lavoratori dipendenti privati. In aggiunta a ciò, l‟enorme sproporzione tra il numero di pensioni erogate e il numero dei contribuenti attivi (circa 3,5 pensioni per ogni contribuente) ha determinato valori straordinariamente elevati dell‟aliquota di equilibrio (Figura 2). A tale riguardo, osservando l‟andamento dei grafici, si nota come, la distanza tra aliquota di equilibrio al lordo e al netto dei trasferimenti GIAS si è notevolmente ampliata dopo che la legge 449/97 ha previsto un nuovo riparto tra spesa previdenziale e assistenziale, ponendo a carico di quest‟ultima l‟onere delle pensioni del settore agricolo liquidate con decorrenza anteriore al 1989. Da allora, in mancanza di altri interventi straordinari, la distanza è rimasta relativamente stabile, anche se l‟aliquota al netto GIAS, discesa dall‟82,1% del 1997 al 43% dell‟anno successivo, è poi risalita fino al 113,4% del 2012. Nell‟ultimo triennio, in controtendenza con le altre categorie di assicurati, si sta invece manifestando una tendenza al ridimensionamento dell‟aliquota di equilibrio che, al netto GIAS, è arrivata all‟87,5% del 2014.
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Figura 6.2: Fondo dei coltivatori diretti, coloni, mezzadri: aliquote contabili di equilibrio
7. Gli andamenti delle prestazioni di sostegno al reddito: la GPT (Gestione