di 3.613 milioni di euro in netto peggioramento rispetto al disavanzo degli anni precedenti (734
9. Il sistema di welfare complementare in Italia: pensioni, assistenza e sanità, una prima stima della spesa intermediata e out of pocket
La spesa privata per il welfare complementare per l‟anno 2014 ammonta a 57,147 miliardi di € ed evidenzia un lieve aumento (+3,4 miliardi, equivalenti allo 0,5% in termini di PIL) rispetto al 2013 e al 2012.
Tabella 9.1: La spesa privata per il welfare complementare negli anni 2012, 2013 e 2014
Tipologia in mln di € in % del Pil spesa pubblica in mln di € in % del Pil spesa pubblica in mln di € in % del Pil spesa pubblica Previdenza
complementare 12.052 0,77% 1,50% 12.414 0,79% 1,55% 13.000 0,81% 1,57%
Spesa per sanità
OOP 27.234 1,74% 3,40% 26.240 1,68% 3,28% 30.000 1,86% 3,63%
Spesa per
assistenza LTC 10.000 0,64% 1,20% 11.000 0,70% 1,37% 9.280 0,58% 1,12%
Spesa per sanità
intermediata 3.366 0,22% 0,42% 4.060 0,26% 0,50% 4.300 0,27% 0,52%
Spesa welfare
individuale 1.000 - - 1.000 0,06% 0,12% 2.567 0,16% 0,31%
Spesa totale 53.652 3,37% 6,52% 54.714 3,49% 6,82% 59.147 3,66% 6,92%
Fonte : Elaborazione Itinerari Previdenziali su dati COVIP, OCSE, CREA Sanità, ISTAT, RGS, Ministero della Salute, ANIA
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Tra le diverse voci, quella certamente maggiore rispetto alle altre è quella per spese sanitarie out
of pocket (ovvero sostenute direttamente dagli interessati, senza intervento di alcun
intermediario, fondi sanitari, casse, mutue o compagnie di assicurazioni). Dai dati preliminari Istat diffusi dal CREA Sanità in occasione della presentazione dell‟XI Rapporto Sanità, il totale delle spese sanitarie out of pocket subirebbe un incremento rispetto al 2013 di ben 14,5%, attestandosi intorno ai 30 miliardi di euro, dato del resto coerente con il dato esposto dalle Commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera. Il dato, a ben vedere, andrebbe parzialmente ridotto in ragione della detraibilità fiscale (-19%) delle spese sanitarie eccedenti i 129,11 euro e rientranti nello spettro applicativo dell‟articolo 15 del TUIR. Volendo ammettere, per eccesso e approssimazione, che tutte le spese sostenute OOP dai privati siano state portate in detrazione (senza tenere, quindi, conto della franchigia di 129,11 euro e ammettendo che tutte le spese svolte rientrino nell‟art. 15 del TUIR) l‟ammontare della spesa privata scenderebbe a 22,7 miliardi di euro; dato ancora molto elevato.
La spesa “intermediata” per sanità ammonta a circa 4,3 miliardi di euro. Il dato è ricavato dall‟applicazione del parametro OCSE, secondo cui la spesa sanitaria privata intermediata in Italia sarebbe pari al 13% del totale della spesa privata per prestazioni sanitarie. Anche qui, certamente, vengono in rilievo le agevolazioni fiscali, non tanto in fase di spesa, quanto in termini di adesione e contribuzione alle forme sanitarie integrative (deducibilità per le forme collettive fino a 3.615,20 euro e detraibilità del 19% di 1.291 euro per le adesioni individuali a società di mutuo soccorso). Una spesa intermediata pari a 4,3 miliardi di euro non corrisponde quindi necessariamente ad un costo analogo per le famiglie, anche considerando che nelle forme collettive, il datore di lavoro contribuisce per quota o in toto a favore del dipendente. Insomma, i benefici per i singoli di ricorrere ad una simile soluzione di sanità complementare, sono ben evidenti.
Nonostante gli evidenti benefici in termini di costi delle forme collettive di sanità complementare, secondo dati diffusi dal Ministero della Salute (tabella 9.2), i fondi sanitari iscritti all‟Anagrafe risultano essere 290 per un totale di 5,3 milioni di iscritti e 6,9 milioni di assistiti.
Ancorché si tratti di dati parziali, poiché allo stato i fondi non sono tenuti a comunicare al Ministero i dati relativi alla gestione, il comparto appare ben lontano dall‟aver sviluppato appieno il proprio potenziale. Il ricorso a forme organizzate di intermediazione della spesa sanitaria è ancora particolarmente ridotto nel nostro Paese, circostanza che si traduce in maggior costo per singoli e famiglie, in un minor controllo di qualità delle prestazioni e nella diffusione del fenomeno del “nero”, inesistente nelle ipotesi in cui intervenga un fondo sanitario o una compagnia di assicurazioni a rimborsare (direttamente o indirettamente) la spesa sostenuta, stante la necessità – a tal fine – di presentare idonea documentazione fiscale relativa alle spese sostenute.
Tabella 9.2: I dati dell’anagrafe per gli anni 2011, 2012 e 2013; nostre proiezioni per 2014
2011 2012 2013 2014 N° Fondi 255 265 276 290 N° Lavoratori iscritti 3,67 mln 4,23 mln 5,27 mln ˃ 6 mln** di cui dipendenti 3,21 mln 3,72 mln 4,73 mln di cui autonomi 0,46 mln 0,51 mln 0,54 mln Familiari a carico 1,48 mln 1,60 mln 1,64 mln Totale iscritti 5,15 mln 5,83 mln 6,91 mln ˃ 7 mln** Risorse impegnate 1,74 mld 1,91 mld 2,11 mld ˃ 2,5 mld**
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di cui 20%* 0,56 mld 0,60 mld 0,69 mld ˃ 7,5 mld**
* Si tratta di risorse riferite a prestazioni di assistenza odontoiatrica, di assistenza socio-sanitaria, e di prestazioni finalizzate al recupero della salute.
** Valori stimati. Nota: in realtà i fondi che nel tempo hanno inviato la documentazione sono oltre 360.
La riduzione della spesa per LTC che ammonta a 9,28 miliardi di €, dipende dalla modifica del criterio di stima adottato. Da questa edizione si è preso a riferimento la spesa per non autosufficienza che è stata stimata moltiplicando il numero dei lavoratori domestici censiti dall‟INPS (898.429 nel 2014) per un reddito medio annuo di 1.000 euro mensili (per 13 mensilità). A questo numero di lavoratori domestici si dovrebbe sottrarre quelli che effettivamente fanno lavori di casa e non di assistenza ma parimenti occorrerebbe sommare il numero di “badanti” che operano in modo irregolare perché clandestini o lavoratori in nero. Probabilmente il risultato di questa somma algebrica aumenterebbe i costi. Il totale della spesa è stato quindi abbattuto di circa un 20% per tener conto dell‟ammontare degli assegni di accompagnamento riconosciuti agli interessati dagli enti di assistenza e previdenza obbligatori. In crescita anche la spesa che definiamo per welfare individuale, dove a fronte dei circa 5 miliardi di raccolta premi per polizze infortuni e malattia, circa un 50% potrebbe riferirsi a coperture assicurative contratte dai singoli cittadini o ad adesioni a polizze collettive (e non, invece, a “riassicurazioni” di fondi sanitari). Da qui, un calcolo stimato pari a circa 2,5 miliardi
di euro che si riferisce, si ricorda, ai costi per stipulare le coperture e non alle prestazioni
(indennizzi, rendite e capitali) erogate dalle compagnie.
La contribuzione a previdenza complementare raggiunge i 13 miliardi di euro. A dicembre 2014, le risorse accumulate nelle diverse forme di previdenza complementare erano pari a 126,3 miliardi di euro (+8,1 miliardi rispetto al dicembre 2013). Importo notevole, ma ancora contenuto, se riferito alle altre realtà OCSE e non OCSE (grafico 9.3).
Figura 9.3: Il patrimonio dei fondi pensione sul PIL nei Paesi OCSE e non-OCSE per l’anno 2013
Fonte: OCSE, Pension Market in Focus 2014
Si rammenta, in ogni caso, come i dati OCSE offrano il confronto tra realtà tra loro ben diverse, dove la previdenza complementare potrebbe essere obbligatoria per tutti i lavoratori (v. UK) o paraobbligatoria, date le prassi negoziali riferite ai rapporti di lavoro instaurandi.
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Crescono anche gli iscritti a previdenza complementare, registrando un + 5,4% del dicembre 2014 rispetto allo stesso mese dell‟anno 2013 (6,5 milioni di iscritti a fondi negoziali, preesistenti, aperti e PIP). I primi dati per l‟anno 2015, poi, fotografano un sensibile incremento delle iscrizioni a fondi negoziali, in ragione della previsione di iscrizione automatica dei lavoratori dell‟edilizia al fondo PREVEDI. Nel primo trimestre 2015 i fondi negoziali hanno registrato un + 7,3% rispetto a fine 2014, con un incremento di 141.547 iscritti. A luglio 2015, il fondo PREVEDI ci comunicava che l‟incremento dei nuovi iscritti al fondo era già salito al rilevante numero di + 410.000 unità.
Tabella 9.4: La previdenza complementare negli anni 2012, 2013 e 2014: adesioni e risorse destinate alle prestazioni
Fonte: COVIP