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96 A MADASI 1987 97 F ERJAOUI 1999.

4.1 Le questioni di genere e il mondo funerario

Nel complesso panorama della ricerca in ambito funerario, si può sottolineare come uno degli interessi principali sia sempre stato quello di stabilire il sesso degli individui rinvenuti nelle necropoli. Nella maggior parte dei casi il genere del defunto veniva e viene tuttora determinato, seppure con una certa prudenza, attraverso i corredi ceramici e gli oggetti personali che accompagnavano i defunti nel sepolcro. Alcuni studiosi hanno infatti posto l’accento sulla tendenza, molto diffusa nel passato, a considerare i resti scheletrici non meglio identificati come relativi ad individui di sesso maschile, con la conseguenza di una distorsione storica e di un sovradimensionamento dell’elemento maschile350. In tempi più recenti lo studio delle necropoli

ha dimostrato quanto sia fondamentale l’applicazione ai resti scheletrici di analisi osteologiche, antropometriche e paleopatologiche351, che

hanno comportato l’acquisizione di nuovi dati per le sepolture ad inumazione, ma anche per le tombe a cremazione dove l’identificazione del sesso risulta certamente più difficoltoso.

A parte alcuni casi specifici, le analisi osteologiche consentono di conoscere in maniera diretta i “tasselli umani” che componevano l’articolato mosaico delle comunità rappresentate nelle necropoli e rendono percorribile una ricerca diacronica sulla rappresentatività demografica e sociale353. Oltre all'età e al sesso, gli studi di antropologia

350 Come sostiene Díaz-Andreu (DÍAZ-ANDREU 2005, p. 32) in riferimento a uno

studio di Denis Dolon.

351GONZÁLEZ,LALUEZA 2001.

353 L’inquadramento dei resti ossei e l’alto numero delle testimonianze raccolte,

consentono di porre particolare attenzione alla necropoli di Monte Sirai, in particolare alle sepolture femminili individuate durante le campagne di scavo svolte tra il 2009 e il 2012, sotto la Direzione scientifica di Piero Bartoloni e di Michele Guirguis.

fisica forniscono una lunga serie di informazioni sulle possibili cause della morte, sullo stato di salute in vita, sull'alimentazione e, in ultima analisi, possono concorrere alla ricostruzione della stessa “condizione sociale” dei defunti. Sfortunatamente le analisi di questo tipo sono ancora poco applicate nel campo dell’archeologia funeraria fenicia e punica, anche se si segnala l’esistenza di studi recenti su alcuni settori delle necropoli puniche di Palermo354, di Ibiza355 e della stessa necropoli

di Monte Sirai356, dove le ricerche ancora in in corso si devono

all’impegno della Prof.ssa Assumpció Malgosa dell’Universitat Autonoma de Barcelona e della Dott.ssa Clizia Murgia dell’Università degli Studi di Firenze.

I dati derivanti dall’applicazione di un criterio analitico, uniti a quelli ottenuti attraverso altre prospettive d’indagine legate alla decodifica dei gesti rituali e alla distribuzione spaziale e diacronica dei sepolcreti, possono costituire una fonte di informazione utile per individuare e riconoscere le manifestazioni materiali della segmentazione sociale, dell’articolazione di genere o in classi d’età, delle distinzioni interne ai nuclei familiari.

Attraverso l’analisi delle tombe femminili di età fenicia arcaica e di età punica, si cercherà di riscontrare eventuali costanti nella composizione dei corredi che possano portarci al riconoscimento di una gestualità rituale relazionata agli elementi femminili. Attraverso un’analisi condotta in una prospettiva crono-sequenziale e per aree geografiche si metteranno in evidenza, di volta in volta, le eventuali peculiarità di ambito locale o regionale.

Una delle acquisizione di maggiore interesse potrebbe risiedere, ad esempio, nella possibile conferma dell’ipotesi recentemente avanzata

354DI SALVO 2009.

355GÓMEZ BELLARD 1999;GONZÁLEZ,LALUEZA 2001. 356BOTTO,SALVADEI 2005; GUIRGUIS 2010; PIGA et alii 2010.

seconda la quale anche le donne fenicie e puniche potevano avere accesso a pratiche comunitarie che comportavano il consumo di vino, come è stato possibile desumere dalle numerose forme potorie (coppe biansate locali, kylikes ioniche ed attiche) rinvenute nelle sepolture femminili della Sardegna (segnatamente a Monte Sirai e a Bitia), della Sicilia (Mozia) e di Cartagine. A differenza di quanto avveniva nel mondo greco357 e, viceversa, in conformità con quanto conosciamo per

il mondo etrusco, l’accesso delle donne fenicie e puniche al consumo della bevanda inebriante, potrebbe costituire un indizio sull’importanza sociale dei ruoli rivestiti dall’elemento femminile all’interno delle compagini sociali. Attraverso l’allargamento della base documentaria si cercherà di investigare in questa direzione per verificare l’attendibilità di questa proposta di lettura.

L'analisi dei contesti necropolari costituisce, pertanto, una delle principali fonti d'informazione per approfondire la nostra conoscenza della società di riferimento e delle modalità di rappresentazione del genere e sull'individualità. I dati derivanti dalle nuove applicazioni analitiche358 e dagli studi di genere359 ai contesti materiali e rituali e alla

357 Recentemente si stanno facendo strada nuovi orientamenti nella ricerca: autori

come Simonetta Angiolillo propongono che, almeno per la fase arcaica, nel mondo greco le donne partecipassero al consumo pubblico del vino; non mancano le rappresentazioni vascolari, anomale e discusse, dove le donne greche partecipano al banchetto, come nello psykter di Euphronios, dove quattro donne di nome Sekline, Palaisto, Smikra e Agapa, sdraiate su klinai, giocano nude al kottabos, suonano il diaulos e bevono vino; nella idria di Phintias due donne sono rappresentate con il solo busto scoperto come nella tipica iconografia maschile del simposio (ANGIOLILLO 2008).

358 Per un riassunto delle nuove applicazioni sulle necropoli: CUOZZO 1996, 2000. 359 Sebbene gli studi di genere si siano occupati da poco tempo del registro

funerario delle comunità fenicie e puniche in contesti iberici e siciliani ( DELGADO,

FERRER 2007, 2012) i risultati finora ottenuti in altri ambiti culturali come ad

esempio quello argarico, iberico, (IZQUIERDO PERAILE 1998, 2007; IZQUIERDO

PERAILE, PRADOS TORREIRA 2005) e talvolta in contesti italiani (CUOZZO 2008) mostrano l’opportunità di un tale tipo di approccio per una maggiore

distribuzione spaziale delle tombe in una necropoli come quella di Monte Sirai360, uniti a quelli ottenuti dalla prospettiva degli studi

antropologici e osteologici, costituiscono senza dubbio un dossier piuttosto rappresentativo. La prospettiva diacronica, inoltre, consente di approssimarci ad una visione d'insieme sulle trasformazioni culturali e sull'organizzazione sociale della comunità di riferimento361.

Il complesso campo dell’interpretazione e dell’esegesi delle necropoli è da considerare ancora un ambito privilegiato di ricerca, poiché i rituali funerari implicano, com’è noto, un alto grado di intenzionalità nella formazione del registro matriale, attarverso l’utilizzo di un particolare linguaggio che, attentamente decodificato, rappresenta una fonte preziosa per la ricostruzione delle ideologie. Si deve sottolineare il ruolo attivo della rappresentazione funeraria come importante mezzo di creazione, riproduzione, negoziazione e trasformazione dell’immaginario sociale. Le stesse categorie di genere vengono esplorate principalmente attraverso l’immagine restituita dalla rappresentazione funeraria362.

Le attribuzioni di tombe femminili effettuate unicamente sulla base dell’articolazione del corredo si basano essenzialmente sulla presenza di oggetti prettamente relazionati con l’universo “femminile” come gli oggetti di toeletta. Tuttavia un simile approccio rischia di falsare la ricostruzione storica dell’articolazione sociale delle necropoli. L’attribuzione di alcuni corredi al sesso biologico di un individuo, è infatti spesso suscettibile di un pregiudizio legato all’applicazione di scorrette equazioni, una tra tutte quella armi = uomini. Scorrendo la

comprensione delle ritualità e degli spazi funerari, in grado di restituire un'immagine più fedele delle relazioni di genere e dei diversificati ruoli sociali.

360 Per un’analisi della distribuzione delle tombe nella necropoli fenicia: FINOCCHI

2004.

361IZQUIERDO PERAILE 2007, pp. 248-249. 362 CUOZZO 2000.

lettaratura scientifica sull’argomento, disponiamo di una nutrita serie di casi singolari come quello della Dama di Bana, una donna ibera deposta con una completa panoplia e numerose armi da combattimento e da difesa. Questo e numerosi altri casi simili invitano, pertanto, ad abbandonare una visione stereotipata e l’idea preconcetta che nell’antichità esistessero oggetti rappresentativi “in sé e per sé” del sesso biologico degli individui. Saranno invece le decodifiche delle pratiche rituali e la lettura contestuale a indirizzare la ricerca verso un approccio sistematico.