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A fronte del cambiamento politico ed economico della Grande Recessione e del ritorno al potere del liberalism democratico, la reazione del Tea Party Movement si manifesta, sul piano organizzativo, con le caratteristiche proprie dell'attivismo di base (grassroots), portando alla formazione di un movimento conservatore disorganico e difficile da considerare nella sua interezza per gli analisti. Il Tea Party Movement è, infatti, un insieme disordinato di centinaia di gruppi, sparsi in tutti gli Stati Uniti, principalmente nel Nordest e nel Sud, con la maggiore concentrazione di aderenti (43%) nel Sud. Ogni Tea Party è costituito da una sezione (chapter), dotata di un proprio organico e di un proprio Mission Statement. Ogni sezione svolge le funzioni di reclutamento, fund- raising e protesta in forma indipendente, determinando dal basso (bottom-up) le azioni da intraprendere sulla scena pubblica. Come conseguenza di questa decentralizzazione, il Tea Party Movement è privo di una gerarchia riconosciuta in grado di stabilire criteri di appartenenza per singoli e gruppi ed anche di una figura di leader, capace di coalizzarne e dirigerne le forze in maniera compatta. In coerenza con il dettato dell'opera The Starfish and the Spider: The Unstoppable Power of Leaderless Organizations (2006) di Ori Brafman e Rod Beckstrom – un altro best-seller presso il Tea Party Movement -, solo un'organizzazione "starfish", senza una guida, è in grado, infatti, di prevalere sulle istituzioni statali "spider". Mentre un capo può essere demonizzato e criticato facilmente, più difficile è, nell'ottica dei Tea Partiers, dipingere in maniera negativa un movimento disorganizzato di persone diverse fra loro. L'assenza di criteri e di metodologie comuni di azione comporta differenze marcate fra i vari Tea Parties: alcuni sono entità economiche autosufficienti, anche in grado di sponsorizzare eventi specifici, mentre altri mancano del denaro necessario per il funzionamento dei meccanismi basilari di contatto ed organizzazione; mentre alcuni arrivano a contare centinaia o migliaia di membri, altri si riducono al coinvolgimento di un solo nucleo familiare. Esistono così tante strutture che reclamano l'associazione con il Tea Party Movement, a livello nazionale, statale o di contea, da rendere praticamente impossibile, per Rasmussen e Schoen, rintracciarli tutti per definire una mappa complessiva del fenomeno. Il tentativo più completo di effettuare un censimento dei gruppi fu effettuato dal Washington Post, nell'ottobre 2010, portando al contatto diretto (via telefonica) di 647 unità, un numero nettamente inferiore alle 1400 componenti individuate.

L'organizzazione del Tea Party Movement si avantaggiò di una trasformazione del sistema mediatico americano, segnato dall'emergere dei "new media" di Internet (Youtube, social networks ed email), strumenti utili a garantire un dialogo costante fra i Tea Partiers. Sin dall'emergere del movimento conservatore, l'utilizzazione di Internet come strumento di contatto e mobilitazione è stata vista, da commentatori, ma anche dagli stessi attivisti, come una replica all'utilizzazione del web nella campagna presidenziale di Obama. Come nel 2008 i sostenitori del candidato afroamericano presero iniziative autonome per appoggiarne la causa, così, sul versante conservatore, a partire dal 2009 i Tea Partiers hanno utilizzato i "new media" per contrastare l'amministrazione democratica e battere l'attivismo liberal al suo stesso gioco63.

Quella del Tea Party Movement è, in ultima analisi, una "amorphous structure" potenzialmente destabilizzante, poichè apre il movimento conservatore, non soltanto a controversie interne per la mancanza di una linea definita, ma anche ad ulteriori fattori di rischio. La struttura orizzontale dei Tea Parties rende, infatti, possibile, da un lato, l'avvicinamento al movimento conservatore di individui o gruppi estremisti, intesi a perorare la propria causa sotto la copertura della protesta antistatista, dall'altro, la manipolazione, ad opera di "poteri forti" (come Partito Repubblicano, media o governatori), dei diversi gruppi per sfruttarli a beneficio della propria agenda. Sia l'accostamento di elementi estremisti sia i tentativi di hijacking, tuttavia, non impediscono ai militanti del Tea Party Movement di continuare ad appoggiare il modello di organizzazione 63 Ed Pilkington, Republicans Steal Barack Obama's Internet Campaigning Tricks, in "The Guardian", 18 settembre

2009; Fabrizio Tonello e Marco Morini, La comunicazione politica, cit., p. 146; Amy Gardner, Mapping the Tea

Party, cit.; Scott Rasmussen e Doug Schoen, Mad as Hell, cit., pp. 166-167; Kenneth Vogel, The New Tea Party Bible, in "Politico", 31 luglio 2010.

dispersa.

Oltre ad incarnare, infatti, una reazione alla conformazione top-down dell'estabilishment politico- istituzionale e ad essere funzionale all'organizzazione di proteste rapide e capillari nel territorio, la decentralizzazione del Tea Party Movement obbedisce ad un preciso orientamento ideologico libertarian. Rifacendosi alla tradizione filosofica della Scuola Austriaca, infatti, i Tea Partiers vedono nella gerarchia verticale di governo uno strumento collettivistico di gestione della società, per il quale, nelle mani di pochi, si concentra ogni potere decisionale. Nell'ottica di Hayek, è impensabile che qualunque individuo, per quanto ben motivato, abbia la conoscenza necessaria ad amministrare qualcosa di complesso e variegato come la civiltà odierna. Pertanto, è preferibile una distribuzione quanto più ampia possibile delle scelte da compiere, fino al grado massimo di lasciare ad ogni individuo la libertà di prendere da solo ogni decisione. Quindi nell'ottica del Tea Party Movement, destrutturare il potere costituito e distribuirne i doveri significa, non solo indebolire l'autorità centrale, potenzialmente tirannica, ma anche garantire un empowerement dei cittadini, permettendo ad ognuno di sfruttare appieno le proprie potenzialità ai fini, nell'immediato della protesta, in prospettiva, degli scopi individuali. Così l'idea dello spontaneous order di Hayek, cioè della regolamentazione della società sulla base del libero mercato, senza costrizioni statali di sorta, si traduce nel Tea Party Movement, per Kibbe, in un "beautiful chaos", di gruppi interrelati, ma autonomi. Un radicalismo individualista che contrasta, tuttavia, con l'accettazione dei Tea Parties di inserirsi in ampi mosaici, associandosi ad organizzazioni, lontane dall'average American e controllate da forze terze, pur di avere successo nella promozione della propria causa, sebbene sia poco chiaro quanto gli attivisti stessi siano consapevoli della reale natura di alcune di queste organizzazioni64.

I singoli Tea Party, infatti, sono affiancati – e se ne ritengono indipendenti – da una serie di organizzazioni nazionali in grado di gestire finanziamenti considerevoli, esercitare un'influenza politica o preparare proteste oltre il livello locale. Tutte queste organizzazioni sono di orientamento conservatore, ma le principali differiscono sia per data di fondazione (prima o dopo il "rant" di Santelli) sia per i legami con il Partito Repubblicano sia, infine, per la confessione conservatrice a cui aderiscono, variazioni così marcate che hanno portato all'insorgere di contrasti nelle fila del Tea Party Movement.

Sul versante libertarian, si collocano come principali organizzazioni del Tea Party Movement, la Freedom Works e i Tea Party Patriots (TPP), i cui slogan "less government, lower taxes and more freedom" e "fiscal responsibility, constitutionally limited government and free markets" sono molto simili (entrambe sostengono il Contract from America). Differente è, invece, la storia e la struttura delle due organizzazioni. Nata nel 2004 a Washington, Freedom Works è intenta da allora a promuovere i principi libertarians nella politica americana. Presieduta dall'ex-House Leader repubblicano, Richard "Dick" Armey, conta 15000 membri, un budget di 7 milioni di dollari e si avvale di un team di 16 esperti nella pratica dell'organizzazione grassroots, guidati dal direttore Matt Kibbe. Creatrice di un manifesto del Tea Party Movement, Give us Liberty (2009), Freedom Works si presenta come un'organizzazione non-profit, impegnata ad esercitare pressioni negli ambienti politici per la realizzazione della propria agenda ed ad organizzare training sessions per formare i militanti del Tea Party Movement nelle pratiche di protesta. Al contrario, TPP è l'anima grassroots più autentica del Tea Party Movement, ed anche la più grande organizzazione, con 200000 iscritti online e circa 2200 Tea Parties associati. Con un budget ristretto (500000 dollari) e fondato il 1 luglio 2009 ad Atlanta dagli attivisti Mark Meckler, Jenny Beth Martin e Amy Kremer, il TPP ha attraversato una fase di crisi nell'ottobre 2010 con il passaggio della Kremer ad un'altra organizzazione, il Tea Party Express. La successiva causa ha impedito all'ex-fondatrice di continuare ad utilizzare il brand TPP come strumento pubblicitario per l'organizzazione rivale. Sebbene espresso principalmente online, l'attivismo del TPP si è manifestata anche nella conduzione di proteste locali e nazionali (come il 15 aprile 2009) e nella convocazione di una 64 Theda Skopcol e Vanessa Williamson, The Tea Party and the Remaking of Republican Conservatism, cit., p. 12; Ben McGrath, Ask the Author Live: Ben McGrath, cit.; Friedrich von Hayek, The road to seerfdom, cit., pp. 59-61; Dick Armey e Matt Kibbe, Give us Liberty, cit., p. 167; http://www.freedomworks.org/about/about-freedomworks.

conferenza dei Tea Parties a Gatlinburg, nel Tennessee. Proprio la natura aperta del TPP ha consentito, tuttavia, l'infiltrazione nelle sue file di componenti estremistiche e cospirativistiche, finendo per presentare, nel sito dell'organizzazione, gruppi del Patriot Movement come Tea Parties65.

Ad essere al centro di aspre controversie fu anche Tea Party Nation (TPN), un'altra delle strutture del Tea Party Movement, che aveva organizzato per il 4-6 febbraio 2010 a Nashville, in Tennessee, una National Tea Party Convention (NTPC). Registrata ufficialmente il 21 aprile 2009, TPN è di orientamento social conservatives, con un Mission Statement che recita : "TPN is a user-driven group of like-minded people who desire our God-given individual freedoms written out by the Founding Fathers". Oltre ad essere attaccata come tentativo indebito di monopolizzare la guida del Tea Party Movement, la NTPC, che ha avuto come ospite principale Sarah Palin, è stata oggetto di critiche per la natura for-profit di TPN. In particolare vi sono stati timori, sollevati da un precedente collaboratore dell'organizzazione, che il suo fondatore, l'avvocato Judson Philipps, intendesse approfittare della situazione per profitto personale, imponendo costi elevati (550 dollari) per la partecipazione all'evento e gestendoli attraverso un account Pay-Pal privato. A dispetto del successo dell'iniziativa dal punto di vista organizzativo (con il tutto esaurito ed un'ampia copertura mediatica assicurata dalle polemiche), l'esito della NTPC è stato, invece, negativo nella definizione di una piattaforma d'azione politica comune ai diversi Tea Parties, con alcune organizzazioni che vi si sono dichiarate contrarie, anche per lo spazio eccessivo accordato a questioni religiose e sociali. Con scopi educativi, sempre di orientamento social conservative, è il 9/12 Project, l'organizzazione volontaria ed apolitica, creata dal conduttore televisivo Glenn Beck nel marzo 2009, con l'intento di riportare gli americani allo spirito di unità vissuto dalla nazione all'indomani degli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. I suoi aderenti (9/12ers) sono chiamati a rispettare 9 principi e 12 valori, in parte ripresi da Skousen, che insistono sull'eccezionalismo americano, sulle virtù cristiane, ma anche sul libero mercato. Rappresentato da 500 gruppi negli Stati Uniti, il 9/12 Project è stato, fin da subito, collegato al Tea Party Movement, organizzando la Taxpayer March on Washington del settembre 2009 ed inserendosi, con proprie unità, nelle varie organizzazioni del fenomeno di protesta. Sottoposto a dure critiche per il tentativo di sfruttare un momento drammatico della storia degli Stati Uniti a fini politici, il 9/12 Project ha focalizzato la propria attenzione nell'opposizione alla riforma sanitaria di Obama e nell'educazione degli attivisti sia in merito all'interpretazione originalist della Costituzione sia sulla natura del processo legislativo, in una richiesta di accountability dall'establishment.

Un'ultima organizzazione importante da ricordare è il Tea Party Express (TPE), anch'essa oggetto costante di controversie nel Tea Party Movement per i suoi legami con il Partito Repubblicano, tanto da essere ribattezzato spregiativamente dal TPP, Astroturf Express. Fondata nel 2008 a Sacramento, in California, come PAC (Our Country Deserves Better), la struttura si è impegnata nell'organizzazione di bus-tour per contrastare l'elezione alla Casa Bianca di Obama (StopObamaBusTour). All'indomani del "rant" di Santelli, ribattezzata Tea Party Express, l'organizzazione si è dotata di una piattafroma a sostegno del governo limitato, della riduzione delle tasse e del rigetto della riforma sanitaria del 2009. Il TPE ha acquisito visibilità con i tre bus-tour (agosto ed ottobre 2009, marzo 2010) che ha condotto in diversi stati americani con l'intento di influenzare le elezioni del 2010, colpendo "politically vulnerable candidates" democratici. Privo di un network online, TPE conta 300000 membri e possiede un budget di 5 milioni di dollari, amministrato dal presidente, Howard Kaloogian, che precedentemente aveva servito come repubblicano nell'assemblea statale californiana, e da Sal Russo, consulente politico, impegnato nella causa conservatrice sin dalla nomina a governatore di Reagan nel 1967. Oltre ad essere guardata con sospetto da altre fazioni del Tea Party Movement per la sua provenienza dall'estabilishment politico, questa dirigenza è stata oggetto di attacchi polemici, in quanto parte delle donazioni private raccolte dagli attivisti furono indirizzate all'azienda privata dello stesso Sal 65 Devin Burghart e Matt Zeskind, Tea Party Nationalism, cit., pp. 19-22, 41-44;

http://www.teapartypatriots.org/about/; Zachary Roth, Party Foul! Tea Parties Eat their Own in Bitter Internal

Russo, specializzata nelle relazioni pubbliche. Sebbene negata dal diretto interessato, questa accusa, sollevata dal giornalista Zachary Roth, ha portato le altre organizzazioni del Tea Party Movement a dissociarsi apertamente dal TPE, accusandolo di compromettere l'immagine del fenomeno di protesta presso l'opinione pubblica americana66.

Queste lotte interne al Tea Party Movement, con le accuse scagliate dagli attivisti a determinate organizzazioni di essere astroturf, sono state enfatizzate negativamente dal New York Times, coerentemente con altri media liberal, per sostenere che, non solo alcune associazioni, ma l'intero fenomeno di protesta è, in realtà, manipolato da elites politico-economiche, vicine al GOP.

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