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3. Adolescenti davanti alla tv: quanti sono e cosa guardano?

1.4. I Liceali

I Liceali è una miniserie, appartenente al genere del teen-drama, che racconta la vita di un

gruppo di studenti di un prestigioso liceo classico di Roma, il Colonna.

La prima stagione de I liceali è stata trasmessa in anteprima assoluta dal canale Joi ed in seguito in chiaro su Canale 5 nel maggio2008.

Gli episodi della seconda stagione, quella analizzata nella presente ricerca, sono stati trasmessi su Canale 5 e poi su Italia 1 a partire dal 13 novembre 2009.

La fiction di produzione tutta italiana (Taodue film), prova a presentare uno spaccato del mondo della scuola e degli adolescenti, attraverso le storie di ricchi studenti, spesso annoiati e privi di stimoli e professori idealisti o completamente frutrati e disillusi.

La trama delle prime due serie, ruota intorno alla figura di Antonio Cicerino, professore di italiano che assieme alla figlia si trasferisce a Roma, per insegnare in un prestigioso liceo della capitale. Il professor Cicerino, abituato fino ad allora in una piccola scuola di provincia, affronterà i pregiudizi dei suoi nuovi alunni per lo più ricchi, esigenti e spesso viziati. Il suo inguaribile idealismo e la sua bontà senza limiti si scontreranno con il carattere scontroso di alcuni studenti e i sogni repressi degli altri professori, molti dei quali frustrati e indifferenti. Antonio ha una figlia adolescente, Elena, che nonostante in un primo momento viva molto male il trasferimento, scoprirà piana piano nella nuova scuola il vero amore e sincere amicizie.

97 I reality

1.5. L’occhio indiscreto de Il Grande Fratello

Il reality più famoso della televisione, come si sa, deve il suo nome al Grande Fratello del racconto di George Orwell 1984, dove l‟autore narra di una società in cui ogni individuo è brutalmente sorvegliato e controllato nei suoi comportamenti e pensieri. Il Grande Fratello di Orwell rappresenta il potere dispotico e totalitario di un regime dittatoriale che uccide la libertà individuale, controllando, attraverso la propaganda e un sistema sofisticato di spie presenti in ogni luogo, pensieri e azioni delle persone.

Ma cosa rimane della metafora orwelliana nel Grande Fratello televisivo?

Essa, ad una prima analisi, appare innanzitutto rovesciata: non è solo individuo che spia tutti ma sono tutti a spiare un gruppo di individui. E‟ il pubblico, infatti, a poter guardare ed ascoltare quello che succede ai concorrenti del reality, ed è sempre il pubblico, attraverso il televoto, a decidere le loro sorti. Ma il vero Grande Fratello del romanzo televisivo non è affatto il pubblico, ma la Tv stessa. Come si vedrà, è sempre e solo essa a dettare le regole del gioco e a costruire il racconto narrativo a partire dalla quotianità di gente normale (Demaria 2002).

Il Grande Fratello è il frutto della commistione di elementi di generi diversi in un unico programma. Come si vedrà, infatti, esso fonde insieme talk show, game show e persino soap

opera.

In sintesi, si tratta di un gruppo di concorrenti (sia uomini che donne), sconosciuti fra di loro, che sono costretti a convivere per più di due mesi (il tempo è variabile fra le diverse edizioni) in un appartamento costituito da cucina, soggiorno, sala da pranzo, camere da letto, un unico bagno e un piccolo spazio recintato all‟aperto con piscina. In ogni angolo della casa (persino in bagno) sono posizionati microfoni e telecamere che riprendono e registrano ciò che i ragazzi fanno e dicono 24 ore su 24. I concorrenti non possono avere

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contatti con l‟esterno e infatti non possiedono tv, giornali, libri, orologi e radio. Anche gli oggetti personali che possono portare nella casa sono limitati al massimo. Ciò è mirato a promuovere una maggiore interazione fra i concorrenti ed evitare, quindi, che essi si isolino. L‟unico legame con il mondo è il Grande Fratello (attore virtuale impersonato a turno dai diversi autori del programma che è possibile solo ascoltare, ma non vedere), con il quale i ragazzi entrano in contatto entrando, uno alla volta, nel “confessionale”. Qui raccontano impressioni, pareri sugli altri concorrenti, si sfogano sulle difficoltà incontrate nella casa, sulle simpatie o antipatie che nascono fra di loro e commentano ripetutamente le diverse situazioni che si vengono a creare durante il gioco. Ciò che i ragazzi dicono nel confessionale è udibile solo dal pubblico a casa e dal Grande Fratello, ma non dagli altri concorrenti, sebbene, spesso gli autori rivelino le confessioni di un concorrente anche agli altri al fine di rendere più interessante il gioco, alimentando discussioni e conflitti. Il

Grande Fratello può essere considerato la personificazione della televisione stessa

(Demaria 2002). Ogni settimana i ragazzi devono affrontare assieme una prova che può essere di tipo fisico, psicologico o intellettuale e in base al cui esito avranno a disposizione un determinato budget da spendere per la spesa. La prova ha l‟obiettivo di stimolare la collaborazione fra i ragazzi, ma allo stesso tempo di generare fra di loro competizione. Buona parte del programma, infatti, si fonda sulle relazioni e i conflitti reciproci fra i concorrenti, entrambi abilmente pilotati ed alimentati dagli autori. Il Grande Fratello è poi un game show ad eliminazione. Ogni settimana, infatti, nel confessionale ciascun concorrente dovrà indicare i nomi di due suoi compagni di gioco che vuole “nominare”. I due partecipanti che hanno ottenuto maggiori nomination andranno al televoto e fra i due il pubblico di casa dovrà scegliere quale far uscire. Il concorrente che rimarrà in gioco fino all‟ultima puntata vincerà l‟edizione del programma e guadagnerà un lauto montepremi. Per sintetizzare, quindi, il Grande Fratello mescola sapientemente il game show presente nelle prove settimanali che i ragazzi devono affrontare, oltre che nella competizione generale che vedrà alla fine del programma un unico vincitore e il reality fondandosi sull‟osservazione di un gruppo di persone nella loro quotidianità. Le puntate serali si presentano poi come un un talk show con conduttrice, opinionisti e la presenza del pubblico in studio, costruito intorno a commenti, pettegolezzi, discussioni riguardo alla vita dei ragazzi nella casa. Non mancano poi le logiche della soap opera per rappresentare al meglio

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le reti di relazioni che si intrecciano fra i concorrenti della casa. Lo stesso casting è abilmente pensato, infatti, per individuare un gruppo di potenziali “personaggi” ben identificabili come “tipi” e quindi riconoscibili il più possibile dal pubblico. La scelta dei concorrenti è minuziosamente effettuata in base alle loro componenti caratteriale, ma anche a partire dalle loro storie di vita, al fine di dare luogo a narrazioni significativamente orientate dagli autori come in una soap opera in cui però i protagonisti sono persone comuni. I protagonisti del reality, quindi, per scelta decidono di vivere in una condizione di “socializzazione forzata” che tende ad appiattire e allo stesso tempo estremizzare, soprattutto per opera degli autori, comportamenti e sentimenti. Se da un lato tale situazione tende a rendere più forti e coinvolgenti i rapporti umani, dall‟altro rischia di svilirli con parole, gesti, azioni stanche e ripetitive (Demaria et al 2002). Tutto il programma si basa quindi sulla “drammatizzazione” del quotidiano messa in atto dagli autori, ma evidente anche dalle modalità della conduzione delle prime serate in cui, spesso, banali accadimenti della casa vengono affrontati con serietà e gravità, con un lessico che privilegia termini come “tensione”, “nervosismo” opposti a “tranquillo”, “calmo” e che mira a sottolineare l‟aspetto straordinario dell‟esperienza vissuta dai ragazzi all‟interno della casa. La conduttrice (nelle edizioni attuali Alessia Marcuzzi), si presenta ai ragazzi come una confidente amichevole profondamente coinvolta nelle vicende di ciascun personaggio. Il suo obiettivo durante la conduzione è quello di far emergere il più possibile il vissuto emozionale dei concorrenti. Il programma, infatti, come ogni soap opera, si fonda prevalentemente sulla narrazione delle emozioni.

Come la maggior parte dei reality osservativi, la programmazione del Grande Fratello è suddivisa in un alcune puntate brevi trasmesse quotidianamente e composte da highlights, e una puntata settimanale in prima serata che costituisce un talk show vero e proprio.

Il programma, trasmesso su Canale 5 e giunto ormai alla sua undicesima edizione, è prodotto da Endemol. La versione ufficiale, Big Brother, ha origini controverse. L‟idea, frutto di John De Mol e Paul Romer, nacque da un esperimento scientifico in corso nel deserto dell‟Arizona, Biosphere 2, a cui i due si ispirarono. L‟esperimento ricreava un microambiente ecologico e autosufficiente in cui veniva isolato un gruppo di uomini per simulare una colonizzazione spaziale. Fu così che dal ridimensionamento di quell‟idea

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originaria nacque il format del Big Brother riproposto e riadattato successivamente in molti Paesi del mondo.