CAPITOLO II: SISTEMI DI COMPENSATION
2.4 LA REMUNERAZIONE DEI DIRIGENTI PUBBLICI
2.4.1 Limiti componente fissa
Recentemente sono stati introdotti limiti di diversa natura alla remunerazione dei dirigenti pubblici, tra cui quello introdotto nel 2016 e riguardante il tetto massimo di 240 mila euro, discusso nel paragrafo 2.2. Accanto al tetto massimo vi sono però una serie di limitazioni alla remunerazione, che può essere utile riportare ai nostri fini. Diviene pertanto necessario effettuare una disamina delle norme attualmente in vigore in tema di compensi corrisposti agli amministratori. Le norme in questione si affiancano alla normativa codicistica dell’art. 2389. In ambito pubblicistico è stata emanata una specifica legislazione volta a regolare la remunerazione dei dirigenti ed individuare i limiti massimi dei compensi delle aziende pubbliche. “Il tema della governance delle società pubbliche è, di fatti, una materia nella quale, nitidamente, si ravvisa il tratto distintivo derogatorio della normativa pubblicistica rispetto alle disposizioni codicistiche. […] Si può pertanto affermare che con il nuovo testo unico viene detta la parola fine alla determinazione dei compensi degli amministratori delle società pubbliche basata su limitazioni quantitative indifferenziate e del tutto apodittiche, farcite di tagli “lineari” attuati nel campo. Non possiamo infatti dimenticare le
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difficoltà interpretative che hanno caratterizzato l’attuale disciplina dei compensi degli amministratori delle società a totale partecipazione pubblica il cui compenso è stato tagliato del 20% rispetto a quanto corrisposto nel 2013.”35
Di seguito verrà riportata una tabella che racchiude tutte le più recenti evoluzioni normative in materia di contenimento della retribuzione fissa dei dirigenti pubblici.
Norma Ambito soggettivo Ambito oggettivo Disposizioni Normative
Limiti massimi per i compensi e le indennità di risultato corrisposti ai membri dell’organo amministrativo di società pubbliche
L. 296/2006, art. 1, comma 725, primo periodo
Società a totale partecipazione pubblica di comuni o province; Società controllate da società a totale partecipazione pubblica di comuni o province ai sensi dell’art. 2359 C.C.
Compenso lordo annuale onnicomprensivo dei membri dell’organo amministrativo
Per il Presidente del Cda non superiore al 70% delle indennità spettanti al sindaco
Per i consiglieri non superiore al 60% delle indennità spettanti al presidente della Provincia
L. 296/2006, art. 1, comma 725, secondo periodo
Società a totale partecipazione pubblica di comuni o province; Società controllate da società a totale partecipazione pubblica di comuni o province ai sensi dell’art. 2359 C.C.
Indennità di risultato Solo in caso di produzione di utili e in misura non superiore al doppio del compenso onnicomprensivo
L. 296/2006, art. 1, comma 728 Società a partecipazione mista di enti locali in misura pari o superiore al 50% e di altri soggetti pubblici o privati
Compenso lordo annuale onnicomprensivo dei membri dell’organo amministrativo
Per il Presidente del Cda non superiore al 70% delle indennità spettanti al sindaco
Per i consiglieri non superiore al 60% delle indennità spettanti al presidente della Provincia.
Tali limiti possono essere innalzati di un punto percentuale ogni cinque punti percentuali di partecipazione di soggetti diversi dagli enti locali
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L. 296/2006, art. 1, comma 728 Società a partecipazione mista di enti locali in misura inferiore al 50% e di altri soggetti pubblici o privati
Compenso lordo annuale onnicomprensivo dei membri dell’organo amministrativo
Per il Presidente del Cda non superiore al 70% delle indennità spettanti al sindaco
Per i consiglieri non superiore al 60% delle indennità spettanti al presidente della Provincia.
Tali limiti possono essere innalzati di due punto percentuale ogni cinque punti percentuali di partecipazione di soggetti diversi dagli enti locali
DL 201/2011, Art. 23 bis, comma 4, 5, 5 bis
(Norme che verranno sostituite dal nuovo DM)
Società non quotate, controllate da società a loro volta controllate direttamente o indirettamente dalle amministrazioni pubbliche che nell’anno 2011 hanno conseguito un fatturato da prestazione di servizi a favore di amministrazioni pubbliche superiore al 90% dell’intero fatturato
Compensi corrisposti agli amministratori investiti di particolari cariche
L’importo complessivo non può superare i limiti previsti dal DM 166/2013 e non superiore al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione.
Obblighi di riduzione dei compensi corrisposti ai membri dell’organo amministrativo di società pubbliche
L. 147/2013, art. 1, comma 554 Società a partecipazione di maggioranza, diretta e indiretta, delle pubbliche amministrazioni locali, titolari di affidamento diretto da parte di soggetti pubblici per una quota superiore all’80% del valore della produzione, che nei tre esercizi precedenti abbiano conseguito un risultato economico negativo
Compenso dei componenti del consiglio di amministrazione
Deve essere ridotto del 30%
DL 95/2012, Art. 4, comma 4 novellato dall'art. 16, comma 1, lett. a), DL 24.6.2014 n. 90
Società a totale partecipazione pubblica, diretta o indiretta;
Costo annuale sostenuto per i compensi degli amministratori
Non superiore all’80% del costo complessivamente sostenuto nell’anno 2013
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Società controllate direttamente o indirettamente dalle amministrazioni pubbliche che nell’anno 2011 hanno conseguito un fatturato da prestazione di servizi a favore di amministrazioni pubbliche superiore al 90% dell’intero fatturato
(Escluse società quotate e loro controllate)
Disposizioni in tema di componente variabile e componente fissa dei compensi corrisposti ai membri dell’organo amministrativo di società pubbliche
DL 201/2011, Art. 23 bis, comma 3
Società direttamente o indirettamente controllate da amministrazioni pubbliche
Compensi degli amministratori Possono includere una componente variabile che non può risultare inferiore al 30% della componente fissa corrisposta in misura proporzionale al raggiungimento di obiettivi predeterminati
Nuove disposizioni in tema di compensi corrisposti ai membri dell’organo amministrativo di società pubbliche
Legge stabilità 2016, art. 1, comma 672
Società direttamente o indirettamente controllate da amministrazioni pubbliche (escluse le società quotate e loro controllate)
Limite dei compensi massimi degli amministratori
DM che definirà indicatori dimensionali quantitativi e qualitativi al fine di individuare fino a cinque fasce per la classificazione della società, per ciascuna fascia verrà fissato il limite dei compensi massimi al quale i consigli di amministrazione devono fare riferimento. Tale valore non potrà comunque eccedere il limite massimo di euro 240.000.
Fonte: da http://www.dirittodeiservizipubblici.it/
Come riportato dalla tabella proposta i compensi degli executive pubblici sono fortemente influenzati dalla normativa vigente. I limiti imposti, che riguardano tutte le
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aziende pubbliche, comportano delle criticità che meritano, visto il nostro obiettivo di ricerca, ulteriori approfondimenti. La copiosa normativa ha sicuramente inciso sull’autonomia retributiva delle aziende pubbliche in nome del contenimento della spesa pubblica. I manager pubblici hanno visto tutti, in maniera e modalità differenti, una diminuzione del loro compenso (almeno per quanto riguarda la componente fissa). Se da un lato questo non genera problemi di equità interna, dall’altro il meccanismo è in grado di ledere la competitività delle aziende pubbliche nell’attrarre talenti e capitale umano pregiato, rispetto ai competitor privati. Questo a lungo termine potrebbe generare una fuga di capitale umano dal settore pubblico, portando ad un deterioramento competitivo delle aziende pubbliche. Per non compromettere la competitività delle aziende sono però state pensate deroghe per casi specifici. Nella realtà dei fatti le deroghe sono riconosciute a tutte le grosse aziende pubbliche con azionariato collocato in borsa e, tramite cavilli legislativi, ad una moltitudine di altre realtà. La frequenza d’uso delle deroghe ed escamotage legislativi sul tetto dei dirigenti pubblici ha portato alcuni opinionisti a parlare di vero e proprio flop dei tetti massimi, che colpisce solo la metà delle aziende pubbliche italiane.“Tutti i pezzi più pregiati nelle mani del Tesoro obbediscono a regole di mercato e non hanno l’obbligo di rispettare i vincoli per le retribuzioni fissati dall’esecutivo. Una precisazione: parliamo di tutte cifre lorde. Tanto per cominciare, sono tagliate fuori tutte le società quotate: Enel, Eni, Finmeccanica, Poste. Così, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, nel 2014 ha incassato compensi per 3,3 milioni. Mentre quello di Finmeccanica, Mauro Moretti è arrivato vicino agli 1,5 milioni. Francesco Starace, ad di Enel, nel 2014 ha totalizzato 2,2 milioni di euro di emolumenti. Nel caso di Poste, invece, è stato lo stesso ad Francesco Caio a dichiarare il suo compenso: 1,2 milioni all’anno”36