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Limite di una successione per n → +∞

Nel documento Appunti di Analisi Matematica (pagine 31-34)

3.10 Numeri Complessi

4.1.2 Limite di una successione per n → +∞

n∈N

2

1/n



n∈{x∈N | x≥1}

((−1)

n

)

n∈N

Ad esempio nella seconda successione il dominio `e un sottoinsieme di N che parte da n0= 1.

Si dice che una successione an `e limitata inferiormente se ∃m : ∀n : an > m, ovvero se l’insieme dei valori di an `e limitato inferiormente. Analogamente si definisce il concetto di limitata superiormente. Una successione limitata sia superiormente che inferiormente si dice genericamente limitata.

4.1.2 Limite di una successione per n → +∞

Una delle informazioni che sono utili sapere su una successione, `e questa: come si comportano i valori successivi che assume an

man mano che n aumenta? O, in altre parole, a che valore si avvicinano (se mai si avvicinano ad un valore) i successivi an? Tale valore, espresso per ora in maniera alquanto intuitiva, `e detto limite della successione per n che tende a ∞ e si pu´o indicare con le seguenti notazioni: lim n→∞an = l an n→∞ −→ l an−→ l

Talvolta ci´o pu´o essere intuitivo analizzando i successivi valori della successione, altre volte molto di meno. Quel che serve in realt´a `e trovare una definizione che ci consenta di esprimere il fatto che la successione converga ad un certo valore, quando si prendono termini sempre pi´u avanti.

In pratica quello che si vuole dire `e che i vari an si avvicinano sempre di pi´u ad un certo valore l man mano che n aumenta. Questo pu`o essere detto in questo modo: la distanza tra an ed l diventa sempre pi´u piccola (ovvero piccola a piacimento) quando n `e abbastanza grande. O ancora, dato un qualunque “errore” da assegnare ad l, tutti i punti della successione an dopo un certo nε sono compresi al suo interno. Scritto sotto forma di formula:

∀ε ∈ R, ε > 0, ∃nε∈ N : |an>nε− l| < ε

E questa `e la definizione di limite finito di una successione per n che tende a +∞ . L’espressione |an>nε− l| < ε pu´o anche essere riformulata come:

an∈ ]l − ε, l + ε[, n > nε

Quel che rende complessa questa definizione e la sua verifica `e l’arbitrariet´a di ε. ´

E facile dimostrare che:

Teorema 4.1.1 (Teorema sull’unicit`a del limite) Il limite di una successione, se esiste, `e unico.

Prendiamo per assurdo che esistano due limiti l1 ed l2 (l1 6= l2) per la successione an. Allora sar´a possibile trovare almeno un ε per il quale i due intervalli ]l1− ε, l1+ ε[ e ]l2− ε, l2+ ε[ non si intersecano. Per questo ε sicuramente non sar´a possibile che la condizione di limite valga sia per l1 che per l2, in quanto ogni punto di an pu´o stare in un intervallo o nell’altro, ma mai in entrambi assieme. Quindi, l1 non pu´o essere diverso da l2, il che `e come dire che il limite `e unico. CVD.

Da questa osservazione si pu`o poi anche dedurre un altro fatto, ovvero che ogni successione convergente `e limitata. Esempio 4.1.1 Preso 0 < α < 1, an= αn, verificare che an→ 0.

Per verificare ci´o dobbiamo mostrare che per ogni ε > 0, qualunque esso sia, esiste sempre un indice nε della successione an

tale che, dopo di lui, |an− l| < ε, n > nε.

In questo caso abbiamo l = 0. Il membro sinistro della disuguaglianza diventa quindi −ε < an< ε, ovvero: (

−ε < αn

αn< ε

Ora, la prima uguaglianza `e sempre verificata: −ε `e sempre negativo, αn `e invece sempre positivo. Sulla seconda possiamo invece compiere la semplice operazione di applicare ad entrambi i membri il logaritmo in base α, ricordando che a queste condizione esso `e una funzione decrescente, e quindi costringe ad invertire il verso della disuguaglianza:

lnααn > lnαε n > lnαε

Dato che ε `e positivo, esister´a sempre il logaritmo, e quindi un n cos´ı definito. Ecco che abbiamo trovato il nostro nε. Esempio 4.1.2 Dato an= n 2+ 2 2n2+ 1 dimostrare che an1 2.

Come prima, impostiamo il sistema di disuguaglianze e sviluppiamolo 1 2 − ε < n 2+ 2 2n2+ 1 < ε + 1 2 −ε < n 2+ 2 2n2+ 1 −1 2 < ε −ε < 2n 2+ 4 − 2n2− 1 4n2+ 2 < ε −ε < 3 4n2+ 2 < ε

In quest’ultima disuguaglianza, come prima, il primo termine `e sempre vero, mentre il secondo `e da risolvere. 3 − 4εn2− 2ε 4n2+ 2 < 0 4εn2+ 2ε − 3 > 0 4εn2> 3 − 2ε n2> 3 − 2ε 4ε n > r 3 − 2ε 4ε

Ed anche in questo caso abbiamo trovato la soluzione che cercavamo per nε.

Tuttavia, si devono ancora considerare un paio di casi sul comportamento della successione an quando si considerano termini sempre pi`u avanti. Questi infatti possono, ad esempio, diventare sempre pi`u grandi (in positivo, o negativo). In questo caso scriveremo: lim n→∞an= +∞ oppure lim n→∞an= −∞

In questo caso le definizioni di limite cambieranno leggermente: infatti ora non dobbiamo pi`u chiedere che gli an siano compresi in un certo intervallo, ma che siano sempre superiori al ε arbitrario maggiore di zero, o sempre minore di ε, questa volta considerato negativo (oppure positivo, ma con segno cambiato nella disuguaglianza):

4.1. SUCCESSIONI 25 • lim

n→∞an = +∞ def= ∀ε > 0 : ∃nε∈ N : an>nε > ε • lim

n→∞an = +∞ def= ∀ε < 0 : ∃nε∈ N : an>nε < ε

I tre limiti l ∈ R, +∞, −∞ sono esclusivi l’uno dell’altro, ma ci`o non significa che una successione debba obbligatoriamente tendere ad uno di questi tre valori.

Se una successione tende ad un valore reale, si dice allora che la successione `e convergente, se tende a pi`u o meno infinito che `

e divergente, altrimenti che `e irregolare o indeterminata, il che significa che non tende ad alcun valore. Esempio 4.1.3 Stabilire che la successione

an= (−1)n n

n + 1, n ≥ 1 ha carattere irregolare.

L’unico sistema che abbiamo per verificare ci`o `e mostrare che non pu`o tendere n`e ad un valore finito, n`e a +∞, n`e a −∞. Inanzitutto osserviamo che

|an| = n n + 1 E questi sono tutti valori minori di 1. Quindi:

−1 < an< 1

I suoi termini sono alternativamente positivi e negativi (dovuto ci`o al termine moltiplicativo (−1)n). Quindi, sicuramente non tende n`e a +∞, n`e a −∞. Mostriamo che, se an tende ad un valore reale, questo valore deve essere 0, per mezzo di una breve dimostrazione per assurdo.

Infatti, se tendesse ad un l > 0, si potrebbe prendere sicuramente un ε tale che 0 < l − ε. In questo caso, l’intervallo ]l − ε, l + ε[ sarebbe composto solo da valori positivi, e la succesione an dovrebbe, da un certo nεin poi, essere costituita solo da termini positivi, cosa che non `e possibile per la natura alterna dei suoi segni. Quindi non pu`o essere vero che l > 0. Analogo ragionamento per l < 0. (Vedi pi`u avanti il Teorema sulla permanenza del segno – 4.1.2).

Quindi ora rimane da verificare se an tende a 0 o meno. Utilizzando la definizione di limite:

? ∃ nε: ∀n > nε: (−1)n n n + 1 < ε Possiamo ora compiere queste semplici operazioni:

n n + 1 < ε n < nε + ε n(1 − ε) | {z } a < ε |{z} b

Ora, se ε > 1, allora a < b, e la disuguaglianza `e sempre verificata, per qualunque n. Se invece 0 < ε < 1, allora devo risolvere:

n < ε 1 − ε

Quindi abbiamo che non per tutti gli ε si trova un nε - allora, an non tende neanche a 0.

Avendo esaurito tutte le possibilit`a, l’ultima che rimane `e che la successione data sia quindi irregolare. Esempio 4.1.4 Data

an = αn, α > 1 Dimostrare che an→ +∞.

La dimostrazione `e molto semplice. Utilizzando la definizione: ∀ε > 0 : αn> ε

Applichiamo il logaritmo in base α da entrambi i membri (questa volta non si deve invertire il verso perch´e, per basi maggiori di 1, il logaritmo `e una funziona crescente).

n > lnαε Quindi abbiamo trovato il nostro nε.

La piccola dimostrazione per assurdo utilizzata nell’esempio 4.1.3 si pu`o facilmente essere estesa al seguente teorema: Teorema 4.1.2 (Teorema della permanenza del segno) Data una successione an che tende ad un valore finito l, questa successione ha definitivamente il segno di l.

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