• Non ci sono risultati.

IL CONTESTO DELLA RICERCA

1.1.1 La Lorena al centro dell’Europa

Situata al Nord-Est della Francia, alle frontiere tedesco-lussemburghese-belga, la Lorena si situa su un territorio centro-europeo dalle caratteristiche geografiche e demografiche comuni, anche se attualmente diviso da frontiere politiche di quattro Stati.

17

Sotto il profilo morfologico, la regione, dell’estensione di 23.574 chilometri quadrati (approssimativamente la superficie della Lombardia), si presenta in modo prevalentemente pianeggiante nella zona settentrionale, con un profilo che alterna vallate e zone piane separate da creste di direzione Sud-Nord, di un’altitudine che non sorpassa i 450 metri. Due fiumi attraversano la regione, la Moselle e la Meuse, in direzione Nord. Nella zona meridionale si eleva il massiccio dei Vosgi, dell’altezza massima 1424 metri (Grand Ballon).

18

17 Wikipedia, https://fr.wikipedia.org/wiki/Lorraine

31

Amministrativamente la Lorena è costituita da quattro dipartimenti, da Ovest: la Meuse, la Meurthe et Moselle, e la Moselle,mentre a Sud si trovano i Vosges.

19

I due dipartimenti più orientali, Mosella e Meurthe et Moselle, hanno costituito, dalla metà del XVII secolo e fino agli anni Sessanta del secolo scorso, il maggiore bacino carbonifero e dell’industrializzazione siderurgica francese ed europeo. Il dipartimento più occidentale, la Meuse è invece un territorio prevalentemente agricolo e rurale, come anche i collinari Vosgi, collocati a Sud della regione, ove sono anche presenti una tradizionale industria del tessile e uno storico impiego della manodopera nell’edilizia e nelle costruzioni, mediante l’utilizzo di prodotti locali come il legno e la pietra.

Grazie alla ricchezza del sottosuolo, la Lorena è stata un luogo forte dell’industrializzazione pesante del secolo scorso. Con l’introduzione, dagli anni Settanta, di nuove materie prime per la produzione di energia, quali petrolio e idrocarburi e la delocalizzazione delle attività di trasformazione, le attività dell’estrazione e della siderurgia, entrano, come in tutta Europa, in grave crisi, con conseguente drastica riduzione della produzione e dell’impiego di manodopera.

Dagli anni Ottanta, per arrestare i flussi migratori in uscita dalla regione, il settore industriale si è riorientato verso lo sfruttamento delle risorse naturali, sviluppando il comparto agroalimentare e la filiera del legno. Nonostante massicci interventi pubblici e privati a supporto dell’economia della Lorena, però, dal 1990 l'8% dei lavoratori è frontaliero e quotidianamente si sposta a lavorare nel vicino Lussemburgo, anche favorito dal bilinguismo del Granducato.

32 1.1.2 Breve excursus storico20

Attraverso un breve excursus storico, necessariamente sintetico per non esulare dagli interessi prioritari di questa ricerca, si cercherà di mettere in evidenza la stratificazione storica delle presenze e dominazioni plurime che hanno caratterizzato il passato della Lorena, lasciando tracce nella cultura, nelle tradizioni e nella dimensione linguistica del territorio.

Abitata dalla fine del Neolitico, a partire dal primo millennio a.C. la Lorena vede il suo territorio occupato da tribù celtiche, a Nord i Mediomatrici, che fondarono la città di Divodorum (oggi Metz), a Sud i Leuci che fondarono Tullum (Toul).

Se di ceppo celtico erano tutte le tribù barbare giunte in quell’epoca dall’Est e dal Nord sul suolo ora europeo, occupando un territorio che andava dall’Atlantico all’attuale Ungheria, è interessante notare che già all’epoca romana esse venissero identificate attraverso la loro lingua. Giulio Cesare,nel De Bello Gallico (Libro I. 1), scrive:

Gallia omnis, est dīvīsa in trēs partēs, quārum Belgæ incolunt ūnam, Aquītānī aliam, quī appellantur Celtæ linguā ipsōrum, Gallī nostrā, tertiam.

Organizzati in tribù comandate dai capi delle famiglie più potenti, i Celti/Galli conosciuti attraverso l’iconografia romana come feroci guerrieri, in realtà presentavano forme di civilizzazione evoluta, una religione complessa, molto attenta al culto dei morti, e maestria nelle tecniche della fusione dei metalli e della lavorazione dell’argilla. Costruirono città e strade e i loro scambi commerciali furono abbondanti, come testimonia l'importante numero di monete ritrovate a Metz.

Nella fase della massima espansione del loro impero, anche se diviso fra tribù spesso in lotta, si spinsero fino a Roma con un esercito di 60.000 uomini condotti da Brenno (387 a.C.); verso oriente, giunsero alle porte dell’impero di Alessandro il Grande, dove fondarono il regno dei Galati, nell’attuale Anatolia.

In Gallia, dopo la sconfitta della coalizione delle tribù locali guidate di Vercingetorige ad Alesia nel 52 a.C. da parte di Giulio Cesare, l'esercito romano portò a termine la conquista dell’intero territorio dell’attuale Francia.

20 La ricostruzione della storia francese vista attraverso il destino della Lorena è stata effettuata incrociando la lettura di testi di varia natura: manuali scolastici, monografie dedicate alle imprese di personaggi storici, enciclopedie storiche on-line. Si tratta di una rielaborazione personale, che interpreta vicende storiche di più ampio respiro di quelle della Lorena, allo scopo di evidenziare le ricadute determinatesi in questo territorio.

33

L’amministrazione romana mantenne un atteggiamento rispettoso nei confronti dell'organizzazione sociale delle popolazioni locali, fissando solo una serie di obbligazioni economiche e di controllo burocratico finalizzate a garantire la lealtà delle popolazioni autoctone presenti sul territorio dell’impero. Nei cinque secoli di dominazione latina, la Gallia conobbe dunque un periodo di pace, prosperità e sviluppo, con la costruzione di strade, edifici civili e religiosi, acquedotti e, sotto i regni dell’imperatore Flavio e Antonino, l’edificazione di una lunga muraglia lungo il Reno, a protezione della regione dalle incursioni dei barbari di ceppo germanico. La presenza non invasiva della civilizzazione romana rese possibile lo sviluppo di una progressiva simbiosi tra le due componenti celtica e latina in una cultura di contatto, oggi denominata gallo-romana.

Un esempio eccellente della stratificazione e contaminazione delle culture celtica e latina si ritrova nel sito archeologico di Bliesbruck-Reinheim, collocato al confine franco-tedesco della regione Lorena, luogo che testimonia l’occupazione permanente della zona lungo un periodo che copre circa diecimila anni. Il sito archeologico ha restituito tracce di insediamenti fin dal Mesolitico; a poca distanza l’una dall’altra, sono state ritrovate testimonianze di presenze celtiche databili dal XII secolo a.C. (età del bronzo e del ferro),21 i resti di un’ampia villa romana databile del I secolo d.C., centro di un dominio rurale e un’agglomerazione urbana gallo-romana.22

Per celebrare queste caratteristiche di luogo emblematico di incontro di civiltà, il sito archeologico di Bliesbruck-Reinheim, diviso a metà dall’attuale linea di confine tra Francia e Germania, è l’unico ad avere lo status di Sito Archeologico Europeo, condizione che gli permette di essere gestito congiuntamente, per mezzo di una virtuosa collaborazione, dal Dipartimento della Moselle in Francia e dal Saarland in Germania. Proprio per il suo valore storico e simbolico,23 dal 2018 il sito è meta di una visita offerta24 ai bambini che frequentano

21 Particolarmente suggestivo è il ritrovamento della sepoltura di una principessa celtica ornata di preziosi gioielli in oro e pietre preziose. Accanto ai resti del corpo, nella camera funeraria sotterranea, raffinati oggetti della vita quotidiana, che avrebbero dovuto accompagnare la nobile nel regno dei morti.

http://www.archeo57.com/index.php/decouvrir/les-celtes

22 Al suo apogeo, nel II secolo, il villaggio contava più di cento case e diecimila abitanti. Case a portico, quartieri artigianali sviluppati intorno all’asse centrale - il decumano che attraversa l'agglomerazione da Est a Ovest - piazze, fontane pubbliche e un ampio sito termale completano l’architettura del vicus, che si presenta come un riadattamento urbano locale al modello delle città romane.

http://www.archeo57.com/index.php/decouvrir/les-gallo-romains

23 Ulteriore valore aggiunto del sito, è l’attuale campagna di scavo sul terreno di pertinenza della villa di campagna, su suolo tedesco, co-finanziata dall’Università di Chieti-Pescara (presente in loco, in vari scavi, da 10 anni), dal 2017 riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Culturale italiana come Missione archeologica italiana all’estero.

34

i Corsi di Lingua e Cultura italiana del territorio. Sia per alunni di origine italiana, che francesi, che dalle più svariate origini migratorie, spesso provenienti da famiglie di umile estrazione sociale, l’esperienza ha lo scopo di mostrare che la cultura e la lingua di un luogo si costruiscono attraverso processi di contatto e successiva osmosi tra civiltà diverse. La visita intende inoltre mostrare che i movimenti dei popoli, le migrazioni, hanno da sempre caratterizzato la storia dell’umanità e dall’incontro, il meticciamento e lo scambio sono nate e nascono nuove e feconde contaminazioni. Infine, si pone l’obiettivo di attirare l’attenzione dei giovani studenti di italiano sull’importanza della presenza romana in questo territorio, valorizzando il ruolo di matrice culturale e linguistica che, dopo due millenni, ancora lascia tracce profonde nella regione.

Tornando alla storia della Lorena, con il progressivo indebolimento delle frontiere dell’Impero Romano, a partire dalla metà del IV secolo le invasioni dall’Est dei barbari (Franchi, Alemanni e Svevi) cominciarono a perturbare il territorio fino a quando, con la discesa degli Unni guidati da Attila nel 451 d.C., le popolazioni germaniche presero possesso della regione e di tutta l’attuale Europa centrale. In modo violento, terminava l’era romana nei territori che più tardi composero la Lorena, solo qualche anno prima che l’intero l’Impero d’Occidente crollasse con la deposizione di Romolo Augustolo nel 476. Ma strade, acquedotti, edifici e, soprattutto, la cultura latina e la lingua dei romani, calco della successiva lingua romanza, lasciarono una marca indelebile nella storia del territorio.

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, le popolazioni Franche che si installarono nella regione, sotto la dinastia dei Merovingi (448-751) crearono due regni confinanti, in permanente conflitto, l’Austrasie, l’attuale Lorena, e la Neustrasie, a Est di Reims, configurazione geopolitica che resistette fino all’ascesa di Carlo Magno nel 771, riunificatore dei due territori nell'Impero dei Franchi.

I secoli successivi videro la regione passare nelle mani degli eredi della dinastia Carolingia: figli e nipoti di Carlo Magno divisero l’impero dando vita a tre regni, con al centro la Lotharingia (in verde nella cartina) attribuita a Lotario dal Trattato di Verdun del 843 d.C., un terra di mezzo che si estendeva tra la Schelda e il Rodano, inglobava i Vosgi, una parte della Borgogna e la Provenza, fino a comprendere la parte centro-settentrionale dell’Italia.

35

25

Un secolo di lotte fra i tre regni portò, nel 921, alla dissoluzione di questa terra di mezzo e il neonato Ducato di Lorena, dopo l’ascesa al titolo imperiale di Ottone I, divenne parte del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica.

All’interno del Ducato, a partire dall’XI secolo, i tre potenti vescovati di Metz, Toul e Verdun approfittarono della posizione strategica di confine per ottenere privilegi in termini di indipendenza dal Sacro Romano Impero, collocandosi sotto la protezione dei re di Francia. Isole autonome in territorio germanico, le tre città episcopali mantennero la loro relativa indipendenza per più di 800 anni, enclave francese in terra germanica, alleate politicamente al regno dei Franchi e linguisticamente a matrice latina, conferma storica della natura culturalmente ibrida di questo territorio.

Al tornante del primo millennio, Ugo Capeto, duca e conte di Parigi, salì al potere eletto dai grandi feudatari, dando inizio alla dinastia dei Capetingi che, in linea diretta, regnò sull’impero Franco fino al 1328. Rami collaterali della stessa famiglia, le casate di Valois, Borbone e Orléans, governarono nei secoli successivi vaste parti dell’attuale Europa, senza dimenticare che i discendenti della stirpe capetingia siedono ancora sui troni di Spagna e Lussemburgo.

36

Per tutta l’Età di Mezzo, il territorio della Lorena non fu oggetto delle mire espansionistiche del vicino regno dei Franchi, perché tra i due territori si era costituito il potente ducato di Borgogna che, tra il Trecento e il Quattrocento, approfittando della guerra dei Cento Anni, riuscì a creare una stato con ambizioni di grande potenza.

Intorno al 1450, le mire espansionistiche di Carlo il Temerario, Duca di Borgogna, lo portarono a conquistare l’Alsazia e la Lorena, creando preoccupazione nei due grandi regni vicini, i Franchi a Occidente e dell’Impero Germanico degli Asburgo a Oriente. Storicamente nemici, in questa circostanza i due imperi si allearono per affrontare il valoroso Duca: nel 1477, sotto le mura di Nancy, lo sconfissero e uccisero. Il Ducato di Borgogna venne spartito tra gli Asburgo e la Francia, lasciando la Lorena, tornata ad essere un ducato indipendente all’interno dell’Impero germanico, a svolgere la funzione di “cuscinetto” tra le due grandi potenze.

Durante tutto il Cinquecento la Francia fu troppo occupata, prima contro la Spagna e poi nelle guerre di religione interne, per poter portare avanti una politica espansionistica verso il Reno, ma alla fine della Guerra dei Trent’anni (1618-1648), conflitto che dilaniò l’Europa per questioni religiose, conclusosi con il patto di Westfalia del 1648, che sanciva la fine del controllo dell'imperatore del Sacro Romano Impero Germanico sui principi tedeschi, la Francia, nella sostanza la nazione vincitrice, riuscì ad ottenere i ricchi territori dell'Alsazia e della Lorena.26 Quest’ultima fu governata come una provincia, ivi comprese le tre città episcopali di Metz, Toul e Verdun, su cui si vide confermata la sovranità reale, garanzia, per tutto il XVIII secolo, di un periodo di prosperità.

26 Si veda: Josef V. Polisensky, La Guerra dei Trent’Anni: da un conflitto locale a una guerra europea nella prima metà del Seicento,Torino, Einaudi, 1982.

37

27 Assetti territoriali dopo la pace di Westfalia del 1648

L’effettiva annessione ufficiale della Lorena al Regno di Francia avvenne nel 1766, dopo un periodo di trent’anni (1737-1766) nel quale fu ceduta a Stanislao Leszczinski, re di Polonia e Granduca di Lituania, allo scopo di raggiungere una forma di equilibrio politico tra Spagna, Austria ed il regno transalpino.

Passata nuovamente all’Impero tedesco dopo la guerra franco-prussiana del 1871, subì cinquanta anni di dominazione germanica, per tornare alla Francia dopo la vittoria della Prima Guerra Mondiale. Fu nuovamente occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, fino alla Liberazione del 1945.

Gli effetti di tremila anni di passaggi di appartenenza nazionale, politica, culturale e linguistica, solo brevemente accennati, hanno lasciato una profonda traccia nella memoria storica, nel vissuto, nella mentalità, nelle rappresentazioni e nella costruzione identitaria della popolazione lorenese, rendendo questa regione speciale e unica come terra di passaggio e incontro di culture. Mentre infatti i confini settentrionali, occidentali e meridionale della Repubblica d’Oltralpe sono marcati da barriere geografiche imponenti, i Pirenei, le Alpi, il Jura e il Canale della Manica, solo in Lorena, zona di pianura, la Francia entra in contatto con l’Altro, lo straniero, senza difese naturali: proprio per questa particolarità geografica, in questa regione la storia ha potuto fare il suo corso.

38

Altra significativa circostanza che rende questo territorio una forma di eccezione nell’ambito dell’amministrazione francese, è - a tutt’oggi - l'applicazione al dipartimento della Mosella, e alla vicina Alsazia, del Concordato tedesco. Si tratta di un accordo stipulato nel 1801 tra l'allora console Napoleone Bonaparte e la Chiesa cattolica romana per regolare i rapporti tra le due potenze, e, più specificamente, riconoscere ufficialmente la libertà di culto nell’ambito dello stato laico francese (poi estesa agli altri tre religioni dell’epoca, ebraica, luterana e riformata). Conservato in vigore durante i periodi di dominazione tedesca, il Concordato fu abolito al ritorno delle regioni orientali alla Francia nel 1918, ma, in seguito alle vive proteste della popolazione locale, ristabilito e ancora oggi in vigore.

Le principali clausole del Concordato prevedono la presenza dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole elementari e medie (non presente nel resto del territorio francese), la remunerazione dei preti, l’approvazione da parte del Capo dello Stato delle nomine dei vescovi di Strasburgo e Metz e il mantenimento di alcune feste religiose.28 Inoltre, le due università di Strasburgo e della Lorena offrono percorsi di laurea e dottorato in teologia, facoltà non presenti nel resto del Paese.

Il dibattito sulla laicità, argomento molto sentito in Francia, soprattutto dopo l’arrivo sul territorio di importanti comunità religiose, non manca di sollevare, a livello nazionale, ricorrenti polemiche circa la presenza del Concordato nella vita civile in Mosella e Alsazia. Nei due dipartimenti si percepisce invece una certa fierezza per l’attribuzione di questa prerogativa, riconosciuta come uno dei pilastri del diritto locale.