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CAPITOLO I OS LIVROS DE LINHAGENS

2. LIVRO DE LINHAGENS DO CONDE PEDRO

2.4 LO STEMMA ELABORATO DA MATTOSO

Lo stemma da elaborato da Mattoso all'interno della sua edizione è il seguente25:

a A1

b T1

A* C*

A2 C T2 L2

La scelta di non includere al suo interno tutti i manoscritti censiti è nata dalla decisione di non menzionare i codici ritenuti dallo storico portoghese dipendenti da T1: tra questi appaiono soltanto T2 e L2, ovvero quelli che sembrano dare a Mattoso maggiori garanzie di aver trascritto correttamente il quaderno perduto del capitolo XXXVI– anche se non sono esplicitate le motivazioni che hanno portato a tale selezione.

La dipendenza di determinati testimoni dal manoscritto della Torre do Tombo (T1) – che ha portato, come si è visto, alla loro esclusione dallo stemma – è stabilita dallo storico in base a una serie di criteri esplicitati in sede di edizione, i quali possono essere in tal modo brevemente riassunti:

La presenza di annotazioni all'interno del codice in questione che ne esplicitano la dipendenza da T1 o da manoscritti identificati come suoi descripti.

La presenza di lacune, che comprendono determinate parole, nelle storie di Isacco e Giacobbe del capitolo I.

24 Come si è visto in precedenza, il contenuto non è specificato in edizione, ma essendo copia di T1 e presentando le medesime lacune si può pensare che sia lo stesso del manoscritto della Torre do Tombo.

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36 La lacuna iniziale del capitolo XXXVIII.

Lacune che comprendono una precisa serie di parole alla fine del capitolo XLI (seguendo la numerazione di T1).

Due lacune all'inizio del capitolo XLII (sempre seguendo la numerazione di T1). Tra questi, il primo criterio utilizzato da Mattoso non appare tuttavia molto convincente: non solo perché non avendo personalmente consultato una buona parte dei codici appare alquanto aleatorio, ma anche perché le parole da lui stesso utilizzate in edizione per descrivere il suo lavoro, «além das declarações espressas de certos códices» 26

, sono decisamente poco chiare.

In seguito lo storico portoghese stabilisce una divisione della tradizione in due rami principali, che vede da una parte A1 e dall'altra i discendenti del sub archetipo a, T1A2C27. In particolare, gli elementi interni all’opera che permettono di separare A1 da T1A2C sono:

L'assenza della numerazione dei paragrafi in T1A2C, presente invece in A1. Capitoli dai titoli più estesi nel secondo gruppo.

Rubriche più numerose nel frammento di Ajuda (A1), con corrispondenti adattamenti del testo in T1A2C in caso di relativa soppressione.

L'omissione, sempre all'interno del secondo ramo, di alcune narrazioni, tra le quali spiccano la storia di Gonçalo di Suosa, già erasa in A1, e la battaglia di Salado. Tolte queste differenze il testo risulta sostanzialmente identico, salvo alcune varianti del secondo gruppo la cui manifesta erroneità ha spinto Mattoso a decidere di non includerle in apparato.

L'esistenza del sub archetipo a, da cui derivano T1A2C, è supposta in quanto tutti i manoscritti di tale ramo presentano, oltre alle sopra citate differenze da A1:

Consistenti lacune ai capitoli XXXVIII e XLI. Inversione dei capitoli XLI e XLII.

Lacune evidenti all'inizio dei capitoli XLI e XLII.

In particolare, le lacune dei capitoli XXXVIII e XLI sono probabilmente il risultato della perdita di un foglio, anomalia che insieme ad altre porta Mattoso a dedurre che il modello di T1A2C fosse un manoscritto lasciato incompleto dall'autore.

Per quanto riguarda invece il problema suscitato dai capitoli XLI e XLII, si può notare che i riferimenti interni all'opera menzionano sempre il capitolo XLI come quello dedicato

26 Mattoso 1980, p. 29.

27 T2 e L2 non sono mai nominati in quanto utilizzati solo in determinati punti, ovvero per quanto riguarda il capitolo XXXVI.

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ai Coronéis e il XLII a Goido Arualdez, non lasciando dunque alcun dubbio riguardo la loro inversione. Il rimaneggiatore deve aver voluto collocare il capitolo riguardante Goido Arualdez accanto a quello dei Baião (XL) – in quanto legati da parentela – senza però arrivare a modificare i costanti riferimenti al capitolo: altra caratteristica che si può spiegare attraverso l'incompletezza del rimaneggiamento del 1380-1383.

All’interno del gruppo dipendente da a, T1 si distingue da A2C in quanto presenta una versione lacunosa della storia di Isacco e Giacobbe (cap. I), completa invece negli altri due. Un esame attento del passo confermerebbe, a opinione di Mattoso, che la lezione di A2 e C non sarebbe il frutto di una ricostruzione operata per congettura ma autentica, in quanto concorda con quella fornita dalla fonte utilizzata dal conte per tale capitolo, il Libro

de las Generaciones.

La dipendenza di A2 e C da un medesimo sub archetipo (b) diverso da T1 è confermata da una serie di errori e varianti comuni che si possono ritenere disgiuntivi rispetto al codice della Torre do Tombo. Utilizzando il metodo di suddivisione del Libro introdotto da Mattoso all’interno della sua edizione dei due livros velhos si riportano qui alcuni degli errori che separano T1 da A2C:

9 A 1 Vusturio] Misturio A2 Mesturio C 11 C 8 el i] om.

11 C 8 Garalte] Galarte A2 Golarte C 13 E 2 ũu filho] ũa filha

16 tit. E COMO, DE … TAAVARES] om. 21 A 1 donde estava] om.

21 A 3 Sernam] Fernam 21 A 3 chamarom] houve nome 21 G 6 tam dura] tamanha 21 G 9 crastado] om

La presenza di due diversi antigrafi per A2 e C (A* e C*) è ipotizzata a causa di errori disgiuntivi che separano i due codici, ma che non sono esplicitati in sede di edizione.

La costruzione dello stemma si ritrova inoltre complicata dalla presenza di una serie di errori comuni tra T1 e C non presenti invece in A2. Nel tentativo di spiegare la questione Mattoso propone due ipotesi: la contaminazione di C attraverso la consultazione di T1 o di un manoscritto simile, o quella di A2 da parte di un testo migliore oggi perduto; non

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essendo possibile però confermare una delle due possibilità nessuna delle due è stata riportata nella rappresentazione grafica.

Una volta conclusa la descrizione dello stemma, si è ritenuto opportuno includere una serie di considerazioni riguardanti l'intera tradizione.

Si è visto come la presenza in A1 di un numero maggiore di rubriche rispetto ai testimoni derivati dal sub-archetipo a sia utilizzato dall’editore come importante criterio nella suddivisione delle due famiglie. Sorge dunque a questo punto spontaneo il quesito: è stato A1 a moltiplicarle o a a ridurle? La comparazione di passi paralleli alle due famiglie parrebbe favorire la seconda ipotesi, in quanto in T1A2C i paragrafi presi in considerazione presentano degli incipit la cui struttura sintattica e semantica sembra derivare da una soppressione da parte del copista delle rubriche presenti in A1. La presentazione del personaggio di cui si parlerà all’interno del capitolo (compresa la sua derivazione genealogica) avviene infatti in A1 all’interno delle rubriche, principiando di conseguenza il testo che segue con la parola Este. Possiamo vedere invece come a cominci generalmente i passi corrispondenti sempre con il medesimo este – ritardando dunque l’identificazione, che viene inserita in seguito – anche se la sua presenza si giustifica solo se il vocabolo è preceduto da una rubrica, e il caso in cui questo in a non avviene sono numerosi.

Si prenda a esempio la struttura presentata dal capitolo XXVI:

Al titolo “DE DOM SOEIRO MEENDEZ, O GROSSO, IRMAO DE DOM GONÇALO DE SOUSA” seguono le parole “Este dom Soeiro Meendez …” presenti in tutti i manoscritti; a partire dal terzo paragrafo tuttavia la rubrica “DE DOM MARTIM ANES DE RIBA D’AVIZELA” è presente solamente in A1, mentre invece tutti i testimoni presentano solamente la frase seguente, “Este dom Martim Anes de Riba d’Avizela…”, seguita inoltre in T1 e C da “filho do dito dom Joham Fernandez” . Come possiamo vedere il dimostrativo este è comprensibile solo perché preceduto da una rubrica che introduce il personaggio in questione, in quanto altrimenti la sua presenza non avrebbe alcun senso dal punto di vista sintattico e semantico. In altri casi è invece possibile vedere una serie di modifiche atte a risolvere la soppressione della rubrica, come per esempio avviene in 26C3 ove la caduta della rubrica di A1 “DE DONA MARIA ANES, FILHA DE DOM JOHAM FERNANDEZ DE RIBA D’AVIZELA E DE DONA MARIA SOAREZ” ha provocato una modifica del testo seguente, che vede la sostituzione del dimostrativo este con la congiunzione e: “Este dona Maria Anes” in A1 e “E dona Maria Anes” in T1A2C28.

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