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96 A MADASI 1987 97 F ERJAOUI 1999.

3.3 Prostituzione sacra

La problematica sulla cd. prostituzione sacra è ancora oggi un tema molto controverso e dibattuto300. Com’è noto si tratta di una pratica

religiosa diffusasi inizialmente nelle zone della Mesopotamia301 e della

Siria-Palestina e successivamente in diversi contesti del Mediterraneo centro-occidentale302. Le fonti classiche ed epigrafiche riportano notizie

di incerta interpretazione che indurrebbero a pensare all’esistenza di una sorta di congregazione di prostitute sacre che svolgevano la loro attività rituale in modo permanente u occasionale303 sotto l'egida di un

santuario consacrato a una divinità femminile riconoscibile dapprima nella dea Astarte e, posteriormente, in Afrodite/Venere304. Come

apprendiamo dal Vecchio Testamento (2Re, 23, 7) e dall’opera di Luciano di Samosata305 a Biblo esisteva un tempio dedicato a Venere

nel quale le donne si prostituivano con stranieri durante le feste annuali in onore di Adonis. A queste notizie si aggiungono alcune notazioni di età posteriore, come quelle espresse da Sant’Agostino306 il quale

sosteneva che in Cartagine la verginità delle donne veniva offerta a Venere. Fonti tarde nominano altresì le Puellae Gaditanae, che forse

300 Negli studi degli ultimi anni è stato perfino posta in dubbia la realtà storica del

fenomeno: BEARD,HENDERSON 1997; LIPIŃSKI 2014;BUDIN 2008.

301 GÓMEZ BELLARD,VIDAL GONZÁLEZ, 2000, p. 114.

302 Sul tema della prostituzione sacra sono imprescindibili i lavori di BUDIN 2006;

DELCOR 1974; JIMÉNEZ FLORES 2001; LÓPEZ-BELTRÁN,ARANEGUI 2011,pp.83-

84; PUNZO 2010; RODRÍGUEZ MUÑOZ 2012; RIBICHINI 1988a, pp. 136-137;

RIBICHINI 2004;RUIZ LÓPEZ 2008; VAN DER TOORN 1989;YAMAUCHI 1973.

303 Sono stati proposti diversi tipi di prostituzione sacra, due di carattere

occasionale (legati alla celebrazione di feste religiose, per l’adempimento di un voto o legati a riti che marcano tappe fondamentali della vita delle donne, come riti prenuziali) e uno di carattere praticato per le donne, e in alcuni casi anche gli uomini, all’interno dei templi: LIPIŃSKI 1995, pp. 486-487; RIBICHINI 2004, p. 62.

304 Il culto alla dea Astarte é stato più volte relazionato con la pratica della

prostituzione sacra, su questa divinità si vedano i seguenti lavori:BONNET 1996.

305 De Dea Syria, 6.

testimonierebbero la prosecuzione del rito della prostituzione sacra nel territorio di Cádiz-Gades ancora in epoca romana307.

Tra le epigrafi puniche del santuario tofet di Cartagine sono presenti diverse iscrizioni che conservano qualche traccia della presenza di personale femminile in servizio presso il santuario o i santuari di Astarte. La dedicante di CIS, I 263, viene qualificata come ’M ‘ŠTRT ’Š B‘MT ’Š ‘ŠTRT308, dall’espressione B‘MT e dall’asenza della genealogia

sembra verosimile che la donna che appartenesse alla categoria degli schiavi templari, in una condizione sociale qui probabilmente di basso livello, è stata perciò avanzata l’ipotesi che si trattase di una donna che nell’ambito del santuario della dea Astarte, pratticase la prostituzione sacra309. La presenza di alcune iscrizioni dove viene menzionato

esclusivamente il matronimico310, secondo A. Verger, potrebbero essere

interpretate come figlie di prostitute sacre nate e cresciute all’interno dell’ambito templare311. Il caso più significativo, sempre dal tofet di

Cartagine312, menziona una “serva” dell’Astarte di Erice , in Sicilia: si

tratta dell’offerta lasciata da “Arishatbaal, figlia di Amatmelqart, figlia di Abdimilar, serva di Astarte Ericina”, è stata avanzata l’ipotesi che si trattasse di una prostituta sacra, cioè di una donna che nell’ambito del santuario della dea Astarte Ericina a Cartagine, divinità che era venerata, con tale specificazione anche a Cartagine, almeno in epoca romana313.

307Su questo argomento si veda:JIMÉNEZ FLORES 2001; OLMOS 1991. 308 CIS I, 263. 309LIPIŃSKI 1995, pp. 486-489; RIBICHINI 2004, p. 55. 310 CIS I, 378, 383, 1407, 2798, 3776. 311 VERGER 1965, pp. 263-264. 312 CIS I 3776. 313 ZUCCA 1989.

In Sardegna al momento non esistono indizi chiari e incontrovertibili che possano testimoniare direttamente questa prassi religiosa314 tuttavia

alcuni dati sembrano appuntare la presenza di culti di carattere sessuale celebrati in onore di divinità femminili. Sul fronte delle testimonianze archeologiche, possiamo comunque rimarcare la capillare presenza, nelle coste dell’isola, di santuari dedicati alla dea Astarte in connessione ai principali approdi (prevalentemente di tipo fluviale) che costellano le insenature più riparate della Sardegna. Un caso emblematico è costituito dal tempio di Astarte nella collina di Cuccureddus di Villasimius. Le strutture architettoniche e i reperti individuati durante le prime indagini di scavi sul sito (fig. 21), hanno mostrato chiaramente l’esistenza di un importante area sacra e templare che sorgeva sopra l’approdo del Rio Foxi, nonché una continuità del culto tra l’età fenicia (metà VII-metà VI sec. a.C.) e la piena età romana (III-IV sec. d.C.)315,

con uno iato relativo alla prima età punica (V-IV sec. a.C.) da riconnettere ad un’abbandono conseguente alla conquista cartaginese dell’isola316. Tra i reperti che potrebbero, seppure indirettamente,

testimoniare un culto legato alla prostituzione sacra possiamo ricordare un doccione in terracotta di forma fallica che doveva originariamente coronare la fronte o i lati del tempio arcaico, cui si aggiungono numerose rappresentazioni di seni femminili (fig. 22).

L’epigrafia ci restituisce un’ulteriore testimonianza diretta sull’esistenza di un culto alla Astarte Ericina, almeno a partire dall’età punica nell’area sacra del Capo Sant’Elia a Cagliari317. L’iscrizione si data al III

314PUNZO 2010.

315 Il tempio fu ricostruito dopo la conquista romana della Sardegna (238 a.C.) e il

ricordo della dea Astarte rimase nella venerazione di Giunone: MARRAS 1997b.

316 BARTOLONI, MARRAS, MOSCATI 1987; MARRAS 1991; MARRAS 1997a; MARRAS

1997b;MARRAS 1999.

317 CIS I, 140; ICO Sard. 19; BONNET 1996, pp. 110, 163, O14; ANGOLILLO,

sec. a.C. e rappresenta un’interessante attestazione dell’ampia diffusione del culto della Astarte di Erice318.

fig. 21

fig. 22