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Sebbene sia privo di una struttura gerarchica riconosciuta, sono distinguibili nel Tea Party Movement alcune figure di fama nazionale in grado di essere qualificate come "simbolic leaders" del fenomeno di protesta. Se Glenn Beck, il popolare presentatore di Fox News dal 2009 al 2011, assolve una funzione simile nell'aspetto storico-educativo, Ron Paul e Sarah Palin rivestono tale ruolo in una dimensione propriamente ideologico-politica, contribuendo a definire i principi intellettuali e la carica anti-establishment del Tea Party Movement, nella combinazione fra libertarianism e social conservatism.

Apparentemente Ronald Ernest Paul, definito sull'Atlantic Magazine il "Tea Party's Brain" e considerato come uno dei possibili fondatori del movimento, è un insider. In Congresso da 20 anni e con una carriera da ginecologo, forte di 4400 nascite al suo attivo, Paul è stato capace di sviluppare uno stretto legame con gli elettori del quattordicesimo distretto del Texas a cui ha legato la propria fortuna politica. Con un figlio, Randall Paul, entrato in Congresso come senatore nel 2010 e diversi tentativi, di cui uno in corso, di entrare alla Casa Bianca, dapprima nell'LP nel 1988, poi nel GOP nel 2008 e nel 2012, Ron Paul lascia l'impressione, in definitiva, di essere lontano dallo spirito protestario dei Tea Partiers, segnati dall'ostilità verso la classe dirigente americana. In realtà, il politico texano esprime un messaggio libertarian di natura miniarchic, così inflessibile da averlo condotto ai margini del Partito Repubblicano, nel quale milita dal 1971, e giudicato come un "kook" dai media mainstream.

Soprannominato "Dr No" per la sua contrarietà ad ogni progetto congressuale che giudica incompatibile con la Costituzione e propositore di diversi testi di legge di scarsa fortuna, Ron Paul rimase folgorato, per sua stessa ammissione, dalla lettura di Road To Serfdom, quando era giovane studente di medicina alla Duke University. Da questa esperienza fu spinto ad addentrarsi ulteriormente nello studio dei principi libertarian, avvalendosi di un maestro di spicco come Murray Rothbard. Fu, in ogni caso, l'economista Ludwig von Mises, uno dei massimi esponenti della Scuola Austriaca, a divenire per lui il modello più influente, spingendolo ad abbracciare una difesa strenua dell'economia capitalista e della libertà individuale, ma anche a rifarsi al comportamento inflessibile dell'austriaco nel sostenere i propri principi. Sceso in politica per opporsi alla fine della copertura aurea del dollaro nel 1971, Paul invoca costantemente, nei suoi libri e nelle sue newsletters, edite dall'organizzazione da lui fondata, The Foundation for Rational Economics and Education (1976), il ritorno al gold standard e la fine della manipolazione della moneta, con l'abolizione della Federal Reserve. Solo un'economia libera da ogni interventismo statale, argomenta, infatti, Paul, può consentire, coerentemente con il dettato austriaco, la libera fluttuazione dei prezzi e, dunque, la ripresa della prosperità americana del diciannovesimo secolo. 66 Zachary Roth, Majority of Tea Party Group's Spending Went to GOP Firm that Created it, in "TPMuckraker", 28 dicembre 2009; Janie Lorber e Eric Lifton, G.O.P. Insider Fuels Tea Party and Suspicion, in "The New York Times", 19 settembre 2010; Justin Elliott, What you Need to know about the Tea Party Express, in "Salon.com", 15 settembre 2010;James Poniewozik, Don't Tell me What 9/12 Means, Glenn Beck, in "Times.com", 11 settembre 2009; http://the912-project.com/about/about-the-912-project; Devin Burghart e Matt Zeskind, Tea Party

Nationalism, cit., pp. 33-36, 51; Kate Zernike, More Infighting among Tea Partiers, in "The New York Times", 8

febbraio 2010; Kate Zernike, Boiling Mad, cit., pp. 92-97; Domenico Montanaro, Tea Partying for Profit, in "MSNBC.com", 15 gennaio 2010; Kate Zernike, Convention is Trying to Harness Tea Party Spirit, in "The New York Times", 6 febbraio 2010; http://www.teapartynation.com/; http://www.teapartyexpress.org/mission.

Una presa di posizione giustificata anche su base costituzionale, dato che, per Paul, nessuna fiat money o Banca Centrale è legittimata dal documento fondativo, teso a garantire la competizione capitalistica senza impedimenti di carattere burocratico. Quello costituzionale è un argomento applicato anche contro l'income tax e gran parte delle forme di tassazione attualmente esistenti negli Stati Uniti, che Paul ha cercato infruttuosamente di abrogare, finendo per guadagnare, per questo sforzo, l'appellativo di "taxpayers best friend" attribuitogli dalla National Taxpayers Union67.

L'aspetto economico della Costituzione, tuttavia, non è l'unico ad essere ignorato, per Paul, nella moderna politica americana: di fatto, il testo fondante è sistematicamente tradito in ogni suo aspetto ed è necessario, pertanto, rifarsi ad una lettura originalist dello stesso68. In questo senso, Paul

attacca come incostituzionale, sulla base di riletture corrette della "Necessary and Proper Clause" e dell'"Interstate Commerce Clause", il sistema del welfare state, da rimpiazzare con la carità privata, e l'indebolimento dei poteri statali, garantiti dal decimo emendamento. Proprio agli stati dovrebbe essere delegata ogni competenza, lasciando al governo federale l'incarico di provvedere alla giustizia ed alla difesa, abrogando, non solo lo stato sociale nella sua interezza, ma anche dipartimenti, come quello dell'Educazione, ed enti statali, come la Federal Emergency Management Agency e l'Enviromental Protection Agency. Specificatamente agli stati, di conseguenza, spetterebbe, come enti più controllabili dai cittadini, l'incarico di regolamentare questioni sociali spinose, come aborto e matrimonio omossessuale. Di fede battista, Paul ricorda come, nella sua interpretazione, i diritti dell'individuo derivino da Dio stesso e siano goduti come tali fin dalla nascita. Di conseguenza, il politico texano si proclama pro-life, opponendosi anche alla ricerca sulle cellule staminali ed all'eutanasia. Prese di posizione queste, difese dallo scrittore libertarian Laurence Vance, per il quale è da rigettare la tradizionale associazione fra libertarianism e libertinismo, essendo, il primo, unicamente una filosofia politica, compatibile con le più diverse scelte individuali. Contrario all'implementazione delle politiche sociali attraverso il governo, come vorrebbbero, invece, i social conservatives, Paul intende lasciare ad ognuno la possibilità di scegliere liberamente, sia sul diritto alla vita sia in materia di sessualità, dove il diritto di dire "si", indifferentemente dal sesso del partner, è protetto, per Paul, dal primo emendamento sulla libertà di parola. L'individualismo di Paul lo conduce, inoltre, a difendere il diritto di portare armi, in opposizione ad un possibile governo tirannico, e di assumere sostanze stupefacenti, considerando la possibilità di coltivare hashish come risorsa per l'economia americana.

Dismissivo nei confronti dei problemi razziali e di genere, Paul li considera come derivati da una mentalità colletivistica, che guarda all'essere umano come gruppo e non come individuo. In quest'ottica, provvedimenti come il Civil Rights Act (1964) o l'affirmative action aggravano ulteriormente i problemi che si propongono di risolvere, fallendo nell'instaurazione di una color- blind society, che solo la competizione fra individui, e non gruppi, può garantire. Capitano dell'aeronautica militare, Paul è portavoce dell'anti-interventismo in politica estera, che condanna qualsiasi iniziativa militare americana, in quanto è impossibile combattere il "big government at home while supporting it abroad" e riporta l'assalto terroristico contro gli Stati Uniti all'imperialismo americano in Medio Oriente. Fermo sostenitore del libero commercio, valuta, però, negativamente l'operato di organizzazioni del settore, come il GATT, ma anche degli organismi internazionali in quanto tali, come l'ONU, poichè minano la sovranità nazionale degli Stati Uniti ed indeboliscono il controllo dei cittadini. Sempre in un'ottica di interesse nazionale, Paul invoca, infine, misure severe contro l'immigrazione clandestina, per proteggere la cultura e l'economia degli Stati Uniti. In quella che resta la principale deviazione teorica dal libertarianism in direzione del nativismo, Paul vede la necessità di imporre delle regole per frenare i flussi di immigrati, specialmente ispanici, proclamandosi a favore di una sorveglianza militare delle frontiere e di una 67 http://paul.house.gov/index.php?option=com_content&task=view&id=645&Itemid=28; Scott Rasmussen e Doug Schoen, Mad as Hell, cit., p. 153; Joshua Green, The Tea Party's Brain, in "The Atlantic Magazine", novembre 2010; James Smith, Ron Paul's Tea Party for Dollars, cit.; Ron Paul, Mises and Austrian Economics: A Personal

View, Ludwig von Mises Institute, 1984, pp. 3-7.

68 Paul introdusse il Liberty Amendment in Congresso per vietare qualsiasi azione governativa non legittimata esplicitamente dalla Costituzione. Ron Paul, End the Income Tax – Pass the Liberty Amendment, in "Congressional Record, U.S. House of Representatives", 30 gennaio 2003.

revisione del diritto di cittadinanza garantito dal quattordicesimo emendamento69.

Nell'esprimere la propria posizione paleolibertarian70, Paul enfatizza la condanna della classe

politica come criminale, responsabile delle storture del sistema americano e dello sfruttamento della classe media e lavoratrice. Utilizzando un linguaggio radicale, attacca i politici, repubblicani e democratici indifferentemente, dipingendoli come autoritari collettivisti, tesi ad affermare la loro sovranità su quella del popolo. Contraffatori del denaro, dimentichi del dettato costituzionale ed alimentatori dell'odio razziale, per Paul, gli insiders usano ogni stratagemma per fare appello alla paura, all'emozione ed all'insicurezza dei cittadini ed allargare così, con lo stato, il proprio controllo sulla società, mirando ad instaurare un regime totalitario. A fronte di questa minaccia dall'interno, del tutto simile a quella indicata dalla JBS, di cui Ron Paul è sostenitore, l'unica risposta è per il senatore texano in un nuovo tipo di confronto politico, dove risulti centrale non compromettere i propri principi fino al limite estremo del gridlock. Indottrinati dalla scuola e dai media, gli americani pensano erroneamente che il governo esista al loro servizio, mentre, invece, persegue solo gli interessi delle elites a scapito dei cittadini. La missione libertarian deve essere, dunque, di scatenare una rivoluzione: rigettata la violenza, essa si concretizza nella protesta pacifica e nell'educazione, basandosi sulla riaffermazione del vero patriottismo, imperniato, per Paul, sulla dissociazione della fedeltà al governo da quella alla nazione71.

Se le idee di Ron Paul sono state ampiamente riprese dal Tea Party Movement, ancora più forte è, fra i sostenitori di quest'ultimo, l'influenza del suo populismo anti-establishment. In questo senso è significativo anche l'influsso esercitato da Sarah Palin, l'ex-governatrice dell'Alaska salita alla ribalta nazionale per la candidatura a vicepresidente nel 2008, come running mate di McCain, la prima donna a rivestire una simile funzione nella storia del Partito Repubblicano. Nominata con l'intento di rilanciare la campagna del Partito Repubblicano, nel quale milita dal 1981, Palin (originaria dell'Idaho) è nota per le sue credenziali social conservative e fiscal conservative. Born- again in gioventù, dopo essersi trasferita a Wasilla, è divenuta una cristiana non-denominational, dichiarandosi pro-life, sostenendo l'insegnamento dell'intelligent design nelle scuole pubbliche ed opponendosi al matrimonio omosessuale. Durante i suoi due mandati come sindaco di Wasilla e durante il governatorato dell'Alaska, Palin ha portato avanti una politica di contenimento della spesa statale attuando misure per ridurre il deficit del bilancio statale, moderare l'appropriazione di earmarks ed introdurre un codice di comportamento etico nella gestione del denaro pubblico. Godendo di una popolarità imponente (superiore al 90%), Palin è stata apprezzata principalmente, tuttavia, per la sua condanna della "politics as usual", fatta a porte chiuse dai "good ol' boys'", e per la volontà di sostenere i cittadini comuni, le "hockey moms" e i "Joe Six-packs", contro gli interessi delle elites politico-economiche, arrivando a denunciare gli stessi repubblicani della Oil and Gas Conservation Commission per legami con l'industria petrolifera di tipo clientelare.

Se la scelta della Palin ad opera di McCain nel 2008 si è rivelata vincente presso l'elettorato evangelico (73%), la figura della ex-governatrice dell'Alaska è stata oggetto di una copertura mediatica liberal particolarmente critica, che ha passato allo scrutinio ogni aspetto della sua vita politica e personale. Oltre ad insistere sul suo "gravitas gap", cioè la mancanza di competenza per ricoprire il ruolo di vicepresidente, sono state espresse riserve sul suo passato politico, come sui 69 Brian Doherty, Paul for President?, in "Reason.com", 22 gennaio 2007; Ron Paul, Immigration and the Welfare

State, in "LewRockwell.com", 9 agosto 2005; John Stossel, Ron Paul on Immigration, in "RealClearPolitics", 3

gennaio 2008; Ron Paul, Liberty Defined, cit., pp. 37-39; Christopher Caldwell, The Antiwar Candidacy of Dr. Ron

Paul, in "The New York Times",22 luglio 2007; Ron Paul, A Tea Party Foreign Policy, in "LewRockwell", 27

agosto 2010; Ron Paul, Liberty Defined, cit., p. 22-24; 72; Ron Paul, The Trouble With the '64 Civil Rights Act, in "LewRockwell.com", 4 giugno 2004; Ron Paul, Liberty Defined, cit., pp. 3-4, 20, 40, 57; Jordan Smith, Refer

Madness: "Let's Embarass Ron Paul", in "The Austin Chronicle", 25 maggio 2007; Laurence Vance, Is Ron Paul Wrong on Abortion?, in "LewRockwell.com", 29 gennaio 2008.

70 Si tratta di un'ideologia politica, imperniata sul libertarianism in ambito economico e sul social conservatism in ambito sociale, della quale Ron Paul, insieme ai paleoconservatives, è il massimo rappresentante. Llewelyn Rockwell, The Case for PaleoLibertarianism, in "Liberty Magazine", vol. 3 N. 3, gennaio 1990.

71 Ron Paul, Patriotism, in "Congressional Records. U.S. House of Representatives", 22 maggio 2007; Ron Paul,

Liberty Defined, cit., p. 52; Ron Paul, End the Fed, cit., p. 185; Ron Paul, Liberty Defined, cit., p. 1, 7, 16, 49-50,

presunti abusi di potere compiuti in Alaska, sulle proposte di avviare lo sfruttamento delle risorse petrolifere dell'Arctic National Wildlife Refuge e sull'utilizzazione di denaro pubblico per la realizzazione del "bridge to nowhere", considerato un esempio di "porkbarrell spending"72. Come

conseguenza di questi attacchi, anche all'interno del GOP si sono levate delle voci contrarie alla nomination della Palin, che è apparsa interessata più a perseguire la propria fortuna personale che non a servire la causa repubblicana. Se i media liberal (definiti dalla Palin, lamestream media73)

contribuirono ad affossare la vittoria repubblicana nel 2008, la Palin è uscita dalle elezioni presidenziali come un fenomeno nazionale, anche se controverso, tanto da condurla, per le continue indagini etiche sul suo operato, a rassegnare le dimissioni da governatrice dell'Alaska nel luglio 200974.

Osteggiata da una quota importante dell'opinione pubblica americana, Palin, tuttavia, si è dotata di una base di sostegno presso l'elettorato conservatore, principalmente presso i meno abbienti e i meno istruiti. Gli attacchi dell'establishment politico-mediatico ne hanno rinforzato, infatti, l'immagine di una donna comune in lotta contro gli interessi privilegiati e ne hanno fatto una figura vicina al Tea Party Movement. Oltre che di diversi raduni di protesta, Palin è stata protagonista della discussa convention di Nashville del febbraio 2010 e, con i suoi messaggi Facebook e Twitter contro la politica di Obama, specie contro l'Obamacare75, ha contribuito a definire molta della

distinzione sentita dai Tea Partiers fra l'American mainstream e l'establishment (il cosidetto "Palin Effect"). Una popolarità così diffusa, quella della ex-governatrice dell'Alaska, divenuta anche scrittrice di successo e conduttrice televisiva a Fox News con lo show "Real American Stories", da portare ad interrogarsi su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2012. In questo senso, prima di annunciare nell'ottobre 2011 la decisione di non correre per la Casa Bianca, Palin ha partecipato con endorsments a candidati conservatori alle elezioni di medio termine del 2010, gesto interpretato come parte di una strategia per ottenere appoggi politici in vista della poi non ricercata candidatura presidenziale.

Sin dalla presentazione sulla scena politica, come sindaco di Wasilla, una componente essenziale del messaggio paliniano è stato l'appello alle donne conservatrici, nella tradizione di Phyllis Schafly. Nella denuncia del femminismo come appropriazione indebita dell'identità delle donne, Palin è divenuta la portavoce simbolica di diverse organizzazioni di genere, come la Susan B. Anthony List, la Concerned Women for America, la Smart Girls Politics e l'Independent Women Forum, impegnate a promuovere la causa conservatrice, cercando di abbattere il Gender Gap democratico a vantaggio del Partito Repubblicano. Saldandosi alla consistente presenza femminile nel Tea Party Movement, queste organizzazioni sono accomunate, oltrechè nell'ostilità al solidarismo femminista a vantaggio di un maggiore individualismo, nella posizione prolife, nel minimizzare le discriminazioni di genere socio-economiche (con l'opposizione al Lilly Ledbetter Fair Pay Act di Obama sulla parificazione salariale uomo-donna) e nel farsi sostenitrici di una figura di donna in grado di conciliare famiglia e carriera e non più costretta a sacrificare la prima per la seconda, come, secondo loro, suggerivano le femministe. Utilizzando un abbigliamento da donna di tutti i giorni e parlando diffusamente dei problemi quotidiani nei suoi messaggi politici, la 72 Lo scandalo Troopergate vide la Palin coinvolta in pressioni, dalle quali fu poi scagionata, per licenziare l'ex-marito di sua sorella dall'incarico di poliziotto. Sarah Palin, Going Rogue, cit., p. 101; Ken Dilanian, Palin Backed "Bridge

to Nowhere" in 2006, in "U.S.A. Today", 1 settembre 2008.

73 Di natura ironica, il termine peggiorativo indicava, nelle intenzioni della Palin, la "difettosità" dei media mainstream nel riportare i contenuti del suo libro, Going Rogue, e delle sue prese di posizione. Andy Barr, Sarah Palin Trashes

"Lamestream Media", in "Politico", 18 ottobre 2009.

74 Sarah Palin, Going Rogue: an American Life, 2009, HarperCollins, p. 22; Fred Barnes, The most Popular Governor, in "The Weekly Standard", 16 luglio 2007; Scott Rasmussen e Doug Schoen, Mad as Hell, cit., pp. 153-154; Jane Mayer, The Insiders: How McCain Came to Pick Sarah Palin, in "The New Yorker", 27 ottobre 2008; Daniel Williams, God's own Party, cit., pp. 274-275; Robert Draper, Inside Sarah Palin's Inner Circle, in "The New York Times", 17 novembre 2010; Elisabeth Bumiller, Internal Battles Divided McCain and Palin Camps, in "The New York Times",5 novembre 2008; Ross Douthat, Scenes from a Marriage, in "The New York Times", 16 gennaio 2011. 75 La riforma di Obama è giudicata dalla Palin come una razionalizzazione dei costi sanitari, a discapito degli elementi

meno produttivi della società (come i disabili), i quali vedranno la propria vita decisa da "death panels" gestiti da burocrati e governanti. http://www.facebook.com/note.php?note_id=113851103434.

Palin ha mirato ad incarnare un "new momism", dove l'esperienza della vita di tutti i giorni, nei rapporti amorevoli con il marito e nel comportamento protettivo verso i figli (cinque in tutto), viene combinata con il perseguimento del successo nell'arena pubblica, da donna della frontiera. Facendo appello all'avvenenza da ex-reginetta di bellezza di Wasilla, Palin ha contribuito, infatti, ad una sessualizzazione della figura femminile nella scena politica, in contrasto con la strada scelta da figure di donne di una precedente generazione, come Hillary Clinton, più intenzionate a mostrare la propria competenza che non ad insistere sul dato di genere76.

Questa combinazione di sessualità aggressiva, di carriera e famiglia, è, peraltro, evidente nelle immagini utilizzate dalla stessa Palin per descriversi od essere descritta. Chiamata "Sarah Barracuda" alle scuole superiori per la sua competitività, Palin si è riferita a se stessa durante la campagna elettorale del 2008 come un "pitbull with lipstick" ed è ricorsa di nuovo ad un immagine simile nel lanciare SarahPAC, l'organizzazione non-profit per sostenere candidati e candidate conservatrici nelle elezioni del 2010. Presentandosi come una "mama grizzly", amorevole verso i suoi figli, ma aggressiva contro i nemici, Palin ha esteso l'appellativo a diverse candidate, tutte repubblicane, in grado, come lei, di portare nell'arena pubblica il "common sense" conservatore della vita di tutti i giorni, pro-life ed antifemminista. Se l'appeal di queste posizioni presso l'elettorato conservatore del Tea Party Movement e non solo, risulta significativo, tuttavia, come ha dimostrato l'esito negativo di alcune competizioni elettorali del 2010, esso non è stato apprezzatto dal pubblico femminile nella sua totalità. A guidare la risposta contro il tentativo conservatore di "hijack" il femminismo, sono state diverse giornaliste e commentatrici, che hanno presentato le idee della Palin non solo come uno stratagemma politico, ma anche pericolose per le donne stesse, in quanto le condannano a rinunciare a molte delle libertà conquistate con il femminismo, specie in materia di gestione del proprio corpo. Di conseguenza, si sono augurate un rapido oblio di questa falsa femminista, che, invece, di promuovere la causa delle donne, rischia di minarla77.

Siano essi favorevoli o contrari, i media hanno svolto un ruolo fondamentale nella trattazione del Tea Party Movement e dei suoi protagonisti. Scopo del prossimo capitolo sarà chiarire questo ruolo, con particolare attenzione all'ottica liberal del New York Times.

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