Capitolo 4. Il Turismo Accessibile a Venezia
4.2 Le problematiche dell'accessibilità veneziana
4.2.1 I ponti
Una delle caratteristiche principali di Venezia è la presenza di un gran numero di ponti: le 121 isole che la compongono sono infatti collegate da 435 ponti, ostacolo
Figura 14: Mappa delle isole veneziane Fonte: Comune di Venezia
infrastrutturale per eccellenza per tutti i soggetti che presentano problemi sensoriali e di mobilità, temporanei o permanenti: i non vedenti e gli ipovedenti, chi utilizza degli ausili per muoversi come le sedie a ruote, le stampelle, i girelli ed i bastoni, chi trasporta degli attrezzi con le ruote (passeggini, valige, carretti, carrelli per la spesa etc.) le persone claudicanti, gli anziani, i soggetti in sovrappeso, le donne in gravidanza e coloro che si trovano a trasportare degli oggetti pesanti di qualsiasi genere per motivi personali o lavorativi.
Prima che fossero costruiti i ponti, le isole che compongono Venezia erano delle comunità separate tra loro con le proprie chiese, i propri negozi ed i propri usi. A partire dal XIII secolo si costruirono i primi ponti in città, e ciò portò alla progressiva unione delle isole in un'unica grande comunità. I ponti hanno reso la Serenissima una delle città più affascinanti e particolari dal punto di vista architettonico e urbanistico, ma queste meravigliose infrastrutture creano anche grandi difficoltà ai pedoni che si muovono per la città: nonostante il trasporto pubblico colleghi la maggior parte delle isole, la loro presenza impedisce a molti l'accesso alle aree più interne o non dotate di collegamenti via mare. In passato si è cercato di risolvere la situazione con diversi accorgimenti, anche perché ciascun ponte è un caso a parte che richiede uno studio specifico, ma l'importanza storico-artistica dei ponti veneziani spesso ha reso difficile il processo di miglioramento, tanto che per rispettare le esigenze di conservazione e tutela di questo ecosistema così fragile e raro sono stati emessi numerosi permessi speciali ed eccezioni alle norme di accessibilità europee153.
I ponti fungono da rete di collegamento per tre diverse tipologie di “traffico”: il traffico pedonale, il trasporto della merce e quello dei “servizi pubblici”, cioè il trasporto di acqua, gas, luce e telefono. Questi diversi sistemi di trasporto sono stati concepiti per adattarsi perfettamente alle caratteristiche morfologiche della città e sono quindi parte integrante del sistema infrastrutturale. Il traffico pedonale è ovviamente il più consistente ed è il fattore principale che ha portato alla costruzione dei ponti, sia per evitare che i pedoni interferiscano con il traffico marittimo, mantenendo le due diverse rotte di traffico separate, che per consentire il superamento della barriera naturale generata dall'acqua. Il trasporto delle merci è fondamentale per il funzionamento
della città, non essendoci la possibilità di utilizzare mezzi su ruote: la merce infatti viene trasportata dalle barche e poi consegnata dai numerosi “corrieri” ai vari negozi. Infine, il trasporto dei servizi pubblici passa inosservato sia ai turisti che agli abitanti: i tubi dell'acqua e i cavi del gas, del telefono e dell'elettricità passano attraverso o sotto le strutture dei ponti, mimetizzandosi perfettamente con il contesto urbano. Scale e gradini possono rappresentare una barriera e una fonte di pericolo anche per chi ha problemi di vista e di orientamento. Il problema principale per le persone ipovedenti, soprattutto nel caso dei ponti di legno, è distinguere in modo chiaro la distanza tra un gradino e l'altro. E' più complicato percepire il dislivello in discesa, poiché quando si salgono le scale l’occhio riceve molte più informazioni a causa dell'alternarsi di alzate e pedate. In discesa, invece, se non c'è un marca gradino ben segnalato, chi vede poco si può trovare in una situazione di grande difficoltà. A volte, anche la mancanza o la scarsa visibilità di riferimenti laterali come ringhiere e corrimani fa sì che la presenza della scala non venga neanche avvertita. Una possibile soluzione è quella adottata già dal XV secolo dagli antichi veneziani, che dovendo sostituire gli oltre 400 ponti in legno del centro storico con delle strutture più sicure e durature in pietra decisero di alternare negli scalini la bianchissima pietra d’Istria e la trachite o altri materiali scuri, in modo da migliorare la leggibilità del dislivello e da agevolarne la percorribilità anche in situazioni di scarsa visibilità così frequenti all'epoca. Non a caso, i ponti che oggi creano maggiori problemi agli ipovedenti sono i ponti in legno, che fortunatamente rappresentano solamente il 10% dei ponti veneziani. In questi casi c'è la possibilità di apporre una striscia di metallo alla fine di ciascun gradino, come è stato fatto per il Ponte dell'Accademia154.
La manutenzione e l'adattamento dei ponti possono essere visti come un ciclo continuo di rinnovamento, poiché saranno sempre necessarie nuove riparazioni ed accorgimenti per rendere la città più accessibile preservandone allo stesso tempo le caratteristiche originali.
Figura 15: Chiusura originale di una rivetta Fonte: Mobilità (2008)
4.2.2 Le altre barriere architettoniche
Abbiamo già detto che Venezia è più accessibile rispetto alle altre città perché mancano molte delle fonti di pericolo che caratterizzano generalmente un contesto urbano, ma anche qui troviamo alcuni ostacoli presenti nelle altre città, come le frequenti sconnessioni della pavimentazione e soprattutto gli oggetti mal collocati lungo le calli: espositori, sacchi della spazzatura, tavolini esterni dei locali, cornicioni sporgenti, cantieri e lavori in corso mal segnalati e che rendono difficile il passaggio. Oltre agli ostacoli ricorrenti, ci sono una serie di barriere che troviamo solamente a Venezia. Un primo esempio è quello delle passerelle per l’acqua alta, che per molti mesi vengono impilate o posizionate lungo le calli e le fondamenta; un altro è il rischio di caduta in acqua, sia alla fine delle calli senza sbocco, che finiscono direttamente sull’acqua, sia nelle rivette, i brevi tratti di riva solitamente adiacenti ai ponti utilizzati per il carico-scarico delle merci. Queste situazioni comportano una condizione di pericolo soprattutto per le persone con disabilità visiva, ma anche per qualsiasi altra persona momentaneamente distratta come un turista, che spesso cammina col naso all'insù perché incantato dalle bellezze della città. Per mettere in sicurezza tali aree, l'Amministrazione comunale ha individuato tre possibili soluzioni: la prima consiste nel ripristino delle originali chiusure in ghisa o dei cancelletti in ferro in modalità fissa; se la rivetta deve essere necessariamente utilizzata per il carico-scarico merci si propone invece il ripristino delle chiusure originali in modalità mobile, ed in questo caso è prevista anche la posa di una pavimentazione tattile dotata di codice di attenzione/pericolo che segnala al soggetto non vedente la presenza dello sbocco nel caso in cui la chiusura venga lasciata aperta; infine, se non è possibile ripristinare le chiusure originali, si propone l'applicazione di una fascia di pavimentazione tattile
dotata di codice di attenzione/pericolo per tutta la larghezza della calle o della rivetta155 .