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4. Il doppiaggio

4.2 Le figure professionali del doppiaggio

Con la nascita del doppiaggio, si sono venute a creare nuove categorie di professionisti che si occupano del lungo processo che porta alla creazione della versione doppiata di un prodotto audiovisivo. Tra queste nuove categorie vi sono i dialoghisti, il direttore di doppiaggio, l’assistente di doppiaggio, i doppiatori, il fonico di sala, il sincronizzatore e il fonico di missaggio.

Il dialoghista, o adattatore, è “l’autore che traspone, elabora in lingua [ricevente] e adatta in sincronismo visivo, ritmico e labiale i dialoghi e i testi delle opere cinematografiche e televisive”73. Il lavoro del dialoghista si concretizza in diversi passaggi: innanzitutto svolge un’analisi accurata del testo e del supporto audiovisivo originale per poi procedere con un’attenta raccolta di dati sulla specificità culturale, sull’epoca e sull’ambiente in cui si svolge l’azione; in seguito, esegue una ricerca terminologica e di stile al fine di rendere in modo integrale lo spirito del prodotto originale anche nella lingua ricevente.

Senza dubbio, il lavoro svolto risulta tanto più accurato quanto maggiori sono la sensibilità, la capacità creativa, l’esperienza e la preparazione culturale del dialoghista. L’adattamento deve essere innanzitutto una trasposizione culturale dell’opera da tradurre al fine di renderla comprensibile alla cultura del paese di destinazione. Si tratta, pertanto, di un lavoro che richiede profonde conoscenze e spiccata creatività, per il quale un’ottima conoscenza della lingua di partenza non è un elemento sufficiente: l’adattatore-dialoghista deve possedere abilità inventiva e sensibilità artistica per riuscire a smembrare il testo di partenza e comporre il testo tradotto, ricercando parole adatte per lunghezza e accentuazione e appropriate per la ricostruzione delle pause. Se il dialoghista non svolge in modo corretto e preciso il suo lavoro, rischia non solo di modificare il senso e il significato che il testo originale voleva trasmettere, ma soprattutto di falsificare il livello espressivo-emotivo del dialogo originale, alterandone così la funzione. Il suo compito consiste anche nel prendere decisioni relative alla miglior varietà dialettale da usare nel caso in cui un personaggio della versione originale del prodotto parli la stessa lingua della traduzione: attraverso le sue scelte, egli deve essere in grado di ricreare dialoghi verosimili e privi della sterilità e dell’uniformità di registro cui generalmente è soggetto il doppiaggio.

L’adattatore è l’autore dei testi delle opere multimediali e di ogni altra opera audiovisiva destinata al doppiaggio, all’oversound e al sottotitolaggio. Nonostante l’Italia sia uno dei paesi “doppiatori”, come affermato nel paragrafo precedente, non tutti i prodotti audiovisivi vengono doppiati: l’uso della sottotitolazione si sta estendendo oggi a molti prodotti televisivi di ogni genere, soprattutto per ragioni economiche: questo avviene, in particolare, per prodotti trasmessi da canali

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poco visionati o da canali satellitari, il cui numero di spettatori non giustificherebbe le spese di doppiaggio. Le stesse ragioni economiche fanno sì che i sottotitoli, nonostante siano regolamentati dal contratto di lavoro del doppiaggio, vengano raramente scritti da dialoghisti professionisti e affidati, invece, a traduttori “a buon mercato”74.

A differenza di quanto avviene in altre industrie cinematografiche, quale quella francese, in Italia il dialoghista non viene mai chiamato a partecipare alla sceneggiatura di prodotti audiovisivi di produzione nazionale. Negli studi italiani, infatti, la prassi non prevede accanto allo sceneggiatore la presenza di questa figura professionale specializzata nella scrittura di dialoghi, nonostante sarebbe in grado di fornire un contributo importante grazie alle sue competenze specifiche.

La seconda figura di fondamentale importanza nel processo di doppiaggio è il direttore di doppiaggio, il quale deve innanzitutto comprendere il contenuto e lo stile del film da doppiare. Il direttore visiona quindi il prodotto audiovisivo originale e l’adattamento in lingua ricevente; in seguito sceglie i doppiatori e distribuisce le voci in lingua di arrivo che doppieranno tutti gli attori e i personaggi del film, dai protagonisti e i personaggi secondari fino ai narratori e alle voci fuori campo. La difficoltà maggiore consiste nel trovare l’attore-doppiatore che per sensibilità e intelligenza interpretativa si avvicina ed è più adatto a rendere un determinato personaggio: la voce che sceglie, infatti, deve riuscire a comprendere e interpretare correttamente il personaggio, immedesimandosi nella sua personalità. Il ruolo del direttore di doppiaggio può essere paragonato a quello di un regista, in quanto dirige gli attori-doppiatori, illustra loro la psicologia del personaggio e suggerisce modi e intonazione per trasmettere le intenzioni originali del testo. Rispetto ai registi, però, il direttore del doppiaggio è molto più vincolato da esigenze tecniche e risulta meno proiettato verso uno sviluppo artistico del lavoro.

L’assistente al doppiaggio pianifica l’intera lavorazione di doppiaggio: innanzitutto, visiona il prodotto audiovisivo e suddivide il filmato in anelli, ovvero singole scene o frammenti di una scena da doppiare75; l’adattatore effettua la divisione a seconda delle necessità e secondo criteri tecnici e artistici e, successivamente, segna e numera gli anelli sul copione adattato. Il suo lavoro consiste, inoltre, nella redazione del piano di lavorazione con il quale deve ottimizzare le presenze degli attori ai turni di sala secondo le norme previste dal contratto di lavoro di categoria; infine, controlla il ritmo delle battute (lunghezza e sincrono labiale) in sala di doppiaggio, fornendo indicazioni specifiche al doppiatore, segna sul copione le indicazioni del direttore di doppiaggio, le incisioni ritenute buone ed eventuali disposizioni tecnico-artistiche.

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74 Ibid., p. 81.

I doppiatori o attori della voce, possono essere considerati come una nuova categoria di attori: il loro lavoro consiste nel prestare la propria voce ad attori stranieri per le versioni in lingua non originale di un determinato prodotto audiovisivo. L’attore-doppiatore interviene nella fase finale del processo di doppiaggio e interpreta il suo personaggio seguendo quanto scritto dal dialoghista e sulla base delle indicazioni fornite dal direttore di doppiaggio.

Poiché la caratteristica fondamentale di un buon doppiatore è l’interpretazione, si tratta di una figura professionale che si forma presso scuole di recitazione o che ha avuto esperienze significative e professionali in altri settori dello spettacolo. Il suo lavoro risulta essere molto tecnico e richiede una grande capacità interpretativa: il doppiatore, infatti, deve sempre fare riferimento all’interpretazione originale, ai tempi, alle intenzioni recitative e al ritmo che l’attore sullo schermo mantiene e che lo spettatore è in grado di cogliere grazie alla sfera visiva; pertanto, non si tratta mai di una prestazione completamente libera, ma sempre vincolata.

Come affermò il famoso doppiatore italiano Amendola, “il buon doppiatore deve rinunciare all’idea di interpretare il ruolo che gli viene affidato, perché è già stato recitato da un altro. Il suo compito è, invece, quello di andare il più vicino possibile all’interpretazione dell’attore cui dà la voce. Obiettivo del doppiatore è capire quello che l’attore ha voluto dire, in qualunque lingua l’abbia fatto. Bisogna porsi al suo servizio”76.

Il doppiatore deve possedere una dizione impeccabile nella lingua di arrivo: non è ammissibile, infatti, che un personaggio straniero parli con un’inflessione dialettale nella lingua ricevente, a meno che questo non sia previsto dalla storia e dalle caratteristiche del personaggio stesso.

L’Italia vanta grandi nomi nel settore del doppiaggio, con intere famiglie di doppiatori: tra queste, la famiglia Amendola, il cui capofamiglia Ferruccio è stato uno dei doppiatori più talentuosi della sua generazione dando voce ad attori, quali Robert De Niro, Al Pacino, e Bill Cosby, la famiglia Izzo, di cui la sorella più piccola Giuppy ha prestato la voce a importanti attrici come Kate Winslet nel film L’amore non va in vacanza o a Ellen Pompeo e Lauren Graham rispettivamente nelle serie televisive Grey’s Anatomy e Una mamma per amica. Altri doppiatori italiani di spessore sono, ad esempio, Maria Pia di Meo, che presta la voce a Meryl Streep, Cristina Boraschi che doppia Julia Roberts e Luca Ward che dà voce all’attore Russell Crowe.

Infine, il fonico del missaggio si occupa del mixage, ovvero del montaggio del suono, che svolge un ruolo centrale nella post-produzione di un film o di un prodotto televisivo. Questa fase serve per ottenere un risultato finale che rispecchi in tutto e per tutto il filmato originale.

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76 http://www.intervisteromane.net/Interviste%20pronte%201/ferruccio_amendola.htm, consultato il 12/01/2014,