• Non ci sono risultati.

Studio archeo-antropologico delle sepolture di Monte Sira

96 A MADASI 1987 97 F ERJAOUI 1999.

4.5 Studio archeo-antropologico delle sepolture di Monte Sira

Si presenteranno diseguito e in maniera sintetica i risultati preliminari dello studio antropologico e paleopatologico realizzato in collaborazione con la Dott.ssa Clizia Murgia dell'Università degli Studi di Firenze compiuti su un campione di sepolture dalla necropoli fenicia e punica di Monte Sirai (Carbonia).

Il campione è costituito da 20 sepolture indagate tra il 2008 e il 2012 rappresentative dei due generi e di vari gruppi di età che consentiranno di ottenere nuovi e significativi dati sull’articolazione della necropoli e sulle diverse gestualità funerarie. Anche se la ricerca verte sulla donna, la scelta di includere gli individui maschili è indispensabile per presentare un quadro più completo della vita quotidiana, degli stili di vita e delle condizioni di salute della comunità siraiana. Le tombe indagate si distribuiscono tra la fine del VI e la fine del V sec. a.C. e provengono principalmente dal settore periferico denominato “area del posteggio” e da un settore intermedio collocato a breve distanza. Lo studio si propone come un’analisi preliminare dei soggetti rinvenuti nella necropoli da rapportarsi e integrarsi poi con altri progetti

attualmente in corso per una più completa indagine delle evidenze bioarcheologiche che il sito offre.

Il campione è stato studiato dal punto di vista tafonomico-giaciturale, morfologico e morfometrico. Le misurazioni ottenute e l’osservazione morfologica hanno permesso di delineare il profilo biologico degli individui stimandone il sesso, le evidenze patologiche e di origine traumatica, nonché le anomalie morfo-scheletriche. L’analisi dei gradi di espressione dei punti di inserzione di alcuni muscoli e legamenti sullo scheletro e l’analisi paleopatologica forniscono inoltre uno strumento utile per la ricostruzione dello stile di vita dei soggetti in esame.

Le analisi antropologiche per il momento si sono concentrate su alcuni dei contesti maggiormente rappresentativi: le tombe infantili 315 e 321 e le tombe di adulti 285, 281, 320, 329. I resti della t. 315 si presentavano in pessimo stato di conservazione e hanno consentito di stimare solamente l'età collocabile intorno ai 5 anni. Invece la piccola defunta della t. 321, morta intorno agli 8 anni presentava segni evidenti di cribra orbitalia, da mettere in relazione con anemie di tipo nutrizionale. I due bambini presentavano patologie cariogene e in un caso un'ipoplasia dello smalto dovuto a problemi di malnutrizione. In nessuno dei casi mostravano segni di stress fisici.

Dei 4 individui adulti presi in esame solo le due tombe 281 e 285 sono riferibili a donne adulte tra i 30 e i 40 anni: entrambe le defunte mostravano segni evidenti di lavori pesanti e ripetitivi in diverse regioni osteologiche e sulle articolazioni, verosimilmente dovuti allo svolgimento di diversi lavori domestici come la macinazione del grano. La defunta della tomba 285 mostrava evidenze patologiche come le ernie di Schmorl su vari corpi vertebrali causate da un forte stress fisico come, ad esempio, il trasporto di carichi pesanti; anche il forte sviluppo muscolare dell'arto inferiore può essere riconducibile ad una attività

che prevedeva una prolungata postura accucciata, come nella posizione di squatting.

La donna della t. 281, morta tra i 30 e i 35 anni, presentava evidenze di

stress occupazionale: le inserzioni musculari sono molto pronunciate

sulle clavicole e sui femori. In vita, doveva svolgere attività che prevedevano un uso intenso degli arti superiori e lunghi spostamenti su terreni accidentati.

Di grande interesse si rivela la T.329 relativa ad un individuo maschile tra i 24 e i 30 anni che, fin dalle prime fasi di scavo, presentava deformazioni visibili della conformazione scheletrica. Le analisi antropologiche hanno confermato che nel momento della morte il defunto soffriva di diverse condizioni patologiche, tra queste la tubercolosi spinale o “Morbo di pott” in uno stadio avanzato. Il defunto in vita doveva manifestare la classica deformità di Pott caratterizzata da gibbosità della colonna vertebrale caratteristica delle fasi risolutive della malattia, fatto che potrebbe indicare un contagio in età infantile collocabile tra i 3 e 6 anni. La tomba databile nello scorcio del VI sec. a.C. aveva un corredo composto da una brocca con orlo espanso, una brocca bilobata, un piatto e una coppa biansata di produzione locale ad imitazione del tipo “Iato K480”. L'unica anomalia riscontrabile nella conformazione del corredo è ravvisabile nella rottura intenzionale della parte sommitale della brocca con orlo espanso: mentre il corpo si trovava vicino al cranio, l'orlo venne deposto presso i piedi.

Anche il giovane adulto della T. 320 presentava segni di malattie degenerative localizzate -come l'osteoartrosi- e malattie infettive -come la tubercolosi- alla quale sono riconducibili le periostiti riscontrabili sulle tibie. In entrambi gli individui maschili sulla superficie craniche e sulle orbite si rilevano cribra orbitalia da attribuire a deficit nutrizionale per carenza di ferro nell'alimentazione o a diverse forme di anemia.

Anche se l’analisi dei reperti osteologici è ancora in corso per avanzare considerazioni di carattere generale, possiamo al momento segnalare alcuni elementi d'interesse. I deficit nutrizionali sembrano caratterizzare buona parte del campione. Sono stati riscontrati due casi di tubercolosi, uno dei quali relativo al "Morbo di Pott" in uno stato molto avanzato della malattia. Tra le patologie dentarie, sono molto diffuse la carie e il tartaro, in alcuni casi anche gravi. Il tipo di alimentazione prevalentemente cerealicola e i segni di stress occupazionale sulle ossa degli adulti di entrambi i sessi sembrano fenomeni riconducibili ad una comunità con una economia basata prevalentemente sull'agricoltura e la trasformazione dei prodotti derivati, anche con lavori di tipo domestico. Per la tematica delle differenziazioni di genere abbiamo segnalato il caso particolare della sepoltura infantile con anfora da trasporto e il profilo antropologico delle due donne sepolte con le coppe attiche di importazione che, nonostante il loro status elevato, mostra i segni inequivocabili di un duro e prolungato lavoro fisico.