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L’Italia ha avuto una grande importanza all’interno del movimento migratorio europeo verso il Brasile. Gli italiani hanno lasciato la loro terra, soprattutto per problemi economici-sociali-culturali avvenuti in seguito a molti anni di lotte per l’unificazione del Paese. In questo scenario l’unica soluzione di sopravvivenza per molte famiglie, soprattutto quelle rurali, era l’emigrazione in altri Paesi. In tali circostanze, il governo italiano ha sostenuto l’emigrazione del suo popolo.

Secondo il Ministero degli Affari Esteri (2008) più di 7 milioni d’italiani emigrarono in Brasile e “dal 1870 al 1930 fu in vigore l’immigrazione sovvenzionata con l’obiettivo di favorire l’arrivo di immigrati” (Ministero degli Affari Esteri, 2008, p. 5). Il governo brasiliano voleva popolare il territorio mettendo a coltura il maggior numero possibile di terre e sostenere un modello di crescita economica improntato all’esportazione di alcuni prodotti, in particolare il caffè.

Questa emigrazione era facilitata dall’aiuto in denaro per l’acquisto dei biglietti di viaggio, delle spese di alloggio ecc. Dopo l’abolizione della schiavitù mancava mano d’opera nelle Fazendas brasiliane e gli immigrati tramite i contratti di lavoro hanno sostituito gli schiavi nelle piantagioni.

La Lei do Ventre Livre, emanata nel 1871, liberò dalla schiavitù i bambini nati da genitori schiavi. Di fatto, in seguito all’abolizione della schiavitù, gli immigrati – fra cui quelli italiani – si sostituirono agli schiavi nelle piantagioni di caffè. In seguito, tale iniziativa passò sempre più ai governi, provinciali ed imperiale fino al 1889, e quindi a quelli dei singoli Stati e Federale. Poiché l’immigrazione sovvenzionata favoriva l’arrivo di famiglie piuttosto che di persone singole, in questo periodo arrivarono famiglie molto numerose (di circa dodici persone) composte da uomini, donne e bambini anche di diverse generazioni. I primi migranti a lasciare l’Italia nell’epoca della grande emigrazione (1870-1920) furono essenzialmente Veneti (circa il 30% del totale), seguiti dai Campani, dai Calabresi e dai Lombardi. Questo primo gruppo d’immigrati fu raggiunto, in seguito, da emigranti delle regioni del sud Italia (Ministero degli Affari Esteri, 2008, p. 5). Le condizioni di lavoro non erano facili, sia nelle Fazendas sia nelle industrie e, per poter migliorare la loro situazione sociale ed economica, gli immigrati italiani “cominciarono a lavorare in proprio, soprattutto come artigiani, piccoli commercianti, autisti di taxi e pullman, venditori ambulanti di frutta e verdura, lustrascarpe, baristi e ristoratori” (Ministero degli Affari Esteri, 2008, p. 8).

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In questo periodo, si evidenzia la lotta degli italiani in Brasile per mantenere l’italianità del popolo immigrato e “molte altre istituzioni contribuirono a mantenere viva la rivendicazione di italianità, fra esse la Chiesa, la scuola, le associazioni, i patronati e la stessa stampa” (Ministero degli Affari Esteri, 2008, p. 9). È in questo scenario di lotta e di immigrazione che nascono gli imprenditori in Brasile di origine italiana, che hanno importato e mantenuto il modello di sviluppo e di fare impresa italiano.

La ripresa italiana dei mercati, a partire dal 1954 sino all’entrata nel Mercato comune nel 1957, ha fatto crescere la presenza di investimenti diretti di imprese italiane in Brasile, che in principio era facilitata dai bassi costi di produzione e della somiglianza culturale. È il caso della FIAT Auto, della Teksid, della Magneti Marelli, della Comau, della CNH, della Telecom e della Pirelli ecc. (Ministero degli Affari Esteri, 2008).

Negli ultimi tempi, sono cresciuti gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane in Brasile, con un’economia promettente: ci sono tante società italiane, infatti, interessate a fare business nel territorio brasiliano, viste le difficoltà economiche trovate in Europa ed in Italia. Si tratta di società che hanno aperto filiali brasiliane, commerciali o produttive. Anche il settore turistico italiano ha guadagnato con la crescita economica brasiliana, con il potere di acquisito più grande, l’Italia è il 5° Paese europeo preferito dai brasiliani e i turisti brasiliani che visitano l’Italia sono principalmente liberi professionisti, funzionari di aziende private nonché giovani single o in coppia, con disponibilità di spesa medio-alta.

- La propensione a viaggiare dei brasiliani è elevata ed in costante aumento. La crescita economica e l’ingresso di un numero sempre più grande di cittadini brasiliani nelle fasce di reddito più alte (dove è collocata la maggioranza degli oriundi italiani, che in quanto tali hanno il desiderio di conoscere le loro origini in Italia) favoriscono tale propensione (Ministero degli Affari Esteri, 2014, p. 9).

- I punti di forza dell’offerta turistica italiana sono legati al grande fascino del patrimonio artistico culturale, all’enogastronomia e ai legami storico culturali che uniscono il Brasile con l’Italia: circa 30 milioni di brasiliani sono infatti di origine italiana. In questo senso, il ruolo della comunità italiana riveste una notevole importanza per promuovere sia la diffusione del Made in Italy, che l’offerta di turismo in Italia (Ministero degli Affari Esteri, 2014, p. 11).

Per quanto riguarda l’ambito formativo, il primo accordo di cooperazione italo-brasiliana è nato nel 1997, per incentivare il quadro di cooperazione economica, industriale, scientifico-tecnologica e culturale, e prevedeva il continuo flusso di informazioni, l’inserimento dell’Italia nel programma Mercosul (blocco economico latino-americano) e

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quello del Brasile nei programmi dell’Unione Europea; inoltre, sottolinea l’importanza della cooperazione interuniversitaria (Parlamento Italiano, 1997).

Basandosi su questo accordo, è stato stipulato il relativo Programma esecutivo per gli anni 2008-2010, grazie al quale si sostiene lo scambio di ricercatori, esperti e tecnici nell’ambito della realizzazione congiunta di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica (Ministero degli Affari Esteri, 2008). Attraverso questo accordo diverse associazioni, istituti, università e centri di ricerca hanno cercato di collaborare in sinergia con le istituzioni brasiliane.

Si evidenzia anche il Memorandum d’Intesa tra il Servizio Nazionale per la Formazione Industriale del Brasile – SENAI e l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero – ICE, firmato il 29 giugno 2010, per promuovere l’interscambio ed il trasferimento tecnologico nelle aree di interesse comune delle due parti (Unindustria Bologna, 2014).

Con l’Accordo di Cooperazione Culturale del 12 febbraio 1997 seguito dal Programma esecutivo 2000-2003 (rinnovato fino a 2013), consapevoli del crescente riconoscimento del ruolo della cultura nello sviluppo dei due Paesi, hanno firmato la collaborazione per intensificare l’integrazione delle culture italiane e brasiliane con l’obiettivo di promuovere azioni culturali congiunte (Ministero degli Affari Esteri, 2008).

A partire da luglio 2011, il governo brasiliano ha lanciato il Programa Ciências sem Fronteiras per incoraggiare l’iniziazione scientifica e progetti scientifici all’estero; esso prevede la collaborazione nel settore dell’istruzione e universitario, il rilascio di borse di studio, lo scambio di scienziati, studiosi e dottorandi, la promozione dei progetti di ricerca congiunti e l’organizzazione dei seminari, workshop e conferenze (MEC, 2014a).

Questa iniziativa ha richiamato l’attenzione degli studiosi italiani e, nel 2012, una missione del presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR in Brasile, ha siglato il programma esecutivo dell’Accordo tra il CNR e il Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico – CNPQ e la Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior – CAPES con l’obiettivo di migliorare ulteriormente le opportunità offerte dal Programa Ciências sem Fronteiras del Governo Brasiliano e soprattutto la promozione delle opportunità di ricerca a livello di PhD e Postdoc (MEC, 2014a).

Altri accordi sono stati firmati tra Italia e Brasile in altri settori, tali da incrementare e irrobustire la reciprocità delle relazioni tra i Paesi (Unindustria Bologna, 2014, p. 1):

- Accordo ASI-AEB (Agenzia Espacial Brasileira): firmato nel novembre 2008;

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- Accordo in materia di difesa: firmato nel novembre 2008; il 24 giugno 2010 sono stati firmati gli accordi di secondo e terzo livello a seguito dei quali possono iniziare i negoziati per concludere i contratti per la fornitura di unità navali;

- Memorandum d’Intesa sulla sicurezza sanitaria, firmato il 9 novembre 2009 nel quadro del Consiglio di Cooperazione Italia-Brasile, tra il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali della repubblica Italiana ed il Ministero dell’Agricoltura, Zootecnia e approvvigionamento della Repubblica Federativa del Brasile; il memorandum istituisce un meccanismo di consultazione tra le Parti per semplificare le procedure di ispezione e controllo dei prodotti di origine animale e facilitare la soluzione dei casi di non conformità.

Nell’ambito della cooperazione internazionale diverse sono le iniziative che collegano i due Paesi, al fine di favorire una serie di azioni volte alla valorizzazione delle risorse umane per la suddetta cooperazione, come è il caso delle opportunità di studio, di lavoro e delle imprese.

Anche nel Servizio Civile esistono progetti che privilegiano la difesa delle categorie di bambini e adolescenti che vivono situazioni di forte rischio: infanzia vittima di abusi e violenza, sfruttamento della prostituzione minorile, traffico di esseri umani, vita di favela e carenza di strutture formative ed educative, attraverso le organizzazioni no profit ed i volontari (Ministero degli Affari Esteri, 2008).

In Brasile sono anche presenti l’Ambasciata Italiana a Brasilia, le associazioni degli italiani nel mondo, i consolati in diverse città brasiliane e gli Istituti Italiani di Cultura a Rio de Janeiro e a San Paolo, per promuovere la cultura italiana nel territorio brasiliano e offrire supporto e servizi ai cittadini di origine italiana.

In Italia sono presenti l’Ambasciata Brasiliana a Roma, i consolati in diverse città, numerose associazioni culturali italo-brasiliane, le reti camerali a supporto delle aziende presenti tanto in Italia quanto in Brasile.

Attraverso la realizzazione di servizi di coordinamento, di formazione, di orientamento al lavoro, di raccordo e di partenariati tra Italia e Brasile, diversi progetti sono stati avviati per orientare, facilitare ed accompagnare la creazioni o il consolidamento di nuove imprese italiane in Brasile, contribuendo anche allo sviluppo delle attività imprenditoriali, al miglioramento e all’integrazione dei servizi per le imprese, in un’ottica di interscambio economico e culturale e di internazionalizzazione tra imprese italiane e brasiliane (Ministero degli Affari Esteri, 2008).

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2.2 Analisi dell’approccio formativo allo sviluppo delle competenze