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Le diffusione delle Medical Humanities : uno sviluppo non omogeneo

NUOVE PROSPETTIVE, FINALITÁ E COMPETENZE

2.3 Le diffusione delle Medical Humanities : uno sviluppo non omogeneo

Se unanime è l’opinione circa le potenzialità, l’importanza e le finalità delle Medical Humanities, difficile risulta ancora una loro definizione universalmente condivisa e dissimile la loro valorizzazione e diffusione nei diversi Paesi che hanno deciso di intraprendere una riflessione su di esse. Complesso è, infatti, il compito di delineare una panoramica esauriente e dettagliata riguardo lo sviluppo delle Medical Humanities poiché quest’ultimo non ha seguito un andamento omogeneo e lineare e ogni Paese che ha optato

come scopo principale quello di sviluppare attitudini (attenzione al paziente come individuo) e capacità interpretative (che difficilmente possono essere valutate in modo oggettivo), è importante prevedere sia attività di valutazione del processo di apprendimento, sia di autovalutazione, nonché attivare la valutazione di gradimento di studenti e docenti sul percorso svolto.

276 E. Lee Masters, Spoon River Anthology. New York; 1915. Traduzione italiana Antologia di Spoon River,

Newton Compton, Roma, 1974.

277 L. Zannini, Medical humanities e medicina narrativa. Nuove prospettive nella formazione dei professionisti

per un inserimento di queste discipline lo ha calibrato in base alle proprie necessità e convinzioni a riguardo.

Diverse appaiono, dunque, le scelte di ogni singolo Paese sia come approccio, come ricerca, come riflessione e come organizzazione dei programmi e dei corsi.

Negli USA oggi, sono numerosi i dipartimenti di Medical Humanities. I più prestigiosi sono: l’Institute for the Medical Humanities (IMH) dell’ University of Texas Medical Branch di Galveston (UTMB) e il Department of Medical Humanities presso la Southern Illinois University. L’IMH è stato fondato nel giugno del 1973 al fine di

assicurare che la ricerca e l’insegnamento delle humanities diventasse parte

integrante della formazione dei professionisti in ambito sanitario e propone i suoi insegnamenti ad ogni livello del curriculum di studio in medicina. L’Istituto

è, altresì, tra i patrocinatori del Master Internazionale in Medical Humanities e promotore di un dottorato di ricerca della durata di quattro anni278.

Il Department of Medical Humanities presso la Southern Illinois University si

pone al servizio della School of Medicine e offre agli studenti e ai docenti una conoscenza di base nelle discipline umanistiche sottolineando l'applicazione dei contenuti e delle metodologie di quest’ultime alla pratica della medicina, incoraggiando l'attività accademica e il confronto tra medicina e humanities, e

offrendo un servizio multidisciplinare per la facoltà di medicina, l'Università e la comunità in genere279.

I corsi si estendono per tutti i quattro anni del corso di laurea in medicina: nel primo e secondo anno gli studenti vengono introdotti alle questioni etiche e giuridiche della loro professione attraverso seminari e discussioni in piccoli gruppi. Durante il terzo anno, invece, il rapporto con le

humanities viene intensificato attraverso un tirocinio che si concentra sul

rapporto medico-paziente in una prospettiva etica, politica e giuridica e attraverso la promozione di moduli integrati di storia della medicina. Durante il quarto anno, viene proposto, invece, un secondo tirocinio nel quale l'accento è posto sul ruolo del medico nei confronti dell'amministrazione della giustizia, sulle attuali questioni di politica sanitaria (compreso l'accesso e la

278 Cfr. A. Hudson Jones, R. A. Carson, Medical Humanities at the University of Texas Medical

Branch at Galveston, Acad Med., 2003;78:1006 –1009. Si veda anche: http://www.utmb.edu/imh/

disponibilità di cure mediche), sulla responsabilità del medico, sulla valutazione della qualità dell'assistenza sanitaria e il processo decisionale nella pratica clinica. All'adempimento della sua missione educativa, il Dipartimento associa un’intensa attività di pubblicazioni scientifiche in riviste peer-reviewed,

volumi e compendi.

Significativa nel contesto statunitense è anche l’attività della University of San Francisco School of Medicine (UCSF) che nel 2010 ha fondato al suo interno il Center for Humanities and Health Sciences che fornisce un approccio

interdisciplinare al fine di indagare e comprendere gli effetti profondi della malattia sui pazienti e sugli operatori sanitari. Attraverso seminari e progetti di ricerca gli studenti e i docenti sono incoraggiati a riflettere in merito alla ricchezza e alla complessità delle culture e riguardo al ruolo delle Medical Humanities nell’abbracciare questa molteplicità di prospettive. Attraverso l'arte, la poesia, la storia, la musica o l'antropologia, l’idea che anima il Centro è che il campo della Medical Humanities coltiva la capacità di comunicazione creativa e arricchisce la comprensione dell'arte e della scienza medica ad un livello più profondo.

Presso l’University of California – Irvine, School of Medicine è stato attivato

nel 1997 il Program in Medical Humanities and Arts che ha per obiettivo

l’integrazione del contributo artistico e umanistico nell’educazione medica e si svolge lungo tutto il curriculum di studi della facoltà di medicina. Tra le attività

proposte, si trovano la lettura di testi narrativi e l’esplorazione dell’esperienza di malattia attraverso il lavoro di scrittura creativa. Nel quadro di tale programma è stato organizzato nel 2001 un convegno su The Role of Humanities in Medical Education e un giornale di arti e humanities, Plexus, è, inoltre, pubblicato

dagli studenti e dai docenti che prendono parte al Programma. Il Program in Medical Humanities and Arts ha ricevuto finanziamenti dal HRSA training grant in Family Medicine , e dall’ UC Irvine SOM Office of Medical Education. Direttore del

programma nonché docente principale è la Prof.ssa Johanna Shapiro, psicologo clinico di formazione, con più di trenta anni di esperienza nel campo

dell’insegnamento su argomenti inerenti alla relazione medico-paziente presso l’UCI Department of Family Medicine280.

In Australia, un gran numero di cambiamenti nella formazione medica hanno sostenuto l'integrazione delle Medical Humanities nei curricula delle

facoltà di medicina. L’attenzione rivolta al contatto con i pazienti e alla loro malattia nell’esperienza clinica ha non solo implementato l’importanza attribuita alle illness narratives ma anche incoraggiato un approccio bio-psico

sociale integrato a quello biomedico di base. Corsi come The Doctor in Society e Personal and Professional Development sono stati inseriti nei curricula tanto che

nell’Università di Sidney essi sono diventati parte integrante della formazione obbligatoria e oggetto di valutazione281.

Presso l'Università di Melbourne sono stati inseriti corsi anch’essi obbligatori in Medical Humanities presso il Centre for the Study of Health and Society.

Jill Gordon, direttrice del Centre for Medical Humanities dell’Università di Sidney282, con riferimento all’inserimento delle Medical Humanities nelle facoltà di medicina australiane, ha sostenuto:

Imagination is the key. Students who, in the hours outside the classroom, manage disease, pain, suffering and loss move into a classroom where they may feel overwhelmed or deficient. An excess of imagination is sometimes too painful in clinical practice, but the arts, humanities and social sciences thrive on imagination and on new interpretations of old ideas. Students rehearse and test the principles that underpin our moral and ethical positions. The humanities recognise, cultivate and applaud uncertainty. For the students, adapting from the certainties of medicine takes time.

Although the disciplines of medicine and the humanities sometimes demonstrate diametrically opposed modes of thinking, they share a focus on the human. The separation of clinical care from the “human sciences” is a professional and social mistake, and the growth of medicine as an economic and rational profession has paradoxically contributed to the social diminution of the body, the very object of its focus.

280 In questo paragrafo si forniscono solo alcuni cenni sui tratti caratterizzanti il suddetto

programma, per i cui approfondimenti si rinvia al capitolo 4, interamente dedicato ad esso e alla ricerca qualitativa effettuata dalla sottoscritta proprio presso l’University of California – Irvine sotto la supervisione della Prof.ssa J. Shapiro.

281 Cfr. J. Gordon, Medical Humanities: to cure sometimes, to relieve often, to comfort always, Med

J Aust, 2005; 182 (1): 5-8; N. Shadbolt, Attitudes to healthcare and self-care among junior medical

officers: a preliminary report, Med J Aust, 2002, 177:19-20; P. Schattner, S. Davidson, N. Serry,

Doctors’ health and wellbeing: taking up the challenge in Australia, Med J Aust, 2004, 181:348-349

A postgraduate student who is a specialist physician noted: “Medicine has degrees of evidence. We work on the idea that if a happens then b follows; we find out what works and what does not. We seek and desire a concrete outcome, because medicine fixes things.” By contrast “. . . it took a while to realise that this course is not about the acquisition of facts, but the ability to explore, evaluate and criticise”.

Another student described the anxiety created by the ambiguity of literary and historical ways of knowing. How can we know anything, be sure and assert a viewpoint when the humanities multiply the number of answers to any single problem? Reading and thinking in such an environment can provoke anxiety, but this is not “medical school” anxiety. Rather than identifying the single best answer on a multiple-choice examination, the medical humanities rely on the power of the imagination to open up ever more complex issues. Rather than using medical specialisation to draw boundaries around what we need to know, boundaries are removed283

Nel novembre 2004, l’Australasian Association for Medical Humanities ha

inaugurato una conferenza alla quale hanno partecipato i rappresentanti di sedici scuole di medicina in Australia e Nuova Zelanda. La conferenza è stata sostenuta dal Committee of Deans of Australian Medical Schools e dall’ Australian Academy of the Humanities, che fa ben sperare in una cooperazione

interdisciplinare.

In Europa la situazione è molto variegata e il Regno Unito è sicuramente il Paese che ha accolto più positivamente di altri l’inserimento delle Medical Humanities in molte Università tanto che nel 2002 è nata la

Association for Medical Humanities, collegata alla rivista internazionale Journal of Medical Humanities.

Nel Regno Unito la pubblicazione nel 1993 del documento Tomorrow’s Doctors: Recommendations on Undergraduate Medical Education284 Medical da parte

della commissione del General Medical Council (GMC) ha segnato sicuramente un punto di svolta e una grande conquista per coloro come il filosofo Robin Downie e l’ex ufficiale inglese e medico di cure palliative Sir Kenneth Calman che hanno impegnato molti anni della loro carriera per lo sviluppo delle Medical Humanities nel panorama britannico285. Tomorrow’s Doctors, infatti, non solo ha sottolineato la necessità che tutte le facoltà di

283 Cfr. J. Gordon, Medical Humanities: to cure sometimes, to relieve often, to comfort always, Med

J Aust, 2005; 182 (1): 5-8

284 General Medical Council, Tomorrow’s Doctors: Recommendations on Undergraduate Medical Education,

General Medical Council, London, 1993.

285 Cfr. K.C. Calman, Literature in the education of the doctor, Lancet, 1997; 350(9091):1622–4; K.C.

medicina del Regno Unito attuassero radicali cambiamenti nei curricula

universitari, ma ha altresì proposto l’introduzione obbligatoria di un 30% in più di ore di lezione da dedicare a quelli che sono stati definiti come special study modules286. Un'altra voce autorevole in questa decisione di introdurre le

Medical Humanities nella formazione medica è da attribuire al Nuffield Trust e

al suo presidente John Owen Wyn. Il Nuffield Trust, una fondazione inglese di

beneficenza, organizzò, infatti, due conferenze, rispettivamente nel 1999 e nel 2001, allo scopo di riunire tutti i rappresentanti ed esperti di arts and humanities

in rapporto alle questioni di salute e malattia che lavoravano nel Regno Unito287. Oltre ai docenti di medicina questi incontri includevano la presenza di rappresentanti in arts therapy, arts in health e community arts. L’ importanza di

questi incontri, e le pubblicazioni che ne seguirono, attirarono l'interesse e l’attenzione dell’'istituzione medica ma anche dell'opinione pubblica e la politica inglese. Nel 1999, con il sostegno del Nuffield Trust, fu istituito il Centre for Arts and Humanities in Health and Medicine presso la Durham University e il National Network for the Arts in Health. Nel 2000, fu organizzata la prima di una

serie di conferenza annuali per iniziativa del Centre for Medical Humanities

predecessore del Medical Humanities Unit, e il 2001 ha visto la pubblicazione nel

Regno Unito dei primi due volumi in Medical Humanities.

Nel Regno Unito tre sono i Centri più famosi che hanno dato il via a una riflessione sulle Medical Humanities che si è tradotta poi nella realizzazione di corsi, programmi e talvolta Master contribuendo, dunque, ad aumentare la loro diffusione e sviluppo: il Centre for Medical Humanities della Royal Free and University College Medical School288, il Centre for the Humanities and Health

286 Cfr. D. Kirklin, The Centre for Medical Humanities, Royal Free and University College Medical

School, London, England, Academic Medicine, 2003, 78, 10: 1048-53; R. Arnott, et al., Proposal for an

academic association of medical humanities, J Med Ethics, 2001;27:104–5.

287 The Nuffield Trust, a charitable foundation _http://www.nuffieldtrust.org.uk/_. Accessed 1 July

2003. Si veda, inoltre: R. Philipp, M. Baum, A. Mawson, et al., Humanities in Medicine:Beyond the Millennium, London: Nuffield Trust; 1999; R. Philipp, Arts, Health, and Well-being, London: Nuffield

Trust; 2002; The Centre for Arts and Humanities in Health and Medicine _http://www.dur.ac.uk/cahhm/_ Accessed 1 July 2003; The National Network for the Arts in Health _www. nnah. org. uk_.Accessed 1 July 2003; D. Kirklin, R. Richardson (eds), Medical Humanities: A Practical Introduction, Royal College of Physicians, London, 2001; M. Evans, I. Finlay

(eds), Medical Humanities, BMJ Publications, London, 2001.

288 Come già affermato, non c’è ancora una definizione univoca di Medical Humanities. Nel Regno

Unito questa è sicuramente una discussione che ha animato molti dibattiti che hanno contribuito ad una definizione via via più precisa ma che ancora non può essere considerata universalmente

(CHH) del King’s College289 entrambi con sede a Londra e il Centre for Medical Humanities presso l’Università di Durham. Importante è anche ricordare lo

spazio riservato alle Medical Humanities presso le Università di Bristol e Swansea che hanno attivato dei veri e propri corsi di laurea anche all’interno delle facoltà a indirizzo umanistico-letterario e linguistico proprio allo scopo di formare figure specializzate e professionalmente competenti a lavorare in un’ottica interdisciplinare290.

Il Centre for Medical Humanities ha la sua sede all’interno della Royal Free and University College Medical School di Londra. Con un corpo studentesco di oltre

duemila iscritti, questa facoltà di medicina è parte integrante dell’University College London (UCL) fondato più di 175 anni fa e che vanta una grande varietà di studi sia scientifici che umanistici.

L’idea di introdurre le Medical Humanities all’interno della facoltà di medicina della UCL è nata grazie al contributo di Richard Meakin, medico in

primary care e oggi uno dei direttori della Michigan State University. Nel 1998

l’UCL offrì il primo corso in Medical Humanities finanziato dal Cancer Research Compaign (un ente di beneficenza britannico), denominato Living with and Dying from Cancer che si avvaleva dell’uso della letteratura, del teatro, del cinema e

della scrittura creativa al fine di aiutare gli studenti di medicina del terzo anno a riflettere riguardo agli effetti del cancro sui pazienti e sulle loro famiglie291. Questo corso, insieme con quello successivo inerente agli effetti della

condivisa. Il Centre for Medical Humanities della Royal Free and University College Medical School ha elaborato la seguente definizione: Medical humanities is an interdisciplinary, and increasingly international endeavor that draws on the creative and intellectual strengths of diverse disciplines, including literature, art, creative writing, drama, film, music, philosophy, ethical decision making, anthropology, and history, in pursuit of medical educational goals.

289 Ho trascorso 8 mesi (Gennaio 2011-Agosto 2011) presso il Centre for the Humanities and

Health del King’s College di Londra. Il prof. Brian Hurwitz, direttore del Centro, docente di Medicine and the Arts, medical General Practitioner nonché pioniere degli studi sulla Narrative- based medicine e delle Medical Humanities nel Regno Unito, è stato mio supervisor per tutta la durata del soggiorno. Durante questo soggiorno ho avuto l’occasione di frequentare i seminari del dottorato in Philosophy of Medicine, del M.A. in Literature and Medicine e del MSc in Medical Humanities oltre che confrontarmi con i docenti, i dottorandi e gli studenti del Centro e del King’s College. Questa esperienza, (associata poi con la successiva presso l’University of California – Irvine), è stata fondamentale per capire meglio in che cosa consiste e come è organizzato l’insegnamento delle Medical Humanities e della Medicina Narrativa nel Regno Unito.

290 Si veda il sito della Swansea University: http://www.swan.ac.uk/pgcourses/artsandhumanities/

e quello dell’University of Bristol: http://www.bristol.ac.uk/english/prospective- undergraduates/ibamh.html

291 Cfr. D. Kirklin, R. Meakin, S. Singh, M. Lloyd, ‘Living with and dying from cancer’: a humanities

rivoluzione genetica sull’essere umano292, fu ben accolto sia dagli studenti che dai docenti tanto da incentivare una ricca produzione di articoli e da fare notizia anche presso la BBC Radio 4. Nello stesso anno il Medical Humanities Unit fu ufficialmente istituito all’interno della Department of Primary Care and Population Sciences e nel 2001 venne fondato il Centre for Medical Humanities che

continua il suo lavoro sia all’interno dell’UCL sia sviluppando programmi innovativi e di ricerca per le facoltà di medicina del regno Unito. Lo scopo del

Centre for Medical Humanities è quello di aumentare la consapevolezza nel campo

delle Medical Humanities dimostrando la loro utilità nel formare nuove figure professionali in grado di soddisfare le esigenze dei pazienti non solo da un punto di vista esclusivamente scientifico.

Gli obiettivi educativi, dunque, possono essere così riassunti: - aiutare gli studenti a capire la prospettiva del paziente;

- incentivare nello studente una riflessione sulla propria pratica e sul proprio agire;

- fornire una prospettiva sia culturale che storica riguardo al concetto di malattia e alla realtà sanitaria;

- agire come una fonte di sostegno per lo studente293.

L’aspetto interessante dei corsi di Medical Humanities nel Centre riguarda il fatto che l’insegnamento è impartito sia dai docenti del Centre, sia da quelli della facoltà di medicina sia da quelli provenienti dalla facoltà di arts and humanities dell’UCL. Vi sono, inoltre, docenti di etica medica, antropologia e

storia della medicina affiancati da tutors (scrittori, artisti, registi e attori) con i

quali organizzano regolarmente lezioni e seminari e che talvolta, essendo stati, alcuni di essi, vittime di gravi malattie si trovano a raccontare la loro esperienza personale. Queste collaborazioni tra competenze diverse sono state valutate dal Centre come importanti per incoraggiare un programma di ricerca interdisciplinare che prevede, tuttora, l’utilizzo delle arti nel campo della

292 Cfr. D. Kirklin, Responding to the implications of the genetics revolution for medical

education: a humanities approach, Med Educ., 2003;37:168–73.

293 Cfr. D. Kirklin, The Centre for Medical Humanities, Royal Free and University College Medical

primary care al fine di migliorare le capacità osservative dei medici e degli

infermieri294.

Dal 1998, molti corsi opzionali di Medical Humanities sono a disposizione degli studenti di medicina dell’ UCL mentre il Centre offre contemporaneamente dei corsi di poesia e prosa oltre ad altri in medical history, medical ethics e medicine and art. Tutti questi corsi rientrano all’interno di un

programma chiamato Professional Development Spine (PDS) che include anche

percorsi e lezioni in communication skyll, ethics and law, health promotion, community- based learning, evaluation of evidence e clinical skylls.

Nel 2001 il Centre ha avviato anche una collaborazione con la specializzazione in Ginecologia (Women’s Health) e in Psichiatria lavorando alla

realizzazione di sessioni interattive e seminari che, attraverso l’uso della letteratura e del cinema, hanno esplorato, ad esempio, la dimensione della perdita in donne che avevano subito un aborto spontaneo attraverso un cortometraggio realizzato proprio da coloro che si erano trovati ad affrontare un momento così particolare. Gli studenti di psichiatria, allo stesso modo, erano stati, invece, incoraggiati, a riflettere sulla rappresentazione della malattia mentale e sull’impatto di questa sulla società e sulla conseguente costruzione di pregiudizi e stereotipi al riguardo.

Il Centre for Humanities and Health (CHH) del King’s College di Londra è

stato fondato nel 2009 grazie ad un finanziamento della Wellcome Trust e,

attraverso la collaborazione di esperti in Literature, Philosophy, Film Studies, History, Nursing, Psychiatry, e General Practice si propone di studiare l'esperienza

della malattia dal punto di vista delle humanities partendo dal presupposto che

la loro relazione con l’interiorità umana, con la realtà sociale e culturale e con i