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Leggere la Costituzione: originalism, popular constitutionalism e le proposte costituzionali del Tea Party Movement

L'inaugurazione della House of Representatives del 112simo Congresso, nel gennaio 2011, si aprì con la lettura in aula della Costituzione americana, il documento fondante degli Stati Uniti, creato nel 1787 e ratificato nel 1788. Per circa 90 minuti, un terzo dei rappresentanti, repubblicani e democratici, si susseguirono nella declamazione del testo fondativo, in una versione riveduta, con l'esclusione delle sezioni superate dagli Amendments più recenti (come il riferimento alla schiavitù o al proibizionismo). L'avvenimento clamoroso, unico nella storia americana, avvenuto su proposta del rappresentante Robert Goodlatte (repubblicano della Virginia) nasceva come riconoscimento dell'importanza del Tea Party Movement e, in particolare, del rilievo attribuito da esso alla carta fondante degli Stati Uniti. Convinti, infatti, dell'illegalità sia dell'interventismo economico statatale sia della riforma sanitaria di Obama, i Tea Partiers, definitisi constitutional conservatives, invocano il ritorno alla Costituzione come strumento per applicare la propria visione antistatista e cristiana, argomentando che l'unico significato legittimo del testo fondativo è quello definito dai Padri Fondatori al momento della sua composizione.

Si tratta di argomentazioni corrispondenti, in ambito giuridico, ad una specifica dottrina interpretativa costituzionale nota come originalism. Emerso alla fine degli anni '70 in reazione al judicial activism dell'epoca, l'originalism è oggi una delle più autorevoli formule legali, avendo due giudici nella Corte Suprema che si richiamano ad esso (Samuel Alito e Clarence Thomas) ed un significativo appoggio nell'opinione pubblica. Sebbene non necessariamente conservatore (alcune decodificazioni possono risolversi in senso liberal), l'originalism è stato qualificato come tale, in quanto si oppone alla nozione della living Constitution, argomentando che la decisione dei giudici, estranea ad ogni visione personale di natura politica o sociale, deve basarsi su un "forever fixed meaning". Se l'originalism, scisso internamente fra un'ala moderata, faint-hearted originalism o judicial originalism, e un'ala radicale, original originalism o fundamentalist originalism, viene visto dai Tea Partiers come l'unica forma legittima di lettura costituzionale, in realtà essi sono anche portavoce del popular constitutionalism. Quest'ultimo è un fenomeno giuridico, per il quale si ritiene che la suprema autorità in materia costituzionale sia rappresentata dal popolo stesso, in grado di influire sull'interpretazione della Costituzione. Come tale, il popular constitutionalism, che guarda alla Costituzione come essere vivente, è praticamente l'opposto dell'originalism, e, non a caso, è rimasto associato storicamente alla stagione dei diritti civili degli anni '60. Ad essere nuovo, nel Tea Party Movement, è, tuttavia, la combinazione di originalism e popular constitutionalism, definita dalla studiosa Rebecca Zietlow come popular originalism. "Oxymoron" in concetto, il popular originalism è esistente, invece, nella pratica, dove i Tea Partiers condizionano popolarmente la lettura della Costituzione in nome di un'interpretazione originalist della Costituzione, da perorare attraverso i mezzi consueti del processo politico e giudiziario. Così "the politica. Annabel Park, Coffee Party Movement: Alternative to Tea, in "The Washington Post", 26 febbraio 2010; Kate Zernike, Coffee Party, With a Taste for Civic Participation, Is Added to the Political Menu, in "The New York Times", 1 marzo 2010; http://www.coffeepartyusa.com/mission-statement.

56 Scott Rasmussen e Doug Schoen, Mad as Hell, cit., p. 108; Larry Rohter, Real Deal on "Joe The Plumber" Reveals

New Slant, in "The New York Times", 16 ottobre 2008; Ben McGrath, Ask the Author Live, in "The New Yorker", 27

gennaio 2010; Ian Crouch, A Tea Party Glossy, in "The New Yorker", 10 febbraio 2011; Michael Kazin, The

populist persuasion, cit., pp. 1-4, 280-281; David Brooks, No, It's Not about Race, in "The New York Times", 18

settembre 2009; Chip Berlet e Matthew Lyons, Right-Wing Populism in America, cit., pp. 4-8; Walter Russell Mead,

The Tea Party and American Foreign Policy, in cit., pp. 33-34; Lexington, Some Americans are getting as Mad as Hell, in "The Economist", 5 maggio 2009; Arnaldo Testi, Riprendersi l'America, in cit., p. ;Giovanni Borgognone, La logora missione dei veri patrioti, in "L'Indice", ottobre 2011, p. 2.

Constitution speaks", o meglio viene fatta parlare dai conservatori, in maniera diversa rispetto ai liberals57.

"Conceived in liberty and ignored in Washington", il dettato costituzionale è stato storicamente al centro di contenziosi sulla corretta interpretazione da dare ad esso o ad una sua parte, a supporto delle più diverse cause, liberals o conservatives. Queste ultime sono state perorate anche dalle due anime del Tea Party Movement, il libertarianism e il fondamentalismo cristiano, secondo formulazioni convergenti, che fanno del costituzionalismo originalist uno degli elementi unificanti dell'eterogeneo movimento di protesta.

Nella storia americana, la preoccupazione costante per la sicurezza sociale ed economica, ha portato, per i libertarians, a privilegiarla rispetto alla libertà con la conseguenza che le "catene della Costituzione", imposte dai framers per sorvegliare l'opera dei governanti, hanno finito per essere spezzate. Ciò ha comportato un'intrusione federale pervasiva nella vita dei singoli e degli stati, con lo sbilanciamento dell'equilibrio fra i tre poteri, dapprima a vantaggio del Congresso, poi, approfittando delle situazioni di emergenza, dell'esecutivo. Per reagire al tentativo di "europeizzare" gli Stati Uniti, i libertarians, sebbene gli anarco-capitalists rigettino l'idea stessa di una Costituzione, chiedono, nella voce di studiosi come Randy Barnett e Thomas Woods, il ripristino della formulazione originaria dei Padri Fondatori, che, nel compilare il testo fondativo, garantirono i diritti naturali dell'individuo (la cosidetta presumption of liberty), l'esistenza del capitalismo (con la proprietà privata e la concorrenza) e l'autonomia degli stati, fino alla possibilità di secedere dall'Unione. Dal punto di vista giuridico, l'allargamento dello stato federale si fonda, per i libertarians, su un'interpretazione "too broadly" della "Necessary and Proper Clause" (articolo 1, sezione 8, clausola 18) e della "Commerce Clause" (articolo 1, sezione 8, clausola 3), utilizzate per garantire al Congresso, rispettivamente, più poteri dei diciasette stabiliti esplicitamente nel primo Articolo e la possibilità di regolamentare ogni cosa che "affect" il commercio fra stati anche solo indirettamente. La risposta libertarian respinge il significato di "convenient" od "helpful" attribuito a "necessary" nello judicial activism, sottolineando come la "Necessary and Proper Clause" si riferisca unicamente ai poteri definiti nell'Articolo 1, così come si rigetta l'idea che, sotto la dicitura "Commerce" rientrino, non solo le attività di scambio e trasporto, ma anche "the production and all gainful activity". Per contrastare la tirannia governativa, inoltre, l'ottica libertarian enfatizza l'importanza, del nono emendamento, per cui i cittadini hanno più poteri di quelli menzionati nella Costituzione, della "Privileges or Immunities Clause" del quattordicesimo emendamento, per cui i cittadini vedono garantiti i propri diritti naturali, e del decimo emendamento, per cui agli stati vengono conferiti tutti i poteri non esplicitamente conferiti dalla Costituzione al Congresso.

Con molte vicinanze alla lettura libertarian, è l'interpretazione della Costituzione fornita dal fondamentalismo cristiano del Tea Party Movement. Figure di spicco della Christian right, come Jerry Falwell e Tim LaHaye, avevano, da tempo, affermato come gli Stati Uniti fossero una "Christian nation", eretta sulla morale protestante da "godly men". Ripresa e promulgata dal presentatore televisivo e radiofonico, Glenn Beck, emerso come una guida intellettuale del Tea Party Movement a livello nazionale, questa decodificazione della carta costituzionale ha fatto appello, nelle parole di Kate Zernike, a "long dormant-ideas" riprese da "dusty bookshelves" di autori pressochè sconosciuti. A recitare un ruolo centrale nella moderna esegesi costituzionale dei Tea Partiers è il mormone Cleon Willard Skousen, noto principalmente come figura controversa per la sua vicinanza alla John Birch Society e per la promozione di teorie cospirativiste. Di origini canadesi e impiegato presso l'FBI (1935-1951), Skousen fondò, nel 1971, il National Center for 57 Jill Lepore, The Whites of their Eyes: the Tea Party's Revolution and the Battle over American History, Princeton University Press, 2010, p. 43; Rebecca Zietlow, Popular Originalism? The Tea Party Movement and Constitutional

Theory, in "University of Toledo Legal Studies Research Paper", n. 2011-09, pp. 1-4; 14-15; Adam Liptak, Tea-ing up the Constitution, in "The New York Times", 13 marzo 2010.; Michael Greve, Conservatives and the Courts, in

Gillian Peele e Joel Aberbach, Crisis of conservatism, cit., p. 247; Jennifer Steinhauer, Constitution Has its Day

(More or Less) in House, in "The New York Times", 6 gennaio 2011; Lincoln Caplan, Exploring the Meaning of Constitutional Conservatism,in "The New York Times",1 dicembre 2010; Jeffrey Rosen, If Scalia Had his Way, in

"The New York Times", 8 gennaio 2011; Dennis Goldford, American Constitution and the debate over originalism, Cambridge University Press, 2005, p. 55.

Constitutional Studies (NCSS), e pubblicò autonomamente due libri, The 5000 Year Leap (1981) e The Making of America: The Substance and Meaning of the Constitution (1985), con lo scopo di educare gli americani ai valori morali sottostanti al dettato della carta costituzionale. In particolare è stato il primo libro, divenuto un best-seller nel 2009 grazie anche ad un'introduzione dello stesso Beck, ad affermarsi presso il Tea Party Movement come la principale fonte secondaria di interpretazione della Costituzione e ad essere oggetto di gruppi di studio, promossi dalla NCSS, in tutti gli Stati Uniti. In quest'opera, una rilettura della storia americana "through an unspoken lens of Mormon theology", Skousen argomenta che i fondamenti costituzionali, lungi dall'essere un prodotto della filosofia illuministica del diciottesimo secolo, furono trasmessi dalla Provvidenza divina alle antiche tribù di Israele e da queste passarono agli anglosassoni del Medioevo, da cui discendono gli odierni americani. La creazione degli Stati Uniti su questi principi, definita "a miracle", consentì all'umanità nel corso di soli due secoli, di fare più progressi di quanti ne avesse fatti nel corso dei 5000 anni precedenti di storia. In tutto ventotto, questi valori predicano i concetti della "Natural law" o "God's law", che conferisce ai cittadini diritti inalienabili, affermano l'importanza della religione cristiana, senza differenza di denominazione, per il mantenimento della libertà e della fibra morale della nazione e collocano la famiglia a fondamento di ogni società. In "a balanced center" fra anarchia e tirannide, gli Stati Uniti devono, inoltre, essere una repubblica, estranea al dominio delle masse, con il governo che lascia libero il capitalismo di esprimersi , garantendo "equal rights not equal things" ai cittadini e l'autonomia agli stati. Drastiche sono le conseguenze tratte da Skousen a partire da questi principi, che lo portano a circoscrivere la validità del "wall of separation between Church and State" solo al governo federale e non considerarlo esteso agli stati, e a negare la legittimità di ogni forma di welfare state, considerato una collettivistica ridistribuzione della ricchezza, e di numerose agenzie federali, come la Enviromental Protection Agency, viste come indebite violazioni dei limiti del potere centrale58.

Al momento presente, l'America, minacciata dal cambiamento economico e politico, è, per i Tea Partiers, in crisi e solo il richiamo alla Costituzione può salvarla dal declino. Per questo i Tea Partiers chiedono l'implementazione di una serie specifica di proposte, mirando ad influenzare con il loro attivismo la lettura del dettato costituzionale attraverso il richiamo alle argomentazioni libertarians e fondamentaliste cristiane presentate. Come riportato nel Contract from America, i Tea Partiers richiedono, innanzitutto, che ogni provvedimento del Congresso specifichi il passo della Costituzione che lo legittima e che il codice fiscale, reputato complesso e dispersivo, sia sostituito da un altro non più lungo delle 4543 parole del testo fondativo. Compatti nel giudicare illegali l'interventismo statale nell'economia e la riforma sanitaria della presidenza Obama, così come nel richiedere l'abolizione del Dipartimento dell'educazione e dell'energia, i Tea Partiers assumono posizioni diversificate, come si è detto, in merito a Social Security, Medicaid e Medicare, che se sono privi di una menzione costituzionale specifica, nello stesso tempo sono accettati per la loro utilità ad alcune componenti del movimento. Per quanto riguarda gli emendamenti, oltre alla garanzia dei diritti statali, i Tea Partiers, ribattezzati ironicamente da Gail Collins come "tenthers" (con riferimento al decimo emendamento), si fanno portavoce del principio della nullification, cioè la possibilità per uno stato di dichiarare incostituzionali le leggi federali e respingerle, arrivando a legittimare, in via teorica, la secessione. Fermi sostenitori del diritto a portare armi come garanzia dei diritti individuali contro lo strapotere governativo, i Tea Partiers enfatizzano anche, nella stessa ottica, il ruolo giocato dalla clausola del quinto emendamento che limita la requisizione di qualsiasi proprietà privata ad opera delle autorità.

L'agenda costituzionale del Tea Party Movement contiene anche un'istanza regressiva basata sull'abrogazione o sulla modifica, conformemente all'originalism, di determinati emendamenti. In particolare i Tea Partiers chiedono di riconoscere l'incostituzionalità del sedicesimo e del 58 Cleon Skousen, The 5000 Year Leap: 30 Year Anniversary Edition with Glenn Beck Foreword, PowerThinkPublishing, 2009, pp. 12-13; 28-29; 48-57; 69-75; 86-91; 99-102; 126-129; 149-153; Alexander Zaitchik, Meet the Man who Changed Glenn Beck's Life, in "Salon.com", 16 settembre 2009; Kate Zernike,

Movement of the Moment Looks to Long-Ago Texts, in "The New York Times", 1 ottobre 2010; Dick Armey e Matt

Kibbe, Give us Liberty, cit., p. 50; Jill Lepore, The Whites of their Eyes, cit., pp. 120-122; Ron Paul, End the Fed, cit., p. 157; Jacob Huebert, Libertarianism Today, cit., pp. 152-163.

diciasettesimo emendamento: del primo, che autorizza il governo federale a riscuotere l'income tax, in quanto contrasta con il principio della tassazione statale "in proportion to the census or enumeration" (articolo 1, sezione 9, clausola 4); del secondo, che lega la nomina dei senatori al voto diretto della popolazione di ogni stato, in quanto contrario alla formulazione costituzionale per cui essi devono venire scelti dai Congressi statali. Entrambe le misure coincidono con gli obbiettivi politici del Tea Party Movement, rimuovendo, da un lato, l'odiata income tax, e conferendo, dall'altro, agli stati una maggiore autorità su Washington e mettendo fine all'uso populista degli earmarks. Al ripudio dei due emendamenti, si deve accompagnare, inoltre, per il Charleston Tea Party, la revisione del quattordicesimo emendamento per impedire ai figli degli immigrati clandestini di godere del diritto di cittadinanza59. Senza dubbio, tuttavia, la proposta costituzionale

regressiva a più ampio respiro del Tea Party Movement, sia per portata sia per condivisione, è quella per l'introduzione di un Repeal Amendment, cioè di un emendamento in grado di legittimare costituzionalmente il potere di nullification degli stati. Avanzata dallo studioso libertarian, Randy Barnett, la proposta afferma che ogni legge governativa può essere respinta dagli stati "when the legislatures of two-thirds of several states approve resolutions for this purpose". Sebbene abbia guadagnato, all'indomani delle elezioni del 2010, l'appoggio di diversi poltici in 12 stati (del Sud e del Midwest), così come da Eric Cantor, l'House majority leader, le possibilità del Repeal Amendment di essere approvato a livello nazionale (cosa che richiederebbe il consenso di due-terzi del Congresso federale e di 38 stati) restano basse, anche per lo scetticismo manifestato da politici ed esperti di legge costituzionale, come il professore della University of Texas, Sanford Levinson. In ogni caso, la proposta assume, nelle intenzioni del suo stesso creatore una funzione essenzialmente simbolica di "principled reassertion of the idea of constraints on federal power", in sintonia con l'opposizione del Tea Party Movement allo strapotere statale60.

Se il constitutional conservatism del Tea Party Movement rappresenta un'importante fonte di aggregazione del movimento, a dispetto delle diversità interne di proposte, enfasi od interpretazione, ancora più condiviso è il riferimento alla tradizione americana di protesta nei confronti dell'autorità.

Una tradizione americana di protesta: il Tea Party Movement e il Boston Tea Party

La mattina del 16 dicembre 1773, dopo una lunga riunione alla Boston's Old South Meeting House, un gruppo di coloni americani, travestiti da indiani Mohawk, abbordò tre navi britanniche nel porto e gettò in mare più di 300 casse di tè. L'evento, coordinato da un gruppo di patrioti americani, i "Sons of Liberty", fu un'azione di protesta contro la tassa sulla bevanda (Tea Act) imposta dal parlamento britannico per salvare dalla bancarotta il colosso mercantile dell'East Indian Company, operativo in regime di monopolio. All'insegna del proclama "no taxation without representation", il cosidetto Boston Tea Party, divenne sinonimo, negli Stati Uniti, della protesta indirizzata da cittadini ordinari contro interessi privilegiati e contro una tassazione illegittima. Già prima del 59 Approvato durante la Ricostruzione, il XIV emendamento prevede di garantire la cittadinanza a tutti coloro che sono nati o sono stati naturalizzati negli Stati Uniti. Per il Charlestone Tea Party, questa parte del dettato costituzionale non si deve applicare ai figli degli immigrati clandestini, i quali, essendo illegalmente presenti sul territorio

nazionale, non devono godere dei pieni diritti civili.

http://www.14thamendment.us/articles/anchor_babies_unconstitutionality.html.

60 Randy Barnett, The Tea Party, the Constitution and the Repeal Amendment, Northwestern University Law Review, 5 aprile 2011; Kate Zernike, Proposed Amendment Would Enable States to Repeal Federal Law, in "The New York Times", 19 dicembre 2010; , The Repeal Amendment, in "The New York Times", 27 dicembre 2010; Kate Zernike,

In Justice Confirmation Hearings, Echoes of the Tea Party, in "The New York Times", 2 luglio 2010; Jeffrey Rosen, Radical Constitutionalism, in "The New York Times", 26 novembre 2010; Rebecca Zietlow, Popular Originalism?,

cit., pp. 6-7; Kate Zernike, Boiling Mad, cit., pp. 69-70; Matt Bai, Tea Party's Push on Senate Election Expresos

Limits, in "The New York Times", 1 giugno 2010; David Firestone, So You Still Want to Choose Your Senator?, in

"The New York Times", 31 maggio 2010; Charleston Tea Party, Misinterpretations of the 14th Amendment to the

U.S. Constitutio, 15 novembre 2010; Gail Collins, Time to Party Like It's 1854, in "The New York Times", 18

febbraio 2010; Kirk Johnson, States' Rights is Rallying Cry for Lawmakers, in "The New York Times", 16 marzo 2010.

Boston Tea Party, contro lo Stamp Act (1765) e il Townshend Act (1767), i coloni americani avevano manifestato tutto il proprio dissenso alla perdita delle libertà in materia fiscale, portando anche ad una reazione britannica violenta, nel Boston Massacre del 1770 in cui cinque civili erano rimasti uccisi. Se, a fronte delle proteste, il parlamento britannico ritirò le tasse contestate, l'intimidazione del Boston Tea Party lo condusse a voler riaffermare con decisione il proprio controllo sulle colonie. L'introduzione dei Coercive and Intolerable Acts, che bloccarono il porto di Boston e vietarono ulteriori riunioni pubbliche in Massachusetts, convinsero, però, gli americani dell'impossibilità di continuare a vivere sotto il regno di Giorgio III e della necessità di intraprendere preparativi per guadagnare la propria indipendenza. Le tensioni montarono fino allo scoppio dello scontro armato nella battaglia di Lexington e Concord (1775), in occasione della quale il primo sparo venne più tardi definito, in un poema di Ralph Waldo Emerson, "the shot heard 'round the world", aprendo alla stagione rivoluzionaria americana61.

La tradizione patriottica degli Stati Uniti, lungi dall'essere soltanto celebrativa dell'America così com'è, contiene anche elementi per una critica dell'esistente e per immaginare il paese come dovrebbe essere. La tensione fra la perfezione della promessa e l'imperfezione della vita è, infatti, il cuore di una lamentazione rituale, definita "geremiade americana", in grado di alimentare il conflitto sociale e politico per cancellare le deviazioni del paese e ricondurlo alla sua purezza originaria. All'insegna dell'attacco allo statalismo liberal, i Tea Partiers, pertanto, vogliono salvare il paese dalla rovina, servendosi della retorica della libertà inscritta nei documenti fondanti e nell'armamentario teorico di Thomas Paine. Strumenti da utilizzare contro l'agenda di sinistra dell'amministrazione Obama e contro l'intrusione governativa, per riportare gli Stati Uniti alla perfezione delle sue origini, determinando il futuro sulla base del passato. In quest'ottica l'appropriazione del Boston Tea Party ad opera dei conservatori per la propria causa antistatista, "the chief political asset" per la storica Jill Lepore, riveste un'importanza centrale, fornendo legittimazione e coerenza ad un movimento eterogeneo, altrimenti privo di profondità storica. A lungo occultato, anche dagli stessi protagonisti, sia per evitare possibili conseguenze giudiziarie sia per la sua natura sovversiva come "act of hooliganism", e come tale indegno di rientrare nella retorica nazionale, il Boston Tea Party, a partire dall'opera A Retrospect of the Boston Tea Party with a Memoir of George R. T. Hewes (1834), acquisì una posizione prestigiosa nella memoria storica americana, venendo reclamato, in epoca moderna, come parte del proprio retaggio sia dalla destra conservatrice sia dalla sinistra liberal o radical. Se negli anni 1970 furono i contestatori della

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